Sarà l’ennesima settimana all’insegna dell‘incertezza per le borse europee,sono molti i temi che passeranno sotto la lente di ingrandimento degli investitori. A partire dalla sempre più drammatica condizione economica della Spagna, che la scorsa settimana si è vista “tagliare” il rating di diversi istituti di credito da parte di Standard & Poor’s. A seguire peseranno le inquietudini sulla moneta unica, con voci sempre più persistenti che vedono un’uscita dall’euro di Atene. Poi peseranno le “pagelle” che la Commissione Ue distribuirà a tutti i partner Ue e il referendum del 31 in Irlanda sulla ratifica del Fiscal Compact. Infine il perdurare del confronto-scontro sugli eurobond. Insomma una settimana densa di appuntamenti, scadenze e timori che non faranno dormire sogni tranquilli ai vari traders del Vecchio continente.
L’appuntamento più importante mercoledì quando la Commissione rivolgerà le sue raccomandazioni all’Italia, come anche alla Spagna e a tutti gli altri membri dell’Unione, in una sorta di esame in cui valuterà ciò che è stato fatto e quello che resta da fare per rimettere in ordine i conti, rilanciare la competitività e la crescita. Roma, secondo le indicazioni finora raccolte, dovrebbe spuntare la sufficienza e quindi la promozione. Anche se Bruxelles ci raccomanderà di fare di più proseguendo senza tentennamenti sulla strada imboccata, implementando tutte le decisioni prese e mettendo in cantiere nuove azioni per ridurre la disoccupazione, specie quella giovanile e femminile. E pure per rilanciare una competitività ridotta al lumicino. Per Bruxelles, congiuntura permettendo, non ci dovrebbe poi essere bisogno di nuove manovre, sempre che ad ottobre scatti il previsto aumento di due punti delle aliquote Iva.
I riflettori restano però puntati soprattutto sulla Grecia. Atene – in attesa della consultazione elettorale del 17 giugno, da cui dipende la sua permanenza nell’euro – continua a essere fonte di grande preoccupazione. Oggi dalla Grecia sono rimbalzate nuove indiscrezioni che confermano le più fosche previsioni: a fine giugno, senza nuovi aiuti internazionali, il Paese sarà alla bancarotta. La tensione sociale e politica è così alta che le dichiarazioni del direttore del Fmi, Christina Lagarde, (“bisogna che i greci comincino ad aiutarsi l’un l’altro pagando tutte le tasse”) hanno determinato una vera e propria levata di scudi che ha superato i confini nazionali. Alle critiche rivolte a Lagarde dai politici ellenici e alla pioggia di proteste che ha sommerso la sua pagina Facebook, si è aggiunto anche il governo francese. Secondo il quale non è certo il momento di “dare lezioni” ai greci presentando una visione “un pò caricaturale e schematica”.
Ma in questa fase è anche la Spagna a far tremare l’Eurozona. Il sistema bancario iberico è molto fragile e il caso Bankia – per il cui salvataggio Madrid dovrà sborsare la cifra record di 23,5 miliardi di euro – potrebbe non essere l’ultimo a pesare sulle casse di uno Stato che, a causa di conti pubblici disastrati, sta vedendo inesorabilmente salire lo spread tra i suoi titoli decennali e i Bund tedeschi. La domanda che molti analisti si pongono quindi è: “Quanto potrà ancora resistere Madrid senza chiedere aiuto all’Ue?”
Intanto, nei prossimi giorni, le istituzioni europee – Parlamento, Consiglio e Commissione – continueranno a lavorare in stretto contatto con le cancellerie nazionali per individuare le misure da mettere in campo per rilanciare la crescita e assicurare la stabilità dell’Eurozona (con eurobond e simili). La commissione bilancio del Parlamento europeo, in particolare, voterà l’intesa raggiunta con il Consiglio per dare vita a un programma pilota nel campo dei Project bond.
Infine, ma non ultimo, il referendum che il 31 maggio si terrà in Irlanda sulla ratifica del Patto di bilancio. Le previsioni danno il sì in vantaggio e comunque il Patto è stato strutturato in maniera tale che può entrare in vigore anche solo con una maggioranza di Paesi. Ma una bocciatura significherebbe per l’Irlanda perdere gli aiuti dell’Ue e certo non aiuterebbe l’Eurozona a ritrovare stabilità.