Nell’ambito dell’inchiesta Finmeccanica, la Procura di Napoli ha dato disposizione per perquisire l’abitazione dell’ex presidente dello Ior (Istituto opere religiose) Ettore Gotti Tedeschi a Piacenza e un suo ufficio a Milano alla sede del Banco Santander di cui è procuratore in Italia. Gotti Tedeschi è stato di recente rimosso dalla carica e non risulta indagato. La perquisizione non è legata all’attività da lui svolta presso la Banca vaticana.
Nella sua abitazione la Procura starebbe cercando riscontri documentali dei rapporti con alcuni indagati. In particolare, da quanto si apprende da fonti investigative, nel corso delle indagini sono emersi rapporti tra il presidente di Finmeccanica Giuseppe Orsi e l’allora presidente dello Ior. Più in generale l’indagine punta a verificare la fondatezza delle accuse di Lorenzo Borgogni, ex numero tre del gruppo Finmeccanica, riguardo alle tangenti che sarebbero state pagate ad alcuni politici, in particolare della Lega Nord, in occasione della vendita al ministero della Difesa indiano di 12 elicotteri Agusta nel 2010. Gotti Tedeschi, oltre a essere stato presidente dello Ior riveste tuttora la carica di presidente del Banco Santander Consumer.
La perquisizione, eseguita dai carabinieri del Noe di Roma, si inserisce nel filone di inchiesta coordinato dal Procuratore aggiunto Francesco Greco e condotta dai pm Francesco Curcio, Vincenzo Piscitelli ed Henry John Woodcock, punta in particolare ad accertare presunti casi di corruzione internazionale, ovvero il pagamento di tangenti per vendite da parte aziende del gruppo Finmeccanica.
Lo Ior ha sfiduciato il presidente Ettore Gotti Tedeschi lo scorso 24 maggio. Il Consiglio di Sovrintendenza della banca vaticana ha “licenziato” Gotti Tedeschi con motivazioni severe, imputandogli, tra l’altro, “l’ostentata mancanza di prudenza e precisione nei commenti pubblici sull’Istituto”, l’incapacità di spiegare la divulgazione di “documenti in suo possess”, la diffusione “di informazioni inesatte sull’istituto”. E persino, un “comportamento personale progressivamente eccentrico”.
La principale ragione della rottura sarebbe stata il secondo no di Gotti Tedeschi alla legge antiriciclaggio emanata in Vaticano. Ma non solo: gli attriti tra Gotti Tedeschi e il direttore generale Paolo Cipriani si erano verificati per molte ragioni. Entrambi erano finiti indagati con contestuale sequestro di 23 milioni di euro dell’istituto vaticano. Ma tra le divergenze anche il tentativo di acquistare l’istituto San Raffaele, operazione sulla quale il segretario di Stato puntava molto e che invece il banchiere non ha mai approvato.
Eppure fu proprio Benedetto XVI a chiamare nel 2009 il banchiere ed economista al vertice dell’Istituto per le opere religiose, quella che a torto viene considerata la “banca” del Vaticano, ma che certamente è un braccio armato economico d’Oltretevere. Il contrasto tra Gotti Tedeschi e il resto del consiglio (che ha votato all’unanimità la sfiducia) si è consumato su due questioni delicatissime: l’applicazione della legge sulla trasparenza e l’antiriciclaggio da una parte e lo scandalo del San Raffaele dall’altra.