‘”Sergio De Gregorio negoziò con Berlusconi l’incarico di presidente della commissione Difesa del Senato”. Ha raccontato anche questo l’ex direttore dell’Avanti, Valter Lavitola, nel corso del lungo interrogatorio investigativo reso lo scorso 25 aprile ai pm di Napoli Francesco Curcio, Vincenzo Piscitelli e Henry John Woodcock. L’episodio, riferisce Lavitola che è stato latitante per mesi prima di decidere di rientrare in Italia, risale ai giorni immediatamente successivi all’elezione di De Gregorio al Senato nella lista dell’Italia dei Valori. A presidente della Commissione Difesa, afferma il giornalista, “era stata candidata dalla sinistra una senatrice, notoriamente pacifista, di cui non ricordo il nome, ed era uscito anche sui giornali che gran parte, diciamo così, delle Forze Armate erano contrarie a questa cosa”.
Nel frattempo, prosegue Lavitola, De Gregorio “che è uno intraprendente, che mica aspettava me per fare le cose, si era già messo in contatto con alcuni del gruppo di Forza Italia, dell’epoca, e precisamente, non perché ora è morto, pace all’anima sua, e quindi non può dirlo, con il senatore Comincioli, Romano Comincioli, se non sbaglio, il quale era uno dei fedelissimi del presidente Berlusconi, e andò a negoziarsi la nomina a presidente della commissione Difesa… De Gregorio votò con il centro destra e fu eletto presidente alla Commissione Difesa, ed in quel caso sicuramente io, ma ritengo anche il senatore Comincioli, gli creammo un link con il presidente Berlusconi, link che poi fu determinante per il suo passaggio a Forza Italia”.
De Gregorio, chiarisce Lavitola, votò dunque con il centro destra. Al pm che gli chiede che cosa ottenne in cambio il senatore, Lavitola risponde: “De Gregorio disse a Berlusconi che lui non intendeva entrare in Forza Italia ma intendeva fare un suo movimento politico soprattutto all’estero, per fare…, eccetera, eccetera, e che aveva ovviamente necessità di sostegno; il presidente gli disse: non ti preoccupare, non ci sono problemi; ma non si entrò nei dettagli”.
Lavitola parla anche del dossier sulla presunta casa monegasca di Gianfranco Fini. Non in cambio di denaro, ma “per mantenere un rapporto di carattere politico con il presidente Berlusconi”. L’obiettivo dell’imprenditore era quello di riuscire a ritagliarsi “uno spazio politico” nel partito dell’ex premier. “Rispetto alla vicenda Fini, tenga presente che in questo caso penso che non ci sia nessuna ipotesi di andare a verificare che abbiamo avuto pagamenti in epoche successive e, quindi, sicuramente no… ho puntato, per quanto riguarda Fini, sempre all’ennesimo obiettivo io ho cercato di fare di tutto in quegli, in questi anni per mantenere, come si vede dalle intercettazioni, per mantenere con il presidente Berlusconi un rapporto di carattere politico… rispetto a questa cosa di Fini, come ho detto più volte l’obiettivo più che la ricompensa era quello di riuscire a ritagliarmi uno spazio politico all’interno del, del… soprattutto del partito, io ho tentato col Parlamento, non ci sono riuscito, ho tentato con il Governo, non ci sono riuscito, volevo tentare di andare al partito e neanche ci sono riuscito, quella era la, diciamo così, la ricompensa di cui le parlavo”.
Lavitola racconta anche un altro episodio. L’ex presidente del Consiglio promise di costruire un ospedale a Panama se alcune imprese italiane si fossero aggiudicate l’appalto per la costruzione della metropolitana; per settimane i giornali panamensi ne parlarono, ma l’ospedale non fu mai costruito e il presidente Martinelli fece una figuraccia: “L’Italia doveva fornire prima due cose, ovverosia l’accordo a trattare a doppia tributazione e le navi, peraltro queste navi erano vecchie navi che poi sono state rimesse in lifting da Finmeccanica che ha speso credo dieci, quindici milioni, una cosa del genere; la terza cosa, siccome c’era una gara per la metropolitana, alla quale partecipavano delle aziende italiane” come “Astaldi, Impregilo”. Secondo Lavitola “queste ditte promisero al governo di Panama: se noi facciamo la metropolitana ti costruiamo un ospedale; Berlusconi con la sua solita verve è andato dal palco ha detto che lui anche regalava l’ospedale, dove si realizzava, nella provincia di Veraqua che è la provincia di origine del presidente Martinelli e tutti i giornali di Panama riportarono per settimane che Berlusconi regalava l’ospedale a Veraqua, un ospedale pediatrico in una zona poverissima; siccome nel piano… a seguito di questa cosa, nel piano ospedali fatto dal governo di Panama non hanno previsto l’ospedale pediatrico a Veraqua, provincia di origine del presidente Martinelli il quale si è fatto… ha fatto una figuraccia ovviamente per questa cosa”.