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Vendono acqua, gas e raccolgono rifiuti. Ma Hera e Iren sono sommerse dai debiti

Le multiutility a maggioranza pubblica in grande difficoltà: nel 2012 potrebbero perfino non distribuire dividendi e ogni comune capoluogo di provincia perderebbe parecchi milioni di euro. All'orizzonte la megafusione, tra le due aziende emilianoromagnole e la A2A, voluta da Piero Fassino e dal Pd
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Iren sempre più in difficoltà. La multiutility a maggioranza pubblica che si occupa di energia, rifiuti e acqua a Reggio Emilia ma anche a Torino, Genova, Parma e Piacenza, varerà il bilancio 2011 la settimana prossima. Intanto si rincorrono le voci su come il consiglio di amministrazione deciderà di affrontare un debito che si è gonfiato dopo le ultime operazioni finanziarie, e che ha ormai superato i 2 miliardi e 600 milioni di euro. Secondo l’agenzia specializzata Radiocor addirittura ci sarebbe la possibilità che l’esercizio 2011 si chiuda in rosso. Una situazione che potrebbe convincere il cda a non distribuire dividendi, e a usare tutte le risorse disponibili per iniziare a ripianare un debito sempre più preoccupante. Una buona scelta forse per la società quotata in borsa, un enorme problema per tutti quei Comuni abituati a rimpinguare i sempre più magri bilanci con i dividendi che ogni anno Iren distribuisce ormai d’abitudine.

A Parma, per fare un esempio, a metà 2011 arrivarono 6 milioni e 600mila euro. A Reggio Emilia invece quasi 9 milioni. Quest’anno però le cose andranno diversamente, e quei soldi come minimo si dimezzeranno. I sindaci del territorio lo sanno già, e per questo nei bilanci di previsione hanno già inserito entrate dimezzate rispetto all’anno scorso. L’incubo però arriverebbe se Iren scegliesse di non distribuire per nulla dividendi, e a quel punto il buco per Reggio toccherebbe gli 8 milioni di euro. Non poco per Comuni che ormai devono fare i conti da una parte con un patto di stabilità che limita sempre più spese e investimenti e dall’altra con i tagli delle varie finanziarie di governi vecchi e nuovi. Altro esempio: a Scandiano si passerebbe da 590mila di entrate per dividendi a solo 300mila euro.

Se Iren non se la passa bene a Hera per ora le cose sembrano andare meglio. Il debito della società è di quasi due miliardi ma i conti vanno bene, e quest’anno sarà distribuito a tutti gli azionisti un dividendo di 9 centesimi per azione. Nonostante una situazione tutto sommato positiva, è la denuncia del capogruppo del Pdl in Regione Luca Bartolini, “per poter diventare fornitori qualificati dell’azienda che si occupa di rifiuti e acqua a Bologna e provincia bisognerà pagare”. “Un principio che ha dell’incredibile, sopratutto se si considera che Hera è controllata da istituzioni pubbliche”, spiega Bartolini che ha presentato un’interrogazione sulla vicenda chiedendo alla giunta regionale se condivide questa politica. “Hera ha inviato una lettera ai propri fornitori – spiega il consigliere del Pdl – spiegando che grazie all’iscrizione ad un portale apposito e al pagamento di quella che si configura come una gabella si ha la possibilità di essere interpellati con maggior frequenza per presentare offerte economiche. Così si creano discriminazioni e si mettono sulle spalle dei fornitori altri costi”.

All’orizzonte invece restano sempre le manovre per fondere Iren, Hera e il colosso A2A. Una maxi operazione finanziaria sponsorizzata apertamente dal sindaco di Torino Piero Fassino e riproposta più volte negli ultimi mesi. “Dobbiamo scegliere tra una competizione selvaggia tra le nostre società o provare a costruire un grande soggetto”, ha detto una settimana fa Fassino ad un convegno.

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