Carl Anderson a Bertone: “Gotti abbandona le riunioni” (maggio 2012)
Sebbene abbia iniziato a prestare servizio come membro del Consiglio di Sovrintendenza solo di recente, da tempo sono consapevole dell’importanza dell’Istituto delle Opere Religiose rispetto alla missione della Chiesa Universale. Come membro del Consiglio, spero di poter fornire un punto di vista fresco e permeato dalla conoscenza del mondo finanziario degli Stati Uniti. In qualità di presidente e amministratore delegato dei Cavalieri di Colombo, che è la più grande compagnia di assicurazioni cattolica e che si occupa di raccogliere donazioni e soddisfare esigenze filantropiche in tutto il mondo, conosco l’importanza dello Ior come strumento della volontà del Santo Padre.
Naturalmente lavoro a stretto contatto, quando ne vengo sollecitato, con la Segreteria di Stato per contribuire a realizzare le opere buone essenziali alla missione e alla reputazione della Chiesa. In questa luce, è stato con grande ansia e trepidazione che ho letto negli ultimi mesi le voci sull’Istituto, in particolare per quanto concerne l’interruzione dei rapporti bancari con istituzioni di grande rilievo quali la JP Morgan. Queste voci allarmano il mondo finanziario e il crescente scetticismo nei confronti dello Ior non è di aiuto, ma getta una luce negativa sull’opera del Santo Padre. Ciò che mi ha sconcertato e profondamente preoccupato in quanto membro del Consiglio, è la mancanza da parte dell’Istituto di una risposta all’altezza di queste affermazioni. E ora vengo alla parte triste della mia lettera. Sono giunto alla conclusione, dopo molte preghiere e riflessioni, che Gotti Tedeschi non sia in grado di guidare l’Istituto in tempi difficili come questi. Come ho avuto modo di dire ai miei colleghi del Consiglio, Gotti Tedeschi non ha saputo difendere l’Istituto con il necessario vigore e, non fosse che per questo, l’Istituto ne ha sofferto.
Dal mio punto di vista di membro del Consiglio, a prescindere dall’attuale situazione, è mancata da parte del presidente una direzione e una progettualità, le sue occasionali comunicazioni a me dirette sembrano incentrate non sulla vita dell’Istituto, ma sulle manovre politiche interne e sulla denigrazione degli altri. Accanto a questa sciagurata retorica, c’è stato un comportamento via via più stravagante caratterizzato dal non fornire informazioni complete al Consiglio e, a volte, dal disertare o dall’abbandonare le riunioni del Consiglio. Non ho fiducia in Gotti Tedeschi ed è con grande riluttanza che informo Sua Eminenza che sarebbe per me un enorme sacrificio continuare a servire in questo Consiglio con Gotti Tedeschi. Lasciando da parte il mio personale disagio, e’ mia opinioneprofessionaleedimembrodel Consiglio nei cui confronti ho un dovere fiduciario e indipendente, che la permanenza in qualsivoglia forma di Gotti Tedeschi in seno all’Istituto, con ogni probabilità danneggerebbe l’Istituto e influirebbe in maniera significativa sulla possibilità di realizzarla sua missione.
Le garantisco che in occasione della riunione del Consiglio di Sovrintendenza del 24 maggio 2012, voterò la mozione di sfiducia che il vicepresidente Ronaldo Schmitz presenterà nei confronti del presidente Gotti Tedeschi. Così facendo sono certo di appoggiare la corretta decisione di Sua Eminenza e il modo in cui ha condotto la vicenda. (…)
Lo psichiatra Lasalvia: “È egocentrico e narciso” (18 marzo 2012)
Per completezza del mio intervento professionale sullo stress lavoro (…) per la valutazione di rischio stress correlato e con la sensibilità comunitaria per tale questione Le scrivo di seguito alcune riflessioni; Le devo inoltre dire che ho scritto solo ora perché la delicatezza dell’argomento ha determinato in me l’esigenza di una lunga ed attenta riflessione.
In occasione di un convivio organizzato dalla Direzione per salutare i dipendenti Ior prima delle Sante festività natalizie, sono stato da Lei invitato ed ho avuto l’occasione di sedere accanto al Presidente Gotti Tedeschi fino a quel momento mai conosciuto. Mi ha sorpreso il distacco dall’oggetto di tale situazione, cioè il materiale umano che vivificava l’organico Ior, e lo scollamento con la direzione che invece partecipava come un buon padre di famiglia a una occasione di unione tra la sacralità del contesto e la profanità del lavoro che si svolge quotidianamente. Inoltre il Presidente ha monopolizzato completamente la mia attenzione celebrando la sua persona con a mio avviso inopportune osservazioni sia sulla moralità dei dipendenti sia sulle capacità del clero. Devo dire che tutto ciò mi ha reso sbigotto soprattutto in funzione delle mie aspettative condizionate anche dalla bella presentazione che elegantemente Lei, Direttore, anche indirettamente mi ha sempre fatto.
Per la professione che svolgo e per l’incarico affidatomi non potevo esimermi ad evidenziarLe una certa incongruenza tra i tratti di personalità emersi, anche se in un colloquio occasionale e non strutturato, ed il delicato ruolo di rappresentanza che il Dr. Gotti Tedeschi ricopre; nel merito si sono evidenziati tratti di egocentrismo, narcisismo ed un parziale scollamento dal piano di realtà assimilabile a una disfunzione psicopatologica nota come “accidia sociale”, termine mutuato dalla letteratura cristiana ma che ben interpreta alcuni modelli comportamentali patologici secondo le attuali cognizioni del cervello sociale. La mia osservazione si è resa opportuna poiché come obiettivo professionale ho il compito di diagnosi, prevenzione e terapia dello stress lavoro correlato e tale situazione rappresenta sia per il soggetto, che tra l’altro non si è sottoposto al protocollo, sia per la comunità lavorativa una fonte di stress; in aggiunta, in un ottica di “unione” in cui il modello cristiano della famiglia ne è il principale volano tale scollamento potrebbe ingenerare confusione e quindi malessere.
In conclusione tali osservazioni non vogliono rappresentare una diagnosi ma un punto di osservazione professionale di cui mi è sembrato corretto dare rilevanza in relazione all’incarico che sto svolgendo ed in sintonia con la mia Fede Cristiana, sia per la salute dell’Istituto che per la salute di ogni singolo costituente compreso il presidente.
Schmitz al Segretario di Stato: “Siamo in pericolo” (22 maggio 2012)
Le scrivo con il cuore colmo di pena. Faccio parte del Consiglio di Sovrintendenza delle Opere Religiose dal 2006. In questi sei anni di servizio ho assistito a meravigliosi progressi per ciò che concerne le Opere dell’Istituto e ho affiancato il direttore generale nel suo lavoro. Mi auguro di continuare a far parte del Consiglio nel prossimo futuro.
Tuttavia, come ho avuto modo di dire nella mia precedente corrispondenza, sono convinto che al momento l’Istituto si trovi in una situazione estremamente fragile e rischiosa. Le ho già in precedenza confidato con sincerità le mie preoccupazioni, ma ora ritengo che la situazione sia degenerata al punto di far temere un pericolo imminente.
Forse le mie parole potranno sembrare forti, ma le ho scelte con cura. Ho esaminato la posizione e la percezione dell’Istituto dalla prospettiva di chi opera nel campo della finanza internazionale da circa 45 anni e negli ultimi mesi ho raccolto con particolare attenzione fatti concernenti tanto il funzionamento quanto la rappresentanza dell’Istituto. È proprio in situazioni di pericolo come questa che una istituzione finanziaria deve avere una guida ferma e affidabile. A mio giudizio, il presidente dell’Istituto, Ettore Gotti Tedeschi, non ha le qualità necessarie per guidare l’Istituto. Inoltre ha aggravato la situazione con la sua inerzia e con la mancanza di lealtà nei confronti dei dipendenti e di trasparenza nei confronti del Consiglio. Di fatto nel momento in cui ci aspetta che un capo si faccia avanti e si metta al servizio, Gotti Tedeschi ha evitato o abbandonato gli incontri previsti dallo statuto del Consiglio semplicemente per non fare i conti con le questioni che vanno affrontate. Come Lei ben sa, in occasione della riunione del Consiglio dello Ior del 24 maggio prossimo è prevista la presentazione di una mozione di sfiducia nei confronti del presidente Gotti Tedeschi.
La mozione fornirà i presupposti di fatto sulla base dei quali la maggioranza del Consiglio dovrebbe rimuovere Gotti Tedeschi dalla carica di presidente e da membro del Consiglio dello Ior. Mi aspetto con fiducia che Sua Eminenza ponga fine immediatamente al mandato del presidente Gotti. Non desidero continuare a prestare servizio in un Consiglio con Gotti Tedeschi. Pertanto nel caso in cui il presidente non fosse sollevato dall’incarico dopo un voto di sfiducia da parte del Consiglio, rassegnerò le dimissioni entro e non oltre la fine di maggio 2012. Onestamente mi auguro che la mia carriera nel campo del sistema bancario internazionale e l’aver fatto il mio dovere in seno all’Istituto, convincano Sua Eminenza che va interrotto immediatamente il rapporto con Gotti Tedeschi e che questo è il solo modo per tentare di dare nuovo slancio all’Istituto.
Cronaca
Ior, le lettere a Bertone: “Così Gotti getta ombre sull’operato di Ratzinger”
I documenti riservati spediti dal segretario del consiglio della banca vaticana Carl Anderson e dal vicepresidente Hermann Schmitz. Poi la "perizia" del medico che gli si era seduto accanto a una festa di Natale: "Egocentrico e narcisista: evidenzia accidia sociale"
Carl Anderson a Bertone: “Gotti abbandona le riunioni” (maggio 2012)
Sebbene abbia iniziato a prestare servizio come membro del Consiglio di Sovrintendenza solo di recente, da tempo sono consapevole dell’importanza dell’Istituto delle Opere Religiose rispetto alla missione della Chiesa Universale. Come membro del Consiglio, spero di poter fornire un punto di vista fresco e permeato dalla conoscenza del mondo finanziario degli Stati Uniti. In qualità di presidente e amministratore delegato dei Cavalieri di Colombo, che è la più grande compagnia di assicurazioni cattolica e che si occupa di raccogliere donazioni e soddisfare esigenze filantropiche in tutto il mondo, conosco l’importanza dello Ior come strumento della volontà del Santo Padre.
Naturalmente lavoro a stretto contatto, quando ne vengo sollecitato, con la Segreteria di Stato per contribuire a realizzare le opere buone essenziali alla missione e alla reputazione della Chiesa. In questa luce, è stato con grande ansia e trepidazione che ho letto negli ultimi mesi le voci sull’Istituto, in particolare per quanto concerne l’interruzione dei rapporti bancari con istituzioni di grande rilievo quali la JP Morgan. Queste voci allarmano il mondo finanziario e il crescente scetticismo nei confronti dello Ior non è di aiuto, ma getta una luce negativa sull’opera del Santo Padre. Ciò che mi ha sconcertato e profondamente preoccupato in quanto membro del Consiglio, è la mancanza da parte dell’Istituto di una risposta all’altezza di queste affermazioni. E ora vengo alla parte triste della mia lettera. Sono giunto alla conclusione, dopo molte preghiere e riflessioni, che Gotti Tedeschi non sia in grado di guidare l’Istituto in tempi difficili come questi. Come ho avuto modo di dire ai miei colleghi del Consiglio, Gotti Tedeschi non ha saputo difendere l’Istituto con il necessario vigore e, non fosse che per questo, l’Istituto ne ha sofferto.
Dal mio punto di vista di membro del Consiglio, a prescindere dall’attuale situazione, è mancata da parte del presidente una direzione e una progettualità, le sue occasionali comunicazioni a me dirette sembrano incentrate non sulla vita dell’Istituto, ma sulle manovre politiche interne e sulla denigrazione degli altri. Accanto a questa sciagurata retorica, c’è stato un comportamento via via più stravagante caratterizzato dal non fornire informazioni complete al Consiglio e, a volte, dal disertare o dall’abbandonare le riunioni del Consiglio. Non ho fiducia in Gotti Tedeschi ed è con grande riluttanza che informo Sua Eminenza che sarebbe per me un enorme sacrificio continuare a servire in questo Consiglio con Gotti Tedeschi. Lasciando da parte il mio personale disagio, e’ mia opinioneprofessionaleedimembrodel Consiglio nei cui confronti ho un dovere fiduciario e indipendente, che la permanenza in qualsivoglia forma di Gotti Tedeschi in seno all’Istituto, con ogni probabilità danneggerebbe l’Istituto e influirebbe in maniera significativa sulla possibilità di realizzarla sua missione.
Le garantisco che in occasione della riunione del Consiglio di Sovrintendenza del 24 maggio 2012, voterò la mozione di sfiducia che il vicepresidente Ronaldo Schmitz presenterà nei confronti del presidente Gotti Tedeschi. Così facendo sono certo di appoggiare la corretta decisione di Sua Eminenza e il modo in cui ha condotto la vicenda. (…)
Lo psichiatra Lasalvia: “È egocentrico e narciso” (18 marzo 2012)
Per completezza del mio intervento professionale sullo stress lavoro (…) per la valutazione di rischio stress correlato e con la sensibilità comunitaria per tale questione Le scrivo di seguito alcune riflessioni; Le devo inoltre dire che ho scritto solo ora perché la delicatezza dell’argomento ha determinato in me l’esigenza di una lunga ed attenta riflessione.
In occasione di un convivio organizzato dalla Direzione per salutare i dipendenti Ior prima delle Sante festività natalizie, sono stato da Lei invitato ed ho avuto l’occasione di sedere accanto al Presidente Gotti Tedeschi fino a quel momento mai conosciuto. Mi ha sorpreso il distacco dall’oggetto di tale situazione, cioè il materiale umano che vivificava l’organico Ior, e lo scollamento con la direzione che invece partecipava come un buon padre di famiglia a una occasione di unione tra la sacralità del contesto e la profanità del lavoro che si svolge quotidianamente. Inoltre il Presidente ha monopolizzato completamente la mia attenzione celebrando la sua persona con a mio avviso inopportune osservazioni sia sulla moralità dei dipendenti sia sulle capacità del clero. Devo dire che tutto ciò mi ha reso sbigotto soprattutto in funzione delle mie aspettative condizionate anche dalla bella presentazione che elegantemente Lei, Direttore, anche indirettamente mi ha sempre fatto.
Per la professione che svolgo e per l’incarico affidatomi non potevo esimermi ad evidenziarLe una certa incongruenza tra i tratti di personalità emersi, anche se in un colloquio occasionale e non strutturato, ed il delicato ruolo di rappresentanza che il Dr. Gotti Tedeschi ricopre; nel merito si sono evidenziati tratti di egocentrismo, narcisismo ed un parziale scollamento dal piano di realtà assimilabile a una disfunzione psicopatologica nota come “accidia sociale”, termine mutuato dalla letteratura cristiana ma che ben interpreta alcuni modelli comportamentali patologici secondo le attuali cognizioni del cervello sociale. La mia osservazione si è resa opportuna poiché come obiettivo professionale ho il compito di diagnosi, prevenzione e terapia dello stress lavoro correlato e tale situazione rappresenta sia per il soggetto, che tra l’altro non si è sottoposto al protocollo, sia per la comunità lavorativa una fonte di stress; in aggiunta, in un ottica di “unione” in cui il modello cristiano della famiglia ne è il principale volano tale scollamento potrebbe ingenerare confusione e quindi malessere.
In conclusione tali osservazioni non vogliono rappresentare una diagnosi ma un punto di osservazione professionale di cui mi è sembrato corretto dare rilevanza in relazione all’incarico che sto svolgendo ed in sintonia con la mia Fede Cristiana, sia per la salute dell’Istituto che per la salute di ogni singolo costituente compreso il presidente.
Schmitz al Segretario di Stato: “Siamo in pericolo” (22 maggio 2012)
Le scrivo con il cuore colmo di pena. Faccio parte del Consiglio di Sovrintendenza delle Opere Religiose dal 2006. In questi sei anni di servizio ho assistito a meravigliosi progressi per ciò che concerne le Opere dell’Istituto e ho affiancato il direttore generale nel suo lavoro. Mi auguro di continuare a far parte del Consiglio nel prossimo futuro.
Tuttavia, come ho avuto modo di dire nella mia precedente corrispondenza, sono convinto che al momento l’Istituto si trovi in una situazione estremamente fragile e rischiosa. Le ho già in precedenza confidato con sincerità le mie preoccupazioni, ma ora ritengo che la situazione sia degenerata al punto di far temere un pericolo imminente.
Forse le mie parole potranno sembrare forti, ma le ho scelte con cura. Ho esaminato la posizione e la percezione dell’Istituto dalla prospettiva di chi opera nel campo della finanza internazionale da circa 45 anni e negli ultimi mesi ho raccolto con particolare attenzione fatti concernenti tanto il funzionamento quanto la rappresentanza dell’Istituto. È proprio in situazioni di pericolo come questa che una istituzione finanziaria deve avere una guida ferma e affidabile. A mio giudizio, il presidente dell’Istituto, Ettore Gotti Tedeschi, non ha le qualità necessarie per guidare l’Istituto. Inoltre ha aggravato la situazione con la sua inerzia e con la mancanza di lealtà nei confronti dei dipendenti e di trasparenza nei confronti del Consiglio. Di fatto nel momento in cui ci aspetta che un capo si faccia avanti e si metta al servizio, Gotti Tedeschi ha evitato o abbandonato gli incontri previsti dallo statuto del Consiglio semplicemente per non fare i conti con le questioni che vanno affrontate. Come Lei ben sa, in occasione della riunione del Consiglio dello Ior del 24 maggio prossimo è prevista la presentazione di una mozione di sfiducia nei confronti del presidente Gotti Tedeschi.
La mozione fornirà i presupposti di fatto sulla base dei quali la maggioranza del Consiglio dovrebbe rimuovere Gotti Tedeschi dalla carica di presidente e da membro del Consiglio dello Ior. Mi aspetto con fiducia che Sua Eminenza ponga fine immediatamente al mandato del presidente Gotti. Non desidero continuare a prestare servizio in un Consiglio con Gotti Tedeschi. Pertanto nel caso in cui il presidente non fosse sollevato dall’incarico dopo un voto di sfiducia da parte del Consiglio, rassegnerò le dimissioni entro e non oltre la fine di maggio 2012. Onestamente mi auguro che la mia carriera nel campo del sistema bancario internazionale e l’aver fatto il mio dovere in seno all’Istituto, convincano Sua Eminenza che va interrotto immediatamente il rapporto con Gotti Tedeschi e che questo è il solo modo per tentare di dare nuovo slancio all’Istituto.
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Femminicidio come aggravante punibile con l’ergastolo, il disegno di legge del governo Meloni
Roma, 7 mar (Adnkronos) - La riforma dei criteri di acceso alla facoltà di medicina, la commemorazione di Fulco Pratesi e la mozione di sfiducia al ministro della Giustizia Carlo Nordio sono alcuni dei temi al centro dei lavori parlamentari della prossima settimana.
Alla Camera si riprende lunedì 10 marzo, alle 13, con la discussione generale sul Ddl Giubileo, già approvato dal Senato; l'esame delle mozioni sull'uso delle Pfas e sulla reintroduzione del 'bonus Renzi' e quella sulla Convenzione sugli ausili marittimi (approvata dal Senato). Da martedì all'Odg dell'aula c'è, nel pomeriggio, l'esame della delega al governo sulla revisione delle modalità di accesso ai corsi di laurea in medicina e chirurgia, odontoiatria e veterinaria già approvata dal Senato. Mercoledì, dalle 9,30, la Camera deve esaminare la relazione della Giunta delle elezioni sull’elezione contestata della deputata Anna Laura Orrico (M5s) in Calabria. Poi, alle 16,15, è in programma la commemorazione di Fulco Pratesi.
Tra gli altri argomenti in calendario nella settimana ci sono anche le mozioni sul caro energia; la Pdl sulle intercettazioni già approvata in Senato previo esame e voto delle pregiudiziali di costituzionalità e di merito e la sfiducia al ministro della Giustizia Carlo Nordio presentata dalle opposizioni. Al Senato si riprende martedì alle 17 con il Ddl sulle spoglie delle vittime di omicidio e, a seguire, con il Ddl sulla responsabilità dei componenti del collegio sindacale, già approvato dalla Camera, e il Ddl sulle prestazioni sanitarie. Confermati i tradizionali appuntamenti, sia alla Camera che al Senato, con il Question time e gli atti di sindacato ispettivo.
Roma, 7 mar. (Adnkronos Salute) - "Nders Odv nasce con l'intento di dare un luogo sicuro a persone che hanno avuto esperienze di pre-morte, dove potersi raccontare e confrontare con chi ha avuto lo stesso tipo di esperienza in un ambiente sicuro e non giudicante. La maggiore criticità è che chi l'ha vissuta ha problemi, viene rifiutato dalla società. Non se ne può parlare. La morte è un tabù e l'esperienza di pre-morte è un tabù del tabù". Lo ha detto Davide De Alexandris, fondatore e presidente Nders Odv, in occasione del convegno 'Le esperienze di pre-morte (Nde). Fenomenologia e cambiamenti', che si è tenuto oggi a Roma presso il Centro Studi Americani.
"Sicuramente questo tabù è meno forte rispetto anni fa - prosegue De Alexandris - però il problema esiste. Nelle librerie, ad esempio, testi sulle esperienze di pre-morte sono al fianco a pubblicazioni su alieni e scie chimiche. Noi vorremmo che le esperienze di pre-morte fossero studiate e ci fosse un approccio scientifico orientato alla cura della persona".
Roma, 7 mar. (Adnkronos Salute) - "Oggi cerchiamo di trovare risposte scientifiche alle esperienze di pre-morte grazie a un gruppo multidisciplinare con fisici, medici e tutti quelli che possono dare una credibilità a questi fenomeni. Negli ultimi 10 anni 40mila persone hanno dichiarato di aver vissuto esperienze di pre-morte e la scienza deve fare la sua parte per dare concretezza a questi fenomeni, capirli e conoscerli. E' un obiettivo arduo, ma ci riusciremo". Lo ha detto Francesco Sepioni, medico di emergenza-urgenza della Asl Umbria 1 e autore del libro 'Al Confine con l'Aldilà', che ha moderato il convegno 'Le esperienze di pre-morte (Nde). Fenomenologia e cambiamenti'.
L'incontro, che si è tenuto a Roma presso il Centro Studi Americani, ha voluto affrontare un tema complesso e affascinante come quello delle esperienze di pre-morte (Near-death experiences, Nde), delle esperienze extracorporee (Out-of-Body experiences, Obe), non tralasciando la fenomenologia e i cambiamenti del soggetto successivamente all'esperienza in oggetto. Fenomeni che, pur essendo stati documentati in varie culture ed epoche storiche, continuano a suscitare grande interesse sia nel mondo scientifico che in quello religioso.
"Ci sono 3 casi documentati e comprovati a livello scientifico - spiega Sepioni - Uno, risalente al 2011, ha avuto come protagonista una persona intubata, priva di attività cardiaca e respiratoria, che incredibilmente ha visto e sentito la propria rianimazione. La persona, dopo essersi ripresa, ha raccontato le parole dei medici che lo rianimavano e ha perfino indicato dove era stata messa la protesi dentaria che un'infermiera aveva rimosso dalla sua bocca".
Roma, 7 mar (Adnkronos) - "È da leggere l"ordinanza n. 5992 depositata ieri dalle Sezioni Unite della Cassazione Civile. La restrizione della libertà personale avvenuta per giorni nell'agosto 2018 ai danni di 190 migranti che si trovavano a bordo della Nave Diciotti della Guardia Costiera italiana, per quanto possa non portare a una condanna penale, senz'altro rappresenta un illecito civile, avvenuto per colpa principalmente dell'allora ministro degli interni e vicepremier Matteo Salvini, urlatore ai quattro venti dello slogan dei "porti chiusi", portato avanti a spese dei diritti umani". Lo dice il senatore del Pd Dario Parrini.
"È per colpa delle scelte arbitrarie e disumane di Salvini che lo Stato deve pagare dei risarcimenti alle persone che hanno subito un danno. Eviti quindi Salvini, per il bene suo e nostro, di fare commenti-boomerang. E non sfugga alle sue responsabilità -prosegue Parrini-. E la Presidente del Consiglio impari a non calpestare una regola basilare della democrazia costituzionale: quella secondo la quale il potere esecutivo deve rispettare le sentenze del potere giudiziario, non attaccarle. Se non lo fa, commette un'indecenza".
Roma, 7 mar. (Adnkronos) - A1 Charge, leader nella progettazione, produzione, installazione e assistenza per le infrastrutture di ricarica elettrica, presenta a Key Energy Expo 2025 una gamma di soluzioni all’avanguardia per la mobilità sostenibile, dalle Wallbox AC fino alle potenti stazioni di ricarica ultra-fast da 400 kW. Tra le novità in esposizione: Wallbox AC 1/3ph, perfette per installazioni domestiche e commerciali; Tower Ac Dc dual 20/30/60 kW, una soluzione flessibile per diverse necessità di ricarica; PoleBox, il rivoluzionario dispositivo di EVywhere, startup di Corporate Hangar del Gruppo Prysmian, che trasforma l’illuminazione pubblica esistente in un’infrastruttura di ricarica intelligente; stazioni di ricarica ultra-fast da 90 kW fino a 400 kW, disponibili sia in versione all-in-one che con dispenser, con accumuli da rinnovabili o dalla rete, con il supporto di StarCharge leader mondiale nel settore degli accumuli.
A1 Charge non si limita alla fornitura di soluzioni di ricarica, ma supporta i clienti con programmi di formazione e teaching per installatori e utenti finali. I sistemi sono connessi via Ocpp e Bus proprietari, permettendo il controllo da remoto e sfruttando le potenzialità dell’IoT per una gestione intelligente ed efficiente. L’impegno di A1 Charge per la sostenibilità si concretizza nell’offerta di servizi di remanufacturing, garantendo riparabilità, rigenero e riutilizzo delle apparecchiature, in linea con i target europei accedendo al futuro passaporto digitale dei prodotti.
A1 Charge è orgogliosa di avere tra i partner della propria Technology Valley un’eccellenza italiana come Barilla Group, con cui condivide valori di qualità, innovazione e sostenibilità. Tutto ciò si sposa con i concetti di Cer Comunità energetica atti a creare e generare opportunità.
Roma, 7 mar (Adnkronos) - "A chi continua a chiedermi come posso esser certo che l’articolo 25 sia stato scritto su misura per Musk la risposta è semplice. Perché lo ha ammesso lui stesso, condividendo questo tweet. Avanti a testa alta per difendere interesse nazionale e dignità del Parlamento. Ddlspazio". Lo scrive sui social il deputato del Pd Andrea Casu rilanciando un tweet di Elon Musk.
Roma, 7 mar. (Adnkronos) - "Triste se il Governo discute come al ‘bar’ della giurisdizione e usa quei toni per attaccare i giudici e la divisione dei poteri. Capiamo le ragioni che hanno spinto la rima presidente Margherita Cassano a difendere la dignità di un potere dello Stato. Meloni e soci abbassino i toni”. Lo afferma la capogruppo di Avs alla Camera Luana Zanella.