Sembra che dopo tanti anni l’Italia si appresti ad applicare una direttiva europea, relativa alla commercializzazione dei rimedi omeopatici risalente al 2001, recepita in Italia nel 2006 con la legge 219, ma che per i prodotti omeopatici non è mai stata applicata totalmente. Se confermato si assisterà ad un miglioramento degli standard farmacologici italiani. I prodotti omeopatici sono venduti legalmente nelle farmacie ed un po’ di organizzazione in un campo pieno di confusione non può che fare bene; alla fine si tratterebbe di un provvedimento a vantaggio dei consumatori. Si potrebbe così fare chiarezza su cos’è l’omeopatia, sui costi di produzione e sugli ingredienti dei granuli in vendita.

Già, perché credo che la maggioranza delle persone che acquistano omeopatici non abbia idea di quello che sta comprando. Non tutti sanno ad esempio che in un granulo omeopatico non vi è alcun principio attivo, si tratta cioè di una medicina che non contiene alcuna medicina. Impossibile? Invece è proprio così.

In qualsiasi rimedio omeopatico, oltre la dodicesima diluizione (12CH), non esiste nessun ingrediente oltre al supporto (granulo di zucchero o alcol). Con questa norma, finalmente, i consumatori italiani saranno informati che l’omeopatia non è una medicina scientifica ma un’invenzione che dice di funzionare mediante un fenomeno paranormale: l’acqua “ricorderebbe” di essere entrata in contatto con una determinata sostanza (però solo quella voluta dagli omeopati, non quelle che incontra nel suo ciclo) e questo accadrebbe solo se la soluzione in oggetto subisse un rito di “succussione”, venisse cioè agitata, fenomeno quanto meno “bizzarro” e mai dimostrato o misurato. Questa pseudoscienza, superata ed illogica, è stata inventata nell’ottocento, epoca nella quale la medicina, così come la conosciamo oggi, non esisteva (era ignota l’esistenza dei batteri e dei virus!). Naturalmente gli studi scientifici confermano che un granulo di zucchero non possa curare alcuna malattia e questo le multinazionali omeopatiche evitano di farlo notare ma è arrivato il momento in cui anche i consumatori hanno diritto di conoscere la verità, anche perché, con gli omeopatici, si acquista una caramella di zucchero a 2000 euro al chilo, non proprio a buon mercato.

Lo hanno “scoperto” anche gli americani che stanno intraprendendo numerose “class action” contro una multinazionale omeopatica (che ha già speso 12 milioni di dollari in risarcimenti) perché non aveva informato correttamente i consumatori. Finalmente nelle confezioni omeopatiche leggeremo che sostanze naturali come lo sputo di tubercolotico possono curare la tosse o che il pus di una persona con la scabbia sia una panacea per l’allergia ma si venderanno anche i batteri fecali da dissenteria ed ancora potranno essere venduti centinaia di rimedi contro il cancro, l’Aids o la malaria.

Ecco un’altra cosa che i consumatori italiani non sanno: l’omeopatia ha il rimedio per qualsiasi cosa ed usa i prodotti più incredibili, tanto incredibili che tempo fa quando criticai ferocemente un’azienda omeopatica italiana che vendeva un rimedio per l’autismo a base di ghiandole di rospo, veleno di serpente e cervello di scrofa (sarà per questo che l’associazione dei medici inglesi chiama l’omeopatia “stregoneria”?) questi ingredienti apparvero assurdi anche all’addetto stampa dell’azienda che mi scrisse inferocito dicendo che il loro rimedio non conteneva quelle sostanze ed intimandomi di evitare certe battute ironiche e ridicolizzanti nei confronti del loro prodotto. Non si rese conto che gli ingredienti “ridicoli ed ironici” erano realmente contenuti (omeopaticamente, quindi anche se elencati non ve ne è traccia) nel prodotto come scritto sulla confezione, ghiandole di rospo comprese. Ecco, finalmente in Italia avremo regole anche per lo zucchero della salute, con un piccolo particolare: la norma europea per la vendita dei farmaci, prevede giustamente che questi, prima di essere venduti, debbano dimostrare di funzionare, tutti tranne quelli omeopatici che devono avere un solo requisito, l’innocuità.

Non importa cioè se funzionano, l’importante è che non facciano male. Insomma, come ha scritto qualcuno, una svolta storica per la medicina, tanto repentina, da assomigliare ad un’inversione a U.

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