Dopo essere uscita 5 mesi fa dalla porta la norma “Ammazza blog” rientra dalla finestra. Lo fa con la bozza del ministro Paola Severino su una nuova regolamentazione sulle intercettazioni. A dire il vero, tuttavia, buona parte della maggioranza (Pd, Fli) si mette già di traverso. Il punto di partenza per la discussione, infatti, è il ddl Alfano-Bongiorno. La norma in questione prevede che ogni gestore di sito informatico abbia l’obbligo di rettificare ogni contenuto sulla base di una semplice richiesta di soggetti che si ritengano lesi. Non c’è possibilità di replica: chi non rettifica entro 48 ore paga fino a 12mila euro di multa.

L’esempio di scuola – per paradosso – potrebbe essere questo: un sito racconta di un arresto, un arrestato dal carcere può far scrivere magari dal suo avvocato che non è vero che è stato arrestato e il sito web è costretto a pubblicare la rettifica (senza replicare), pena la maximulta.

Sulla questione non c’è stata una lettura doppia conforme del Parlamento, come su buona parte del provvedimento quindi la norma può essere modificata, come dimostrano i diversi emendamenti già presentati alcuni mesi fa. Sulle intercettazioni, spiega il capogruppo del Pdl in commissione Giustizia Enrico Costa, “il ministro ha detto di considerare che i tempi sono maturi per la ricalendarizzazione” del ddl. Si riparte dal testo Alfano-Bongiorno, appunto, e già questo ha provocato attriti tra Pdl e Pd (che voleva ricominciare da un nuovo disegno di legge, vista la posizione contraria al testo uscito dalla commissione).

“Il Paese si aspetta severe norme contro la corruzione, il traffico di soldi pubblici, la pratica corrente degli appalti gonfiati e il Pdl non trova di meglio che infilare nella bozza Severino sulle intercettazioni la norma “Ammazza blog” che aveva finto di rimangiarsi in aula appena cinque mesi fa”, afferma in una nota la deputata di Futuro e Libertà Flavia Perina. “Il lupo perde il pelo ma non il vizio – ha rincarato il leader dell’Italia dei Valori Antonio Di Pietro – Invece di pensare a rafforzare il lavoro dei magistrati, il Palazzo vuole limitare fortemente le intercettazioni, strumento indispensabile per l’attività investigativa e per l’informazione. L’Italia dei Valori si opporrà, come ha sempre fatto, in tutte le sedi contro questo scempio della giustizia. Non si capisce perché cambiano i governi ma le proposte di penalizzare la giustizia sono sempre le stesse. Non consentiremo che si ostacoli la ricerca della verità né che si metta il bavaglio alla Rete e alla libera informazione, con la norma ammazza blog”.

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