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Ddl Anticorruzione, il governo dice no all’emendamento “cancella Ruby”

La proposta di modifica puntava a cambiare il reato di concussione che avrebbe avuto conseguenze sul processo di Milano. Il Pdl contro il ministro, anche perché su molti temi l'esecutivo si è rimesso all'Aula: "Mai visto un governo che non prende posizione così tante volte"

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Il ministro della Giustizia Paola Severino dà parere negativo all’emendamento di Francesco Paolo Sisto (Pdl) al disegno di legge Anticorruzione che punta a cambiare il reato di concussione prevedendo che ci debba essere sempre “un’utilità patrimoniale”. Modifica questa che avrebbe potuto avere conseguenze sul processo Ruby.

In precedenza, peraltro, il Popolo della Libertà si era lamentato perché, a suo dire, il governo si era rimesso all’Aula troppe volte, non prendendo posizione: “Mai visto un governo che si rimetta all’Aula su un numero così ampio di emendamenti” aveva commentato Enrico Costa, deputato componente della commissione Giustizia della Camera. L’esecutivo così si è rimesso alle decisioni della commissione. Di fatto su un tema come questo è possibile che, in questo modo, passino emendamenti del Pd sostenuti da Terzo Polo, Idv, che hanno posizioni simili su questi temi ma è più difficile che vengano approvati quelli del Pdl.

Sull’emendamento di Sisto, invece, il governo si è pronunciato e lo ha fatto in senso negativo: “Il ddl anticorruzione non deve diventare uno strumento di percussione per cittadini e, in un momento come questo, per gli imprenditori – commenta il deputato Pdl – Quando si discute della libertà personale, della determinatezza delle norme penali, della possibilità di sequestrare beni prima di una qualsiasi sentenza, bisogna essere non cauti, di più. E, soprattutto bisogna avere il rigore e la saggezza di sottrarsi alle emotività di piazza, troppo spesso utilizzate per guadagnare consensi politici occasionali. Il legislatore deve avere il ‘baricentro’ basso, stabile nella difesa dei principi, severo con chi sbaglia, bene attento ad evitare che l’innocente corra il rischio di essere condannato”. “Temi – continua Sisto – che possono apparire facilmente condivisibili, ma che oggi in Commissione Giustizia alcune parti politiche, ovvero Fli, Idv ed una parte del Pd, volevano cancellare, con un superficiale ‘giacobinismo’. Non è presentandosi al Paese con le ‘corde pendenti’ dell’impiccagione che si adempie al dovere di essere buoni parlamentari. La diretta interlocuzione con il ministro Severino non ha consentito al Pdl di recuperare la pur auspicata disponibilità del Guardasigilli a modificare taluni orientamenti in linea con gli emendamenti da noi formulati. E sia chiaro: sui fondamentali del diritto non sono consentite transazioni”.

E dunque, chiedono i giornalisti al ministro Severino, il ddl anticorruzione rischia? “Non escludo ci sia un problema di questo tipo – risponde il Guardasigilli – ma la posizione del governo è quella di volere fortemente la lotta alla corruzione e certe modifiche sono necessarie”. Sull’ipotesi di porre la fiducia sul disegno di legge la Severino risponde invece di non averne ancora discusso nel governo e tra i ministri. ”Per quanto riguarda le fattispecie di reato sono aperta a tutte le modifiche migliorative”, aggiunge il ministro, ma “vi sono dei punti, su cui la piramide è costruita, che devono restare fermi altrimenti l’edificio traballa”. 

Il governo ha dato parere negativo anche alle modifiche su prescrizione e autoriciclaggio: “Ho ritenuto che non fosse questa la sede per modifiche” perchè “serve una normativa generale e spezzettarne la trattazione non mi sembrava coerente con l’ordine delle cose”. L’ipotesi del ministro per l’autoriciclaggio è infatti quella di prevederla come aggravante di reati contro il patrimonio. Il ministro ha anche sottolineato che sul fronte delle pene “credo ci sia un margine di suscettibilità nel valutare i minimi e i massimi” e per questo si è rimessa alla Commissione ma c’è comunque un paletto per quanto riguarda il tetto delle pene massime che per il ministro non va abbassato.

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