La procura di Bologna ha aperto un’inchiesta sui conti della Lega Nord. Dopo Milano, Napoli e Reggio Calabria, anche nel capoluogo emiliano romagnolo c’è un fascicolo sul Carroccio.
Per ora è conoscitivo, senza indagati né ipotesi di reato, e si incentra sulle recenti dichiarazioni dell’ex tesoriera della Lega Nord bolognese cacciata dal partito nel 2009, Carla Rusticelli, che ha parlato di pagamenti in nero e bilanci falsi.
Il procuratore aggiunto Valter Giovannini, d’accordo con il procuratore capo Roberto Alfonso, affiderà l’indagine a un pm del pool reati finanziari, che dovrà far luce sulle eventuali irregolarità nella gestione dei soldi pubblici in mano alla Lega Nord bolognese. Dopo lo scandalo a livello nazionale, infatti, anche gli ex del partito hanno iniziato a parlare.
Nei prossimi giorni verrà sentita dai magistrati di piazza Trento Trieste la stessa Rusticelli, e non solo. Verrano convocati in procura altri due ex: Alberto Veronesi, candidato alle elezioni amministrative regionali del 2010 e Alberto Maragoli, ex revisore dei conti. Non si esclude che venga sentito anche l’ex candidato sindaco a Bologna, eletto in Comune e Regione, Manes Bernardini.
Ma fu Alberto Veronesi il primo a far partire le denunce contro il partito, ben prima di Rusticelli. Oggi Veronesi ha chiesto, infatti, di riaprire un’inchiesta del 2010 sui rimborsi elettorali nata da sue dichiarazioni, fascicolo poi archiviato, ma che ora potrebbe essere riaperto e approfondito. L’ex militante, espulso dal coordinatore locale Angelo Alessandri nel 2010, insieme ad Alberto Maragoli, a causa delle critiche sulla gestione del partito, ha chiesto di tornare a fare luce su quei fatti, che portarono ad un indagine, condotta dal pm Antonello Gustapane, che però non trovò alcun elemento per poter proseguire. Adesso che sono emersi elementi nuovi potrebbe essere riaperto il fascicolo e condotto in parallelo con la nuova inchiesta conoscitiva.
Sarà la guardia di finanza ad indagare su queste nuove dichiarazioni che danno un altro scossone alla Lega Nord. Carla Rusticelli, che ha dichiarato di essere stata cacciata quando denunciò la gestione poco trasparente del partito, ha spiegato in un’intervista che “anche qui da noi ci furono fondi neri, ho assistito a diverse situazioni dove ho visto passare del nero, ma mi sono sempre rifiutata”.
La donna nelle sue dichiarazioni parla di “conti mai messi in ordine, soldi in nero, sia in entrata che in uscita. C’è più sporco qui che a via Bellerio”. Rusticelli racconta ad esempio di un contratto d’affitto per un negozio in centro per la campagna elettorale del 2009. La Lega voleva pagare l’immobile metà in bianco e metà in nero, racconta la donna, ma lei si sarebbe opposta, e per questo sarebbe stata estromessa dal partito.
Responsabile amministrativa provinciale fino al 2009, Rusticelli, era anche revisore dei conti alla “nazione” di Alessandri, che ha sede a Reggio Emilia: “Andavo spesso a Reggio Emilia. Ma mi facevano vedere solo un conto bancario”, senza altri documenti, e “mi si sono drizzate le orecchie”. Si dice severa: “Ho sempre rotto le scatole” in ogni assemblea e “tutto quanto veniva verbalizzato” per essere mandato a Milano, ma “quello che denunciavo o veniva cancellato o frainteso”, così della sua battaglia “contro questa gestione allegra del movimento, non ce n’è traccia”.
Dal 2009 al provinciale arrivarono i commissari nominati da Alessandri “e nessuno dei quattro era bolognese”, rincara la dose il consigliere regionale Manes Bernardini, che nel biennio incriminato era commissario cittadino quasi senza poteri ed è tornato a gestire il provinciale solo nell’autunno scorso, quando Rosi Mauro approdò in Emilia, e solo per traghettarlo verso il congresso (eletta poi Nicla Cioni pochi giorni fa).
“Molto duri” quegli anni per Bernardini: “Mi sono salvato da quella epurazione per circostanze anche fortuite”. Declina ogni responsabilità sulla cassa: “Durante il commissariamento anche il tesseramento, di solito incassato dalle sezioni come Bologna Città, era finito al provinciale”. Insomma, “chiedere a me cosa è successo dal 2009 al 2011 – commenta poi a E’ Tv – è come chiedere a un operaio della Mirafiori cosa fa Marchionne con i soldi; noi eravamo operai” e ci sono “cose che ti viaggiano sopra la testa”.
Ora, “quello che ha fatto Reggio Emilia lo valuteremo”, attacca: “La prima esigenza è fare chiarezza” e “Alessandri era il segretario dell’Emilia”, ha nominato i commissari che “rispondevano a lui” e “ha i suoi responsabili amministrativi e le sue partite da dimostrare nei confronti del Movimento. La sede opportuna è il congresso e noi lo abbiamo a giugno”.