In Grecia non si combatte solo per impedire un fallimento finanziario, ma anche per quello sociale. L’intolleranza xenofoba arrivata con il vento del razzismo che dai Campi Elisi di Marine Le Pen è giunto fin sotto l’Acropoli. Il paese è chiamato a gestire l’emergenza umanitaria degli immigrati, si dice circa tre milioni su una popolazione complessiva di undici. Egiziani, afghani, thailandesi, iracheni in condizioni disumane e dal futuro incerto che arrivano in Grecia dalle frontiere settentrionali (spesso con un occhio chiuso da parte delle autorità turche) o via mare. Con i cittadini che si ribellano all’immobilismo delle istituzioni e con la cattiva politica che sguazza nella pozzanghera della protesta. Per spargere fiele xenofobo nel paese ellenico sull’orlo del default ecco le ronde che circolano in alcune città greche.
Sei attivisti di estrema destra sono stati arrestati per aver attaccato un gruppo di immigrati. Gli inquirenti li accusano di essere stati gli autori di una spedizione punitiva contro alcuni cittadini egiziani all’interno della loro abitazione, alla periferia di Atene. Una delle vittime, un ragazzo di 28 anni, è stata ferito alla testa e versa ancora in gravissime condizioni. I sei, fra cui una donna, sarebbero stati riconosciuti dagli aggrediti. Dopo aver distrutto due macchine e una motocicletta, hanno usato mazze e altre armi improvvisate per rompere le finestra della casa in cui vivevano gli egiziani. Dovranno rispondere di “gravi lesioni corporali” e violazione della normativa sulle armi. Dalle prime ricostruzioni emerge che gli arrestati farebbero parte di un gruppo i “rondisti”, che circolano da qualche mese in alcune città greche, Atene e Patrasso su tutte, e avrebbero fatto irruzione nell’abitazione di alcuni immigrati, picchiandoli.
Proprio la città costiera di Patrasso qualche giorno fa è stata teatro di una vera e propria guerriglia urbana: circa duecento membri del partito di destra Alba dorata (che alle scorse elezioni ha raccolto il 7% e dopo quaranta anni ha fatto ingresso per la prima volta in Parlamento) armati di spranghe di ferro e bastoni, con i volti coperti con caschi e cappucci, hanno marciato in strada, cantando l’inno nazionale e gridando slogan contro gli immigrati. Hanno poi attaccato la polizia e trasformato in un campo di battaglia il piazzale antistante la vecchia fabbrica di Piraiki Patraiki, dove attualmente trovano riparo alcuni extracomunitari. Il corteo dei nazionalisti si era radunato sulla strada Antheia, a circa mezzo chilometro da dove si era formato un capannello sulla costiera di Dyme per protestare contro l’omicidio di un 30enne cittadino greco avvenuto qualche giorno prima accoltellato da tre giovani afghani.
Il partito guidato dall’effervescente Nikolaos Mikalioliakos sta guadagnando sempre più le prime pagine delle cronache. Tre giorni fa il portavoce Ilias Kasidiaris ha aggredito due colleghi durante una trasmissione in diretta sulla tv Antenna, prima gettando un bicchiere d’acqua contro un deputato del Syriza e poi prendendo a schiaffi e pugni una deputata del Partito Comunista Kke. Il procuratore generale Eleni Raikou ne aveva ordinato l’arresto ma non essendo stato reperibile nelle prime 48 ore il provvedimento si è reso nullo.
Uno scenario preoccupante mentre il continente vive in fibrillazione questi giorni che separano la Grecia dal voto politico del prossimo fine settimana e dal futuro economico sempre più incerto e con il contagio ellenico di fatto già esteso a Spagna e Cipro. Senza dimenticare lo spettro del ritorno alla dracma che si allunga minaccioso. E mentre i suicidi da crisi toccano quota 252: ieri nell’elegante quartiere di Kifissia a nord di Atene un ingegnere 75enne si è sparato un colpo di fucile proprio dinanzi alla sua abitazione. Pare avesse raggiunto un’impasse finanziaria irreversibile. Come il resto del paese. Che fatica anche a garantire le cure ai malati di cancro.
Mondo
Grecia, la crisi genera xenofobia. Sei estremisti di destra pestano immigrati
Gli inquirenti hanno arrestato sei persone, tra cui una donna, accusate di essere gli autori di una spedizione punitiva contro alcuni cittadini egiziani. Una delle vittime, un ragazzo di 28 anni, è stata ferito alla testa ed è in gravissime condizioni. I suicidi per le difficoltà finanziarie sono arrivati a quota 252. E fra qualche giorno i greci tornano alle urne per le nuove elezioni
In Grecia non si combatte solo per impedire un fallimento finanziario, ma anche per quello sociale. L’intolleranza xenofoba arrivata con il vento del razzismo che dai Campi Elisi di Marine Le Pen è giunto fin sotto l’Acropoli. Il paese è chiamato a gestire l’emergenza umanitaria degli immigrati, si dice circa tre milioni su una popolazione complessiva di undici. Egiziani, afghani, thailandesi, iracheni in condizioni disumane e dal futuro incerto che arrivano in Grecia dalle frontiere settentrionali (spesso con un occhio chiuso da parte delle autorità turche) o via mare. Con i cittadini che si ribellano all’immobilismo delle istituzioni e con la cattiva politica che sguazza nella pozzanghera della protesta. Per spargere fiele xenofobo nel paese ellenico sull’orlo del default ecco le ronde che circolano in alcune città greche.
Sei attivisti di estrema destra sono stati arrestati per aver attaccato un gruppo di immigrati. Gli inquirenti li accusano di essere stati gli autori di una spedizione punitiva contro alcuni cittadini egiziani all’interno della loro abitazione, alla periferia di Atene. Una delle vittime, un ragazzo di 28 anni, è stata ferito alla testa e versa ancora in gravissime condizioni. I sei, fra cui una donna, sarebbero stati riconosciuti dagli aggrediti. Dopo aver distrutto due macchine e una motocicletta, hanno usato mazze e altre armi improvvisate per rompere le finestra della casa in cui vivevano gli egiziani. Dovranno rispondere di “gravi lesioni corporali” e violazione della normativa sulle armi. Dalle prime ricostruzioni emerge che gli arrestati farebbero parte di un gruppo i “rondisti”, che circolano da qualche mese in alcune città greche, Atene e Patrasso su tutte, e avrebbero fatto irruzione nell’abitazione di alcuni immigrati, picchiandoli.
Proprio la città costiera di Patrasso qualche giorno fa è stata teatro di una vera e propria guerriglia urbana: circa duecento membri del partito di destra Alba dorata (che alle scorse elezioni ha raccolto il 7% e dopo quaranta anni ha fatto ingresso per la prima volta in Parlamento) armati di spranghe di ferro e bastoni, con i volti coperti con caschi e cappucci, hanno marciato in strada, cantando l’inno nazionale e gridando slogan contro gli immigrati. Hanno poi attaccato la polizia e trasformato in un campo di battaglia il piazzale antistante la vecchia fabbrica di Piraiki Patraiki, dove attualmente trovano riparo alcuni extracomunitari. Il corteo dei nazionalisti si era radunato sulla strada Antheia, a circa mezzo chilometro da dove si era formato un capannello sulla costiera di Dyme per protestare contro l’omicidio di un 30enne cittadino greco avvenuto qualche giorno prima accoltellato da tre giovani afghani.
Il partito guidato dall’effervescente Nikolaos Mikalioliakos sta guadagnando sempre più le prime pagine delle cronache. Tre giorni fa il portavoce Ilias Kasidiaris ha aggredito due colleghi durante una trasmissione in diretta sulla tv Antenna, prima gettando un bicchiere d’acqua contro un deputato del Syriza e poi prendendo a schiaffi e pugni una deputata del Partito Comunista Kke. Il procuratore generale Eleni Raikou ne aveva ordinato l’arresto ma non essendo stato reperibile nelle prime 48 ore il provvedimento si è reso nullo.
Uno scenario preoccupante mentre il continente vive in fibrillazione questi giorni che separano la Grecia dal voto politico del prossimo fine settimana e dal futuro economico sempre più incerto e con il contagio ellenico di fatto già esteso a Spagna e Cipro. Senza dimenticare lo spettro del ritorno alla dracma che si allunga minaccioso. E mentre i suicidi da crisi toccano quota 252: ieri nell’elegante quartiere di Kifissia a nord di Atene un ingegnere 75enne si è sparato un colpo di fucile proprio dinanzi alla sua abitazione. Pare avesse raggiunto un’impasse finanziaria irreversibile. Come il resto del paese. Che fatica anche a garantire le cure ai malati di cancro.
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Ramallah, 13 mar. (Adnkronos) - Secondo la Società dei prigionieri palestinesi e la Commissione per gli affari dei prigionieri ed ex prigionieri, almeno 25 palestinesi sono stati arrestati dalle forze israeliane durante le ultime incursioni nella Cisgiordania occupata. Tra gli arrestati ci sono una donna e diversi ex prigionieri, si legge nella dichiarazione congiunta su Telegram. Aumentano gli arresti a Hebron, dove secondo l'agenzia di stampa Wafa oggi sono state arrestate 12 persone, tra cui 11 ex prigionieri.
Roma, 13 mar (Adnkronos) - "Non c'è stato l'affidamento da parte del governo di infrastrutture critiche del Paese a Starlink" e "come già rassicurato dal presidente Meloni ogni eventuale ulteriore sviluppo su questa questione sarà gestito secondo le consuete procedure". Lo ha detto il ministro dei Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani in Senato rispondendo a una interrogazione del Pd.
Roma, 13 mar (Adnkronos) - Per quel che riguarda il piano 'Italia a 1 giga', "con riferimento alle aree più remote, il governo sta valutando con Starlink e altri operatori l'ipotesi di integrazione della tecnologia satellitare come complemento alle infrastrutture esistenti". Lo ha detto il ministro dei Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani rispondendo in Senato a una interrogazione del Pd.
"Nel caso specifico di Starlink, sono in corso delle interlocuzioni con alcune regioni italiane - del nord, del centro e del sud - per sperimentare la fornitura di un 'servizio space-based' rivolto ad aree remote o prive di infrastrutture terrestri. In ogni caso, si ribadisce che non sono stati firmati contratti nè sono stati conclusi accordi tra il governo italiano e la società Space X per l'uso del sistema di comunicazioni satellitari Starlink per coprire le aree più remote del territorio", ha chiarito Ciriani.
Roma, 13 mar (Adnkronos) - "Presso la presidenza del Consiglio non è stato istituito alcun tavolo tecnico operativo per lo studio della concessione a Starlink della gestione delle infrastrutture di connessione e telecomunicazione delle sedi diplomatiche italiane o delle stazioni mobili delle navi militari italiane". Lo ha detto il ministro per i rapporti con il Parlamento Luca Ciriani rispondendo al Senato a una interpellanza del Pd.
Roma, 13 mar (Adnkronos) - "Credo che l'esperienza viva possa essere più forte di qualunque altro elemento: io da giovane sono stata vittima di violenza, ho avuto un fidanzato che non capiva il senso del no". Lo ha detto in aula alla Camera la deputata del M5s Anna Laura Orrico, nel dibattito sulla Pdl sulle intercettazioni e in particolare sull'emendamento sul limite all'uso delle intercettazioni stesse.
"Quando l'ho lasciato ha iniziato a seguirmi sotto casa, si faceva trovare dietro gli angoli del mio quartiere. Venti anni fa non si parlava di violenza contro le donne, non c'era nessun meccanismo di prevenzione nè strumenti per agire -ha proseguito Orrico-. Il mio appello alla Camera è di sostenere questo emendamento, oggi gli strumenti ci sono ma non sono sufficienti. Le intercettazioni sono tra questi strumenti e nessuna donna è tutelata se non è consapevole".
Tel Aviv, 13 mar. (Adnkronos) - "Il rapporto delle Nazioni Unite che afferma che Israele ha compiuto 'atti di genocidio' e ha trasformato la 'violenza sessuale' in un'arma come strategia di guerra non è solo ingannevolmente falso, ma rappresenta anche un nuovo, vergognoso punto basso nella depravazione morale delle Nazioni Unite". Lo ha scritto su X il parlamentare israeliano dell'opposizione Benny Gantz, aggiungendo che il rapporto diffonde "calunnie antisemite e fa il gioco di terroristi assassini".
Washington, 13 mar. (Adnkronos/Afp) - Gli attacchi "sistematici" di Israele alla salute sessuale e riproduttiva a Gaza sono "atti genocidi". Lo ha affermato una commissione d'inchiesta delle Nazioni Unite. “La Commissione ha scoperto che le autorità israeliane hanno parzialmente distrutto la capacità dei palestinesi di Gaza – come gruppo – di avere figli, attraverso la distruzione sistematica dell’assistenza sanitaria sessuale e riproduttiva, che corrisponde a due categorie di atti genocidi”, ha affermato l'Onu in una nota. Israele “respinge categoricamente” queste accuse, ha indicato la sua ambasciata a Ginevra (Svizzera).