Sono giorni di intenso lavoro per il sindaco rieletto di Verona Flavio Tosi: da una parte c’è il congresso nazionale, dall’altra una città da riorganizzare, che, in termini politici, significa assegnare circa 200 nuove poltrone, Giunta esclusa. Per quanto riguarda la corsa al congresso l’altra sera il primo cittadino di Verona era nella “tana del lupo” a Treviso, e precisamente a Riese Pio X, dove si è riunito lo stato maggiore dei “rottamatori” che lo sostengono. E nel discorso fatto alle 130 persone presenti (una cena riservata a politici e ‘tosiani’ locali) c’è una frase che fa spellare e mani dagli applausi: “Ho la tessera della Lega da vent’anni, ma ho un nuovo modo di fare l’amministratore, con il congresso possiamo fare pulizia”.
Ad appoggiare il sindaco veronese c’è anche l’ex “sceriffo” di Treviso Giancarlo Gentilini, che ha ancora molto ascendente sulla frangia ‘tradizionalista’ del leghismo trevigiano. Tosi se la vedrà con la parte ortodossa del partito, rappresentata da Gianantonio Da Re, trevigiano doc, molto legato al segretario Gianpaolo Gobbo. La proiezione nazionale però non distrae Tosi dagli impegni della sua città, perché ora c’è un bel po’ di gente da sistemare nei vari enti pubblici e partecipati. Prima di tutto c’è la formare la giunta, che va spartita tra le due liste Civica Tosi e Lega Nord. Le nomine potrebbero arrvare oggi stesso.
Gli assessorati sono 10, sei o sette dovrebbero andare alla Civica e tre o quattro al Carroccio. Per quanto riguarda la Lista dovrebbe rimanere al suo posto l’assessore all’urbanistica e vicesindaco Vito Giacino, cui potrebbe andare anche la delega dell’edilizia privata, vista la diminuzione degli assessorati di tre unità. Quasi certa la riconferma di Pierluigi Paloschi al Bilancio, Enrico Toffali agli Enti e Personale e Gigi Pisa a Strade e Giardini. Un po’ meno scontati i nomi di Alberto Benetti a cui dorebbe andare la delega per l’Istruzione, Anna Leso ai servizi sociali, Marco Giorlo allo Sport e Stefano Casali alla Cultura. La delega al decentramento se la giocano Antonino Lella e Massimo Mariotti. Il leghista Luca Zanotto è invece il candidato favorito alla presidenza del consiglio regionale.
Ma c’è una partita ancor più difficile e più remunerativa (per chi la vince): ovvero le poltrone degli enti e delle municipalizzate. Sono infatti in scadenza i Cda delle aziende partecipate come Amia (multiservizi igiene ambientale), Agsm (elettricità e gas), Amt (Mobilità e trasporti). La deadline è il 30 giugno, 132 le nomine da fare (tra presidenti e consiglieri), alcune delle quali molto ben retribuite, basti pensare che lo stipendio capo della società del gas è di 50mila euro l’anno.
Per ora non è in discussione la riconferma del suo attuale presidente Paolo Paternoster, leghista doc che passerà indenne alla vivace campagna elettorale rimanendo saldamente accorato al suo scranno. Cambio in vista per la Multiservizi per l’igiene ambientale di Stefano Legramandi, che non si era candidato alle elezioni e che quindi ora potrebbe uscire di scena. All’azienda che si occupa della gestione della case comunali potrebbe rimanere Giuseppe Venturini, uomo di Brancher.
Le indennità ammontano complessivamente a oltre 400mila euro solo per le partecipate, e singolarmente sono calcolate in funione di quella del sindaco, ovvero 90.235 euro. La nuova legge introdotta con l’ultima finanziaria stabilisce che chi ha ricoperto la carica di consigliere comunale negli ultimi tre anni non potrà essere nominato nel Cda di una società partecipata dal Comune. Ma a quanto pare ci sarebbe già una squadra di tecnici comunali al lavoro per capire se il divieto di nomina voluto dalla legge Calderoli sia tassativo o no. La legge c’è e appare chiara, ma c’è chi dice che l’asticella potrebbe crollare con una ‘interpretazione autentica’ della norma.
In ballo ci sono ancora Consorzio Zai, Veronamercato e la Fiera, dov’è in scadenza Ettore Riello, Pdl frondista anti-Berlusconi, che rischia di pagare il tracollo elettorale del partito all’ultima tornata amministrativa. Restano poi Autobrennero, Parco Scientifico e Aeroporto Catullo. Per quanto riguarda il Catullo ciò che desta attenzione non è tanto la nomina, ma lo shopping societario. Ci sono infatti voci insistenti che danno Vito Gamberale, ad di F2i a caccia di azioni dell’aeroporto di Villafranca Veronese. Gamberale è indagato dalla procura di Milano per la vedita delle quote Sea proprio a F2i (con una gara “fatta su misura” per la società di Gamberale, dicono le intercettazioni).
Ma visto il buco milionario, la partecipazione F2i farebbe comodo anche allo stesso ente aeroportuale, in cerca di liqidità per sostenere investimenti previsti a breve. Un incontro tra Gamberale, presidente della Fondazione Cariverona e il sindaco Tosi sarebbe già avvenuto ad aprile.