Dopo le scuse di rito, rapide ma probabilmente inefficaci, del capo del Pentagono Leon Panetta e dello stesso Barack Obama, l’ennesimo episodio che ha coinvolto un soldato americano e ha lasciato sul terreno 17 afgani, tra cui donne e bambini, in un villaggio della provincia di Kandahar, evoca scenari sempre peggiori. Ritorsioni e proteste alimentate da una diffusa disillusione sulla capacità delle truppe di occupazione di garantire l’incolumità degli afgani e un’erosione del consenso verso l’Occidente che, dopo la vicenda del Corano dato alle fiamme e il video in cui i marine urinavano su talebani morti, è ormai al lumicino.
La dinamica della strage non è ancora chiara: secondo la stampa americana si è trattato dell’atto di follia individuale di un sergente dell’esercito, alla sua prima missione in Afghanistan dopo tre passaggi in Iraq. L’incarnazione perfetta del cosiddetto Post Traumatic Stress Disorder: una forma maniaco depressiva che può tramutarsi in violenza gratuita e che è tipica dei reduci. Alcuni testimoni hanno però menzionato più soldati all’opera: un commando che avrebbe agito con un’azione coordinata e dunque premeditata. Ma non è chiaro se gli abitanti del villaggio abbiano visto invece gli uomini della Nato accorrere sul luogo dopo la strage, come potrebbe spiegare anche la presenza di un elicottero. Come che sia, la dinamica resta oscura e controversa e dovrebbe essere chiarita da un’inchiesta rapida prima che resti troppo spazio a dubbi e interpretazioni.
I precedenti aggravano la situazione: solo poche settimane fa la vicenda del Corano dati alle fiamme aveva dato vita a una protesta pubblica – e diffusa in tutto il Paese – senza precedenti, che dà ai talebani la possibilità di sfruttare gli umori di una piazza inferocita e già scioccata dal video che, solo qualche mese prima, aveva mostrato dei soldati americani intenti a urinare sul corpo di alcuni guerriglieri morti. Quel che risulta sin troppo evidente è comunque che gli americani (che addestrano le truppe locali) non riescono a tenere sotto controllo i circa 90mila soldati di stanza in Afghanistan. Un fatto gravissimo per un esercito moderno e considerato il più potente e avanzato del mondo.
Sul versante politico afgano l’ennesimo episodio ha questa volta portato la rabbia, sinora patrimonio della piazza, sin dentro il parlamento che oggi è stato chiuso dagli stessi parlamentari in segno di protesta. Nonostante qualcuno abbia già chiesto al presidente di dimettersi, la vicenda potrebbe però rafforzare Karzai, la cui reazione è stata immediata: dopo aver ottenuto da Washington qualche giorno fa il trasferimento dei detenuti afgani nella base di Bagram sotto la giurisdizione della giustizia afgana, ora il presidente punta a far smettere i raid notturni, colpevoli di uccidere civili innocenti. Una sua vecchia richiesta finora ignorata.
Sul versante politico americano la vicenda mette in difficoltà Obama ma solo fino a un certo punto. Quando capitò l’episodio del Corano, i repubblicani in corsa per la Casa Bianca lo criticarono perché si era scusato con gli afgani, ma dopo la strage folle di domenica si ritrovano ora ad armi spuntate. Kabul ha comunque assicurato che l’episodio di domenica mattina non modificherà il negoziato in corso con Washington per un accordo quadro sulla permanenza americana in Afghanistan dopo il 2014. Accordo che dovrebbe essere siglato entro maggio dalle due capitali, prima cioè del vertice Nato che farà il punto della situazione a Chicago, la città di Obama. L’accordo è vitale per il presidente perché dimostrerebbe la sua capacità di gestire la promessa exit strategy senza far uscire gli Usa completamente dal teatro afgano.
Il processo di pace, avviato con fatica e sotto traccia da ormai un anno, potrebbe invece subire un rallentamento. I talebani sfrutteranno l’episodio per alzare il prezzo e per indicare in Karzai l’uomo sotto il cui governo agli stranieri è permessa ogni violazione anche contro donne e bambini. Una recente ricerca fatta per conto della Ong italiana Intersos dimostra che la diffidenza verso le truppe occupanti non fa che aumentare. Inutile dire che episodi come quello di domenica gettano solo benzina sul fuoco.
di Emanuele Giordana
Mondo
Dal Corano bruciato alla strage di Kandahar. I limiti della strategia Usa in Afghanistan
Dopo le scuse di rito, rapide ma probabilmente inefficaci, del capo del Pentagono Leon Panetta e dello stesso Barack Obama, l’ennesimo episodio che ha coinvolto un soldato americano e ha lasciato sul terreno 17 afgani, tra cui donne e bambini, in un villaggio della provincia di Kandahar, evoca scenari sempre peggiori. Ritorsioni e proteste alimentate da una diffusa disillusione sulla capacità delle truppe di occupazione di garantire l’incolumità degli afgani e un’erosione del consenso verso l’Occidente che, dopo la vicenda del Corano dato alle fiamme e il video in cui i marine urinavano su talebani morti, è ormai al lumicino.
La dinamica della strage non è ancora chiara: secondo la stampa americana si è trattato dell’atto di follia individuale di un sergente dell’esercito, alla sua prima missione in Afghanistan dopo tre passaggi in Iraq. L’incarnazione perfetta del cosiddetto Post Traumatic Stress Disorder: una forma maniaco depressiva che può tramutarsi in violenza gratuita e che è tipica dei reduci. Alcuni testimoni hanno però menzionato più soldati all’opera: un commando che avrebbe agito con un’azione coordinata e dunque premeditata. Ma non è chiaro se gli abitanti del villaggio abbiano visto invece gli uomini della Nato accorrere sul luogo dopo la strage, come potrebbe spiegare anche la presenza di un elicottero. Come che sia, la dinamica resta oscura e controversa e dovrebbe essere chiarita da un’inchiesta rapida prima che resti troppo spazio a dubbi e interpretazioni.
I precedenti aggravano la situazione: solo poche settimane fa la vicenda del Corano dati alle fiamme aveva dato vita a una protesta pubblica – e diffusa in tutto il Paese – senza precedenti, che dà ai talebani la possibilità di sfruttare gli umori di una piazza inferocita e già scioccata dal video che, solo qualche mese prima, aveva mostrato dei soldati americani intenti a urinare sul corpo di alcuni guerriglieri morti. Quel che risulta sin troppo evidente è comunque che gli americani (che addestrano le truppe locali) non riescono a tenere sotto controllo i circa 90mila soldati di stanza in Afghanistan. Un fatto gravissimo per un esercito moderno e considerato il più potente e avanzato del mondo.
Sul versante politico afgano l’ennesimo episodio ha questa volta portato la rabbia, sinora patrimonio della piazza, sin dentro il parlamento che oggi è stato chiuso dagli stessi parlamentari in segno di protesta. Nonostante qualcuno abbia già chiesto al presidente di dimettersi, la vicenda potrebbe però rafforzare Karzai, la cui reazione è stata immediata: dopo aver ottenuto da Washington qualche giorno fa il trasferimento dei detenuti afgani nella base di Bagram sotto la giurisdizione della giustizia afgana, ora il presidente punta a far smettere i raid notturni, colpevoli di uccidere civili innocenti. Una sua vecchia richiesta finora ignorata.
Sul versante politico americano la vicenda mette in difficoltà Obama ma solo fino a un certo punto. Quando capitò l’episodio del Corano, i repubblicani in corsa per la Casa Bianca lo criticarono perché si era scusato con gli afgani, ma dopo la strage folle di domenica si ritrovano ora ad armi spuntate. Kabul ha comunque assicurato che l’episodio di domenica mattina non modificherà il negoziato in corso con Washington per un accordo quadro sulla permanenza americana in Afghanistan dopo il 2014. Accordo che dovrebbe essere siglato entro maggio dalle due capitali, prima cioè del vertice Nato che farà il punto della situazione a Chicago, la città di Obama. L’accordo è vitale per il presidente perché dimostrerebbe la sua capacità di gestire la promessa exit strategy senza far uscire gli Usa completamente dal teatro afgano.
Il processo di pace, avviato con fatica e sotto traccia da ormai un anno, potrebbe invece subire un rallentamento. I talebani sfrutteranno l’episodio per alzare il prezzo e per indicare in Karzai l’uomo sotto il cui governo agli stranieri è permessa ogni violazione anche contro donne e bambini. Una recente ricerca fatta per conto della Ong italiana Intersos dimostra che la diffidenza verso le truppe occupanti non fa che aumentare. Inutile dire che episodi come quello di domenica gettano solo benzina sul fuoco.
di Emanuele Giordana
LA REPUBBLICA DELLE STRAGI
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A Kabul Obama non è più il pacificatore
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“Manning trattato in modo crudele”. Il rapporto Onu sulla tortura accusa gli States
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Giustizia, Delmastro boccia la riforma Nordio: “Così i pm divoreranno i giudici”. Poi tenta il dietrofront, ma spunta l’audio. Il ministro lo difende: “Tutto chiarito”
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Roma, 14 mar. (Adnkronos) - Dallo sviluppo di infrastrutture abilitanti e innovative alla garanzia di stabilità e sicurezza della rete elettrica, passando per la risoluzione delle congestioni locali. Sono gli obiettivi del piano di sviluppo 2025 presentato da Terna. ''Considerato il complesso e sfidante contesto elettrico'' Terna comunica di aver ''svolto una importante attività di definizione delle priorità di sviluppo. Sono stati privilegiati gli interventi che offrono il massimo valore per il sistema, individuando soluzioni 'capital light' al fine di ridurre i costi e massimizzare l'efficacia degli investimenti necessari alla transizione energetica''.
Gli interventi previsti dal piano, che consentiranno di operare con una visione di lungo termine in considerazione delle esigenze della rete, rispondono alla necessità di ''sviluppare infrastrutture abilitanti e innovative, funzionali al raggiungimento della capacità obiettivo efficiente, per aumentare i limiti di transito tra le sezioni di mercato e massimizzare lo scambio di energia''. Il programma prevede anche di ''risolvere le congestioni locali, garantendo l’esercizio in sicurezza all’interno delle zone di mercato, tramite la pianificazione di interventi intrazonali''.
Terna punta inoltre a ''rispondere in modo efficiente a tutte le richieste di connessione alla rete attraverso la definizione di un nuovo modello, la Programmazione territoriale efficiente''. Infine sarà garantita ''la stabilità e la sicurezza della rete elettrica e l’integrazione dei mercati tramite le interconnessioni con l’estero, che consentono una gestione flessibile e bilanciata delle risorse energetiche, favorendo gli scambi tra le reti nazionali''.
Nell’orizzonte temporale del piano di sviluppo 2025, la maggioranza degli interventi previsti in esercizio entro il 2030 ha ottenuto l’autorizzazione o è già in fase di autorizzazione. Tra questi figurano le principali opere infrastrutturali dell’azienda, come Tyrrhenian Link, il collegamento hvdc sottomarino a 500 kV che unirà la Sicilia alla Campania e alla Sardegna. ''L’opera consentirà una maggiore integrazione tra le diverse zone di mercato e un più efficace utilizzo dei flussi di energia proveniente da fonti rinnovabili''. L’opera sarà completata entro il 2028.
Tra le opere principali Terna segnala Adriatic Link: il collegamento hvdc tra Abruzzo e Marche da 1.000 MW di potenza lungo circa 250 km, di cui 210 km sottomarini. L’entrata in esercizio è prevista per il 2029. Entro il 2034 sono poi previsti ulteriori rinforzi infrastrutturali tra cui la Dorsale Adriatica: collegamento in corrente continua tra Foggia e Forlì che garantirà il rafforzamento del corridoio adriatico, permettendo un incremento sostanziale della capacità di scambio.
Terna prevede inoltre la realizzazione di importanti infrastrutture che hanno l’obiettivo di aumentare il livello di sicurezza della rete e la capacità intrazonale. Si tratta di interventi che favoriscono lo scambio di energia all’interno della stessa zona di mercato, funzionali all’integrazione delle fonti rinnovabili e alla risoluzione delle congestioni di rete a livello locale. Tra le opere previste, tre collegamenti a 380 kV in Sicilia (Chiaramonte Gulfi-Ciminna, Caracoli-Ciminna e Paternò-Priolo) e uno in Lombardia (Milano-Brescia).
Il Piano di Sviluppo 2025 di Terna si pone l’obiettivo di estrarre maggior valore dagli asset esistenti, tramite interventi di tipo 'capital light', che si basano su strumenti e soluzioni innovative e che si affiancano ai tradizionali interventi infrastrutturali, consentendo di perseguire rilevanti benefici per la rete. L’attività di Terna di pianificazione della futura rete elettrica può contare oggi su iter di approvazione semplificati per le grandi infrastrutture da parte di Arera e Mase. In particolare, l’Autorità, attraverso il meccanismo dell’approvazione per fasi, ha semplificato il processo fornendo strumenti per velocizzare il percorso di progettazione, autorizzazione e realizzazione.
Anche a valle delle recenti semplificazioni normative ''è stato possibile raggiungere una significativa riduzione dei tempip''. La realizzazione delle infrastrutture sarà supportata anche da strumenti che assicurano e garantiscono la sicurezza e la flessibilità del sistema. Su tutti, il Capacity market con cui Terna si approvvigiona di capacità tramite contratti aggiudicati attraverso aste competitive, e il Macse (Meccanismo per l’approvvigionamento di capacità di stoccaggio elettrico). La prima asta del Macse sarà svolta da Terna il prossimo 30 settembre.
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - Martedì prossimo, 18 marzo, alle ore 10, presso la Sala Koch del Senato, le commissioni riunite Bilancio, Attività produttive e Politiche Ue di Camera e Senato svolgeranno l'audizione di Mario Draghi in merito al Rapporto sul futuro della competitività europea. L'appuntamento verrà trasmesso in diretta webtv.
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - Ad un mese dalla finale del festival della canzone italiana 2025, nella classifica dei singoli brani è ancora Sanremomania, con ben 13 brani passati in gara al Teatro Ariston nelle prime 13 posizioni. E questo fa segnare all'edizione 2025 un nuovo record rispetto agli ultimi anni, per numero di brani di Sanremo nella top ten ad un mese dal festival: se infatti quest'anno sono 10 (cioè l'intera top ten è composta da brani in gara al festival un mese fa), l'anno scorso era stati 7 come nel 2023, nel 2022 e nel 2021 erano stati 8 e nel 2024.
Nella top ten dei singoli infatti, al primo posto c'è proprio il brano vincitore del festival: 'Balorda Nostalgia' di Olly. Al secondo 'La cura per me' di Giorgia, al terzo 'Incoscienti giovani' di Achille Lauro, al quarto 'Battito' di Fedez, al quinto 'Cuoricini' dei Coma_Cose, al sesto 'Volevo essere un duro' di Lucio Corsi, al settimo 'Fuorilegge' di Rose Villain, all'ottavo 'La mia parola' di Shablo feat Joshua e Tormento, al nono 'Tu con chi fai l'amore' dei The Kolors, al decimo 'La tana del granchio' di Bresh. Ma l'elenco sanremese prosegue ininterrotto fino alla tredicesima posizione, con 'Anema e core' di Serena Brancale all'undicesimo posto, 'Chiamo io chiami tu' di Gaia al dodicesimo e 'Il ritmo delle cose' di Rkomi al tredicesimo.
Tra gli album l'arrivo di Lady Gaga con 'Mayhem' si piazza in vetta e scalza dalla prima posizione 'Tutta vita', l'album di Olly, che scende al terzo posto, per fare spazio a 'Vasco Live Milano Sansiro', che entra al secondo posto. In quarta posizione 'Dio lo sa - Atto II' di Geolier, in quinta entra direttamente 'Vita_Fusa' dei Coma_Cose, in sesta 'Debi tirar mas fotos' di Bad Bunny, in settima 'Tropico del capricorno' di Guè, in ottava posizione 'Locura' di Lazza, in nona 'È finita la pace' di Marracash e in decima chiude la top ten 'Icon' di Tony Effe. Mentre la compilation di Sanremo 2025 scende dal nono al quindicesimo posto.
Tra i vinili, è primo il 'Vasco Live Milano Sansiro', al secondo posto 'Mayhem' di Lady Gaga e al terzo la compilation 'Sanremo 2025'.
Roma, 14 mar. (Labitalia) - "Questo appuntamento, unico nel suo genere, rappresenta un fondamentale momento di approfondimento per i settori della logistica e del trasporto, offrendo un'opportunità unica di incontro, aggiornamento e confronto sulle sfide e le opportunità che caratterizzano un comparto strategico per i cittadini, per le famiglie e le imprese, con un approccio fortemente connesso alla sostenibilità ambientale". Lo scrive il presidente del Senato, Ignazio La Russa, nel messaggio inviato all'evento di chiusura della quarta edizione di "Let Expo", organizzato da Alis a Verona.
"Se i numeri registrati lo scorso anno rappresentano la migliore e più efficace sintesi della rilevanza del vostro operato - penso ai 400 espositori e alle oltre 100mila presenze complessive -, sono certo che i tanti appuntamenti che caratterizzano il programma di quest'anno, con incontri strategici, conferenze di settore, seminari interattivi, workshop pratici e dimostrazioni innovative, sapranno rappresentare un ulteriore momento di crescita e di affermazione", prosegue La Russa, che conclude: "Nel ribadire il mio plauso per il vostro prezioso contributo in un ambito di particolare rilievo per gli interessi nazionali, anche in relazione alle attuali dinamiche geo-politiche globali, l'occasione mi è gradita per inviarvi i miei più cordiali saluti".
Roma, 14 mar. - (Adnkronos) - In occasione di Didacta 2025 a Firenze, l'evento di riferimento per la formazione e l'innovazione nel settore scolastico, Acer ha ribadito il proprio impegno nel supportare l'evoluzione della didattica attraverso soluzioni tecnologiche all'avanguardia. La partecipazione dell'azienda alla fiera ha offerto l'opportunità di presentare le ultime novità in termini di prodotti e servizi, con un focus particolare su prestazioni, sicurezza, intelligenza artificiale e design.
"La presenza di Acer a Didacta sottolinea l'importanza del settore education, un ambito in cui siamo orgogliosamente leader di mercato," ha dichiarato Angelo D'Ambrosio, General Manager di Acer South Europe. "Didacta rappresenta un'occasione fondamentale per incontrare docenti, studenti e rivenditori specializzati nel mondo scolastico. In questa sede, presenteremo le nostre più recenti innovazioni di prodotto, caratterizzate da prestazioni elevate, sicurezza, funzionalità di IA e design robusto. Queste caratteristiche sono indispensabili per una didattica innovativa ed efficace."
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - È già un caso che un condannato, sia pur in primo grado, occupi un ruolo di sottosegretario alla Giustizia, ma ora le parole di Delmastro pongono un problema serio al Governo e al Paese intero. Dall’interno viene criticata una delle pessime riforme portate avanti con protervia dalla maggioranza. Come fa a restare al suo posto? Cosa dice la premier Meloni? Le parole di Delmastro sono gravi anche perché ci fanno conoscere le vere intenzioni del Governo, quelle che andiamo denunciando da mesi: assoggettare il potere giudiziario al controllo dell’Esecutivo. E questo è inaccettabile. Dopo la smentita che non smentisce, la registrazione dell’intervista, Meloni deve pretendere che Delmastro lasci l’incarico". Lo afferma Così Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera.
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - Giovedì prossimo 20 marzo, alle ore 9, avrà luogo alla Camera l'informativa urgente del ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare, Nello Musumeci, sui recenti eventi sismici che hanno colpito l'area dei Campi Flegrei e sullo stato di attuazione degli interventi per la popolazione.