Tonfo per l’industria nazionale e dai giovani di Confindustria il leader Jacopo Morelli lancia l’allarme: “L’Italia è ai limiti della frustrazione. La protesta civile rischia di esondare in rivoli minacciosi e inaccettabili .Quarantadue aziende al giorno chiudono”. Secondo i dati Istat su base annua la produzione è calata del 9,2 per centro mentre su base mensile dell’1,9 per cento; sono i dati peggiori dal novembre del 2009. Ma c’è di più, lo stesso indice nel trimestre febbraio-aprile è diminuito del 2,5 per cento rispetto ai tre mesi precedenti, mentre nei primi quattro mesi dell’anno la produzione è diminuita del 6,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Su base annua con aprile si raggiunge l’ottava discesa consecutiva della produzione industriale. In termini congiunturali invece l’indice torna ad essere negativo dopo il segno più di marzo, registrando un calo più forte rispetto alle previsioni fatte dagli analisti (l’attesa era per un -0,5%). Fra i comparti industriali non ce n’è uno che tenga tranne quello dell’attività estrattiva che registra un +6,5 per cento, rispetto ad aprile 2011.
La diminuzione più marcata riguarda il raggruppamento dei beni intermedi (-12,8%) ma anche gli altri comparti presentano cali significativi: giù del 7,9 per cento i beni di consumo, del 6,2 per cento i beni strumentali e del 3,8 per cento l’energia. Nel particolare maglia nera per i settori della fabbricazione di apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche (-15,6%), a seguire quelli della fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche, altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi (-14,7%) e della metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (-12,1%). La fabbricazione di prodotti chimici scende del 10,3 per cento.
Il mese scorso, l’istituto di statistica nazionale aveva diffuso altri sconcertanti dati sulla produzione. In quattro anni persi 250 mila posti di lavoro. L’industria italiana é gravata dall’andamento negativo del mercato interno (-0,7%) che non dà segni di ripresa. Il fatturato del comparto industriale di marzo scorso resta fermo su febbraio (dato destagionalizzato), mentre cala del 3,1 per cento (dato corretto per effetti calendario) su base annua.