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Danni d’immagine da De Lorenzo e Poggiolini Dovranno pagare 5 milioni a testa allo Stato

Sentenza definitiva della Corte di Cassazione al termine dei processi per corruzione e concussione dopo gli scandali dei primi anni Ottanta. Confermati anche i risarcimenti che dovranno pagare funzionari e dipendenti del ministero: in totale si tratta quasi 13 milioni e mezzo
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Dovranno risarcire lo Stato con oltre 5 milioni di euro ciascuno, per danno di immagine l’ex ministro della Sanità Francesco De Lorenzo e l’ex dg del Servizio farmaceutico Duilio Poggiolini. E’ la sentenza della Corte di Cassazione che, pronunciandosi a sezioni unite civili, ha confermato una decisione dell’aprile 2011, della Corte dei conti sullo scandalo della sanità del 1982-1992.

Nel dettaglio, la somma che De Lorenzo e Poggiolini dovranno versare allo Stato è di 5.164.569 euro ciascuno. La sentenza aveva preso le mosse dalle sentenze penali definitive per i reati di corruzione o concussione “ascritti ai convenuti – si legge nella sentenza – che, negli anni 1982-1992, nelle posizioni rispettivamente rivestite nell’ambito della pubblica amministrazione, avevano percepito somme da numerose case farmaceutiche, producendo un danno erariale derivato dalla ingiustificata lievitazione della complessiva spesa farmaceutica”.

La Suprema corte, con la sentenza depositata oggi ha rigettato il ricorso di De Lorenzo e Poggiolini, all’epoca dei fatti direttore generale del Servizio farmaceutico nazionale del ministero. “Con la sentenza impugnata – osserva la Cassazione – la Corte dei Conti ha ritenuto di liquidare il danno non patrimoniale, inteso come vulnus in sé all’immagine e alla moralità della pubblica amministrazione”. Nel ricorso in Cassazione sia De Lorenzo sia Poggiolini avevano contestato, tra gli altri motivi, anche la giurisdizione della Corte dei conti in materia sostenendo che la sfera di danno alla Pubblica amministrazione fosse riservata al giudice ordinario. Entrambi i ricorsi sono stati rigettati dalle sezioni unite civili. Secondo la Cassazione, “che un ministro o un sottosegretario siano in rapporto di servizio con lo Stato non è revocabile in dubbio. Ed è del tutto irrilevante che il danno patrimoniale sia stato arrecato all’una o all’altra branca della Pubblica amministrazione statale giacchè quello all’immagine comunque concerne l’unica entità soggettiva costituita dallo Stato-persona”.

Nella stessa sentenza sono state confermate anche le condanne ai risarcimenti per il danno di immagine nei confronti dell’ex segretario personale del ministro Giovanni Marone, nonchè di Antonio Boccia, componente della Cip farmaci, entrambi a 2.582.284,50 euro; confermate le condanne anche per Elio Guido Rondanelli (dipendente del ministero) e Pier Carlo Muzio a 516.456 mila euro ciascuno e Antonio Brenna (presidente della commissione Cip farmaci) a 2.582.284 euro.

In totale il risarcimento ammonta a 13 milioni e 427.878 euro.

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