Doveva essere il mezzo del futuro per una città lanciata nella corsa verso la velocità degli spostamenti e la mobilità sostenibile. Oggi del Civis, il bestione da 18 metri che doveva attraversare Bologna guidato automaticamente da una telecamera, rimane solo una viabilità sconvolta e tanti disagi per i pedoni, i ciclisti e le auto.
Tutto accade in alcune delle arterie più importanti per il traffico cittadino. “Doveva arrivare dal centro cittadino alla vicina San Lazzaro di Savena alla velocità della luce, ma forse non si erano accorti che quel gigantesco tram non sarebbe potuto passare sopra gli altri mezzi che già circolavano per le strade”, spiega Maddalena Piccolo, presidente dell’associazione l’altrainformazione che per anni, tra il 2004 e il 2011 quando l’opera è andata in soffitta, ha lottato perché quel mezzo non partisse.
Via Marconi e via Irnerio sono due strade fondamentali per il traffico intorno al centro storico del capoluogo emiliano. Per far passare il Civis, questo tram su gomma la cui vicenda è passata dai grandi annunci direttamente alle aule giudiziarie per una gara d’appalto pilotata, le due strade cittadine sono state sconvolte nella loro viabilità. Il tutto principalmente per costruire le banchine su cui dovevano essere poste le fermate del “rivoluzionario” mezzo di trasporto. Banchine alte, strette, e per di più in mezzo alla carreggiata, tanto che per raggiungerle bisogna seguire percorsi tortuosi oppure rischiare un attraversamento stradale che mette a rischio l’incolumità stessa di chi vorrebbe raggiungere il proprio bus.
Sì, perché oggi che i 49 esemplari di Civis “dormono” in un deposito alla periferia della città, a servirsi di queste pericolose fermate sono i tradizionali autobus urbani. Per salire a bordo bisogna fare letteralmente un balzo (spiegatelo alle tante vecchiette bolognesi) ed evitare di cadere nell’intercapedine che si crea tra l’ingresso del mezzo e il gradino alto 30 centimetri della banchina.
Inoltre, se ci si trova dall’altro lato della strada e si vede arrivare il proprio mezzo, in molti casi bisogna cercare delle strisce pedonali, non sempre vicine, per poi raggiungere un altro attraversamento dedicato che porta finalmente sulla banchina. Così spesso, per fare più in fretta e non perdere il bus, c’è chi decide di “tagliare corto” e raggiungere direttamente la banchina frontalmente, mettendo a rischio la propria incolumità. Per non parlare dei rischi per i ciclisti. Sulle stradine laterali create per il traffico privato (mentre bus e taxi corrono sulla corsia centrale che sarebbe dovuta essere del Civis) nel traffico dei normali giorni feriali una bicicletta riesce a transitare a malapena, stretta tra le auto e il marciapiede.
Intanto mentre i cittadini “godranno” per sempre di questa eredità di un tram mai partito, il caso Civis continua nelle aule giudiziarie. Proprio in questi giorni il tribunale del riesame di Bologna ha confermato come tutto l’iter che ha portato a questa opera abortita sia stato fortemente viziato da molte irregolarità. Per la vicenda risultano indagati l’ex sindaco, Giorgio Guazzaloca, sotto il cui mandato il Civis prese forma (ma la posizione giudiziaria dell’ex primo cittadino sembra essersi alleggerita), i vertici di Atc, l’allora azienda dei trasporti cittadina, Irisbus e Ccc, queste ultime titolari dell’appalto. Ieri, nelle motivazioni della sentenza che ha rigettato un sequestro a carico dell’ex numero uno di Atc, Maurizio Agostini, sebbene i giudici del riesame dicano che non ci sono le prove di una corruzione del dirigente, non lasciano invece dubbi sulle procedure per l’assegnazione dell’appalto. I giudici osservano come le “ripetute e continue violazioni riscontrate durante la procedura non possono trovare altra spiegazione se non nella ferma e ostinata volontà dei vertici di Atc di garantire l’assegnazione all’Ati Irisbus-Ccc”.
I meravigliosi risultati di queste violazioni sono sotto gli occhi di tutti bolognesi.
Emilia Romagna
L’eredità del Civis: inchieste, milioni buttati via e una viabilità stravolta (video)
Le banchine in mezzo alla carreggiata vietate ai disabili. I cantieri aperti e chiusi. Strade che non sono più percorribili. Tutti i guai che l'autobus a lettura ottica ha lasciato da Bologna a San Lazzaro di Savena. Senza contare gli investimenti e i 49 mezzi già acquistati e destinati a "invecchiare" in un deposito
Tutto accade in alcune delle arterie più importanti per il traffico cittadino. “Doveva arrivare dal centro cittadino alla vicina San Lazzaro di Savena alla velocità della luce, ma forse non si erano accorti che quel gigantesco tram non sarebbe potuto passare sopra gli altri mezzi che già circolavano per le strade”, spiega Maddalena Piccolo, presidente dell’associazione l’altrainformazione che per anni, tra il 2004 e il 2011 quando l’opera è andata in soffitta, ha lottato perché quel mezzo non partisse.
Via Marconi e via Irnerio sono due strade fondamentali per il traffico intorno al centro storico del capoluogo emiliano. Per far passare il Civis, questo tram su gomma la cui vicenda è passata dai grandi annunci direttamente alle aule giudiziarie per una gara d’appalto pilotata, le due strade cittadine sono state sconvolte nella loro viabilità. Il tutto principalmente per costruire le banchine su cui dovevano essere poste le fermate del “rivoluzionario” mezzo di trasporto. Banchine alte, strette, e per di più in mezzo alla carreggiata, tanto che per raggiungerle bisogna seguire percorsi tortuosi oppure rischiare un attraversamento stradale che mette a rischio l’incolumità stessa di chi vorrebbe raggiungere il proprio bus.
Sì, perché oggi che i 49 esemplari di Civis “dormono” in un deposito alla periferia della città, a servirsi di queste pericolose fermate sono i tradizionali autobus urbani. Per salire a bordo bisogna fare letteralmente un balzo (spiegatelo alle tante vecchiette bolognesi) ed evitare di cadere nell’intercapedine che si crea tra l’ingresso del mezzo e il gradino alto 30 centimetri della banchina.
Inoltre, se ci si trova dall’altro lato della strada e si vede arrivare il proprio mezzo, in molti casi bisogna cercare delle strisce pedonali, non sempre vicine, per poi raggiungere un altro attraversamento dedicato che porta finalmente sulla banchina. Così spesso, per fare più in fretta e non perdere il bus, c’è chi decide di “tagliare corto” e raggiungere direttamente la banchina frontalmente, mettendo a rischio la propria incolumità. Per non parlare dei rischi per i ciclisti. Sulle stradine laterali create per il traffico privato (mentre bus e taxi corrono sulla corsia centrale che sarebbe dovuta essere del Civis) nel traffico dei normali giorni feriali una bicicletta riesce a transitare a malapena, stretta tra le auto e il marciapiede.
Intanto mentre i cittadini “godranno” per sempre di questa eredità di un tram mai partito, il caso Civis continua nelle aule giudiziarie. Proprio in questi giorni il tribunale del riesame di Bologna ha confermato come tutto l’iter che ha portato a questa opera abortita sia stato fortemente viziato da molte irregolarità. Per la vicenda risultano indagati l’ex sindaco, Giorgio Guazzaloca, sotto il cui mandato il Civis prese forma (ma la posizione giudiziaria dell’ex primo cittadino sembra essersi alleggerita), i vertici di Atc, l’allora azienda dei trasporti cittadina, Irisbus e Ccc, queste ultime titolari dell’appalto. Ieri, nelle motivazioni della sentenza che ha rigettato un sequestro a carico dell’ex numero uno di Atc, Maurizio Agostini, sebbene i giudici del riesame dicano che non ci sono le prove di una corruzione del dirigente, non lasciano invece dubbi sulle procedure per l’assegnazione dell’appalto. I giudici osservano come le “ripetute e continue violazioni riscontrate durante la procedura non possono trovare altra spiegazione se non nella ferma e ostinata volontà dei vertici di Atc di garantire l’assegnazione all’Ati Irisbus-Ccc”.
I meravigliosi risultati di queste violazioni sono sotto gli occhi di tutti bolognesi.
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Kiev, 17 mar. (Adnkronos) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato su X di aver parlato con il presidente francese Emmanuel Macron: "Come sempre scrive - è stata una conversazione molto costruttiva. Abbiamo discusso i risultati dell'incontro online dei leader svoltosi sabato. La coalizione di paesi disposti a collaborare con noi per realizzare una pace giusta e duratura sta crescendo. Questo è molto importante".
"L'Ucraina è pronta per un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni - ha ribadito Zelensky - Tuttavia, per la sua attuazione, la Russia deve smettere di porre condizioni. Ne abbiamo parlato anche con il Presidente Macron. Inoltre, abbiamo parlato del lavoro dei nostri team nel formulare chiare garanzie di sicurezza. La posizione della Francia su questa questione è molto specifica e la sosteniamo pienamente. Continuiamo a lavorare e a coordinare i prossimi passi e contatti con i nostri partner. Grazie per tutti gli sforzi fatti per raggiungere la pace il prima possibile".
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - il presidente americano Donald Trump ha dichiarato ai giornalisti che il leader cinese Xi Jinping visiterà presto Washington, a causa delle crescenti tensioni commerciali tra le due maggiori economie mondiali. Lo riporta Newsweek. "Xi e i suoi alti funzionari" arriveranno in un "futuro non troppo lontano", ha affermato Trump.
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo quanto riferito su X dal giornalista del The Economist, Shashank Joshi, l'amministrazione Trump starebbe valutando la possibilità di riconoscere la Crimea ucraina come parte del territorio russo, nell'ambito di un possibile accordo per porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina.
"Secondo due persone a conoscenza della questione, l'amministrazione Trump sta valutando di riconoscere la regione ucraina della Crimea come territorio russo come parte di un eventuale accordo futuro per porre fine alla guerra di Mosca contro Kiev", si legge nel post del giornalista.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo un sondaggio della televisione israeliana Channel 12, il 46% degli israeliani non è favorevole al licenziamento del capo dello Shin Bet, Ronen Bar, da parte del primo ministro Benjamin Netanyahu, rispetto al 31% che sostiene la sua rimozione. Il risultato contrasta con il 64% che, in un sondaggio di due settimane fa, sosteneva che Bar avrebbe dovuto dimettersi, e con il 18% che sosteneva il contrario.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Il ministero della Salute libanese ha dichiarato che almeno sette persone sono state uccise e 52 ferite negli scontri scoppiati la scorsa notte al confine con la Siria. "Gli sviluppi degli ultimi due giorni al confine tra Libano e Siria hanno portato alla morte di sette cittadini e al ferimento di altri 52", ha affermato l'unità di emergenza del ministero della Salute.
Beirut, 17 mar. (Adnkronos/Afp) - Hamas si starebbe preparando per un nuovo raid, come quello del 7 ottobre 2023, penetrando ancora una volta in Israele. Lo sostiene l'israeliano Channel 12, in un rapporto senza fonti che sarebbe stato approvato per la pubblicazione dalla censura militare. Il rapporto afferma inoltre che Israele ha riscontrato un “forte aumento” negli sforzi di Hamas per portare a termine attacchi contro i kibbutz e le comunità al confine con Gaza e contro le truppe dell’Idf di stanza all’interno di Gaza.
Cita inoltre il ministro della Difesa Israel Katz, che ha detto di recente ai residenti delle comunità vicine a Gaza: "Hamas ha subito un duro colpo, ma non è stato sconfitto. Ci sono sforzi in corso per la sua ripresa. Hamas si sta costantemente preparando a effettuare un nuovo raid in Israele, simile al 7 ottobre". Il servizio televisivo arriva un giorno dopo che il parlamentare dell'opposizione Gadi Eisenkot, ex capo delle Idf, e altri legislatori dell'opposizione avevano lanciato l'allarme su una preoccupante recrudescenza dei gruppi terroristici di Gaza.
"Negli ultimi giorni, siamo stati informati che il potere militare di Hamas e della Jihad islamica palestinese è stato ripristinato, al punto che Hamas ha oltre 25.000 terroristi armati, mentre la Jihad ne ha oltre 5.000", hanno scritto i parlamentari, tutti membri del Comitato per gli affari esteri e la difesa.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos/Afp) - L'attacco israeliano nei pressi della città di Daraa, nel sud della Siria, ha ucciso due persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale siriana Sana.
"Due civili sono morti e altri 19 sono rimasti feriti in attacchi aerei israeliani alla periferia della città di Daraa", ha affermato l'agenzia di stampa, mentre l'esercito israeliano ha affermato di aver preso di mira "centri di comando e siti militari appartenenti al vecchio regime siriano".