Da una parte il ministro per la Funzione Pubblica che dice che deve decidere il Parlamento. Dall’altra il ministro del Lavoro che auspica la parità di trattamento sui licenziamenti tra pubblico e privato. Nuovo duello all’interno del governo tra Filippo Patroni Griffi e Elsa Fornero. Il primo a parlare è stato Patroni Griffi: “La delega non conterrà una disposizione specifica sui licenziamenti disciplinari dei dipendenti pubblici, ma si rimetterà al Parlamento – spiega – La delega sulla riforma del lavoro pubblico è sostanzialmente pronta, ci sono un po’ di contrasti e c’è un’aggravante perché sono sepolto in Parlamento per l’iter dell’anticorruzione, non so se mercoledì potrò essere in Consiglio dei Ministri”. Poi in serata un comunicato congiunto smorza le polemiche.
Il ministro assicura che “con il ministro Fornero non ci sono contrasti” anche perché “non viene meno la valutazione del merito, ma si tratta di far funzionare il sistema che fino ad oggi non ha funzionato”. In particolare sciogliere il nodo dei licenziamenti “non sarà semplicissimo” per il Parlamento, perché bisogna definire la “responsabilità dei dirigenti per il pagamento degli eventuali indennizzi”.
In realtà proprio il ministro del Lavoro interviene poco dopo la Fornero che ribadisce un augurio già espresso alcuni giorni fa: “Tenuto conto delle specificità del pubblico impiego – dice – auspico parità di trattamento tra i lavoratori del settore privato e quelli del settore pubblico”. “Nei giorni scorsi – continua – avevo già espresso questo auspicio e credo che debba essere preso in considerazione. Io sono anche ministro delle Pari Opportunità che non riguarda solo uomini e donne ma anche lavoratori pubblici e privati, lavoratori immigrati e lavoratori nativi. C’è un concetto più ampio e mi parrebbe in contrasto con il mio mandato se dicessi che le cose dovessero andare diversamente”.
Poi precisa ulteriormente: “Quello del pubblico impiego non è un mercato – ha aggiunto Fornero – c’è una delega a un mio collega di Governo, che si sta occupando di questo e io rispetto le deleghe date dal Presidente. Detto questo auspico che ci sia il più possibile parità di trattamento tra lavoratori del settore privato e lavoratori del settore pubblico, ma non si dica che il ministro vuole libertà di licenziare i lavoratori del pubblico impiego”. E in serata i due ministri dissipano i dubbi sui contrasti interni all’esecutivo e in una nota congiunta specificano che anche nella P.a. ”i licenziamenti sono una sanzione e possono essere un deterrente. Dunque sono uno strumento, non l’unico”. Gli obiettivi della delega, spiegano, sono migliorare la P.a., renderla più efficiente, aumentare produttività e trasparenza.