“Nei giorni scorsi abbiamo proclamato una mobilitazione non perché l’art.18 sia una questione ideologica ma perché è il metro della misura della libertà e della dignità dei lavoratori. Per questo saremmo felici se in questa iniziativa non ci fosse una sola sigla sindacale ma tutte le sigle che scioperano insieme”. E’ il leader Cgil, Susanna Camusso, dal palco del III congresso Ugl a sollecitare Cisl, Uil e Ugl ad unirsi alla mobilitazione contro la riforma dell’art.18. “Possiamo discutere di tante cose. Abbiamo alle spalle rapporti difficili e tre anni di divisioni, ma su una cosa siamo d’accordo, che la dignità del lavoro è per tutti il riferimento per cui lavoriamo”.
Per la Camusso applausi all’ingresso nella sala del centro congressi dell’Ergife e standing ovation all’uscita. La leader della Cgil Susanna Camusso fa il pieno di consensi in casa della destra, al congresso confederale dell’Ugl che ha confermato Giovanni Centrella segretario generale. E’ stato il Governo – ha detto, rispondendo indirettamente alle parole di ieri del ministro Fornero – “a chiudere il confronto sulla riforma del mercato del lavoro e a concentrare tutta l’attenzione solo sull’articolo 18. Qualcuno – ha aggiunto la leader della Cgil – ha in mano un verbale che non abbiamo mai visto. Un testo non ci è mai stato dato. Ma se dopo alcuni mesi di discussione su una questione molto importante, l’unico parere che viene chiesto ai sindacati è cosa pensano sull’articolo 18, allora dobbiamo domandarci: perché il governo vuol dare il messaggio che oggi il problema è la libertà di licenziare? Perché le imprese vogliono che questo sia al centro dell’attenzione”.
Dal segretario della Cgil anche una stoccata agli industriali. “Anche i toni usati dalle imprese per chiedere norme sui licenziamenti – ha detto dal palco dell’Ugl – sono stati fuori luogo anche sapendo benissimo che non era questo il problema principale del Paese. E stupisce che singolarmente gli imprenditori dicano che l’art.18 non è il problema ma poi ufficialmente sbattano i pugni sul tavolo per ottenere modifiche. Decidessero quale è il problema”, ha aggiunto invitando le imprese, piuttosto, “a riprendere la discussione sul taglio del cuneo fiscale non sui licenziamenti”.
E alle accuse del segretario della Cgil ha risposto da Cernobbio la presidente uscente di Confindustria, Emma Marcegaglia: “Se cambiamo, dobbiamo cambiare tutto o al limite non fare la riforma. Piuttosto che fare una riforma che ha il risultato finale di irrigidire il mercato del lavoro è meglio non farla”, ha detto a margine del Workshop Ambrosetti.