Non ho condiviso neppure una virgola della campagna condotta da alcuni sedicenti No Tav contro il giudice Giancarlo Caselli, un uomo che ha sempre difeso la Costituzione e non si è mai piegato alla logica dello scambio, della trattativa,della svendita dei principi per compiacere amici e compagni.
Sui rischi di infiltrazioni nel movimento No Tav e non solo, la penso esattamente come don Luigi Ciotti che ha invitato tutti a mettere fuori i violenti e quelli che danno la caccia alle telecamere e ai cronisti. Bisogna farlo, ha giustamente aggiunto Ciotti, anche per tutelare il diritto al dissenso e alle critica in tutte le sue forme, anche le più radicali.
Proprio perché condivido queste posizioni, bisogna essere altrettanto chiari e determinati nei confronti del “sovversivismo delle classi dirigenti”, per rubare la citazione ad Antonio Gramsci.
Le istituzioni di questo paese, le autorità di garanzia, le stesse forze di polizia, non possono alzare i toni con i sindaci della Val di Susa e poi fingere di non aver sentito le parole violente e intimidatorie pronunciate da Umberto Bossi, un segretario di partito, un ex ministro. “Monti rischia la vita, il Nord lo fará fuori”, queste alcune delle sue parole.
“Farnetica, non sta bene, ormai è un delirio, non cadiamo nella trappola vuole farsi pubblicità…”, queste alcune delle prime reazioni che, tuttavia, non colgono la gravità di questa esternazione “armata”.
– Perchè a Bossi può essere concesso quello che non è consentito ad altri?
– Cosa sarebbe accaduto se le stesse parole fossero state pronunciate da un cittadino o da un sindaco della Val di Susa?
– Il presidente della repubblica riceverà ancora Bossi e i suoi seguaci?
– Il presidente Monti ed il ministro Cancellieri invocheranno il pugno di ferro e contrasteranno infiltrati ed invitati anche nelle aule parlamentari?
Chi invoca il rispetto della legalità in Val di Susa, dovrebbe essere altrettanto attento ed inflessibile ad invocarla anche in “Padania” o ad Arcore, dove la Costituzione è stata ripetutamente oltraggiata e umiliata.
Ovviamente restiamo in attesa della replica di Monti a Bossi.