Jamie Dimon era considerato il mago di Wall Street, che aveva guidato JP Morgan fuori dalla crisi del 2008 a testa alta, mentre le altre banche erano costrette a chiedere soldi pubblici per sopravvivere. Ma l’alta finanza è un terreno insidioso, anche per i più abili. Lo conferma la maxi perdita da almeno 2,3 miliardi di dollari annunciata dall’istituto nei giorni scorsi, dovuta a scommesse azzardate su derivati. E’ iniziata così la ritirata dei manager che hanno ordinato le scommesse spregiudicate, a partire dalle dimissioni del responsabile degli investimenti della società. Non solo. Cigola perfino la sedia di Dimon, amministratore delegato e presidente dell’istituto, che rischia di perdere il ruolo di presidente e un taglio dello stipendio d’oro da 23 milioni di dollari all’anno, grazie al quale è diventato il manager più pagato di Wall Street. Una prima verifica è attesa proprio oggi, in occasione dell’incontro annuale degli azionisti di JP Morgan, che avranno l’opportunità di chiedere chiarimenti per il buco miliardario e lamentarsi per il crollo del titolo negli ultimi giorni.
Insomma, sono ore di grande apprensionealla Casa Bianca. Da una parte i guai dell’Eurozona, visti sempre più come una minaccia per gli Stati Uniti. Dall’altra il terremoto causato dalle inattese perdite di JpMorgan. Nell’entourage presidenziale si parla di un Barack Obama costantemente informato su ciò che accade a Bruxelles, dove è in corso l’ennesima riunione d’emergenza dell’Eurogruppo, e letteralmente infuriato per le resistenze che repubblicani e lobbisti ancora oppongono alla piena attuazione della riforma di Wall Street. “Dopo che la riforma stata adottata – ha detto il portavoce della Casa Bianca Jay Carney – i difensori degli interessi di Wall Street, i lobbisti, hanno speso milioni e milioni di dollari per provare a indebolire, ritardare e annacquare queste regole. Il presidente si batte contro questo, e l’affare JPMorgan dimostra come sia importante varare la riforma e attuarla pienamente”.
Intanto i soci della banca voteranno su diverse questioni, dalle spese di lobbying agli investimenti della banca all’estero. Ma i riflettori saranno puntati su Dimon, che rischia di perdere la poltrona di presidente. “Era previsto un incontro noioso, invece sarà un gran chaos”, ha avvertito Paul Hodgson, ricercatore di GMI ratings. E il sindacato Associaton of Federal, State and City Municipal Employees – tra gli azionisti di Jp Morgan – ha presentato una mozione che chiede di separare le cariche di amministratore delegato e presidente, su cui decideranno gli azionisti durante l’assemblea. Intanto esponenti del consiglio di amministrazione avvertono che se Dimon perderà il posto di presidente regneranno “incertezza, confusione e inefficienza nel management della banca”. Le possibilità che i soci facciano fronte comune contro Dimon, secondo indiscrezioni riportate dalla stampa americana, sono scarse. Ma la credibilità del manager ha subito un duro colpo e il rischio di una rivolta degli azionisti non è da escludere.
Certamente lascerà l’azienda nei prossimi giorni Ina Drew, responsabile degli investimenti nonché braccio destro di Dimon. La donna, prima che la banca ne annunciasse l’uscita di scena, gestiva un portafoglio enorme da 374 miliardi di dollari e incassava compensi record intorno a 15 milioni di dollari all’anno. Prossimi alle dimissioni, secondo il New York Times, sono Achilles Macris, responsabile del desk londinese da dove sono stati avviati gli investimenti, e Javier Martin-Artajo, direttore generale della squadra di Macris. Scotta anche la poltrona di Bruno Iksil, trader di origine francese soprannominato “la balena di Londra” per la dimensione delle sue operazioni. Ad aumentare la pressione sul vertice dell’azienda è intervenuta anche la Casa Bianca, sottolineando che “l’episodio di JP Morgan rafforza la necessità di regole più rigide per Wall Street” e criticando chi ancora chiede di alleggerire i controlli sulle banche.
Durante l’assemblea degli azionisti – che si terrà a Tampa, in Florida – i soci saranno chiamati ad esprimersi anche sui compensi dei dirigenti. Sul banco degli imputati siederà Dimon, che nel 2011 ha ricevuto in totale 23 milioni di dollari (composti da contanti, azioni e un bonus da 6 milioni), ottenendo per il secondo anno consecutivo lo scettro di banchiere più pagato, mentre i colleghi di molte banche hanno dovuto accettare tagli agli stipendi. Il fondo CtW Investment Group, secondo il Wall Street Journal, chiederà ai vertici della banca di esaminare le cause delle perdite e valutare se proprio il meccanismo dei premi previsti per i manager “abbia spinto i manager ad assumere rischi eccessivi”.
Proprio le assemblee annuali sono diventate durante la grande crisi economica in corso il terreno di battaglia utilizzato sempre più dagli azionisti per attaccare le scelte fatte dalle banche e i compensi spropositati dei dirigenti. L’ondata di protesta è partita il mese scorso, quando i soci di Citigroup hanno bocciato lo stipendio da 15 milioni di dollari dell’amministratore delegato Vikram Pandit.
Il diritto degli azionisti a esprimersi sul compenso dei dirigenti, chiamato “say on pay” e valido per la maggior parte delle società quotate, è previsto dalla legge Dodd-Frank, voluta da Barack Obama nel 2010. La stessa riforma, che tra l’altro ha il compito di regolamentare gli stipendi spregiudicati dei banchieri, è stata bersagliata da critiche pesanti a causa del buco miliardario di JP Morgan, passato inosservato alle autorità di controllo. I nemici del presidente hanno colto la palla al balzo per criticarlo, affermando che la legge Dodd-Frank non è sufficiente per regolamentare Wall Street. Ma alcuni funzionari dell’amministrazione sottolineano che investimenti così spregiudicati sono stati possibili grazie all’attività di lobbying della banca, che ha portato il Congresso a rendere più flessibile la riforma.
Dimon, intervistato domenica durante la tramissione “Meet the Press” in onda sulla rete televisiva Nbc, ha fatto autocritica, ammettendo che l’azzardo sui derivati è stato “un errore terribile e grossolano, non giustificabile”. Ma, ormai, rischia di essere troppo tardi. La parola spetta agli azionisti.
Economia & Lobby
Derivati: Jp Morgan perde 2 miliardi. Obama: “Riformare Wall street”
Le perdite fanno traballare le sedie dei supermanager della banca. Gli stessi che nel 2008 la salvarono dalla crisi. Il tracollo dell'istituto mette in fibrillazione la stessa Casa Bianca con il presidente che tiene costantemente monitorata la situazione
Jamie Dimon era considerato il mago di Wall Street, che aveva guidato JP Morgan fuori dalla crisi del 2008 a testa alta, mentre le altre banche erano costrette a chiedere soldi pubblici per sopravvivere. Ma l’alta finanza è un terreno insidioso, anche per i più abili. Lo conferma la maxi perdita da almeno 2,3 miliardi di dollari annunciata dall’istituto nei giorni scorsi, dovuta a scommesse azzardate su derivati. E’ iniziata così la ritirata dei manager che hanno ordinato le scommesse spregiudicate, a partire dalle dimissioni del responsabile degli investimenti della società. Non solo. Cigola perfino la sedia di Dimon, amministratore delegato e presidente dell’istituto, che rischia di perdere il ruolo di presidente e un taglio dello stipendio d’oro da 23 milioni di dollari all’anno, grazie al quale è diventato il manager più pagato di Wall Street. Una prima verifica è attesa proprio oggi, in occasione dell’incontro annuale degli azionisti di JP Morgan, che avranno l’opportunità di chiedere chiarimenti per il buco miliardario e lamentarsi per il crollo del titolo negli ultimi giorni.
Insomma, sono ore di grande apprensionealla Casa Bianca. Da una parte i guai dell’Eurozona, visti sempre più come una minaccia per gli Stati Uniti. Dall’altra il terremoto causato dalle inattese perdite di JpMorgan. Nell’entourage presidenziale si parla di un Barack Obama costantemente informato su ciò che accade a Bruxelles, dove è in corso l’ennesima riunione d’emergenza dell’Eurogruppo, e letteralmente infuriato per le resistenze che repubblicani e lobbisti ancora oppongono alla piena attuazione della riforma di Wall Street. “Dopo che la riforma stata adottata – ha detto il portavoce della Casa Bianca Jay Carney – i difensori degli interessi di Wall Street, i lobbisti, hanno speso milioni e milioni di dollari per provare a indebolire, ritardare e annacquare queste regole. Il presidente si batte contro questo, e l’affare JPMorgan dimostra come sia importante varare la riforma e attuarla pienamente”.
Intanto i soci della banca voteranno su diverse questioni, dalle spese di lobbying agli investimenti della banca all’estero. Ma i riflettori saranno puntati su Dimon, che rischia di perdere la poltrona di presidente. “Era previsto un incontro noioso, invece sarà un gran chaos”, ha avvertito Paul Hodgson, ricercatore di GMI ratings. E il sindacato Associaton of Federal, State and City Municipal Employees – tra gli azionisti di Jp Morgan – ha presentato una mozione che chiede di separare le cariche di amministratore delegato e presidente, su cui decideranno gli azionisti durante l’assemblea. Intanto esponenti del consiglio di amministrazione avvertono che se Dimon perderà il posto di presidente regneranno “incertezza, confusione e inefficienza nel management della banca”. Le possibilità che i soci facciano fronte comune contro Dimon, secondo indiscrezioni riportate dalla stampa americana, sono scarse. Ma la credibilità del manager ha subito un duro colpo e il rischio di una rivolta degli azionisti non è da escludere.
Certamente lascerà l’azienda nei prossimi giorni Ina Drew, responsabile degli investimenti nonché braccio destro di Dimon. La donna, prima che la banca ne annunciasse l’uscita di scena, gestiva un portafoglio enorme da 374 miliardi di dollari e incassava compensi record intorno a 15 milioni di dollari all’anno. Prossimi alle dimissioni, secondo il New York Times, sono Achilles Macris, responsabile del desk londinese da dove sono stati avviati gli investimenti, e Javier Martin-Artajo, direttore generale della squadra di Macris. Scotta anche la poltrona di Bruno Iksil, trader di origine francese soprannominato “la balena di Londra” per la dimensione delle sue operazioni. Ad aumentare la pressione sul vertice dell’azienda è intervenuta anche la Casa Bianca, sottolineando che “l’episodio di JP Morgan rafforza la necessità di regole più rigide per Wall Street” e criticando chi ancora chiede di alleggerire i controlli sulle banche.
Durante l’assemblea degli azionisti – che si terrà a Tampa, in Florida – i soci saranno chiamati ad esprimersi anche sui compensi dei dirigenti. Sul banco degli imputati siederà Dimon, che nel 2011 ha ricevuto in totale 23 milioni di dollari (composti da contanti, azioni e un bonus da 6 milioni), ottenendo per il secondo anno consecutivo lo scettro di banchiere più pagato, mentre i colleghi di molte banche hanno dovuto accettare tagli agli stipendi. Il fondo CtW Investment Group, secondo il Wall Street Journal, chiederà ai vertici della banca di esaminare le cause delle perdite e valutare se proprio il meccanismo dei premi previsti per i manager “abbia spinto i manager ad assumere rischi eccessivi”.
Proprio le assemblee annuali sono diventate durante la grande crisi economica in corso il terreno di battaglia utilizzato sempre più dagli azionisti per attaccare le scelte fatte dalle banche e i compensi spropositati dei dirigenti. L’ondata di protesta è partita il mese scorso, quando i soci di Citigroup hanno bocciato lo stipendio da 15 milioni di dollari dell’amministratore delegato Vikram Pandit.
Il diritto degli azionisti a esprimersi sul compenso dei dirigenti, chiamato “say on pay” e valido per la maggior parte delle società quotate, è previsto dalla legge Dodd-Frank, voluta da Barack Obama nel 2010. La stessa riforma, che tra l’altro ha il compito di regolamentare gli stipendi spregiudicati dei banchieri, è stata bersagliata da critiche pesanti a causa del buco miliardario di JP Morgan, passato inosservato alle autorità di controllo. I nemici del presidente hanno colto la palla al balzo per criticarlo, affermando che la legge Dodd-Frank non è sufficiente per regolamentare Wall Street. Ma alcuni funzionari dell’amministrazione sottolineano che investimenti così spregiudicati sono stati possibili grazie all’attività di lobbying della banca, che ha portato il Congresso a rendere più flessibile la riforma.
Dimon, intervistato domenica durante la tramissione “Meet the Press” in onda sulla rete televisiva Nbc, ha fatto autocritica, ammettendo che l’azzardo sui derivati è stato “un errore terribile e grossolano, non giustificabile”. Ma, ormai, rischia di essere troppo tardi. La parola spetta agli azionisti.
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Genova, 18 mar. (Adnkronos) - Tragedia nella notte a Genova in via Galliano, nel quartiere di Sestri Ponente, dove un ragazzo di 29 anni è morto in un incendio nell'appartamento in cui abitava. L'incendio ha coinvolto 15 persone di cui quattro rimaste ferite, la più grave la madre del 29enne, ricoverata in codice rosso al San Martino. Altre tre persone sono state ricoverate in codice giallo all'ospedale di Villa Scassi. Sul posto la polizia che indaga sulla dinamica.
Dalle prime informazioni si sarebbe trattato di un gesto volontario del giovane che si sarebbe dato fuoco.
Milano, 17 mar. (Adnkronos Salute) - Bergamo, 18 marzo 2020: una lunga colonna di camion militari sfila nella notte. Sono una decina in una città spettrale, le strade svuotate dal lockdown decretato ormai in tutta Italia per provare ad arginare i contagi. A bordo di ciascun veicolo ci sono le bare delle vittime di un virus prima di allora sconosciuto, Sars-CoV-2, in uscita dal Cimitero monumentale.
Quell'immagine - dalla città divenuta uno degli epicentri della prima, tragica ondata di Covid - farà il giro del mondo diventando uno dei simboli iconici della pandemia. Il convoglio imboccava la circonvallazione direzione autostrada, per raggiungere le città italiane che in quei giorni drammatici accettarono di accogliere i defunti destinati alla cremazione. Gli impianti orobici non bastavano più, i morti erano troppi. Sono passati 5 anni da quegli scatti che hanno sconvolto l'Italia, un anniversario tondo che si celebrerà domani. Perché il 18 marzo, il giorno delle bare di Bergamo, è diventato la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell'epidemia di coronavirus.
La ricorrenza, istituita il 17 marzo 2021, verrà onorata anche quest'anno. I vescovi della regione hanno annunciato che "le campane di tutti i campanili della Lombardia" suoneranno "a lutto alle 12 di martedì 18 marzo" per "invitare al ricordo, alla preghiera e alla speranza". "A 5 anni dalla fase più acuta della pandemia continuiamo a pregare e a invitare a pregare per i morti e per le famiglie", e "perché tutti possiamo trovare buone ragioni per superare la sofferenza senza dimenticare la lezione di quella tragedia". A Bergamo il punto di partenza delle celebrazioni previste per domani sarà sempre lo stesso: il Cimitero Monumentale, la chiesa di Ognissanti. Si torna dove partirono i camion, per non dimenticare. Esattamente 2 mesi fa, il Comune si era ritrovato a dover precisare numeri e destinazioni di quei veicoli militari con il loro triste carico, ferita mai chiusa, per sgombrare il campo da qualunque eventuale revisione storica. I camion che quel 18 marzo 2020 partirono dal cimitero di Bergamo furono 8 "con 73 persone, divisi in tre carovane: una verso Bologna con 34 defunti, una verso Modena con 31 defunti e una a Varese con 8 defunti".
E la cerimonia dei 5 anni, alla quale sarà presente il ministro per le Disabilità Alessandra Locatelli, sarà ispirata proprio al tema della memoria e a quello della 'scoperta'. La memoria, ha spiegato nei giorni scorsi l'amministrazione comunale di Bergamo, "come atto necessario per onorare e rispettare chi non c'è più e quanto vissuto". La scoperta "come necessità di rielaborare, in una dimensione di comunità la più ampia possibile, l'esperienza collettiva e individuale che il Covid ha rappresentato".
Quest'anno è stato progettato un percorso che attraversa "tre luoghi particolarmente significativi per la città": oltre al Cimitero monumentale, Palazzo Frizzoni che ospiterà il racconto dei cittadini con le testimonianze raccolte in un podcast e il Bosco della Memoria (Parco della Trucca) che esalterà "le parole delle giovani generazioni attraverso un'azione di memoria". La Chiesa di Ognissanti sarà svuotata dai banchi "per rievocare la stessa situazione che nel 2020 la vide trasformata in una camera mortuaria". Installazioni, mostre fotografiche, momenti di ascolto e partecipazione attiva, sono le iniziative scelte per ricordare. Perché la memoria, come evidenziato nella presentazione della Giornata, "è la base per ricostruire".
Kiev, 17 mar. (Adnkronos) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato su X di aver parlato con il presidente francese Emmanuel Macron: "Come sempre scrive - è stata una conversazione molto costruttiva. Abbiamo discusso i risultati dell'incontro online dei leader svoltosi sabato. La coalizione di paesi disposti a collaborare con noi per realizzare una pace giusta e duratura sta crescendo. Questo è molto importante".
"L'Ucraina è pronta per un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni - ha ribadito Zelensky - Tuttavia, per la sua attuazione, la Russia deve smettere di porre condizioni. Ne abbiamo parlato anche con il Presidente Macron. Inoltre, abbiamo parlato del lavoro dei nostri team nel formulare chiare garanzie di sicurezza. La posizione della Francia su questa questione è molto specifica e la sosteniamo pienamente. Continuiamo a lavorare e a coordinare i prossimi passi e contatti con i nostri partner. Grazie per tutti gli sforzi fatti per raggiungere la pace il prima possibile".
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - il presidente americano Donald Trump ha dichiarato ai giornalisti che il leader cinese Xi Jinping visiterà presto Washington, a causa delle crescenti tensioni commerciali tra le due maggiori economie mondiali. Lo riporta Newsweek. "Xi e i suoi alti funzionari" arriveranno in un "futuro non troppo lontano", ha affermato Trump.
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo quanto riferito su X dal giornalista del The Economist, Shashank Joshi, l'amministrazione Trump starebbe valutando la possibilità di riconoscere la Crimea ucraina come parte del territorio russo, nell'ambito di un possibile accordo per porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina.
"Secondo due persone a conoscenza della questione, l'amministrazione Trump sta valutando di riconoscere la regione ucraina della Crimea come territorio russo come parte di un eventuale accordo futuro per porre fine alla guerra di Mosca contro Kiev", si legge nel post del giornalista.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo un sondaggio della televisione israeliana Channel 12, il 46% degli israeliani non è favorevole al licenziamento del capo dello Shin Bet, Ronen Bar, da parte del primo ministro Benjamin Netanyahu, rispetto al 31% che sostiene la sua rimozione. Il risultato contrasta con il 64% che, in un sondaggio di due settimane fa, sosteneva che Bar avrebbe dovuto dimettersi, e con il 18% che sosteneva il contrario.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Il ministero della Salute libanese ha dichiarato che almeno sette persone sono state uccise e 52 ferite negli scontri scoppiati la scorsa notte al confine con la Siria. "Gli sviluppi degli ultimi due giorni al confine tra Libano e Siria hanno portato alla morte di sette cittadini e al ferimento di altri 52", ha affermato l'unità di emergenza del ministero della Salute.