La privatizzazione come risposta ai tagli del governo Cameron. Anche della polizia. Nel Regno Unito parte il più ricco bando finora messo in piedi per delegare a imprese private della sicurezza funzioni che fino a ieri erano nelle mani delle forze dell’ordine.
In Gran Bretagna già esistono precedenti di potere poliziesco passato dal pubblico alle aziende sul libero mercato. Ma ora le polizie del West Midlands e del Surrey mettono a disposizione contratti per ben un miliardo e mezzo di sterline, che potranno salire fino a 3,5 miliardi nel caso di successo del bando. E ora i due corpi chiamano a raccolta grandi aziende della security come, ad esempio, G4S. Già balzata agli onori delle cronache qualche mese fa per un contratto di 200 milioni di sterline con la polizia del Lincolnshire, la compagnia ha potuto persino costruire e gestire per la prima volta un’intera stazione di polizia.
Intanto, il ministro dell’Interno Theresa May, grande fautrice della privatizzazione, ha tagliato del 20 per cento i fondi destinati alle varie forze. Le aziende private – ed è quello che fa inorridire i sindacati – potranno fare un po’ di tutto: dal pattugliamento alle investigazioni sui crimini, fino a tenere in custodia le persone sospette. In pratica, fino a degli arresti veri e propri. Potranno poi aiutare testimoni e vittime di reati e gestire anche gli aspetti più burocratici, come prendersi cura della flotta di veicoli, portare avanti le pratiche legali, gestire il personale e i turni di lavoro. Nella pratica una vera e propria rivoluzione, visto che è dai tempi della Thatcher che si parla di privatizzazione delle forze dell’ordine. Il ministro May parla apertamente di “business partnership” e si augura che, nel caso di West Midlands e Surrey, parta entro questa primavera.
Il prossimo 14 marzo si terrà una riunione con tutte le aziende interessate. E c’è da giurare che l’asta non andrà deserta. Nel caso del Lincolnshire, ben dodici aziende risposero all’appello e parteciparono al bando. Che, come tutti i bandi, giocherà al ribasso. Intervistato dal Guardian, Ben Priestley, che lavora come civile nella polizia ed è sindacalista dell’Unison, il principale sindacato del pubblico impiego, ha detto: «Privatizzare la polizia è un esperimento pericoloso, sia per la sicurezza delle comunità locali sia per le tasche dei contribuenti. Stiamo cercando di far capire alle autorità che quella del settore privato è una trappola e non può essere una risposta ai tagli della coalizione. Pensiamo al caso di un grave incidente: nessuna azienda privata sarà in grado di intervenire come una forza di polizia. Così la sicurezza sarà compromessa».
Insomma, pare che, finora, gli unici a vincere siano gli imprenditori privati. Come l’azienda informatica Steria, che ha un contratto di dieci anni con la polizia di Cleveland, per gestire il front desk e le reti, le finanze e l’addestramento del corpo. Le polizie dell’Avon e del Somerset, invece, hanno un contratto con IBM, mentre la polizia del Cheshire ne ha uno con Capgemini, che gestisce la flotta dei veicoli e i servizi ai poliziotti. Ma, temono in molti, sarà proprio questo ultimo bando da un miliardo e mezzo di sterline a spianare la strada per una sempre più forte privatizzazione della polizia del Regno Unito, dove i precedenti diventano sempre “legge”. A resistere, finora, la Metropolitan Police di Londra. Nella capitale, i problemi di sicurezza sono ancora troppi per essere delegati ad aziende private, se è vero che, come ha scritto non molti giorni fa il New York Times, Londra rischia di diventare, per la forza del crimine, “la nuova Los Angeles europea”.