Ieri sera, grazie al Wwf, si è tenuta l’Ora della Terra, un messaggio forte e chiaro che, con la collaborazione di migliaia di persone in tutte le città del mondo, l’associazione ambientalista lancia ogni anno per richiamare l’attenzione contro lo spreco di energia, una delle principali cause del surriscaldamento globale.
“Un’idea, diventata presto un simbolo”, che quest’anno ha visto una partecipazione da record: 150 Paesi, 6494 città (400 solo in Italia) e quasi due miliardi le persone che hanno spento per un’ora la luce, per ricordare al resto del pianeta che se cambi tu, ispiri al cambiamento chi ti è vicino.
A Roma, oltre al cupolone di San Pietro e i palazzi di Montecitorio e il Quirinale, a Castel Sant’Angelo Roberto Bolle e Fulco Pratesi, presidente onorario del Wwf Italia, hanno spento alle 20:30 il maniero della Tosca di Puccini, sotto le note di Elisa e Niccolò Fabi. Il tutto grazie all’energia di 128 ciclisti che, con il Palco a pedali – Goodbike dei Tetes del Bois hanno permesso di alimentare un vero e proprio “eco-concerto”.
Alle otto e mezza sono state anche spente le luci che illuminavano monumenti quali la Torre di Pisa, la Scala di Milano, la Mole Antonelliana di Torino, o Palazzo Ducale a Venezia. Ma anche l’Arena di Verona, la Basilica di San Francesco di Assisi, la Valle dei Templi di Agrigento e molti altri luoghi.
Nel resto del mondo invece, nelle 24 ore di mobilitazione planetaria che ha potuto raggiungere ogni fuso orario, si sono spente le luci di luoghi celebri come l’Opera House e l’ Harbour Bridge di Sidney, la Torre di Tokyo, la Grande Muraglia cinese, il BurjKhalifa, il grattacielo più alto del mondo, a Dubai, la Tour Eiffel e il Louvre a Parigi, la Porta di Brandeburgo, Buckingham Palace, il Tower Bridge e il Big Ben a Londra, la statua del Cristo Redentore di Rio, Times Square e l’Empire State Building a New York e centinaia di altri luoghi, più o meno famosi. Arrivando, per la prima volta quest’anno, anche in Libia.
Questa importante iniziativa ci ricorda l’urgenza di sconfiggere il caos climatico in corso. Ma anche che la prima cosa da fare è migliorare l’efficienza energetica, ridurre gli sprechi e gli usi impropri di energia. È infatti molto importante usare in modo razionale l’energia che già abbiamo, prima di inventarci altri modi per procurarcene dell’altra. Magari facendo guerre o appestando di rifiuti tossici o radioattivi il pianeta.
La speranza, ora, è che l’Earth hour non si limiti agli esempi virtuosi dati ieri sera da cittadini comuni e celebrità, ma rimanga viva anche per il resto dell’anno. Non perché si debba vivere al buio, ma perché possiamo vivere benissimo, anzi meglio, senza sprecare energia che, per essere prodotta, crea danni e problemi che, appunto, stanno rischiando di andare fuori dal nostro controllo.