Una nuova forte scossa di terremoto è stata registrata in Emilia alle 21.04 dall’Istituto di Geofisica e Vulcanologia, con una magnitudo di 4.2 ad una profondità di 8.7 km. Diverse scosse si si sono susseguite per tutta la giornata, particolarmente forte quella avvertita alle 17. In Emilia il terremoto non dà tregua. “Sarà una lunga sequenza sismica” dicevano solo ieri gli esperti del dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv). E infatti sono più di 80, secondo l’Ingv, le scosse che si sono susseguite dopo la mezzanotte fra le province di Modena, Ferrara e Mantova, zona già colpita dai sismi del 20 e 29 maggio. In due giorni si sono registrate nel territorio circa 300 scosse. L’ultimo movimento tellurico, alle 16.58, ha una magnitudo di 4.0 e una profondità di 5,8 chilometri.
Allarme sciacalli. Ai centralini unificati di Reggio Emilia e Modena stanno arrivando segnalazioni di persone di una non meglio precisata Protezione civile che a piedi o in auto, in certi casi scortata addirittura dalla polizia municipale, starebbero girando per la Bassa invitando ad abbandonare le case in vista di nuove scosse. “Si tratta di impostori che agiscono presumibilmente per mettere in atto azioni di sciacallaggio”, spiega la Provincia di Reggio Emilia. Si tratta di una “bufala che sta però, purtroppo, sta generando il panico in persone comprensibilemnte già provate” avverte la Provincia, ribadendo che “nessuna persona della Protezione civile sta effettuando questi avvisi”. Ieri sera a Mirandola sono stati arrestati tre uomini; un casertano di 50 anni e due mantovani di 20 e 21 anni, già noti alle forze dell’ordine. La Procura di Bologna ha aperto un’inchiesta dopo le segnalazioni dei cittadini di persone che in giro con megafono ad annunciare nuove scosse.
Sono 7.231 gli sfollati ospitati nella notte tra martedì e mercoledì in 23 campi, 17 strutture coperte e diversi alberghi. In totale, la disponibilità di posti coordinata dal Centro unificato di protezione civile di Marzaglia, a una decina di chilometri da Modena, è salita a 8867. La forte scossa di terremoto verificatasi martedì scorso ha colpito anche la Lombardia, in particolare Mantova e i comuni limitrofi, dove si contano circa 1.500 sfollati.
“Gran parte del territorio nazionale è caratterizzato da pericolosità sismica e, quindi, non si può escludere che in qualsiasi momento possano verificarsi terremoti anche di forte intensita’”. Per l’Emilia “il Dipartimento, in coordinamento con la Regione e i centri operativi a livello provinciale, ribadisce che lo stato attuale delle conoscenze non consente di stabilire quante scosse e di quale intensità potranno ancora interessare la stessa area” fa sapere la Protezione Civile.
Sono cominciate questa mattina le verifiche, da parte dei tecnici dei vigili del fuoco e della Protezione civile sugli edifici danneggiati nella Bassa modenese e finché non saranno terminate non sarà possibile riprendere l’attività. A Medolla, dove c’è una delle zone industriali e artigianali più importanti e dove ci sono stati morti dopo il crollo di un capannone, il sindaco Filippo Molinari ha emesso un’ordinanza per impedire l’accesso. Anche la zona industriale di Mirandola è stata chiusa. Anche l’inchiesta sui crolli sta muovendo i primi passi con le l’intenzione di fare verifiche sugli edifici costruiti dal 2003.
A Finale chiuso l’ultimo supermercato. A Finale Emilia, provincia di Modena, non è rimasto aperto alcun supermercato. Quello all’interno del paese era stato già chiuso in seguito alla prima scossa. Dopo martedì ha chiuso anche l’ipermercato che aveva tentato di riaprire la settimana scorsa. “Non è sicuro – spiega il sindaco Fernando Ferioli – è stato costruito con le stesse norme di molti capannoni della zona, norme che non consideravano il rischio sismico e non possiamo rischiare”.
A Sassuolo centro raccolta aiuti. Centinaia di persone ed una quantità enorme di materiale e generi di prima necessità: si presentano in questo modo gli ex magazzini comunali di via Pia a Sassuolo allestiti a centro di raccolta e smistamenti per gli aiuti. Gestito dalla Protezione Civile di Sassuolo, dai Vos, i Volontari della sicurezza, operai del Comune di Sassuolo, il centro è ininterrottamente aperto dalle 8 alle 21 per ricevere le offerte di che stanno arrivando da aziende, associazioni, supermercati cittadini e singoli privati.
Ferrari all’asta per beneficenza. All’inizio della prossima settimana la Ferrari organizzerà una grande asta via Internet per aiutare i parenti delle vittime Il numero uno di Maranello, Luca Cordero di Montezemolo, lo ha detto a margine dell’assemblea in Banca d’Italia: “Metteremo in palio anche delle vetture in funzione dei familiari delle vittime che per la maggior parte erano lavoratori”.
Piano nazionale per la sicurezza. “L’ho detto spesso in questi mesi, ho cominciato a parlare di una Piano nazionale per la sicurezza del territorio a novembre, appena insediato e contestualmente ai disastri avuti alle Cinque Terre, nella Lunigiana e in Sicilia”. Il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, pensa all’Emilia e non solo. “Certo dobbiamo avere un Piano nazionale che duri il tempo che serve, quindi 15 anni, che sia sostenuto da investimenti privati agevolati, da finanziamenti pubblici. E’ una priorità per il nostro Paese. L’evento sismico degli ultimi giorni richiama la necessità di questi interventi”.
L’Abi promette risorse. Le banche compiranno ogni sforzo per trovare le risorse finanziarie per la ricostruzione nelle aree danneggiate fa sapere il presidente dell’Abi, Giuseppe Mussari. “Incontriamo le imprese e spero presto la Cassa Depositi e Prestiti per parlare del futuro. La sospensione del pagamento delle rate va benissimo ma questo è per il contingente. Il problema oggi è trovare le risorse necessarie alle migliori condizioni possibili per chi deve ricostruire la sua fabbrica e ristrutturare la sua casa. In questi giorni l’obiettivo è questo. Così come abbiamo fatto per l’Abruzzo faremo ogni sforzo per l’Emilia Romagna”.
Errani, no al commissariamento e snellire burocrazia. Il presidente regionale Vasco Errani, appena nominato commissario, ha le idee chiare. “Il governo si è mosso bene: assicurare subito 2,5 miliardi dà fiducia a sindaci, cittadini, lavoratori e imprese”, ma bisogna di semplificare la burocrazia in modo da non avere più bisogno di commissari. Qui ci sono istituzioni che funzionano. “E’ necessaria una politica industriale in grado di riattivare la produzione: attraverso per esempio una sorta di delocalizzazione temporanea della produzione in modo da poter concedere alle imprese il rispetto dei contratti”.
Cgil “denuncia” imprenditore che vuole portare macchinari in Romania. “Il padrone ha auto dichiarato il proprio stabilimento inagibile e, con la scusa della temporanea sospensione dell’attività, ha provveduto a caricare i macchinari su camion pronti a partire per la Romania”. E’ il segretario della Fillea-Cgil di Bologna, Maurizio Maurizzi, a “denunciare” il fatto. Si tratta dell’unico proprietario di due aziende del settore legno a San Giovanni in Persiceto, nella Bassa Bolognese confinante con il Modenese dell’epicentro. “I lavoratori stanno presidiando i cancelli delle fabbriche per impedire che, approfittando biecamente del terremoto, i macchinari vengano trasferiti in Romania. Non consentiremo a nessuno di scipparci il lavoro e il futuro: quei camion non usciranno dai cancelli. E’ un atto gravissimo, cinico che non può essere tollerato. Il presidio dei cancelli resterà finchè non ci saranno garanzie per il futuro produttivo. Saranno le autorità – precisa Maurizzi – a dire se ci sono le condizioni per la ripresa dell’attività nello stabilimento e solo allora si potrà discutere di come affrontare eventuali problemi”.
Al Quirinale 100 mila firme contro la parata. Oggi alle 13 una delegazione di firmatari consegnerà alla segreteria del Quirinale una pennetta Usb con le 100.000 firme raccolte in 30 ore online sul sito www.violapost.it per chiedere al presidente Napolitano di annullare la parata del 2 giugno e devolvere le risorse in favore delle vittime del terremoto. Anche il Fattoquotidiano ha organizzato una raccolta di firme perché la parata non si svolga.