“Vedremo il disciplinare di gara dell’Agcom. Non so se parteciperemo”. Il presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri, sale sulle barricate per commentare le decisioni del governo in materia di frequenze radiotelevisive. Quello che non dice però, né lui né Paolo Romani, è quale Autorità garante per le telecomunicazioni scriverà le regole dell’asta per assegnare i nuovi segnali tv dopo la cancellazione del beauty contest. Sì, perché a metà maggio (ben prima dei 4 mesi annunciati dall’esecutivo per la gara), Corrado Calabrò e colleghi faranno le valige e il Pdl, forte della sua maggioranza in entrambi rami del Parlamento, si sta già preparando a conquistare l’Authority.
Come? Grazie all’articolo 23 del decreto “Salva Italia”, approvato dalle Camere lo scorso dicembre, che prevede la riduzione dei commissari Agcom da otto a quattro, lasciando però inalterati i criteri per la loro nomina. Così se prima ogni parlamentare poteva esprimere il voto indicando due nominativi, “uno per la commissione infrastrutture e reti, l’altro per la commissione servizi e prodotti”, ora potrà votarne, sempre a maggioranza semplice, solo uno. Il risultato è che, escluso il presidente (di nomina governativa), almeno due dei quattro nuovi membri dell’organismo, (per esempio i due della commissione prodotti, quella che si occupa di tv), saranno diretta espressione del gruppo parlamentare più forte, quello del partito di Silvio Berlusconi. Con buona pace dell’assoluta imparzialità, autonomia e indipendenza di giudizio. Regole che, secondo statuto, sono il fondamento stesso dell’Agcom.
Il rinnovo dell’autorità si intreccia con la battaglia di Mediaset e Pdl contro le decisioni del governo: da una parte il duo Passera-Monti con un emendamento ha confermato il tetto europeo di cinque super-frequenze digitali per emittente facendo saltare i nervi a Confalonieri e soci che di multiplex ne hanno già cinque (quattro televisivi più uno dati, ma convertibile in segnale classico per le antenne). Dall’altra l’esecutivo ha dato l’estrema unzione al beauty contest (il meccanismo messo a punto dall’ex ministro Romani che regalava ulteriore capacità trasmissiva al Biscione) annunciando un’asta competitiva che si terrà entro 120 giorni.
Oggi il presidente dell’impero televisivo di B. tuona contro Palazzo Chigi dicendo che sono stati fatti fuori per ragioni politiche, ma sa benissimo che il disciplinare di gara, e cioè le regole del bando per l’assegnazione delle frequenze all’asta, sarà scritto da un Agcom sulla quale il Pdl avrà il controllo. Sarà quindi molto difficile leggere un testo che metterà i bastoni fra le ruote a Cologno Monzese.
Il primi a rendersi conto della stortura contenuta nel “Salva Italia” sono stati il commissario Agcom Nicola D’Angelo e il senatore del Pd Luigi Zanda. L’esponente democratico ha anche presentato un emendamento (respinto) in cui chiedeva che fossero cambiati i criteri di nomina alla luce dell’entrata in vigore del decreto governativo. Secondo il parlamentare, il rischio maggiore è che la commissione servizi e prodotti, quella che nello specifico si occupa di televisione, diventi un monocolore azzurro. Tant’è che le frequenze sono solo una delle partite legate alla composizione futura dell’Authority: quella commissione infatti si occupa anche di garantire le norme sull’applicazione della par condicio (in periodo elettorale e non), vigila sulle regole per la tutela dei minori, monitora la rilevazione degli indici d’ascolto delle emittenti. E soprattutto controlla le modalità di distribuzione della pubblicità, settore in cui le aziende di Silvio Berlusconi hanno più di un interesse.
Ma c’è di peggio. come denuncia D’Angelo, compito della nuova Autorità garante sarà anche quello di scrivere le normative della governance di Internet: “Dalle regole d’accesso alla rete telematica alla tutela del diritto d’autore sul web. Strumenti essenziali per la democrazia di oggi”.
Riuscirà una futura Agom ipotecata dal Pdl a garantire libertà, pluralismo e libera concorrenza in televisione e sul web? Difficile crederlo. Soprattutto se si guarda la storia recente di alcuni commissari eletti dal Popolo delle libertà. Come Giancarlo Innocenzi, pizzicato dai magistrati al telefono con Berlusconi mentre gli intima di trovare una soluzione per far chiudere Annozero. Costretto alle dimissioni dopo lo scoppio del Trani-gate, a settembre 2010 i senatori azzurri trovano il suo sostituto: Antonio Martusciello, ex dirigente di Publitalia 80 (concessionaria del gruppo Fininvest), fondatore nel 1994 della sezione napoletana di Forza Italia, da allora parlamentare e più volte al governo. Uno specchiato esempio di imparzialità berlusconiana nella scelta dei componenti dell’autorità di garanzia.
Media & Regime
Frequenze e Agcom, il Pdl prepara il blitz
La nuova autorità sarà sotto il controllo di B.
Grazie a una falla nel decreto “Salva Italia”, gli azzurri verso l’en plein per l’imminente rinnovo dell'agenzia. Sul tavolo il bando per l’asta dei segnali tv, ma l’ex premier rischia di dettare legge anche su par condicio, Internet e pubblicità
Come? Grazie all’articolo 23 del decreto “Salva Italia”, approvato dalle Camere lo scorso dicembre, che prevede la riduzione dei commissari Agcom da otto a quattro, lasciando però inalterati i criteri per la loro nomina. Così se prima ogni parlamentare poteva esprimere il voto indicando due nominativi, “uno per la commissione infrastrutture e reti, l’altro per la commissione servizi e prodotti”, ora potrà votarne, sempre a maggioranza semplice, solo uno. Il risultato è che, escluso il presidente (di nomina governativa), almeno due dei quattro nuovi membri dell’organismo, (per esempio i due della commissione prodotti, quella che si occupa di tv), saranno diretta espressione del gruppo parlamentare più forte, quello del partito di Silvio Berlusconi. Con buona pace dell’assoluta imparzialità, autonomia e indipendenza di giudizio. Regole che, secondo statuto, sono il fondamento stesso dell’Agcom.
Il rinnovo dell’autorità si intreccia con la battaglia di Mediaset e Pdl contro le decisioni del governo: da una parte il duo Passera-Monti con un emendamento ha confermato il tetto europeo di cinque super-frequenze digitali per emittente facendo saltare i nervi a Confalonieri e soci che di multiplex ne hanno già cinque (quattro televisivi più uno dati, ma convertibile in segnale classico per le antenne). Dall’altra l’esecutivo ha dato l’estrema unzione al beauty contest (il meccanismo messo a punto dall’ex ministro Romani che regalava ulteriore capacità trasmissiva al Biscione) annunciando un’asta competitiva che si terrà entro 120 giorni.
Oggi il presidente dell’impero televisivo di B. tuona contro Palazzo Chigi dicendo che sono stati fatti fuori per ragioni politiche, ma sa benissimo che il disciplinare di gara, e cioè le regole del bando per l’assegnazione delle frequenze all’asta, sarà scritto da un Agcom sulla quale il Pdl avrà il controllo. Sarà quindi molto difficile leggere un testo che metterà i bastoni fra le ruote a Cologno Monzese.
Il primi a rendersi conto della stortura contenuta nel “Salva Italia” sono stati il commissario Agcom Nicola D’Angelo e il senatore del Pd Luigi Zanda. L’esponente democratico ha anche presentato un emendamento (respinto) in cui chiedeva che fossero cambiati i criteri di nomina alla luce dell’entrata in vigore del decreto governativo. Secondo il parlamentare, il rischio maggiore è che la commissione servizi e prodotti, quella che nello specifico si occupa di televisione, diventi un monocolore azzurro. Tant’è che le frequenze sono solo una delle partite legate alla composizione futura dell’Authority: quella commissione infatti si occupa anche di garantire le norme sull’applicazione della par condicio (in periodo elettorale e non), vigila sulle regole per la tutela dei minori, monitora la rilevazione degli indici d’ascolto delle emittenti. E soprattutto controlla le modalità di distribuzione della pubblicità, settore in cui le aziende di Silvio Berlusconi hanno più di un interesse.
Ma c’è di peggio. come denuncia D’Angelo, compito della nuova Autorità garante sarà anche quello di scrivere le normative della governance di Internet: “Dalle regole d’accesso alla rete telematica alla tutela del diritto d’autore sul web. Strumenti essenziali per la democrazia di oggi”.
Riuscirà una futura Agom ipotecata dal Pdl a garantire libertà, pluralismo e libera concorrenza in televisione e sul web? Difficile crederlo. Soprattutto se si guarda la storia recente di alcuni commissari eletti dal Popolo delle libertà. Come Giancarlo Innocenzi, pizzicato dai magistrati al telefono con Berlusconi mentre gli intima di trovare una soluzione per far chiudere Annozero. Costretto alle dimissioni dopo lo scoppio del Trani-gate, a settembre 2010 i senatori azzurri trovano il suo sostituto: Antonio Martusciello, ex dirigente di Publitalia 80 (concessionaria del gruppo Fininvest), fondatore nel 1994 della sezione napoletana di Forza Italia, da allora parlamentare e più volte al governo. Uno specchiato esempio di imparzialità berlusconiana nella scelta dei componenti dell’autorità di garanzia.
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(Adnkronos) - Serie di attacchi aerei di Israele nella Striscia di Gaza, ripresi nella notte su ordine di Benjamin Netanyahu, che ha ordinato "la ripresa della guerra" contro Hamas, dopo che gli sforzi per estendere il cessate il fuoco sono falliti. Il bilancio delle vittime continua a salire. Secondo il direttore del ministero della Sanità della Striscia, Mohammed Zaqout, i morti sono saliti "ad almeno 330, per la maggior parte donne e bambini palestinesi, mentre i feriti sono centinaia"
Secondo quanto appreso dall'Afp da due fonti del movimento di resistenza islamico, tra le vittime c'è anche il generale di divisione Mahmoud Abu Watfa, che era a capo del ministero dell'Interno del governo di Hamas.
L'ufficio del primo ministro Netanyahu ha dichiarato che lui e il ministro della Difesa Israel Katz hanno dato istruzioni alle Forze di Difesa Israeliane (Idf) di intraprendere “un'azione forte contro l'organizzazione terroristica di Hamas” nella Striscia di Gaza. “Questo fa seguito al ripetuto rifiuto di Hamas di rilasciare i nostri ostaggi, così come al suo rifiuto di tutte le proposte ricevute dall'inviato presidenziale statunitense Steve Witkoff e dai mediatori”, ha dichiarato l'ufficio di Netanyahu in un post su X. “Israele, d'ora in poi, agirà contro Hamas con una forza militare crescente”, ha dichiarato l'ufficio di Netanyahu in una dichiarazione riportata dal Times of Israel, aggiungendo che i piani per la ripresa delle operazioni militari sono stati approvati la scorsa settimana dalla leadership politica.
Israele continuerà a combattere a Gaza "fino a quando gli ostaggi non saranno tornati a casa e non saranno stati raggiunti tutti gli obiettivi", ha affermato Katz.
La Casa Bianca dal canto suo ha confermato che Israele ha consultato l'amministrazione americana prima di lanciare la nuova ondata di raid. "Hamas avrebbe potuto rilasciare gli ostaggi per estendere il cessate il fuoco, invece ha scelto il rifiuto e la guerra", ha detto il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, Brian Hughes, al Times of Israel, dopo la ripresa dei raid israeliani contro la Striscia di Gaza.
Dal canto suo Hamas ha dichiarato che Netanyahu, con la sua decisione di "riprendere la guerra", "ha condannato a morte gli ostaggi" che si trovano ancora a Gaza. "Netanyahu e il suo governo estremista hanno deciso di sabotare l'accordo di cessate il fuoco - accusa il movimento in una nota - La decisione di Netanyahu di riprendere la guerra è la decisione di sacrificare i prigionieri dell'occupazione e di imporre loro la condanna a morte”. Hamas denuncia poi che il premier israeliano continua a usare la guerra a Gaza come "una scialuppa di salvataggio" per distrarre dalla crisi politica interna.
Hamas ha quindi esortato i mediatori internazionali a “ritenere l'occupazione israeliana pienamente responsabile della violazione dell'accordo” e ha sottolineato la necessità di “fermare immediatamente l'aggressione”.
Il cessate il fuoco era rimasto in vigore per circa due settimane e mezzo dopo la conclusione della prima fase, mentre i mediatori lavoravano per mediare nuovi termini per l'estensione della tregua. Hamas ha insistito per attenersi ai termini originali dell'accordo, che sarebbe dovuto entrare in vigore nella sua seconda fase all'inizio del mese. Questa fase prevedeva che Israele si ritirasse completamente da Gaza e accettasse di porre fine definitivamente alla guerra in cambio del rilascio degli ostaggi ancora in vita. Sebbene Israele abbia firmato l'accordo, Netanyahu ha insistito a lungo sul fatto che Israele non porrà fine alla guerra fino a quando le capacità militari e di governo di Hamas non saranno state distrutte. Di conseguenza, Israele ha rifiutato anche solo di tenere colloqui sui termini della fase due, che avrebbe dovuto iniziare il 3 febbraio.
Gli Houthi dello Yemen "condannano la ripresa dell'aggressione del nemico sionista contro la Striscia di Gaza". "I palestinesi non verranno lasciati soli in questa battaglia e lo Yemen continuerà con il suo sostegno e la sua assistenza e intensificherà il confronto", minaccia il Consiglio politico supremo degli Houthi, che da anni l'Iran è accusato di sostenere, come riportano le tv satellitari arabe.
Genova, 18 mar. (Adnkronos) - Tragedia nella notte a Genova in via Galliano, nel quartiere di Sestri Ponente, dove un ragazzo di 29 anni è morto in un incendio nell'appartamento in cui abitava. L'incendio ha coinvolto 15 persone di cui quattro rimaste ferite, la più grave la madre del 29enne, ricoverata in codice rosso al San Martino. Altre tre persone sono state ricoverate in codice giallo all'ospedale di Villa Scassi. Sul posto la polizia che indaga sulla dinamica.
Dalle prime informazioni si sarebbe trattato di un gesto volontario del giovane che si sarebbe dato fuoco.
Milano, 17 mar. (Adnkronos Salute) - Bergamo, 18 marzo 2020: una lunga colonna di camion militari sfila nella notte. Sono una decina in una città spettrale, le strade svuotate dal lockdown decretato ormai in tutta Italia per provare ad arginare i contagi. A bordo di ciascun veicolo ci sono le bare delle vittime di un virus prima di allora sconosciuto, Sars-CoV-2, in uscita dal Cimitero monumentale.
Quell'immagine - dalla città divenuta uno degli epicentri della prima, tragica ondata di Covid - farà il giro del mondo diventando uno dei simboli iconici della pandemia. Il convoglio imboccava la circonvallazione direzione autostrada, per raggiungere le città italiane che in quei giorni drammatici accettarono di accogliere i defunti destinati alla cremazione. Gli impianti orobici non bastavano più, i morti erano troppi. Sono passati 5 anni da quegli scatti che hanno sconvolto l'Italia, un anniversario tondo che si celebrerà domani. Perché il 18 marzo, il giorno delle bare di Bergamo, è diventato la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell'epidemia di coronavirus.
La ricorrenza, istituita il 17 marzo 2021, verrà onorata anche quest'anno. I vescovi della regione hanno annunciato che "le campane di tutti i campanili della Lombardia" suoneranno "a lutto alle 12 di martedì 18 marzo" per "invitare al ricordo, alla preghiera e alla speranza". "A 5 anni dalla fase più acuta della pandemia continuiamo a pregare e a invitare a pregare per i morti e per le famiglie", e "perché tutti possiamo trovare buone ragioni per superare la sofferenza senza dimenticare la lezione di quella tragedia". A Bergamo il punto di partenza delle celebrazioni previste per domani sarà sempre lo stesso: il Cimitero Monumentale, la chiesa di Ognissanti. Si torna dove partirono i camion, per non dimenticare. Esattamente 2 mesi fa, il Comune si era ritrovato a dover precisare numeri e destinazioni di quei veicoli militari con il loro triste carico, ferita mai chiusa, per sgombrare il campo da qualunque eventuale revisione storica. I camion che quel 18 marzo 2020 partirono dal cimitero di Bergamo furono 8 "con 73 persone, divisi in tre carovane: una verso Bologna con 34 defunti, una verso Modena con 31 defunti e una a Varese con 8 defunti".
E la cerimonia dei 5 anni, alla quale sarà presente il ministro per le Disabilità Alessandra Locatelli, sarà ispirata proprio al tema della memoria e a quello della 'scoperta'. La memoria, ha spiegato nei giorni scorsi l'amministrazione comunale di Bergamo, "come atto necessario per onorare e rispettare chi non c'è più e quanto vissuto". La scoperta "come necessità di rielaborare, in una dimensione di comunità la più ampia possibile, l'esperienza collettiva e individuale che il Covid ha rappresentato".
Quest'anno è stato progettato un percorso che attraversa "tre luoghi particolarmente significativi per la città": oltre al Cimitero monumentale, Palazzo Frizzoni che ospiterà il racconto dei cittadini con le testimonianze raccolte in un podcast e il Bosco della Memoria (Parco della Trucca) che esalterà "le parole delle giovani generazioni attraverso un'azione di memoria". La Chiesa di Ognissanti sarà svuotata dai banchi "per rievocare la stessa situazione che nel 2020 la vide trasformata in una camera mortuaria". Installazioni, mostre fotografiche, momenti di ascolto e partecipazione attiva, sono le iniziative scelte per ricordare. Perché la memoria, come evidenziato nella presentazione della Giornata, "è la base per ricostruire".
Kiev, 17 mar. (Adnkronos) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato su X di aver parlato con il presidente francese Emmanuel Macron: "Come sempre scrive - è stata una conversazione molto costruttiva. Abbiamo discusso i risultati dell'incontro online dei leader svoltosi sabato. La coalizione di paesi disposti a collaborare con noi per realizzare una pace giusta e duratura sta crescendo. Questo è molto importante".
"L'Ucraina è pronta per un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni - ha ribadito Zelensky - Tuttavia, per la sua attuazione, la Russia deve smettere di porre condizioni. Ne abbiamo parlato anche con il Presidente Macron. Inoltre, abbiamo parlato del lavoro dei nostri team nel formulare chiare garanzie di sicurezza. La posizione della Francia su questa questione è molto specifica e la sosteniamo pienamente. Continuiamo a lavorare e a coordinare i prossimi passi e contatti con i nostri partner. Grazie per tutti gli sforzi fatti per raggiungere la pace il prima possibile".
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - il presidente americano Donald Trump ha dichiarato ai giornalisti che il leader cinese Xi Jinping visiterà presto Washington, a causa delle crescenti tensioni commerciali tra le due maggiori economie mondiali. Lo riporta Newsweek. "Xi e i suoi alti funzionari" arriveranno in un "futuro non troppo lontano", ha affermato Trump.
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo quanto riferito su X dal giornalista del The Economist, Shashank Joshi, l'amministrazione Trump starebbe valutando la possibilità di riconoscere la Crimea ucraina come parte del territorio russo, nell'ambito di un possibile accordo per porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina.
"Secondo due persone a conoscenza della questione, l'amministrazione Trump sta valutando di riconoscere la regione ucraina della Crimea come territorio russo come parte di un eventuale accordo futuro per porre fine alla guerra di Mosca contro Kiev", si legge nel post del giornalista.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo un sondaggio della televisione israeliana Channel 12, il 46% degli israeliani non è favorevole al licenziamento del capo dello Shin Bet, Ronen Bar, da parte del primo ministro Benjamin Netanyahu, rispetto al 31% che sostiene la sua rimozione. Il risultato contrasta con il 64% che, in un sondaggio di due settimane fa, sosteneva che Bar avrebbe dovuto dimettersi, e con il 18% che sosteneva il contrario.