La favola di Amedeo Della Valle: da Alba agli Usa per coronare un sogno chiamato Nba
Diciannove anni, talento purissimo e un viaggio oltreoceano: la speranza del basket italiano è a Las Vegas per studiare e, soprattutto, giocare a pallacanestro. Molte università gli hanno messo gli occhi addosso: la lega professionistica Usa non è più un miraggio
Poteva fare la fine dello ‘sfigato’, per dirla alla Michel Martone. Uno dei tanti ‘bamboccioni’ fuori corso, ad ammuffire sui banchi dell’università. Invece Amedeo Della Valle, classe ’93 da Alba, provincia di Cuneo, ha attraversato l’oceano. Destinazione Las Vegas: non per i casinò, ma per studiare e, soprattutto, giocare a pallacanestro. Tale padre tale figlio. Il papà, Carlo Della Valle, ha calcato i parquet della Serie A1 negli anni ’80 e all’inizio dei ’90. Deve aver visto nel figlio un talento speciale. Perché a soli 18 anni, Amedeo fa le valigie e vola alla Findley Prep High School, Nevada. Dalla provincia piemontese alle luci di Las Vegas. Diecimila chilometri e un sogno da realizzare: giocare nella Nba, per fare il poker italiano oltreoceano. Della Valle affiancherebbe il trio Andrea Bargnani, Marco Belinelli e Danilo Gallinari. Un miraggio, per ora. Prima, infatti, c’è il grande salto nella Ncaa, il campionato universitario di pallacanestro.
La storia di Amedeo inizia nelle langhe piemontesi. Vino e tartufo vanno per la maggiore, ma Amedeo pensa solo alla palla a spicchi. Così, a 14 anni, il ragazzo lascia la casa dei suoi, ad Alba, e si trasferisce a Casale Monferrato. Almeno evita di fare il pendolare, 90 km e due ore di macchina per allenarsi con la “Banca del Piemonte” di coach Lorenzo Pansa. A Casale, Amedeo vive in una foresteria con alcuni compagni di squadra. Studia e gioca a basket, nessuna distrazione: “L’esperienza in foresteria mi ha aiutato a cambiare metodo. Così gioco molto di più a pallacanestro, e quando studio sono più concentrato”.
Il primo anno, Amedeo trascina l’Under 15 di Casale alle finali nazionali di Bormio. Gioca playmaker, tira come una guardia ed è alto come un’ala, 195 cm di talento vero. Coach Marco Crespi lo vuole subito in Lega2. “Non ero pronto”, ricorda Amedeo. Ma il ragazzo si fa le ossa, a lezioni da vecchie volpi del parquet. I risultati si vedono. Dopo quattro anni a Casale, nell’estate 2011, “il marchesino” gioca da leader gli Europei under 18 di Wroclaw in Polonia. Chiude come miglior marcatore del torneo. L’unico a scollinare i venti punti a partita, con percentuali pazzesche (59,5 da due e 57,6 da oltre l’arco). Sul più bello, prima dei quarti di finale, Amedeo s’infortuna al polso. La squadra è fuori dal podio, si ferma al quarto posto. Ma il talento dell’azzurrino ha fatto sollevare più di un sopracciglio, anche oltreoceano.
Ad Henderson, Nevada, 20 Km da Las Vegas, coach Michael Peck stravede per Amedeo. Ha studiato i filmati e non ha dubbi: “Il ragazzo è perfetto per il sistema di gioco della Findlay Prepp”. E’ l’occasione della vita e “il marchesino delle langhe”, ad agosto 2011 dopo l’Europeo, spicca il volo. Dal liceo “Ascanio Sobrero” di Casale a Las Vegas, con borsa di studio, a soli 18 anni. Per una chance del genere, chissà quanti giovani italiani darebbero una gamba. L’idea di Amedeo è finire l’ultimo anno di liceo e iscriversi all’università negli States.
Alla Findley, però, non si scherza. La sveglia è alle 6, prima tappa in sala pesi. Alle 8,40 suona la campanella e tutti in classe. Poi pausa pranzo, dalle 15 alle 18 allenamento in palestra. Lì, del resto, hanno una tradizione. Con coach Peck al timone, dal 2008 al 2011, l’High school del Nevada ha vinto 154 partite e ne ha perse 8. Un ruolino di marcia impressionante. Da Henderson sono passati giocatori Nba come Corey Joseph, Avery Bradley e Tristan Thompson (4° scelta al draft 2011). Le loro effigi campeggiano sulle pareti della palestra, a memento di trascorsi gloriosi. Quest’anno il record è 27-1, ennesima stagione vincente. Amedeo ha fatto il suo, come guardia titolare e miglior tiratore da tre. Tanto che più di un’università gli ha messo gli occhi addosso con offerte di borse di studio. La posta è alta: l’Ncaa (il campionato di basket universitario) è il passepartout per la Nba. Ingaggi milionari, la chance di duellare coi migliori al mondo. Perciò Amedeo ha preso tempo per decidere. Ma le lancette corrono. A contendersi Amedeo, dopo una lunga scrematura, sono rimaste 5 università, tutte di livello: Michigan, Ohio State, Gonzaga, Texas A&M, Arizona.
E’ la scelta decisiva. Ma Amedeo sa che se vuole raggiungere il traguardo, in America non ci sono scorciatoie: “Il mio punto debole sta nelle gambe. Ci lavoro sempre, per velocizzare gli spostamenti laterali e metter massa muscolare”. Quattro anni al college per migliorare il suo gioco. Poi, se avrà dimostrato di essere all’altezza, arriverà la chiamata al draft Nba. Ma al di là dell’Oceano, di sicuro, nessuno lo chiamerà ‘sfigato’.
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico
La Redazione
Palermo, 12 mar. (Adnkronos) - "Affronterò il processo con la massima serenità e con la consapevolezza di poter dimostrare la correttezza del mio operato, avendo sempre agito nel pieno rispetto del regolamento previsto dall’Assemblea Regionale Siciliana. Non ho mai, nella mia vita, sottratto un solo centesimo in modo indebito e confido che nel corso del giudizio emergerà la verità, restituendo chiarezza e trasparenza alla mia posizione. Resto fiducioso nella giustizia e determinato a far valere le mie ragioni con il rispetto e la serietà che ho sempre riservato alle istituzioni". Così Gianfranco Miccichè, rinviato a giudizio per l'uso dell'auto blu, commenta il processo che partirà a luglio. "Sono però amareggiato da quanto la stampa riporta sul fatto che, secondo il pm avrei arraffato quanto più possibile- dice - Nella mia vita non ho mai arraffato alcun che e su questo pretendo rispetto da parte di tutti".
Palermo, 12 mar. (Adnkronos) - L'ex Presidente dell'Assemblea regionale siciliana Gianfranco Miccichè è stato rinviato a giudizio con l'accuaa di peculato e concorso in truffa aggravata il. La prima udienza del processo si terrà il 7 luglio davanti alla terza sezione del tribunale di Palermo. Secondo l'accusa il politico, ex viceministro dell'Economia, avrebbe usato l'auto blu in dotazione, in quanto ex Presidente dell'Ars, per fini personali. In particolare avrebbe usato, non per fini istituzionali, l’Audi della Regione, per una trentina di volte, tra marzo e novembre del 2023, anche per fare visite mediche, e persino per andare dal veterinario con il gatto. Avrebbe fatto salire sull'auto anche componenti della sua segreteria e familiari.
Il suo ex autista, Maurizio Messina, che ha scelto il rito abbreviato, è stato invece condannato dal giudice per l’udienza preliminare Marco Gaeta a un anno e mezzo di carcere per truffa, più sei mesi con l'accusa di avere sottratto la somma che gli era stata sequestrata durante le indagini.
Milano, 12 mar. (Adnkronos) - La Corte di Assise di Appello di Milano ha assolto, ribaltando la sentenza a sette anni inflitta in primo grado, Salvatore Pace per il concorso nell'omicidio di Umberto Mormile, l'educatore del carcere di Opera ammazzato l'11 aprile 1990. Il delitto fu rivendicato dalla Falange Armata, organizzazione terroristica sulla quale gravitavano mafiosi, 'ndranghetista e componenti dei servizi segreti deviati. Mormile, 34 anni, venne assassinato a Carpiano, nel Milanese, mentre andava al lavoro, quando due individui in sella a una moto esplosero contro di lui sei colpi di pistola. Secondo l'accusa, Pace, 69 anni, diventato collaboratore di giustizia, si sarebbe messo a disposizione dei mandanti dell'omicidio. "Attendo di leggere le motivazioni" è il commento dell'avvocato Fabio Rapici, legale di alcuni dei familiari della vittima.
Roma, 12 mar (Adnkronos) - La Difesa europea non salva il Pd. Anzi, lo spacca. A Strasburgo, al momento del voto sul piano ReArmEu, gli europarlamentari dem si sono divisi: 10 favorevoli e 11 astenuti. Non un banale testa a testa, che già sarebbe una notizia, ma una spaccatura politica. La prima, almeno così evidente, nella gestione di Elly Schlein. I riformisti dem, infatti, si sono tutti schierati per il sì. Mentre sino all'ultimo istante il capo delegazione Nicola Zingaretti ha lavorato per portare il gruppo sull'astensione in modo da disinnescare ogni tentazione a votare no. Ma la frattura non si è ricomposta.
Dopo il voto, la segretaria dem ha tenuto il punto, confermando le "molte critiche" avanzate su ReArmEu: "Quel piano va cambiato" e per farlo "continueremo a impegnarci ogni giorno", ha detto tra le altre cose. Ma l'onda del voto sulla Difesa Ue è arrivata fino al Nazareno, aprendo una discussione interna al partito in cui è riemersa anche la parola 'magica' Congresso. La foto di Strasburgo, del resto, è netta. Per il sì si sono schierati Stefano Bonaccini (il presidente del partito), Antonio Decaro, Giorgio Gori, Elisabetta Gualmini, Giuseppe Lupo, Pierfrancesco Maran, Alessandra Moretti, Pina Picierno, Irene Tinagli, Raffaele Topo.
Tra gli astenuti Zingaretti, Lucia Annunziata, Brando Benifei, Annalisa Corrado, Camilla Laureti, Dario Nardella, Matteo Ricci, Sandro Ruotolo, Cecilia Strada, Marco Tarquinio, Alessandro Zan. Dalle tabelle dell'aula emerge tra l'altro che nel gruppo S&D gli unici ad astenersi sono stati gli italiani più un bulgaro, un irlandese e uno sloveno. Per non farsi mancare nulla, c'è stato anche il 'giallo' Annunziata, inizialmente conteggiata tra i sì e poi conteggiata come astenuta.
(Adnkronos) - Mentre a Strasburgo i più maliziosi hanno enfatizzato non solo la presenza di Nardella tra gli astenuti, ma soprattutto quella di Strada e Tarquinio: apertamente contrari al Piano Ue, alla vigilia erano dati certi tra i no. "C'è stato l'aiutino per non far vincere il sì", ha valutato un eurodeputato dem. Lo stesso Tarquinio, del resto, a Un giorno da pecora ha ammesso: "Se avessi votato no sarebbe mancato quel po' di più che ha consentito alla delegazione Pd di avere la maggioranza pro Elly Schlein".
"E' stata sconfitta la linea dell'astensione? E' stato sconfitto il no, perché si partiva dal no", è stata la valutazione di Lia Quartapelle. La deputata dem è stata tra quelli che hanno subito chiesto l'apertura di un confronto interno. "Dobbiamo dimostrarci all'altezza. Il Pd, un grande partito, deve argomentare dove vuole stare con una discussione che sino ad oggi non c'è stata", ha spiegato. Sulla stessa linea Piero Fassino e anche Marianna Madia: "Abbiamo la necessità di discutere e capire. Non possiamo fare tutto questo stando zitti o con un mezzo voto. Congresso o Direzione? Va bene tutto, basta che ci sia una discussione", ha detto la deputata.
Ai riformisti ha risposto Laura Boldrini: "Mi sarei aspettata che il gruppo del Pd al Parlamento europeo votasse compatto sull'astensione, che è la strada trovata dalla segretaria Schlein. Non è il momento di alimentare divisioni". Ma anche nell'area di maggioranza interna non è mancata la chiamata al confronto: "E' giusto che ci sia una discussione seria. E' una responsabilità che abbiamo tutti ed è interesse della segretaria, che io sostengo, che questa discussione si faccia nelle forme e con la rapidità necessarie", ha detto Gianni Cuperlo. Mentre è stato Andrea Orlando a chiedere un Congresso tematico: "Potrebbe essere utile anche per portare la discussione fuori dal solo gruppo dirigente" e per "chiarirsi le idee".
Milano, 12 mar. (Adnkronos) - "Morte naturale per infarto". Sono questi i primi risultati dell'autopsia per Carmine Gallo, l'ex super poliziotto protagonista della lotta contro la criminalità organizzata a Milano e ai domiciliari dallo scorso ottobre per l'inchiesta Equalize sui presunti dossier illeciti, morto domenica nella sua abitazione a Garbagnate Milanese. Si tratta dei primi riscontri dei medici legali, poi "arriveranno i tossicologici" chiesti in via precauzionale per escludere qualsiasi altra causa.
Roma, 12 mar (Adnkronos) - "Il libro di Follini rappresenta la foto di un mondo rovesciato rispetto al presente, un’America rovesciata, ieri prevaleva il senso della misura e il ragionamento, oggi prevale il populismo”. Lo ha detto il deputato del Pd Stefano Graziano presentando in conferenza stampa a Montecitorio il libro di Marco Follini 'Beneficio d’inventario'.
"Centrale è la parte che racconta della vita politica all’epoca del padre di Marco Follini, Vittorio, e dei leader politici del tempo da Francesco Cossiga, ad Aldo Moro, passando per Marco Pannella. Non tutti avevano la stessa idea politica ma erano tutti uniti nella forza di voler difendere la democrazia, una democrazia ottenuta con lotte, sangue, catastrofi e quindi seppur lontani politicamente, erano uniti dal dialogo. Una differenza abissale con l’Italia di oggi pericolosamente in mano ai sovranisti, dove tutto è concepito fuorché il dialogo. Forse questo abisso non è solo italiano ma sta prevalendo in tutto l’Occidente e la cosa è abbastanza preoccupante”, ha aggiunto Graziano.
Milano, 12 mar. (Adnkronos) - "La manovra repentina, improvvisa e del tutto imprevedibile, frutto certamente di una decisione di decimi di secondo attuata dal conducente del motoveicolo TMax non ha consentito al conducente del veicolo Giulietta di poter attuare alcuna manovra difensiva efficace". E' quanto sostiene la consulenza cinematica disposta dalla Procura di Milano e affidata all'ingegnere Domenico Romaniello. La relazione attribuisce la responsabilità dell'incidente a Fares Bouzidi, già indagato per omicidio stradale, l’amico di Ramy Elgaml che guidava lo scooter. Quando lo scooter da via Ripamonti svolta a sinistra verso via Quaranta, "con una deviazione improvvisa", per il consulente Fares imprime "una correzione di rotta verso destra", in direzione del marciapiede, e il carabiniere alla guida "non poteva certamente prevedere tale pericolosissima manovra e nulla ha potuto fare per evitare tale contatto, in ragione della impossibilità di poter attuare sia una correzione di rotta, sia una frenata efficace nello spazio a disposizione".
Non solo: il militare alla guida "non avrebbe altresì potuto neanche sterzare verso destra per la presenza del pedone (il testimone che riprende la scena con il cellulare) che per il conducente dell’autovettura è stato chiaramente percepito con la vista periferica" spiega l'ingegnere che ha realizzato la consulenza ricostruendo le condizioni di visibilità e velocità dell'inseguimento avvenuto la notte del 24 novembre scorso. Quella che mette in atto il carabiniere ora indagato per omicidio stradale (per lui si va verso la richiesta di archiviazione) è "una manovra difensiva obbligata": se lo scooter guidato da Fares avrebbe mantenuto la traiettoria 'naturale' chi guidava la Giulietta "non avrebbe sostanzialmente avuto problemi a mantenere il proprio veicolo iscritto nella curva da percorrere per la svolta a sinistra".
Quando Fares imposta la curva verso via Quaranta il T Max viaggia a una velocità di quasi 55 chilometri l'ora, quando il motociclo finisce la sua corsa contro il palo semaforico l'urto avviene a circa 33 chilometri orari. Per il consulente incaricato dalla procura la macchina che insegue, per evitare l'urto, "avrebbe dovuto disporre di uno spazio complessivo per l’arresto di circa 24 metri", mentre "il conducente aveva a disposizione circa 12 metri soltanto prima di giungere all’urto contro il palo semaforico".
non riesci a leggere ilfattoquotidiano.it perché hai negato i consensi relativi alla pubblicità. Per continuare a leggerci accetta i consensi o diventa nostro Sostenitore (in questo modo navigherai senza nessuna inserzione).
Ti ricordiamo che il nostro lavoro ha un costo ripagato dalla pubblicità e dai sostenitori. Il tuo aiuto è per noi indispensabile.
Se clicchi “Accetta i consensi” acconsenti in questo modo al trattamento dei tuoi dati personali mediante l'impiego di tutti i cookie presenti sul sito, fermo restando la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento. Navigherai in modo totalmente gratuito e potrai visualizzare fino ad un massimo di 5 articoli al mese, e vedrai la pubblicità. Che cosa sono i cookie?
Se clicchi su “Rifiuta e Sostienici” sottoscrivi un abbonamento Sostenitore a “ilfattoquotidiano.it”, al costo promozionale di 1€ al mese per 3 mesi. A decorrere dal quarto mese il costo dell'abbonamento diverrà di 5,99€ al mese, il tutto mantenendo le tue attuali impostazioni. Da abbonato potrai navigare senza alcun tipo di pubblicità.
Home Sport
La favola di Amedeo Della Valle: da Alba agli Usa per coronare un sogno chiamato Nba
Diciannove anni, talento purissimo e un viaggio oltreoceano: la speranza del basket italiano è a Las Vegas per studiare e, soprattutto, giocare a pallacanestro. Molte università gli hanno messo gli occhi addosso: la lega professionistica Usa non è più un miraggio
Poteva fare la fine dello ‘sfigato’, per dirla alla Michel Martone. Uno dei tanti ‘bamboccioni’ fuori corso, ad ammuffire sui banchi dell’università. Invece Amedeo Della Valle, classe ’93 da Alba, provincia di Cuneo, ha attraversato l’oceano. Destinazione Las Vegas: non per i casinò, ma per studiare e, soprattutto, giocare a pallacanestro. Tale padre tale figlio. Il papà, Carlo Della Valle, ha calcato i parquet della Serie A1 negli anni ’80 e all’inizio dei ’90. Deve aver visto nel figlio un talento speciale. Perché a soli 18 anni, Amedeo fa le valigie e vola alla Findley Prep High School, Nevada. Dalla provincia piemontese alle luci di Las Vegas. Diecimila chilometri e un sogno da realizzare: giocare nella Nba, per fare il poker italiano oltreoceano. Della Valle affiancherebbe il trio Andrea Bargnani, Marco Belinelli e Danilo Gallinari. Un miraggio, per ora. Prima, infatti, c’è il grande salto nella Ncaa, il campionato universitario di pallacanestro.
La storia di Amedeo inizia nelle langhe piemontesi. Vino e tartufo vanno per la maggiore, ma Amedeo pensa solo alla palla a spicchi. Così, a 14 anni, il ragazzo lascia la casa dei suoi, ad Alba, e si trasferisce a Casale Monferrato. Almeno evita di fare il pendolare, 90 km e due ore di macchina per allenarsi con la “Banca del Piemonte” di coach Lorenzo Pansa. A Casale, Amedeo vive in una foresteria con alcuni compagni di squadra. Studia e gioca a basket, nessuna distrazione: “L’esperienza in foresteria mi ha aiutato a cambiare metodo. Così gioco molto di più a pallacanestro, e quando studio sono più concentrato”.
Il primo anno, Amedeo trascina l’Under 15 di Casale alle finali nazionali di Bormio. Gioca playmaker, tira come una guardia ed è alto come un’ala, 195 cm di talento vero. Coach Marco Crespi lo vuole subito in Lega2. “Non ero pronto”, ricorda Amedeo. Ma il ragazzo si fa le ossa, a lezioni da vecchie volpi del parquet. I risultati si vedono. Dopo quattro anni a Casale, nell’estate 2011, “il marchesino” gioca da leader gli Europei under 18 di Wroclaw in Polonia. Chiude come miglior marcatore del torneo. L’unico a scollinare i venti punti a partita, con percentuali pazzesche (59,5 da due e 57,6 da oltre l’arco). Sul più bello, prima dei quarti di finale, Amedeo s’infortuna al polso. La squadra è fuori dal podio, si ferma al quarto posto. Ma il talento dell’azzurrino ha fatto sollevare più di un sopracciglio, anche oltreoceano.
Ad Henderson, Nevada, 20 Km da Las Vegas, coach Michael Peck stravede per Amedeo. Ha studiato i filmati e non ha dubbi: “Il ragazzo è perfetto per il sistema di gioco della Findlay Prepp”. E’ l’occasione della vita e “il marchesino delle langhe”, ad agosto 2011 dopo l’Europeo, spicca il volo. Dal liceo “Ascanio Sobrero” di Casale a Las Vegas, con borsa di studio, a soli 18 anni. Per una chance del genere, chissà quanti giovani italiani darebbero una gamba. L’idea di Amedeo è finire l’ultimo anno di liceo e iscriversi all’università negli States.
Alla Findley, però, non si scherza. La sveglia è alle 6, prima tappa in sala pesi. Alle 8,40 suona la campanella e tutti in classe. Poi pausa pranzo, dalle 15 alle 18 allenamento in palestra. Lì, del resto, hanno una tradizione. Con coach Peck al timone, dal 2008 al 2011, l’High school del Nevada ha vinto 154 partite e ne ha perse 8. Un ruolino di marcia impressionante. Da Henderson sono passati giocatori Nba come Corey Joseph, Avery Bradley e Tristan Thompson (4° scelta al draft 2011). Le loro effigi campeggiano sulle pareti della palestra, a memento di trascorsi gloriosi. Quest’anno il record è 27-1, ennesima stagione vincente. Amedeo ha fatto il suo, come guardia titolare e miglior tiratore da tre. Tanto che più di un’università gli ha messo gli occhi addosso con offerte di borse di studio. La posta è alta: l’Ncaa (il campionato di basket universitario) è il passepartout per la Nba. Ingaggi milionari, la chance di duellare coi migliori al mondo. Perciò Amedeo ha preso tempo per decidere. Ma le lancette corrono. A contendersi Amedeo, dopo una lunga scrematura, sono rimaste 5 università, tutte di livello: Michigan, Ohio State, Gonzaga, Texas A&M, Arizona.
E’ la scelta decisiva. Ma Amedeo sa che se vuole raggiungere il traguardo, in America non ci sono scorciatoie: “Il mio punto debole sta nelle gambe. Ci lavoro sempre, per velocizzare gli spostamenti laterali e metter massa muscolare”. Quattro anni al college per migliorare il suo gioco. Poi, se avrà dimostrato di essere all’altezza, arriverà la chiamata al draft Nba. Ma al di là dell’Oceano, di sicuro, nessuno lo chiamerà ‘sfigato’.
Articolo Precedente
Il calcio italiano ha debiti per 2,6 miliardi. Solo 19 club su 107 producono utili
Articolo Successivo
Domeniche bestiali, squadra multata. I tifosi insultano “l’organo tecnico dell’arbitro”
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Ultimi articoli di FQ Sport
Sport News
Rivoluzione per la ginnastica in Francia: le atlete non sono più costrette a indossare i body inguinali. E in Italia qual è la situazione?
Sport News
Tirreno-Adriatico 2025, l’Italia fa tre su tre: tutti dietro a Ganna, nel diluvio spunta Andrea Vendrame
Tennis
Internazionali d’Italia 2025, al Foro Italico sarà rivoluzione: tre nuovi campi nello Stadio dei Marmi e una speciale “suite” solo per Sinner
Palermo, 12 mar. (Adnkronos) - "Affronterò il processo con la massima serenità e con la consapevolezza di poter dimostrare la correttezza del mio operato, avendo sempre agito nel pieno rispetto del regolamento previsto dall’Assemblea Regionale Siciliana. Non ho mai, nella mia vita, sottratto un solo centesimo in modo indebito e confido che nel corso del giudizio emergerà la verità, restituendo chiarezza e trasparenza alla mia posizione. Resto fiducioso nella giustizia e determinato a far valere le mie ragioni con il rispetto e la serietà che ho sempre riservato alle istituzioni". Così Gianfranco Miccichè, rinviato a giudizio per l'uso dell'auto blu, commenta il processo che partirà a luglio. "Sono però amareggiato da quanto la stampa riporta sul fatto che, secondo il pm avrei arraffato quanto più possibile- dice - Nella mia vita non ho mai arraffato alcun che e su questo pretendo rispetto da parte di tutti".
Palermo, 12 mar. (Adnkronos) - L'ex Presidente dell'Assemblea regionale siciliana Gianfranco Miccichè è stato rinviato a giudizio con l'accuaa di peculato e concorso in truffa aggravata il. La prima udienza del processo si terrà il 7 luglio davanti alla terza sezione del tribunale di Palermo. Secondo l'accusa il politico, ex viceministro dell'Economia, avrebbe usato l'auto blu in dotazione, in quanto ex Presidente dell'Ars, per fini personali. In particolare avrebbe usato, non per fini istituzionali, l’Audi della Regione, per una trentina di volte, tra marzo e novembre del 2023, anche per fare visite mediche, e persino per andare dal veterinario con il gatto. Avrebbe fatto salire sull'auto anche componenti della sua segreteria e familiari.
Il suo ex autista, Maurizio Messina, che ha scelto il rito abbreviato, è stato invece condannato dal giudice per l’udienza preliminare Marco Gaeta a un anno e mezzo di carcere per truffa, più sei mesi con l'accusa di avere sottratto la somma che gli era stata sequestrata durante le indagini.
Milano, 12 mar. (Adnkronos) - La Corte di Assise di Appello di Milano ha assolto, ribaltando la sentenza a sette anni inflitta in primo grado, Salvatore Pace per il concorso nell'omicidio di Umberto Mormile, l'educatore del carcere di Opera ammazzato l'11 aprile 1990. Il delitto fu rivendicato dalla Falange Armata, organizzazione terroristica sulla quale gravitavano mafiosi, 'ndranghetista e componenti dei servizi segreti deviati. Mormile, 34 anni, venne assassinato a Carpiano, nel Milanese, mentre andava al lavoro, quando due individui in sella a una moto esplosero contro di lui sei colpi di pistola. Secondo l'accusa, Pace, 69 anni, diventato collaboratore di giustizia, si sarebbe messo a disposizione dei mandanti dell'omicidio. "Attendo di leggere le motivazioni" è il commento dell'avvocato Fabio Rapici, legale di alcuni dei familiari della vittima.
Roma, 12 mar (Adnkronos) - La Difesa europea non salva il Pd. Anzi, lo spacca. A Strasburgo, al momento del voto sul piano ReArmEu, gli europarlamentari dem si sono divisi: 10 favorevoli e 11 astenuti. Non un banale testa a testa, che già sarebbe una notizia, ma una spaccatura politica. La prima, almeno così evidente, nella gestione di Elly Schlein. I riformisti dem, infatti, si sono tutti schierati per il sì. Mentre sino all'ultimo istante il capo delegazione Nicola Zingaretti ha lavorato per portare il gruppo sull'astensione in modo da disinnescare ogni tentazione a votare no. Ma la frattura non si è ricomposta.
Dopo il voto, la segretaria dem ha tenuto il punto, confermando le "molte critiche" avanzate su ReArmEu: "Quel piano va cambiato" e per farlo "continueremo a impegnarci ogni giorno", ha detto tra le altre cose. Ma l'onda del voto sulla Difesa Ue è arrivata fino al Nazareno, aprendo una discussione interna al partito in cui è riemersa anche la parola 'magica' Congresso. La foto di Strasburgo, del resto, è netta. Per il sì si sono schierati Stefano Bonaccini (il presidente del partito), Antonio Decaro, Giorgio Gori, Elisabetta Gualmini, Giuseppe Lupo, Pierfrancesco Maran, Alessandra Moretti, Pina Picierno, Irene Tinagli, Raffaele Topo.
Tra gli astenuti Zingaretti, Lucia Annunziata, Brando Benifei, Annalisa Corrado, Camilla Laureti, Dario Nardella, Matteo Ricci, Sandro Ruotolo, Cecilia Strada, Marco Tarquinio, Alessandro Zan. Dalle tabelle dell'aula emerge tra l'altro che nel gruppo S&D gli unici ad astenersi sono stati gli italiani più un bulgaro, un irlandese e uno sloveno. Per non farsi mancare nulla, c'è stato anche il 'giallo' Annunziata, inizialmente conteggiata tra i sì e poi conteggiata come astenuta.
(Adnkronos) - Mentre a Strasburgo i più maliziosi hanno enfatizzato non solo la presenza di Nardella tra gli astenuti, ma soprattutto quella di Strada e Tarquinio: apertamente contrari al Piano Ue, alla vigilia erano dati certi tra i no. "C'è stato l'aiutino per non far vincere il sì", ha valutato un eurodeputato dem. Lo stesso Tarquinio, del resto, a Un giorno da pecora ha ammesso: "Se avessi votato no sarebbe mancato quel po' di più che ha consentito alla delegazione Pd di avere la maggioranza pro Elly Schlein".
"E' stata sconfitta la linea dell'astensione? E' stato sconfitto il no, perché si partiva dal no", è stata la valutazione di Lia Quartapelle. La deputata dem è stata tra quelli che hanno subito chiesto l'apertura di un confronto interno. "Dobbiamo dimostrarci all'altezza. Il Pd, un grande partito, deve argomentare dove vuole stare con una discussione che sino ad oggi non c'è stata", ha spiegato. Sulla stessa linea Piero Fassino e anche Marianna Madia: "Abbiamo la necessità di discutere e capire. Non possiamo fare tutto questo stando zitti o con un mezzo voto. Congresso o Direzione? Va bene tutto, basta che ci sia una discussione", ha detto la deputata.
Ai riformisti ha risposto Laura Boldrini: "Mi sarei aspettata che il gruppo del Pd al Parlamento europeo votasse compatto sull'astensione, che è la strada trovata dalla segretaria Schlein. Non è il momento di alimentare divisioni". Ma anche nell'area di maggioranza interna non è mancata la chiamata al confronto: "E' giusto che ci sia una discussione seria. E' una responsabilità che abbiamo tutti ed è interesse della segretaria, che io sostengo, che questa discussione si faccia nelle forme e con la rapidità necessarie", ha detto Gianni Cuperlo. Mentre è stato Andrea Orlando a chiedere un Congresso tematico: "Potrebbe essere utile anche per portare la discussione fuori dal solo gruppo dirigente" e per "chiarirsi le idee".
Milano, 12 mar. (Adnkronos) - "Morte naturale per infarto". Sono questi i primi risultati dell'autopsia per Carmine Gallo, l'ex super poliziotto protagonista della lotta contro la criminalità organizzata a Milano e ai domiciliari dallo scorso ottobre per l'inchiesta Equalize sui presunti dossier illeciti, morto domenica nella sua abitazione a Garbagnate Milanese. Si tratta dei primi riscontri dei medici legali, poi "arriveranno i tossicologici" chiesti in via precauzionale per escludere qualsiasi altra causa.
Roma, 12 mar (Adnkronos) - "Il libro di Follini rappresenta la foto di un mondo rovesciato rispetto al presente, un’America rovesciata, ieri prevaleva il senso della misura e il ragionamento, oggi prevale il populismo”. Lo ha detto il deputato del Pd Stefano Graziano presentando in conferenza stampa a Montecitorio il libro di Marco Follini 'Beneficio d’inventario'.
"Centrale è la parte che racconta della vita politica all’epoca del padre di Marco Follini, Vittorio, e dei leader politici del tempo da Francesco Cossiga, ad Aldo Moro, passando per Marco Pannella. Non tutti avevano la stessa idea politica ma erano tutti uniti nella forza di voler difendere la democrazia, una democrazia ottenuta con lotte, sangue, catastrofi e quindi seppur lontani politicamente, erano uniti dal dialogo. Una differenza abissale con l’Italia di oggi pericolosamente in mano ai sovranisti, dove tutto è concepito fuorché il dialogo. Forse questo abisso non è solo italiano ma sta prevalendo in tutto l’Occidente e la cosa è abbastanza preoccupante”, ha aggiunto Graziano.
Milano, 12 mar. (Adnkronos) - "La manovra repentina, improvvisa e del tutto imprevedibile, frutto certamente di una decisione di decimi di secondo attuata dal conducente del motoveicolo TMax non ha consentito al conducente del veicolo Giulietta di poter attuare alcuna manovra difensiva efficace". E' quanto sostiene la consulenza cinematica disposta dalla Procura di Milano e affidata all'ingegnere Domenico Romaniello. La relazione attribuisce la responsabilità dell'incidente a Fares Bouzidi, già indagato per omicidio stradale, l’amico di Ramy Elgaml che guidava lo scooter. Quando lo scooter da via Ripamonti svolta a sinistra verso via Quaranta, "con una deviazione improvvisa", per il consulente Fares imprime "una correzione di rotta verso destra", in direzione del marciapiede, e il carabiniere alla guida "non poteva certamente prevedere tale pericolosissima manovra e nulla ha potuto fare per evitare tale contatto, in ragione della impossibilità di poter attuare sia una correzione di rotta, sia una frenata efficace nello spazio a disposizione".
Non solo: il militare alla guida "non avrebbe altresì potuto neanche sterzare verso destra per la presenza del pedone (il testimone che riprende la scena con il cellulare) che per il conducente dell’autovettura è stato chiaramente percepito con la vista periferica" spiega l'ingegnere che ha realizzato la consulenza ricostruendo le condizioni di visibilità e velocità dell'inseguimento avvenuto la notte del 24 novembre scorso. Quella che mette in atto il carabiniere ora indagato per omicidio stradale (per lui si va verso la richiesta di archiviazione) è "una manovra difensiva obbligata": se lo scooter guidato da Fares avrebbe mantenuto la traiettoria 'naturale' chi guidava la Giulietta "non avrebbe sostanzialmente avuto problemi a mantenere il proprio veicolo iscritto nella curva da percorrere per la svolta a sinistra".
Quando Fares imposta la curva verso via Quaranta il T Max viaggia a una velocità di quasi 55 chilometri l'ora, quando il motociclo finisce la sua corsa contro il palo semaforico l'urto avviene a circa 33 chilometri orari. Per il consulente incaricato dalla procura la macchina che insegue, per evitare l'urto, "avrebbe dovuto disporre di uno spazio complessivo per l’arresto di circa 24 metri", mentre "il conducente aveva a disposizione circa 12 metri soltanto prima di giungere all’urto contro il palo semaforico".