“È vero. Qui ci sono due ristoranti sempre pieni. Però sono quelli della Caritas”. Cominciamo da qui, dalla battuta amara di Giannu Nieddu e la Sardegna torna di nuovo metafora: l’immagine spettrale di un futuro prossimo agghiacciante che potrebbe diventare lo scenario di un futuro prossimo per tutto il Paese. Cammini per Porto Torres con Tino Tellini, uno degli operai che divenne il leader dell’isola dei cassintegrati, negozi vuoti, vetrine che strillano di sconti al 70 per cento. Non si vende piu nulla. Arrivi alla Torre Aragonese, da anni occupata e trasformata in un monumento al disagio. La città simbolo dell’industrializzazione sarda che fu, e che oggi rischia di diventare una ghost town, uno dei presìdi cimiteriali dell’Italia del non-lavoro. Giri il reticolo di strade che circondano il petrolchimico. Un anno fa ero venuto a raccontare la crisi della Vinyls. Adesso è tutto spento. La situazione è precipitata, lavora un solo impianto, quello delle gomme. Per quanto, ancora?
La politica qui è scomparsa, il governatore Cappellacci si rifiuta persino di ricevere i sindacati delle aziende in crisi. E forse ha ragione. Che cosa potrebbe dirgli? Se ne va l’Eni. Chiude la Vinyls. Licenziano anche le multinazionali dell’energia, come l’Eon che qui gestisce centrali a carbone e fotovoltaico. Corri lungo la costa fino alla centrale Eon di Fiumesanto. È di proprietà di un gruppo tedesco, alimenta il 40 per cento della rete sarda. Ha quattro impianti, due dei quali inquinanti e obsoleti, a carbone. Dovevano essere già chiusi, ma l’azienda, pur avendo tutti i permessi, non costruisce quello nuovo, che darebbe lavoro, ma costerebbe investimenti. E invece qui, mentre al ministero delle Attività produttive dormono , si impone il mordi e fuggi e si risparmia anche sulla manutenzione.
Un anno fa la rottura di un oleodotto ha prodotto una fuoriuscita di olio combustibile che ha avvelenato il mare di cinque comuni, con i direttori dell’impianto sotto processo per disastro ambientale. Davanti ai cancelli trovi le bandiere dei sindacati e le macchine degli operai delle imprese di servizio. Hanno in tasca le lettere di licenziamento. Dieci righe per comunicare che ti mandano a casa entro aprile.
Anche qui è iniziata la guerra fra poveri. Si licenziano i tecnici delle ditte che da vent’anni fanno manutenzione alla centrale per assumere giovanissimi, senza specializzazione e senza diritti. Oppure qualcuno dei licenziati delle ditte “storiche ” purché accettino di essere pagati la metà.
Il viaggio de Il Fatto in Sardegna inizia in questo scenario desolante, in questo moderno far west in cui tutte le promesse si sono dissolte come neve al sole, mese dopo mese. Nella terra in cui tutti i compratori sono stati fatti scappare, in cui la gente è allo stremo. Ad esempio i lavoratori buttati fuori dal mercato un anno fa. Ad esempio quelli delle cooperative che erano l’indotto della Vinyls. Per loro niente cassa integrazione. Solo la mobilità. Con il piccolo particolare che in un anno di quel sussidio accordato sulla carta ancora non hanno pagato un centesimo.
Ed ecco perché l’industria più fiorente è quella del debito. È un urlo di dolore che fa accapponare la pelle quello di questi disoccupati: “Siamo allo stremo – dice uno di loro, Quirico Desole – siamo in mano alle finanziarie, abbiamo già speso più del doppio di quello che dovremo avere se ad aprile finalmente ci riconoscono il sussidio. Io da mesi non pago le bollette, non pago la casa, non pago più nulla, con due figli a carico. Viviamo sulle spalle di mia madre che ha la pensione sociale di 500 euro”. Aggiunge un altro lavoratore, Paolo Canu: “Mi sveglio con l’incubo di perdere l’ultima cosa che mi è rimasta. I mobili di casa. Siamo insolventi, pignorano tutto senza pietà”. Qui a Porto Torres, se ne va via anche la banca dallo stabilimento. “Ci sono già 5100 disoccupati. Quando traslocano anche loro – mastica amaro Tellini – vuol dire che è davvero finito tutto. A meno che non ci sia una reazione vera”.
Da Il Fatto Quotidiano del 31 marzo 2012
Lavoro & Precari
Benvenuti in Sardegna, dove l’unica industria rimasta è quella del debito
La Vinyls ha chiuso, a Porto Torres ci sono cinquemila disoccupati e il sussidio di mobilità (dopo un anno) non è ancora arrivato. La città simbolo dell'industrializzazione sarda che fu oggi rischia di diventare una ghost town, uno dei presìdi cimiteriali dell'Italia del non-lavoro
La politica qui è scomparsa, il governatore Cappellacci si rifiuta persino di ricevere i sindacati delle aziende in crisi. E forse ha ragione. Che cosa potrebbe dirgli? Se ne va l’Eni. Chiude la Vinyls. Licenziano anche le multinazionali dell’energia, come l’Eon che qui gestisce centrali a carbone e fotovoltaico. Corri lungo la costa fino alla centrale Eon di Fiumesanto. È di proprietà di un gruppo tedesco, alimenta il 40 per cento della rete sarda. Ha quattro impianti, due dei quali inquinanti e obsoleti, a carbone. Dovevano essere già chiusi, ma l’azienda, pur avendo tutti i permessi, non costruisce quello nuovo, che darebbe lavoro, ma costerebbe investimenti. E invece qui, mentre al ministero delle Attività produttive dormono , si impone il mordi e fuggi e si risparmia anche sulla manutenzione.
Un anno fa la rottura di un oleodotto ha prodotto una fuoriuscita di olio combustibile che ha avvelenato il mare di cinque comuni, con i direttori dell’impianto sotto processo per disastro ambientale. Davanti ai cancelli trovi le bandiere dei sindacati e le macchine degli operai delle imprese di servizio. Hanno in tasca le lettere di licenziamento. Dieci righe per comunicare che ti mandano a casa entro aprile.
Anche qui è iniziata la guerra fra poveri. Si licenziano i tecnici delle ditte che da vent’anni fanno manutenzione alla centrale per assumere giovanissimi, senza specializzazione e senza diritti. Oppure qualcuno dei licenziati delle ditte “storiche ” purché accettino di essere pagati la metà.
Il viaggio de Il Fatto in Sardegna inizia in questo scenario desolante, in questo moderno far west in cui tutte le promesse si sono dissolte come neve al sole, mese dopo mese. Nella terra in cui tutti i compratori sono stati fatti scappare, in cui la gente è allo stremo. Ad esempio i lavoratori buttati fuori dal mercato un anno fa. Ad esempio quelli delle cooperative che erano l’indotto della Vinyls. Per loro niente cassa integrazione. Solo la mobilità. Con il piccolo particolare che in un anno di quel sussidio accordato sulla carta ancora non hanno pagato un centesimo.
Ed ecco perché l’industria più fiorente è quella del debito. È un urlo di dolore che fa accapponare la pelle quello di questi disoccupati: “Siamo allo stremo – dice uno di loro, Quirico Desole – siamo in mano alle finanziarie, abbiamo già speso più del doppio di quello che dovremo avere se ad aprile finalmente ci riconoscono il sussidio. Io da mesi non pago le bollette, non pago la casa, non pago più nulla, con due figli a carico. Viviamo sulle spalle di mia madre che ha la pensione sociale di 500 euro”. Aggiunge un altro lavoratore, Paolo Canu: “Mi sveglio con l’incubo di perdere l’ultima cosa che mi è rimasta. I mobili di casa. Siamo insolventi, pignorano tutto senza pietà”. Qui a Porto Torres, se ne va via anche la banca dallo stabilimento. “Ci sono già 5100 disoccupati. Quando traslocano anche loro – mastica amaro Tellini – vuol dire che è davvero finito tutto. A meno che non ci sia una reazione vera”.
Da Il Fatto Quotidiano del 31 marzo 2012
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Economia & Lobby
Caro bollette, a due settimane dagli annunci di Giorgetti il decreto slitta ancora: cdm rinviato a venerdì
Milano, 24 feb.(Adnkronos) - “Un ente come Fondazione Bicocca è assolutamente innovativo perché apre totalmente al privato. Una formula coerente con le intenzioni del governo, che sta novellando le norme legate al partenariato pubblico-privato per un equilibrato rapporto tra gli interessi pubblici e l'interesse privato”. Così Alessandro Morelli, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, in occasione della presentazione della Fondazione Bicocca, svoltasi presso l’Aula magna dell’Ateneo milanese.
“Bicocca, pertanto, sta facendo una bellissima esperienza: una start up all'interno della start up. Ci auguriamo, quindi, che il buon successo di questa iniziativa possa essere preso come esempio da molti altri. Il giusto e sano collegamento tra un'accademia, come questa l'università, e le imprese è una cosa buona e giusta che perseguiamo con grande attenzione”, conclude.
Milano, 24 feb.(Adnkronos) - "Oggi presentiamo Fondazione Bicocca a tutta la comunità e a tutti i nostri possibili stakeholders. Lo scopo della Fondazione è quello di mettere in relazione il territorio con l'università. È un facilitatore e quindi speriamo di ottenere dei grossi risultati. Oggi il primo evento di una lunga serie”. Così Marco Orlandi prorettore vicario dell'università Milano-Bicocca e presidente di Fondazione Bicocca durante l'evento "Connessioni per il futuro". Un incontro pensato per presentare Fondazione Bicocca, un nuovo ente in grado di supportare e valorizzare le attività di alta formazione, ricerca e trasferimento tecnologico dell’ateneo. “Siamo molto orgogliosi, siamo un'università giovane nata 26 anni fa, ma in questi 26 anni abbiamo ottenuto degli ottimi risultati e questo era il momento di dotarsi di un altro strumento per essere ancora più attrattivi per il territorio e per i nostri stakeholders" conclude Orlandi.
Milano, 24 feb.(Adnkronos) - “La presentazione di Fondazione Bicocca è un momento importante perché Bicocca ha già dimostrato, spostandosi in quest'area geografica della città, di fare tanto per il territorio in cui è immersa, con una trasformazione ambientale e strutturale". Lo afferma Alessia Cappello, assessora allo Sviluppo economico e politiche del lavoro del Comune di Milano, in occasione della presentazione della Fondazione Bicocca, svoltasi presso l’Aula magna dell’Ateneo milanese.
"Basti pensare - dice - a tutti gli investimenti sul verde che ha fatto e che circondano quest'area, ma soprattutto culturale, sulla parte che riguarda la proprietà intellettuale, il trasferimento tecnologico, la possibilità di avvicinare e orientare ancora di più tante ragazze e ragazzi alle materie che l’Università Bicocca rappresenta in questo territorio. Ora attraverso la Fondazione, si cerca di creare quel ponte ancora più esplicito, ancora più forte con il mercato del lavoro”.
"L’obiettivo della Fondazione è trasformare da un lato il mercato del lavoro, avvicinandolo sempre di più alle aspettative di tante ragazze e ragazzi, dall'altro lato avvicinare questo patrimonio di giovani alle proposte che ci sono nel mercato del lavoro, orientandoli e formandoli nel modo corretto a fronte delle tante vacancies che ci sono in diversi settori. Un obiettivo molto utile non solo a Milano, ma al nostro Paese”, conclude.
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - "Il costo delle bollette in Italia ha raggiunto picchi insostenibili per famiglie e imprese. Oggi la segretaria Schlein ha dimostrato che sono possibili interventi urgenti e immediati per abbassare il costo dell’energia. Nello stesso giorno in cui il governo Meloni fa slittare il cdm per affrontare la questione: sono nel caos. Seguano le proposte del Pd, perché gli italiani non possono rimetterci di tasca propria per l’incompetenza di questa destra". Lo scrive sui social Alessandro Zan del Pd.
Milano, 24 feb.(Adnkronos) - “Il valore di Fondazione Bicocca è un atto di coraggio, ma anche di eredità, perché questo è il mio ultimo anno di mandato. Pertanto, l'ottica è mettere a disposizione le competenze, ma anche il coraggio, di un grande ateneo pubblico multidisciplinare, come Bicocca, a disposizione della società civile a 360 gradi”. Così Giovanna Iannantuoni, rettrice dell’università degli studi di Milano-Bicocca, in occasione della presentazione della Fondazione Bicocca, svoltasi presso l’Aula magna dell’Ateneo milanese.
“Tutti noi sappiamo dell'incertezza economica, dei problemi relativi al mancato sviluppo delle competenze e dell'inverno demografico. Queste sfide non sono solo italiane, ma anche europee, rispetto a colossi come Stati Uniti e Cina e fanno riflettere sul gap di innovazione tecnologica che caratterizza tutta l'Europa e in particolare il nostro Paese. Pertanto - spiega la rettrice Iannantuoni - è motivo di orgoglio avere da un lato lo sviluppo delle competenze e dall’altro mettere a disposizione i nostri laboratori e le nostre migliori menti insieme alle imprese per fare sviluppo e crescita. Non c'è innovazione tecnologica se non c’è giustizia sociale, cioè se l’innovazione non è a favore di tutti. Un esempio sono le polemiche legate alle auto elettriche”.
“Quindi, il nostro approccio è multidisciplinare, innovativo e diverso, com’è diversa Bicocca, e si propone come una piattaforma di connessioni per il futuro, come abbiamo voluto chiamare la giornata di oggi e aspettiamo tutte le imprese del terzo settore, gli Irccs, gli istituti di cura, le scienze della vita, Tutti insieme per dare una speranza diversa al nostro Paese”, conclude.
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - "Il governo Meloni, in quasi due anni, non ha adottato alcuna misura efficace per contrastare l’aumento delle bollette, preferendo smantellare il mercato tutelato e aggravando così la situazione di famiglie e imprese". Lo afferma Ubaldo Pagano, capogruppo del Partito Democratico in Commissione Bilancio alla Camera, sottolineando la necessità di un cambio di rotta immediato. Il Partito Democratico torna a chiedere interventi concreti, proponendo due soluzioni centrali: separare il costo dell’energia da quello del gas e istituire un ente pubblico che possa garantire prezzi più accessibili.
"Non possiamo accettare – aggiunge Pagano – che il nostro sistema energetico rimanga vincolato a un meccanismo che pesa enormemente sulle tasche di cittadini e aziende. Il gas è la fonte più costosa e instabile, e continuare a legare il prezzo dell’elettricità a questa risorsa è un errore che il governo deve correggere subito. Le bollette stanno raggiungendo livelli insostenibili proprio nei mesi di maggiore consumo: Meloni e la sua maggioranza si decidano ad agire, perché gli italiani non possono più aspettare", conclude Pagano.
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - "Non è più procrastinabile un intervento del Governo per contenere i costi delle bollette, oramai insostenibili per milioni di italiani. Governo e maggioranza facciano proprie le proposte del Pd avanzate da Elly Schlein e tutte a costo zero. Proposte semplici, chiare ed efficaci. Approviamole con spirito bipartisan per il bene del Paese". Così in una nota il senatore del Pd Michele Fina.
"Dopo che il taglio delle accise, promesso dalla presidente Meloni, era rimasto intrappolato nella distanza che c'è tra il dire e il fare e nulla è stato fatto è ora che maggioranza e governo prendano atto della gravità della situazione. Come si fa a non rendersi conto che questa emergenza bollette si aggiunge all’aumento di carburante, RC Auto e pedaggi, beni alimentari, materiale scolastico e affitti? Una situazione sconfortante che si va ad aggiungere ad una economia che arretra da 750 giorni, proprio mentre attendiamo gli effetti nefasti dei dazi di Trump".