“Licenziare Equitalia”. Il dibattito fra comuni non si è mai affievolito e così, anticipando l’esempio di altri municipi d’Italia, un anno fa Oristano ha scisso il contratto con l’ente di riscossione nelle ultime settimane al centro di discussioni e anche nel mirino dei violenti. E così si scopre, con comunicazione ufficiale dell’amministrazione locale, che ha fruttato oltre un milione e mezzo di euro il “licenziamento di Equitalia ed il passaggio alla gestione diretta dei tributi comunali”. In un anno gli uffici del Comune hanno registrato un risparmio effettivo sui costi di 150mila euro – 44mila per l’Ici (oggi Imu, l’imposta sugli immobili) e 81mila per la Tarsu (la tassa sulla spazzatura, ndr), ma soprattutto un aumento di 650mila euro nel gettito derivante dall’Ici e di 600mila euro per la Tarsu. L’incremento effettivo delle somme riscosse è pari al 16% per l’Ici e al 10% per la Tarsu.
Pallottolieri alla mano il comune fa sapere anche che dai tributi minori che può in cassare una amministrazione – pubblicità, pubbliche affissioni e Cosap (il canone per l’occupazione di spazi e aree, ndr) – sono arrivati altri 175mila euro. “Risorse immediatamente disponibili a differenza di quanto avveniva con la gestione Equitalia quando la liquidazione delle somme avveniva entro i due anni successivi all’emissione del ruolo”. I dati sui ruoli elaborati dall’Ufficio Tributi del Comune indicano per l’Ici un aumento da 3 milioni 820mila euro del 2010 ai 4 milioni 471mila del 2011. Per la Tarsu si è passati da un ruolo di 5 milioni 41mila euro del 2010 a 5 milioni 427mila euro del 2011.
“Il risultato della decisione del Comune è decisamente positivo – osserva il commissario straordinario Antonello Ghiani -. Il nuovo modello di gestione dei tributi comunali, che risale a un anno fa, oltre accorciare i tempi di riscossione e avere un monitoraggio costante dei flussi finanziari, ha prodotto importanti benefici per le casse dell’ente e, soprattutto, ha favorito il superamento della conflittualità che da mesi caratterizza il rapporto tra i contribuenti ed Equitalia. “Mi sembra importante sottolineare l’importanza di una decisione che si è inserita nell’ambito delle disposizioni normative in materia di federalismo fiscale che attribuisce agli enti locali maggiore autonomia finanziaria ed impositiva, nonchè a seguito delle più recenti modifiche legislative in materia di riscossione – prosegue Ghiani – In queste settimane si legge di numerosi comuni che decidono di cessare i rapporti con Equitalia e gestire direttamente la riscossione dei tributi. Una tendenza evidentemente anticipata con saggezza a Oristano un anno fa”.
I benefici economici si sono concretizzati nel risparmio sugli aggi (ovvero le percentuali di interesse per l’ente che erano al 9%, ndr) dovuti a Equitalia su un ammontare di tributi di circa 9 milioni di euro: l’1% sull’Ici e l’1,5% sulla Tarsu. Ma al di là del beneficio economico, la decisione era conseguente anche alla volontà di garantire un rapporto diretto tra l’ente e i cittadini. “Gli uffici comunali negli ultimi tempi avevano registrato numerose e continue lamentele dei contribuenti nei confronti del concessionario della riscossione – precisa il dirigente comunale del settore economico finanziario Mariella Chergia – .Il Comune non poteva intervenire direttamente nella soluzione delle numerose contestazioni. Inoltre, non era possibile esercitare un controllo diretto e costante dei tributi e delle relative banche dati, garantendo una maggiore trasparenza, efficacia ed efficienza del servizio e del rapporto con il contribuente”. “Oggi – conclude Ghiani – possiamo tracciare un bilancio sicuramente soddisfacente del passaggio al nuovo regime. E’ particolarmente importante, soprattutto oggi che la crisi si fa sentire in maniera sempre più forte sui bilanci comunali, che grazie alla gestione diretta il Comune ha l’immediata disponibilità dei propri tributi, senza dover attendere i tempi previsti dalle norme per il trasferimento delle somme da parte dei concessionari”. La fuga dei comuni dal vincolo con Equitalia era iniziata qualche mese fa perché in tanti vedono nei metodi di riscossione, applicati per legge, una sorta di ingiustizia sociale.