Se non ha gettato a terra la spugna poco ci manca. E ora tocca capire chi la raccoglierà. Specie dopo la contromossa del governo alle dimissioni a sorpresa di Giuliano Pisapia da commissario straordinario per Expo 2015. L’uscita del sindaco ha una portata deflagrante per le relazioni con il governo ma non è decifrabile come una resa perché, nei fatti, ha tutto il sapore dell’attacco. Ora la palla cade nel campo dell’esecutivo con l’esplicita richiesta che sia un ministro a “metterci la faccia” e il candidato naturale, dicono rumors dal Translatlantico, sarebbe Corrado Passera. E la reazione, per la verità, è arrivata direttamente dal presidente del Consiglio Mario Monti che in serata ha diffuso una nota: “In relazione alla dichiarazione del Sindaco di Milano Giuliano Pisapia all’assemblea dell’Assolombarda, nella quale si annunciava l’intenzione di rimettere il mandato di Commissario Straordinario per ‘Expo Universale 2015′, il presidente del Consiglio Mario Monti, nell’auspicare un opportuno ripensamento di tale intendimento, ribadisce – come già fatto nella riunione del 9 marzo scorso – la natura strategica dell’evento dell’Expo, sia per Milano che per l’Italia intera”. Non solo. Monti ha anche ribadito che “allo stato la Ragioneria Generale dello Stato ha evidenziato non rinvenirsi disponibilità utili al fine della copertura della richiesta deroga” annuale di 130 mln del patto di stabilità chiesto dagli enti locali per il perdiodo 2012-2015 per le attività connesse all’Expo di Milano. Tradotto: i soldi stanziati rimangono quelli. L’unico provvedimento per andare incontro a Pisapia, invece, è stata l’istituzione di un “tavolo di coordinamento composto dal presidente del Consiglio, dal vice ministro Vittorio Grilli, dal vice ministro Mario Ciaccia“, in funzione “di indirizzo e sostegno all’opera dei Commissari straordinari” di Expo 2015. Il governo, quindi, ha confermato il suo impegno, ha deciso di ‘aiutare’ il sindaco di Milano mettendoci la faccia, ma ha anche detto a chiare lettere che altri soldi non ce ne sono e non ce ne saranno.
Con buona pace di Pisapia, che ha raccolto il progetto Expo dalle mani di Letizia Moratti con quel poco che c’era, dai pasticci sulle aree ai conti in rosso della società di gestione e fino alle eterne liti sul potere tra regione e comune. Per evitare il rischio di un clamoroso flop ha cercato una sponda nuova con Roma. Che evidentemente non ha trovato in questi sei mesi di governo tecnico, nonostante premier e ministri arrivino in gran parte proprio dalla capitale economica del Paese. Oggi, a mille giorni dall’evento che doveva cambiare Milano, ha voluto mettere nero su bianco il suo dissenso con un gesto di ribellione in piena regola alla “disattenzione del governo verso un evento che riguarda l’Italia intera”.
Una decisione a lungo meditata, fanno sapere dallo staff del primo cittadino, e che pare in qualche modo dettata dalle circostanze di trovarsi stretto in un imbuto senza via d’uscita: da una parte la mancanza di fondi e attenzione da parte del governo in carica, dall’altra la corsa contro il tempo nelle opere che ha reso quanto meno “opaca” la prima infornata di appalti oggi sotto la lente della magistratura.
I nodi sollevati ieri da Pisapia sono sostanzialmente tre. Il primo riguarda le regole del gioco e ha a che fare con il pasticcio della riforma della Protezione Civile che ha cancellato Expo dai Grandi Eventi che potevano derogare alle regole ferree su appalti e tetti di spesa. Qui si è consumato lo strappo sulle deleghe del sindaco che sono state di fatto cancellate per errore in Senato. Segnalato il pasticcio, il governo si è impegnato a ripristinare i poteri commissariali con un successivo decreto che ora attende la conversione alla Camera. Nel testo, l’Expo torna dunque ad essere un grande evento in deroga e nello stesso decreto vengono confermati i poteri emanati a suo tempo dalla presidenza del Consiglio.
Ma c’è un altro tema spinoso da affrontare, l’eterno rebus dei fondi che si trascina da quattro anni, sin dalla vittoria su Smirne del 2008, con una Letizia Moratti tanto sorridente in trionfo quanto amareggiata nei successivi tre anni, spesi a elemosinare risorse al governo del suo stesso colore politico. Senza girarci intorno, da allora, il problema è sempre stato quello delle risorse. Lo Stato, il governo centrale, si è sempre mostrato propenso a sostenere Expo. Ma sulla carta. Dove sono sempre stati i soldi. Per mandare in porto l’operazione servono 2,5 miliardi, uno dovrebbe arrivare dagli sponsor privati, gli altri 1,4 miliardi dallo Stato. Quei soldi ci sono, giurano da Roma, ma una relazione del Servizio Studi della Camera già da tempo segnala come sia distribuiti male perché concentrano le erogazioni negli ultimi tre anni sui sette previsti dal piano economico finanziario e questo pone un problema di coperture. Non oggi, ma domani sicuramente. E allora il sindaco chiede con forza di avere certezze su questo. La diplomazia è al lavoro e pare che il governo sia disposto a fare una relazione al Parlamento sull’intera vicenda Expo. La richiesta, da più parti, è che la Ragioneria Generale ci metta il timbro garantendo la sostenibilità dell’intera operazione e nessuna sorpresa.
Non basta. C’è un terzo elemento che ha indotto Pisapia a fare un annuncio clamoroso. Imporre al governo che sia un ministro a metterci la faccia, a garantire. In realtà Pisapia e Formigoni hanno incontrato il governo il 9 marzo proprio a Palazzo Chigi. C’era l’esecutivo al gran completo (erano presenti i ministri Severino, Passera, Fornero, Catania, Ornaghi, Balduzzi, Riccardi e Gnudi, il viceministro Grilli e i sottosegretari Peluffo, Catricalà e Dassù). La missione romana cercava conferme e chiedeva al premier di avere un delegato dell’esecutivo al 2015, risolvere in fretta il problema dei poteri del sindaco-commissario del Governo (cioè Pisapia). All’uscita sorrisi, conferme e rassicurazioni.
Ma nei tre mesi successivi i nodi sollevati Pisapia sarebbero rimasti tutti lì, con il governo impegnato a tamponare ben altri terremoti. Rimettendo le deleghe Pisapia è tornato alla questione fondamentale delle responsabilità di un eventuale fallimento. Lui col cerino in mano non ci vuole rimanere. Non a caso ha chiarito che non si tratta di una marcia indietro ma di “fare due passi avanti”. Per capire il gesto bisogna decifrare attentamente le sue parole. “Ci vuole una persona del governo che se ne occupi a tempo pieno”, ha scandito Pisapia oggi. “Abbiamo posto e continuiamo a porre – ha spiegato – questioni che continuano a non avere risposte, anche perché nel governo non abbiamo un interlocutore ben definito”. Cosa intende dire, visto che in realtà proprio il 27 aprile l’esecutivo ha nominato il proprio consigliere all’interno della società Expo Spa? La nomina è ricaduta su Alessandra Dal Verme, membro della Ragioneria generale dello Stato. Forse a Pisapia non basta. Con la sua uscita a sorpresa, è forse l’interpretazione corretta, il sindaco chiede sia direttamente uno dei ministri a prendersi la grana, non un funzionario per quanto di altissima burocrazia.
La mossa di Pisapia sarebbe dunque un chiaro tentativo di rimettere il pallino delle responsabilità in mano a chi ha competenze dirette su economia e sviluppo. Rumors e indiscrezioni si rincorrono sul candidato naturale al ruolo e puntano su Corrado Passera. Altri tifano perché il governo riassegni rapidamente i poteri al commissario e quindi non ratifichi le dimissioni. Resta da capire se la risposta di Palazzo Chigi basterà al sindaco di Milano.
Politica
Expo 2015: Pisapia rimette l’incarico. Monti: “Spero in un suo ripensamento”
I pochi poteri per l'amministrazione comunale, le risorse insufficienti, la mancanza di un ministro delegato all'evento: sono i tre punti che hanno spinto il sindaco a restituire il mandato al governo. Così il candidato naturale a risolvere la questione è Corrado Passera
Se non ha gettato a terra la spugna poco ci manca. E ora tocca capire chi la raccoglierà. Specie dopo la contromossa del governo alle dimissioni a sorpresa di Giuliano Pisapia da commissario straordinario per Expo 2015. L’uscita del sindaco ha una portata deflagrante per le relazioni con il governo ma non è decifrabile come una resa perché, nei fatti, ha tutto il sapore dell’attacco. Ora la palla cade nel campo dell’esecutivo con l’esplicita richiesta che sia un ministro a “metterci la faccia” e il candidato naturale, dicono rumors dal Translatlantico, sarebbe Corrado Passera. E la reazione, per la verità, è arrivata direttamente dal presidente del Consiglio Mario Monti che in serata ha diffuso una nota: “In relazione alla dichiarazione del Sindaco di Milano Giuliano Pisapia all’assemblea dell’Assolombarda, nella quale si annunciava l’intenzione di rimettere il mandato di Commissario Straordinario per ‘Expo Universale 2015′, il presidente del Consiglio Mario Monti, nell’auspicare un opportuno ripensamento di tale intendimento, ribadisce – come già fatto nella riunione del 9 marzo scorso – la natura strategica dell’evento dell’Expo, sia per Milano che per l’Italia intera”. Non solo. Monti ha anche ribadito che “allo stato la Ragioneria Generale dello Stato ha evidenziato non rinvenirsi disponibilità utili al fine della copertura della richiesta deroga” annuale di 130 mln del patto di stabilità chiesto dagli enti locali per il perdiodo 2012-2015 per le attività connesse all’Expo di Milano. Tradotto: i soldi stanziati rimangono quelli. L’unico provvedimento per andare incontro a Pisapia, invece, è stata l’istituzione di un “tavolo di coordinamento composto dal presidente del Consiglio, dal vice ministro Vittorio Grilli, dal vice ministro Mario Ciaccia“, in funzione “di indirizzo e sostegno all’opera dei Commissari straordinari” di Expo 2015. Il governo, quindi, ha confermato il suo impegno, ha deciso di ‘aiutare’ il sindaco di Milano mettendoci la faccia, ma ha anche detto a chiare lettere che altri soldi non ce ne sono e non ce ne saranno.
Con buona pace di Pisapia, che ha raccolto il progetto Expo dalle mani di Letizia Moratti con quel poco che c’era, dai pasticci sulle aree ai conti in rosso della società di gestione e fino alle eterne liti sul potere tra regione e comune. Per evitare il rischio di un clamoroso flop ha cercato una sponda nuova con Roma. Che evidentemente non ha trovato in questi sei mesi di governo tecnico, nonostante premier e ministri arrivino in gran parte proprio dalla capitale economica del Paese. Oggi, a mille giorni dall’evento che doveva cambiare Milano, ha voluto mettere nero su bianco il suo dissenso con un gesto di ribellione in piena regola alla “disattenzione del governo verso un evento che riguarda l’Italia intera”.
Una decisione a lungo meditata, fanno sapere dallo staff del primo cittadino, e che pare in qualche modo dettata dalle circostanze di trovarsi stretto in un imbuto senza via d’uscita: da una parte la mancanza di fondi e attenzione da parte del governo in carica, dall’altra la corsa contro il tempo nelle opere che ha reso quanto meno “opaca” la prima infornata di appalti oggi sotto la lente della magistratura.
I nodi sollevati ieri da Pisapia sono sostanzialmente tre. Il primo riguarda le regole del gioco e ha a che fare con il pasticcio della riforma della Protezione Civile che ha cancellato Expo dai Grandi Eventi che potevano derogare alle regole ferree su appalti e tetti di spesa. Qui si è consumato lo strappo sulle deleghe del sindaco che sono state di fatto cancellate per errore in Senato. Segnalato il pasticcio, il governo si è impegnato a ripristinare i poteri commissariali con un successivo decreto che ora attende la conversione alla Camera. Nel testo, l’Expo torna dunque ad essere un grande evento in deroga e nello stesso decreto vengono confermati i poteri emanati a suo tempo dalla presidenza del Consiglio.
Ma c’è un altro tema spinoso da affrontare, l’eterno rebus dei fondi che si trascina da quattro anni, sin dalla vittoria su Smirne del 2008, con una Letizia Moratti tanto sorridente in trionfo quanto amareggiata nei successivi tre anni, spesi a elemosinare risorse al governo del suo stesso colore politico. Senza girarci intorno, da allora, il problema è sempre stato quello delle risorse. Lo Stato, il governo centrale, si è sempre mostrato propenso a sostenere Expo. Ma sulla carta. Dove sono sempre stati i soldi. Per mandare in porto l’operazione servono 2,5 miliardi, uno dovrebbe arrivare dagli sponsor privati, gli altri 1,4 miliardi dallo Stato. Quei soldi ci sono, giurano da Roma, ma una relazione del Servizio Studi della Camera già da tempo segnala come sia distribuiti male perché concentrano le erogazioni negli ultimi tre anni sui sette previsti dal piano economico finanziario e questo pone un problema di coperture. Non oggi, ma domani sicuramente. E allora il sindaco chiede con forza di avere certezze su questo. La diplomazia è al lavoro e pare che il governo sia disposto a fare una relazione al Parlamento sull’intera vicenda Expo. La richiesta, da più parti, è che la Ragioneria Generale ci metta il timbro garantendo la sostenibilità dell’intera operazione e nessuna sorpresa.
Non basta. C’è un terzo elemento che ha indotto Pisapia a fare un annuncio clamoroso. Imporre al governo che sia un ministro a metterci la faccia, a garantire. In realtà Pisapia e Formigoni hanno incontrato il governo il 9 marzo proprio a Palazzo Chigi. C’era l’esecutivo al gran completo (erano presenti i ministri Severino, Passera, Fornero, Catania, Ornaghi, Balduzzi, Riccardi e Gnudi, il viceministro Grilli e i sottosegretari Peluffo, Catricalà e Dassù). La missione romana cercava conferme e chiedeva al premier di avere un delegato dell’esecutivo al 2015, risolvere in fretta il problema dei poteri del sindaco-commissario del Governo (cioè Pisapia). All’uscita sorrisi, conferme e rassicurazioni.
Ma nei tre mesi successivi i nodi sollevati Pisapia sarebbero rimasti tutti lì, con il governo impegnato a tamponare ben altri terremoti. Rimettendo le deleghe Pisapia è tornato alla questione fondamentale delle responsabilità di un eventuale fallimento. Lui col cerino in mano non ci vuole rimanere. Non a caso ha chiarito che non si tratta di una marcia indietro ma di “fare due passi avanti”. Per capire il gesto bisogna decifrare attentamente le sue parole. “Ci vuole una persona del governo che se ne occupi a tempo pieno”, ha scandito Pisapia oggi. “Abbiamo posto e continuiamo a porre – ha spiegato – questioni che continuano a non avere risposte, anche perché nel governo non abbiamo un interlocutore ben definito”. Cosa intende dire, visto che in realtà proprio il 27 aprile l’esecutivo ha nominato il proprio consigliere all’interno della società Expo Spa? La nomina è ricaduta su Alessandra Dal Verme, membro della Ragioneria generale dello Stato. Forse a Pisapia non basta. Con la sua uscita a sorpresa, è forse l’interpretazione corretta, il sindaco chiede sia direttamente uno dei ministri a prendersi la grana, non un funzionario per quanto di altissima burocrazia.
La mossa di Pisapia sarebbe dunque un chiaro tentativo di rimettere il pallino delle responsabilità in mano a chi ha competenze dirette su economia e sviluppo. Rumors e indiscrezioni si rincorrono sul candidato naturale al ruolo e puntano su Corrado Passera. Altri tifano perché il governo riassegni rapidamente i poteri al commissario e quindi non ratifichi le dimissioni. Resta da capire se la risposta di Palazzo Chigi basterà al sindaco di Milano.
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Roma, 13 mar. (Adnkronos) - Riforestare. Per mitigare l’inquinamento atmosferico e acustico cittadino, incrementare la biodiversità, ridurre i consumi energetici e migliorare il paesaggio urbano e periurbano insieme alla qualità di vita degli abitanti. Il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (Mase), sostenuto da Axpo Italia e Pulsee Luce e Gas, lancia il progetto 'RiforestAzione', dedicato alla tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano in 13 città metropolitane d’Italia (Torino, Genova, Milano, Venezia, Firenze, Roma, Napoli, Bari, Reggio di Calabria, Palermo, Messina, Catania e Cagliari) in cui risiedono più di 21 milioni di persone e la cui estensione complessiva è pari a oltre il 15% del territorio nazionale.
L’iniziativa, svelata oggi all’Orto Botanico di Roma alla presenza di istituzioni e partner, rientra nella Missione 'Rivoluzione verde e transizione ecologica' (M2), Componente 'Tutela del territorio e della risorsa idrica' (C4), del Piano di Ripresa e Resilienza (Pnrr). Quest’ultimo si inserisce all’interno del programma Next Generation Eu (Ngeu).
Nel caso specifico, l’investimento per la 'tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano', dal valore di 210 milioni di euro, si propone di piantare 4,5 milioni di alberi e arbusti, creando 4.500 ettari di nuove foreste e trapiantando almeno 3,5 milioni di alberi nella loro destinazione finale, mediante un ampio programma di interventi, in grado di proteggere i processi ecologici correlati al funzionamento degli ecosistemi. Si tratta di un progetto altamente rilevante e coerente con il piano 'Eu forest strategy for 2030', dedicato al rafforzamento delle foreste continentali e che ambisce ad aggiungere 3 miliardi di alberi entro il 2030.
Il contributo di Axpo Italia e Pulsee Luce e Gas al progetto del Mase 'RiforestAzione' si declina sotto forma di un supporto diretto alle attività per la sua promozione e comunicazione. Questo impegno si sviluppa attraverso molteplici azioni, a cominciare dalla creazione di una piattaforma digitale con contenuti informativi e di approfondimento sulle azioni di riqualificazione del verde urbano ed extraurbano, curata dalla società urban tech SuperUrbanity.
Oltre alla piattaforma, il progetto prevede la realizzazione di un percorso sul territorio nazionale che andrà a toccare nei prossimi due anni alcune delle città coinvolte nell’iniziativa per farla conoscere alle comunità locali, così come di un percorso didattico, in collaborazione con Fondazione Sylva, che farà tappa nelle scuole per diffondere la cultura ambientale e accrescere le competenze ecologiche dei più giovani.
In più, verrà strutturato un Osservatorio, con durata biennale, che andrà a monitorare l’evoluzione del rapporto tra italiani e verde urbano. A tal proposito, la centralità delle aree verdi è rimarcata dai dati raccolti nella prima ricerca dedicata al progetto 'RiforestAzione' del Pulsee Luce e Gas Index, osservatorio sulle abitudini sostenibili degli italiani sviluppato insieme a Nielsen IQ, da cui emerge che, per l’83% degli intervistati, l’aumento degli spazi con alberi e arbusti è necessario, mentre, per il 90%, le aree verdi sono fondamentali per il proprio benessere psicofisico, segno di un crescente desiderio di ristabilire un contatto con la natura nei luoghi di vita. Da segnalare anche che, per l’87% degli italiani, gli interventi di riqualificazione costituiscono un fattore che può migliorare la valutazione dell’amministrazione pubblica e la percezione di una città.
"Il progetto 'RiforestAzione' rappresenta un tassello importante della strategia nazionale per la tutela dell’ambiente e la qualità della vita nelle nostre città. Il verde urbano ed extraurbano non è solo un elemento estetico, ma una risorsa cruciale per la salute dei cittadini, la lotta ai cambiamenti climatici e la tutela della biodiversità. Con questa iniziativa, il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica conferma il proprio impegno concreto nel promuovere una politica ecologica che sia anche una rivoluzione culturale, coinvolgendo istituzioni, imprese e cittadini in un percorso condiviso. Ringraziamo Axpo Italia e Pulsee Luce e Gas per il supporto a un progetto che guarda al futuro delle nostre comunità, con un impatto tangibile e duraturo sul territorio”, rimarca il sottosegretario di Stato al ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Claudio Barbaro.
“Le soluzioni nature-based rappresentano un pilastro fondamentale nella lotta ai cambiamenti climatici e nella creazione di città più resilienti e vivibili. Il sostegno di Axpo Italia a questo ambizioso progetto di riforestazione urbana ed extraurbana del Mase è una dimostrazione del nostro impegno continuativo per lo sviluppo sostenibile, in cui il verde diventa un alleato strategico per migliorare il benessere delle persone. Cooperare e tutelare la natura significa investire concretamente nel futuro delle prossime generazioni, rafforzando la capacità delle nostre comunità di affrontare le sfide ambientali con soluzioni innovative e durature”, commenta Salvatore Pinto, presidente di Axpo Italia.
“L'espansione delle aree verdi nelle città metropolitane è un investimento sul nostro futuro, sulla nostra salute e sul nostro benessere. È un modo per riconnetterci con la natura, per riscoprire il valore degli alberi, e per costruire città più vivibili e sostenibili. L’obiettivo al 2026 è completare le operazioni di transplanting del materiale di propagazione forestale (semi o piante) per almeno 3.500.000 alberi e arbusti per il rimboschimento delle aree urbane ed extraurbane. L’obiettivo è creare una rete di corridoi ecologici che colleghino le aree verdi esistenti, favorendo la mobilità della fauna e la dispersione dei semi. Vogliamo trasformare le nostre città metropolitane in ecosistemi resilienti, capaci di adattarsi ai cambiamenti climatici e di offrire servizi ecosistemici essenziali per la collettività", dice Fabrizio Penna, capo Dipartimento Pnrr Mase.
Roma, 13 mar. (Adnkronos Salute) - “L’accessibilità del farmaco è un tema centrale per la tutela del diritto alla salute dei cittadini e per la sostenibilità del sistema, e i dati diffusi questa mattina non fanno altro che confermare quanto una più ampia dispensazione dei medicinali sul territorio possa contribuire a realizzare migliori esiti di salute e a ridurre i costi sociali a carico di pazienti e caregiver, con un beneficio tangibile anche in termini di riduzione della spesa farmaceutica. Esprimiamo il nostro più vivo apprezzamento al ministro della Salute Orazio Schillaci e al sottosegretario Marcello Gemmato per gli obiettivi perseguiti con la riforma del sistema distributivo dei farmaci introdotta con la Legge di Bilancio 2024, e per l’attenzione mostrata su un tema che impatta in maniera così rilevante sulla quotidianità di pazienti, in particolar modo delle persone anziane e di coloro che vivono nelle aree più interne. Avvicinare il farmaco al cittadino va nella direzione di rafforzare la prossimità dell’assistenza e della cura per una Sanità più accessibile, equa e aderente ai bisogni delle persone”. Lo ha detto Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani (Fofi), intervenendo sull'evento 'Farmaco accessibile: bilanci e prospettive. Un anno dalla norma', che si è svolto questa mattina ala ministero della Salute.
“La distribuzione del farmaco sul territorio valorizza la prossimità e la professionalità del farmacista e la continuità di servizio dei nostri presìdi per garantire un’assistenza farmaceutica più vicina alle esigenze dei pazienti, ma anche un maggior supporto ai fini della corretta assunzione dei farmaci e dell’aderenza terapeutica, aspetti di fondamentale importanza nella gestione delle malattie croniche nell’ambito di una presa in carico multidisciplinare sul territorio”, ha concluso Mandelli.
Roma, 13 mar. (Adnkronos Salute) - Dopo un anno dall'introduzione delle norme nella Legge di Bilancio 2024 sulla distribuzione di alcune categorie di farmaci "abbiamo fatto il bilancio consuntivo di quella che è stata la prima applicazione di questa normativa, che ha evidenziato degli effetti economici positivi con un significativo trasferimento di medicinali da una modalità di erogazione che incide con un meccanismo organizzato che porta in particolar modo il paziente a dover ritornare due volte in farmacia o addirittura a ottenere questo medicinale, attraverso le farmacie distrettuali ad una modalità convenzionata che quindi consente una pronta disponibilità di questi medicinali a fronte della ricetta medica nella farmacia sotto casa o in prossimità". Lo ha detto all'Adnkronos Salute Pierluigi Russo, direttore tecnico scientifico dell'Agenzia Italiana del Farmaco intervendo oggi, al ministero della Salute, per l'evento 'Farmaco accessibile: bilanci e prospettive. Un anno dalla norma' .
"Il provvedimento ha un valore molto importante - sottolinea Russo - soprattutto nelle zone d'Italia dove i presidi sanitari sono più distanti e quindi questo ha un effetto positivo in termini di mantenimento della continuità terapeutica soprattutto per malattie croniche, come il diabete". "Grazie alla riclassificazione degli antidiabetici a base di gliptine, e grazie al fatto che si è rivisto il processo di distribuzione di tali farmaci c'è stata una maggiore aderenza terapeutica. Inoltre, l'impatto economico che abbiamo registrato è sostanzialmente una riduzione dei costi per il Servizio sanitario nazionale pari a poco più del 13%. Registriamo un avanzo rispetto al tetto della spesa farmaceutica convenzionata per fine anno che registrerà sempre un avanzo importante comunque di oltre 600 milioni di euro".
L'impatto "è complessivamente positivo, sulla base di questi risultati il tavolo di monitoraggio del ministero della Salute ha dato mandato all'Agenzia italiana del farmaco di procedere con l'individuazione entro il 30 di marzo 2025 di una nuova categoria terapeutica che possa essere in qualche modo considerabile per il trasferimento, la riclassificazione da A-PHT ad A" conclude.
Tel Aviv, 13 mar. (Adnkronos/Afp) - "Stamattina sono stati identificati diversi terroristi che operavano vicino alle truppe dell'Idf nella parte centrale di Gaza e che tentavano di piazzare ordigni esplosivi nel terreno. Un aereo dell'Iaf ha colpito i terroristi". Lo ha reso noto l'esercito israeliano in una nota.
Roma, 13 mar. (Adnkronos) - Nel centrosinistra, per quel che riguarda il fronte politico, sono diverse le adesioni alla manifestazione per l'Europa di sabato prossimo a Roma lanciata da Michele Serra dalle pagine di 'Repubblica'. I leader delle opposizioni ci saranno quasi tutti: Elly Schlein, Nicola Fratoianni, Angelo Bonelli, Riccardo Magi, Matteo Renzi, Carlo Calenda: "Saremo in piazza con le bandiere europee e con quelle dell’Ucraina e della Georgia", ha scritto sulla sua newsletter il leader di Azione.
A proposito di bandiere, Fratoianni invece ha chiarito: "Io ci andrò con la bandiere della pace, perché fare l’Europa significa difendere il welfare, rilanciare il multilateralismo e costruire la pace". A dire 'no, grazie' è stato invece Giuseppe Conte: "Rispetto per chi manifesta ma per il M5s la piazza è quella del 5 aprile, una piazza aperta a tutti", ha spiegato da Strasburgo dove era andato per protestare contro il piano ReArmEu.
Presenti moltissimi sindaci (in maggioranza di centrosinistra, con qualche eccezione), che formalmente dell'evento sono i promotori. Tra questi, oltre al primo cittadino di Roma Roberto Gualtieri, i colleghi Vito Leccese (Bari), Matteo Lepore (Bologna), Massimo Zedda (Cagliari), Sara Funaro (Firenze), Beppe Sala (Milano), Gaetano Manfredi (Napoli), Stefano Lo Russo (Torino), Luigi Brugnaro (Venezia) tra i tanti.
(Adnkronos) - Tra le adesioni nel Pd spiccano quelle dell'area riformista a partire dal presidente dem Stefano Bonaccini e dalla vice presidente del Parlamento Ue Pina Picierno. Tra gli altri in piazza anche Gianni Cuperlo, Sandra Zampa, Walter Verini, Piero Fassino, Anna Ascani, Simona Malpezzi, solo per citarne alcuni. Ha aderito anche Walter Veltroni: "Mi auguro ci siano solo bandiere dell’Ue", ha detto l'ex segretario Pd a La7.
'Presente' anche da parte di Pier Ferdinando Casini. Mentre l'ex presidente della Camera Gianfranco Fini, proprio a 'Repubblica', sull'iniziativa di Serra ha detto: "È una proposta sensata, non avrei difficoltà ad aderire. Certo, poi bisogna chiedersi l’Europa come la intendiamo". Nel centrodestra l'argomento resta tabù. Qualche (timida) apertura è arrivata da Forza Italia: "L’idea è molto suggestiva. Leggerò la piattaforma e deciderò se aderire", ha detto il vice presidente della Camera Giorgio Mulè.
Discorso diverso nel mondo dell'associazionismo, nella società civile e soprattutto nei sindacati. I leader della troika Maurizio Landini (Cigl), Daniela Fumarola (Cisl) e Pierpaolo Bombardieri (Uil) hanno aderito. Idem da una galassia di sigle che va da Legambiente alla Comunità di Sant'Egidio, dall'Agesci alle associazioni Lgbtq+, dalle Acli a Legacoop, dall'Alleanza per lo sviluppo sostenibile all'Anpi. Massiccia si preannuncia, almeno sulla carta, la presenza di esponenti di spicco del mondo della cultura e dello spettacolo. Tra questi Daniel Pennac, Luciana Littizzetto, Stefano Massini, Claudio Amendola, Pif, Renzo Piano, Antonio Scurati, Roberto Vecchioni, Fabrizio Bentivoglio, Benedetta Tobagi, Antonio Albanese, Luca Bizzarri.
Catania, 13 mar. (Adnkronos) - La Commissione regionale antimafia all'Ars ha ascoltato, alla Prefettura di Catania, il Procuratore generale presso la corte d'Appello di Catania, Carmelo Zuccaro, per fare il punto sulla lotta alla mafia nella provincia. Zuccaro uscendo dalla Prefettura non ha rilasciato dichiarazioni. Nel pomeriggio sarà ascoltato anche il Procuratore di Catania Francesco Curcio.
Washington, 13 mar. (Adnkronos) - Il segretario alla Difesa degli Stati Uniti Pete Hegseth ha discusso di "sicurezza regionale e opportunità per approfondire la cooperazione contro le minacce comuni" con il ministro della Difesa saudita Khalid Bin Salman. Lo ha reso noto il Pentagono.