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Sel e Idv: “Convochiamo gli stati generali della sinistra. Il Pd? Noi cominciamo”

Vendola: "Io e Di Pietro apriamo il cantiere, cominciamo lo stesso da soli. Sia il luogo per salvare il Paese. Non è un ultimatum o una minaccia. E' una necessità dell'Italia". I punti chiave di Di Pietro: "tre regole chiare: no a candidati condannati, incompatibilità certa fra gli incarichi elettivi ed altre funzioni come quelle di avvocato o commercialista, niente incarichi di Governo, centrale o periferico, per i rinviati a giudizio"

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Idv e Sel rompono gli indugi. Che sia l’effetto del Movimento 5 stelle di Beppe Grillo ad avere accelerato le tappe o il marasma del grande centro in cui Pdl, Udc e Fli annaspano, i convitati dell’ormai ingiallita foto di Vasto hanno deciso di mandare un segnale al partito democratico e al suo segretario Pier Luigi Bersani. “Convochiamo gli stati generali del futuro, del centrosinistra come luogo per salvare il Paese”. Con queste parole durante la puntata di In Onda su La7 Nichi Vendola annuncia un percorso di alleanza già avviato con l’Idv. Poi il leader di Sel lancia il suo messaggio: “Bersani dice no? Io e Di Pietro apriamo il cantiere, cominciamo lo stesso da soli”. Il governatore della Puglia continua: “Non è un ultimatum o una minaccia. E’ una necessità della società italiana il dovere di costruire un cantiere che non progetti soltanto l’alleanza ma guardi al merito”. Vendola delinea alcuni punti chiave: “Il reddito minimo garantito, il welfare ambientale con centinaia di migliaia di posti di lavoro per mettere in sicurezza coste, colline, e montagne del nostro Paese”.

Tanto Vendola quanto Di Pietro propongono di andare oltre la foto di Vasto, coinvolgendo ampie fette della società civile e rilanciando il progetto del centrosinistra, e qui, il tentativo di tornare a parlare al popolo del 5stelle e agli astenuti diventa chiaro: “Bisogna costruire un’alleanza molto più vasta – dice Vendola – con alleati che secondo me sono attualmente soprattutto non dentro ma fuori il quadro politico. Vogliamo sapere – prosegue – qual è l’idea, qual è il programma per l’Italia, altrimenti è solo un balletto dell’alleanzismo e delle formule non me frega niente”.

Da parte sua Di Pietro incalza: “Stiamo parlando di numeri e formule dei quali ai cittadini non frega niente, io chiedo un programma chiaro e preferisco stare fuori dal grumo di potere di chi si guarda allo specchio e pensa di rappresentare il Paese mentre rappresenta solo se stesso”. L’ex magistrato esprime i suoi punti irrinunciabili: “tre regole chiare. No a candidati condannati, incompatibilità certa fra gli incarichi elettivi ed altre funzioni come quelle di avvocato o commercialista, niente incarichi di governo, centrale o periferico, per i rinviati a giudizio”. Poi il leader dell’Idv aggiunge: ”Ho già scritto a Bersani, Caro Luigi, ti aspetto…. E per la terza settimana di settembre, dal 21 al 23, annuncio una nuova Vasto“.

Del resto, nella scenografia della trasmissione Bersani compariva, ma come sagoma di cartone. E non certo in direzione di una Vasto bis sembrano andare i movimenti dei democratici di questi giorni se Rosi Bindi, di fronte alla platea dei cattolici democratici, questa mattina ha annunciato che martedì, durante la direzione nazionale del partito, “sarà riconfermata l’alleanza di una sinistra riformista italiana; ci sarà un’apertura a ciò che si muove nel Paese” e soprattutto ci sarà anche “un appello alle forze moderate. La ricostruzione del Paese – aggiunge Bindi – deve avvenire coinvolgendo tutte le forze riformiste, anche quelle moderate di centro”.

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