La borsa di Milano chiude il lunedì nero con una perdite del 3,8%. E’ la peggiore d’Europa, in una giornata in cui tutte le piazze del Vecchio continente hanno fortemente risentito del timore per il successo del socialista Francois Hollande in Francia, che se confermato al ballottaggio, finirà per modificare gli equilibri europei, attualmente tarati sull’asse Merkel-Sarkozy. Altro elemento destabilizzante, la crisi di governo olandese. L’indice Ftse Mib ha segnato un -3,83% a 13.849 punti, con lo spread ritornato a livelli guardia intorno a quota 410 punti. In un listino principale segnato da forti perdite, le vendite si sono concentrate sui bancari e gli industriali. Maglia nera ad St, in attesa dei conti. Fuori dal Ftse Mib, contrastati i titoli della galassia Ligresti.
In netta flessione anche Francoforte (-3,41%); in rosso Amsterdam (-2,83%) che risente dell’incertezza politica, male Londra (-2,1%). Si adeguano ai ribassi le piazze di Lisbona (-1,94%) e Madrid (-3%). Principale “accusato” della giornata di incertezza finanziaria, appunto, è il successo socialista in Francia, che rischia di spostare gli equilibri europei. A margine di un’audizione alla Camera, il viceministro dell’Economia Vittorio Grilli ha respinto l’ipotesi che il nuovo aumento dello spread italiano sia dovuto a una sfiducia verso il nostro Paese: “I mercati sono volatili ma non perché non si fidano di noi”, ha detto. Le borse sembrano invece aver snobbato la decisione del G20 di ampliare le risorse a disposizione del Fmi per far fronte alla crisi europea.
Il Cac 40, l’indice dei titoli guida parigino, perde il 2,71%. Male i bancari, con Societè Generale e Bnp Paribas tra i peggiori del listino. Intanto già all’avvio delle contrattazioni gli Oat a dieci anni hanno visto schizzare i rendimenti al 3,15%. Mentre lo spread nei confronti dei Bund tedeschi si è avvicinato pericolosamente ai 150 punti base. In entrambi i casi siamo ai massimi dall’inizio dell’anno, anche se non ancora ai livelli del novembre scorso, quando lo spread Oat-Bund aveva raggiunto addirittura i 200 pb. Da sottolineare: fino a meno di un anno fa il divario tra i rendimenti dei bond dei due Paesi era praticamente pari a zero.
A determinare questa situazione in Francia ci sono anche altri fattori e non solo la competizione elettorale. Insomma, i timori per i Paesi periferici dell’euro (Spagna in pole position) e anche le incertezze relative alla crisi di Governo nei Paesi Bassi, un altro Stato che, al pari della Francia, potrebbe perdere presto la tripla A per i suoi bond . Ma a detta di tutti gli operatori finanziari, la paura di una svolta a sinistra in Francia sarebbe la ragione principale delle tensioni odierne. Che influenza negativamente anche le altre Borse europee, Piazza Affari compressa. “Con la vittoria di Hollande – osserva Markus Huber, analista di Etx Capital – Angela Merkel perderebbe il suo principale alleato nella gestione del debito europeo”. E, in ogni caso, aggiunge che “in nessuno dei programmi economici dei due rivali del ballottaggio, Hollande e Sarkozy, vediamo misure concrete che possano davvero sostenere la competitività e la crescita economica in Francia”. Proprio una settimana fa una filiale di Deutsche Boerse ha introdotto un future sui bond francesi. Si tratta di una première dai lontani anni Novanta. Che accrescerebbe la volatilità sul mercato dei titoli di Stato emessi da Parigi. E la speculazione, evidente negli scambi delle ultime ore.