Il sindaco di Verona Flavio Tosi

“Non c’è bisogno di rottamazione, c’è bisogno di congressi, che decidono se cambiare o continuare”. Parole chiare quelle del sindaco di Verona, Flavio Tosi, che da Genova, a margine di un incontro elettorale, ha commentato così il terremoto giudiziario che sta coinvolgendo i vertici della Lega e la famiglia Bossi. “Il rilancio deve passare da un’assemblea federale, dove tutti i militanti si possono confrontare con il movimento” ha detto Tosi, secondo cui il futuro della Lega “dipende da cosa facciamo adesso: se passa il messaggio che vogliamo cambiare, allora i cittadini ci seguiranno”. In tal senso, gli organismi dirigenti “dovranno decidere se tenere un congresso federale nel quale parlare anche del segretario federale – ha spiegato Tosi – In quel caso si vedrà chi saranno i candidati. E’ la democrazia interna”. Per uscire dall’impasse, la ricetta del primo cittadino di Verona è una sola: “La Lega deve tornare a fare la Lega, eravamo considerati diversi e dobbiamo dimostrare di essere diversi”. Riguardo alla prossima tornata elettorale, invece, Tosi ha osservato che “se fossero elezioni politiche, la pagheremmo duramente, per fortuna sono elezioni locali in cui il cittadino sceglie la persona”.

IL PENSIERO DI FLAVIO TOSI
Per quanto concerne il prossimo assetto del Carroccio, però, il sindaco di Verona non lo immagina senza Umberto Bossi, che “se un domani non fosse il segretario, è chiaro che dovrà avere un ruolo all’interno del movimento perché la Lega è Umberto Bossi e Umberto Bossi è la Lega”. Anche se dovesse emergere un suo coinvolgimento diretto nella gestione ambigua dei soldi del partito? “Di Bossi tutti sanno che è uno che dei soldi non si approfitta – ha specificato Tosi – Conosco bene Umberto, basta vedere dove e come vive per capire che è uno a cui del denaro non frega niente”.

Completamente opposto il discorso per quanto riguarda l’ex tesoriere Francesco Belsito, per cui, secondo Tosi, “non basta la rimozione, ci vuole qualcosa in più”. Il primo cittadino veronese ha poi spiegato il perché della sua dura presa di posizione: “Lui aveva la responsabilità di decidere, ha sbagliato evidentemente a non decidere – ha detto – Questo non perché Belsito sia colpevole, ma perché quando chi ha il ruolo di gestire i soldi riceve accuse di questo genere, non può restare al suo posto. Anche il sospetto in queste situazioni basta”. E se le accuse nei confronti dell’ex tesoriere della Lega dovessero essere confermate, secondo Tosi “allora bisognerà anche andare a vedere chi lo ha portato nel movimento e chi si è assunto la responsabilità di dargli quel ruolo”. L’unica speranza di Tosi è che “l’indagine sia veloce”.

CAPARINI: “SERVE PASSO INDIETRO DI UMBERTO”
Sul futuro organigramma del partito ha parlato anche Bruno Caparini, componente del Consiglio federale padano. “Umberto Bossi dovrebbe fare un passo indietro da segretario federale della Lega Nord perché la militanza non lo vuole più” ha detto Caparini, secondo cui a fare da traghettatore in questa fase dovrebbe essere Roberto Maroni. A suo dire “Bossi può rimanere il nostro grande leader. Tutti sono con lui e tutti soffrono di questa situazione”. Caparini, il cui nome era stato fatto come uno dei possibili tesorieri al posto dell’indagato Francesco Belsito, però su questo ha detto che “ci sono persone più brave e più giovani”. E ha ripetuto più volte di “non credere” che il segretario sapesse cosa è successo. “Io sto soffrendo sinceramente. Lui – ha spiegato – è stato molto male consigliato ultimamente. Il sottoscritto era orientato nel senso della realtà, non della fantasia”.

GENTILINI: “IL CAPO DEVE RISPONDERE ANCHE DELLE MALEFATTE DEI SUOI SOTTOPOSTI”
”Finché non c’è la prova provata non dò retta alle illazioni, ma se le accuse trovassero conferma chi è a capo della Lega, cioè Umberto Bossi, si deve dimettere”. E’ il pensiero di Giancarlo Gentilini, vice sindaco leghista di Treviso, in merito alla bufera che sta coinvolgendo il partito. “Il capo – prosegue Gentilini – deve rispondere anche per le malefatte dei suoi sottoposti. E poi nel codice c’è anche un reato specifico, la ‘culpa in vigilando’. Chi ha sbagliato, se le accuse fossero confermate, deve dimettersi, non c’è altra strada”. Per il futuro del Carroccio, secondo Gentilini “l’unico in grado di raccogliere questa pesante eredità è Maroni. Gli altri, come Zaia o Cota, sono ancora troppo giovani”. Per fare pulizia, è il pensiero di Gentilini, non servono aggiustamenti ma una vera rifondazione: “Bisogna rifondare la Lega – ha detto – e, anzi, per noi veneti sarebbe meglio ritornare alla Liga Veneta delle origini. I lombardi, se questi si dimostreranno essere stati i risultati, facciano quello che credono”.

DA RE: “A LIGA VENETA LEADERSHIP DEL RINNOVAMENTO”
“Chi ha sbagliato, chiunque sia, deve non solo pagare, ma anche uscire dal partito, perché la Lega Nord è il partito dell’onestà e della trasparenza”: parola di Gianantonio Da Re, sindaco di Vittorio Veneto (Tv), fino a domenica scorsa segretario provinciale della Lega Nord della provincia di Treviso, in carica da 14 anni. “La Lega Nord Liga Veneta, per storia, per nomi e per numeri può assumere, se necessario fin da oggi, la leadership del rinnovamento. Solo così possiamo garantire il rinnovamento” ha sottolineato Da Re, che invece non è d’accordo con il presidente della Provincia di Treviso, Leonardo Muraro, secondo il quale la Liga Veneta si dovrebbe staccare dalla Lega lombarda. Sui soldi pubblici, e in particolare sui fondi ai partiti, “non si scherza” conclude Da Re.

LA COMPAGNA DI CALDEROLI: “SBAGLIATO CANDIDARE RENZO BOSSI”
”Renzo Bossi è un ragazzo ancora molto giovane. E’ stato sbagliato candidarlo, si è trasformato in un danno di immagine per la Lega. Ma l’immagine spesso diventa sostanza”. Lo ha detto Gianna Gancia, presidente leghista della provincia di Cuneo e compagna di Roberto Calderoli, alla Zanzara su Radio 24. “Soldi usati per affari personali? Su Bossi – ha aggiunto la Gancia – posso dire che è disinteressato al denaro. Mi fido ciecamente di lui”. Diverso il discorso sull’ex tesoriere Belsito: “Il problema è che lui non è un leghista, non è stato allevato nella culla della Lega – ha detto il presidente della Provincia di Cuneo – altrimenti non sarebbe accaduto. Però il dispiego di forze per le perquisizioni mi fa ridere … Woodcock che da Napoli si interessa di questa cosa con tutti i problemi che ci sono a Napoli. Le procure del Sud hanno un’attenzione particolare sulla Lega. C’è un accanimento nei confronti della Lega”.

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