Resta elevato lo spread tra Btp e Bund in apertura dei mercati europei. Il differenziale è salito a 391,6 punti dai 387,5 della chiusura di ieri. Il rendimento si attesta così al 5,64%. A metà mattinata, poi, il ribasso a 375 punti per un tasso del 5,50% dopo l’asta di titoli a breve termine spagnoli, dove si è registrato un forte rialzo dei rendimenti ma la quantità di buoni piazzati ha superato il target. Il differenziale calcolato sui Bonos di Madrid scende a 418 punti per un tasso del 5,92%. Lo spread termina la giornata a 373 punti base.
Piazza affari chiude in positivo al 3,68%. Borse di Asia e Pacifico in calo per la seconda seduta consecutiva. Pesano i timori connessi al rischio default della Spagna, con lo spread e i rendimenti decennali di Madrid alla vigilia ai massimi da quattro mesi. Sui listini incide poi l’indebolimento degli investimenti esteri in Cina scesi per il quinto mese consecutivo con il rallentamento dell’economia. L’indica d’area Msci cede così oltre un punto percentuale.
“La mia sensazione è che c’è ancora uno stato d’animo generale ribassista nei confronti dell’euro”, spiega a Bloomberg Kara Ordway analista della City Index Group a Sydney. Le aste di debito spagnoli “ci danno una prima indicazione – aggiunge – di come le persone vedano attualmente la Spagna”. Tra le diverse Piazze Tokyo chiude poco sotto la parità (-0,06%) con Mazda che cede il quasi il 3%. Male la tecnologia con Olympus (-2,32%), Sony e Sharp (entrambe -2,31%). Shanghai perde lo 0,73% mentre contengono il calo Seul (-0,31%) e Sidney (-0,32%).
Sul fronte macro indicazioni sullo stato di salute dell’economia arriveranno dall’indice Zew tedesco, mentre oltreoceano dai dati sulle nuove costruzioni e sulla produzione industriale.
Intanto Eurostat fornisce i dati dell’inflazione in Europa a marzo, l’Italia è al 3,8%, mentre il tasso più basso è stato registrato in Svezia (1,1%), poi in Grecia (1,4%) e Bulgaria (1,7%), mentre il più alto in Ungheria (5,5%), Estonia (4,7%) e Repubblica ceca (4,2%). Secondo l’ente statistico, i componenti con l’impatto più alto sul tasso annuo sono stati i trasporti (4,6%), l’alcool e tabacco (4,4%) e l’immobiliare (4%) mentre il tasso più basso è stato registrato per comunicazioni (-2,8%), ricreazione e cultura (0,7%) e educazione (0,9%).
Economia & Lobby
Crisi, Spread sotto quota 375. Sale Piazza Affari: +3,6 per cento
Piazza affari chiude in positivo al 3,68%. Borse di Asia e Pacifico in calo per la seconda seduta consecutiva. Pesano i timori connessi al rischio default della Spagna, con lo spread e i rendimenti decennali di Madrid alla vigilia ai massimi da quattro mesi. Sui listini incide poi l’indebolimento degli investimenti esteri in Cina scesi per il quinto mese consecutivo con il rallentamento dell’economia. L’indica d’area Msci cede così oltre un punto percentuale.
“La mia sensazione è che c’è ancora uno stato d’animo generale ribassista nei confronti dell’euro”, spiega a Bloomberg Kara Ordway analista della City Index Group a Sydney. Le aste di debito spagnoli “ci danno una prima indicazione – aggiunge – di come le persone vedano attualmente la Spagna”. Tra le diverse Piazze Tokyo chiude poco sotto la parità (-0,06%) con Mazda che cede il quasi il 3%. Male la tecnologia con Olympus (-2,32%), Sony e Sharp (entrambe -2,31%). Shanghai perde lo 0,73% mentre contengono il calo Seul (-0,31%) e Sidney (-0,32%).
Sul fronte macro indicazioni sullo stato di salute dell’economia arriveranno dall’indice Zew tedesco, mentre oltreoceano dai dati sulle nuove costruzioni e sulla produzione industriale.
Intanto Eurostat fornisce i dati dell’inflazione in Europa a marzo, l’Italia è al 3,8%, mentre il tasso più basso è stato registrato in Svezia (1,1%), poi in Grecia (1,4%) e Bulgaria (1,7%), mentre il più alto in Ungheria (5,5%), Estonia (4,7%) e Repubblica ceca (4,2%). Secondo l’ente statistico, i componenti con l’impatto più alto sul tasso annuo sono stati i trasporti (4,6%), l’alcool e tabacco (4,4%) e l’immobiliare (4%) mentre il tasso più basso è stato registrato per comunicazioni (-2,8%), ricreazione e cultura (0,7%) e educazione (0,9%).
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Roma, 18 mar. (Adnkronos) - Il Pd chiede al governo di "ribadire la ferma contrarietà all'utilizzo dei Fondi di coesione europei per il finanziamento e l'aumento delle spese militari". E' quanto si legge nella risoluzione dem sulle comunicazioni della premier Giorgia Meloni in vista del Consiglio europeo.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - Il Pd chiede al governo di "scegliere senza esitazioni e ambiguità, di fronte alle minacce globali e alle sfide inedite rappresentate dalla nuova amministrazione americane, l’interesse europeo, all’interno del quale si promuove e realizza il nostro interesse nazionale, anche una attraverso la costruzione di alleanze, a partire dai paesi fondatori dell’Europa, per collocare l’Italia sulla frontiera più avanzata dell’integrazione contro le spinte disgregatrici e i ripiegamenti nazionalisti". E' quanto si legge nella risoluzione dem sulle comunicazioni della premier Giorgia Meloni in vista del Consiglio europeo.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Ribadire la ferma condanna della grave, inammissibile e ingiustificata aggressione russa dell'Ucraina e a continuare a garantire pieno sostegno e solidarietà al popolo e alle istituzioni ucraine, mediante tutte le forme di assistenza necessarie, nel rispetto di quanto previsto dall'articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite, promuovendo con urgenza un’iniziativa diplomatica e politica autonoma dell'Unione europea, in collaborazione con gli alleati, per il perseguimento di una pace giusta e sicura, che preservi i diritti del popolo ucraino a partire da quello alla propria autoderminazione, l’ordine internazionale basato sulle regole e offra le necessarie garanzie di sicurezza per una soluzione duratura". E' quanto si legge nella risoluzione Pd sulle comunicazioni della premier Giorgia Meloni in vista del Consiglio europeo.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Il piano ReArmEU, proposto dalla Presidente della Commissione europea Von der Leyen, va nella direzione di favorire soprattutto il riarmo dei 27 Stati membri e va radicalmente cambiato, poiché così come presentato non risponde all’esigenza indifferibile di costruire una vera difesa comune che garantisca la deterrenza e un percorso di investimenti comuni in sicurezza realizzati non a detrimento delle priorità sociali, di coesione e sviluppo dell’Unione". Si legge nella risoluzione Pd sulle comunicazioni della premier Giorgia Meloni in vista del Consiglio europeo.
"La difesa non può essere considerato un bene pubblico separato dal benessere sociale, ma è parte integrante di una strategia globale che prevede di garantire non solo la sicurezza fisica dei cittadini europei, ma anche la loro sicurezza sociale ed economica: tanto più l’affermazione dei nazionalismi disgregatori dell’unità europea è legata anche alla percezione di insicurezza economica e sociale, nonché alla paura nei confronti delle sfide globali".
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Sostenere una risposta europea ed unitaria alle politiche dei dazi dell’amministrazione Trump, che escluda ogni controproducente e inadeguata tentazione di bilateralizzare la risoluzione del conflitto commerciale, e che ampli le contromisure includendo i servizi e i diritti di proprietà intellettuale delle Big Tech, rilanciando anche l’iniziativa multilaterale per l’introduzione della Global Minimum Tax". E' quanto chiede il Pd al governo nella risoluzione sulle comunicazioni della premier Giorgia Meloni in vista del Consiglio europeo.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - Il Pd chiede al governo, nella risoluzione presentata sulle comunicazioni della premier Giorgia Meloni, di "collocare l’Italia da protagonista nella costruzione di una vera difesa comune europea e non di un riarmo degli eserciti nazionali privo di coordinamento, esprimendo la chiara volontà politica di andare avanti nel percorso di realizzazione di un’unione della difesa, anche partendo da forme di cooperazione rafforzata o integrazione differenziata tra Stati membri".
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Promuovere, nell’attuazione del Libro bianco sulla difesa europea, tutti gli strumenti che puntano a una governance democratica chiara del settore, agli investimenti comuni necessari per realizzare l’autonomia strategica e colmare i deficit alla sicurezza europea, al coordinamento e all’integrazione della capacità industriali europee e dei comandi militari, all’interoperabilità dei sistemi di difesa verso un esercito comune europeo". Si legge nella risoluzione Pd sulle comunicazioni della premier Giorgia Meloni in vista del Consiglio europeo.