Era già considerata una mina vagante. Personaggio complesso e imprevedibile, al fianco del neopresidente francese. Ora, però, un semplice tweet, appena 140 battute, ha fatto emergere il “problema” Valérie Trierweiler, la compagna di François Hollande, alias «première dame» di Francia. Che oggi, il giorno dopo il patatrac, si ritrova a Parigi nel mirino delle critiche. Di tutti, destra, ma anche sinistra. Perfino del premier, il socialista Jean-Marc Ayrault. Ha sottolineato che madame “deve imparare a svolgere un ruolo più discreto: ognuno deve stare al suo psoto”.

Cominciamo dal fatto, appunto, quel maledetto tweet. “Buona fortuna a Olivier Falorni che se la merita, che si batte a fianco degli abitanti della Rochelle da tanti anni con un impegno disinteressato”. Falorni, classe 1972, è un politico della città atlantica della Rochelle (il nonno Gino, già a sinistra, era figlio di immigrati italiani antifascisti), dissidente socialista dallo scorso dicembre. Allora il Ps, a Parigi, decise di catapultare nel collegio (sicuro) della Rochelle, per le legislative del giugno 2012, nientepopodimenoche Ségolène Royal, che è presidente della regione Poitou-Charentes, di cui città fa parte. Ma che con quella non ha proprio niente a che fare (in realtà non è neppure originaria della regione). Falorni ha deciso di candidarsi da indipendente. E al primo turno, domenica scorsa, ha ottenuto il 28,9% dei voti, mentre la Royal il 32%. Insomma, al ballottaggio, che si terrà fra cinque giorni, andranno loro due, un imbarazzante duello all’interno del mondo socialista.

Falorni non è uno sconosciuto. E’ stato molto vicino a Hollande, soprattutto nei tempi che hanno preceduto la sua decisione di candidarsi alle primarie socialiste per le presidenziali, quando in realtà era stato emarginato dal partito. Tra Hollande e Falorni negli anni si è creata una complicità politica, ma anche umana, che probabilmente ha riguardato pure la Trierweiler. Ieri, comunque, Hollande ha ribadito il proprio appoggio alla Royal, la candidata ufficiale e anche sua ex compagna, prima di Valérie, e madre dei suoi quattro figli. La Trierweiler, invece, è intervenuta di getto via twitter in direzione opposta. Da sottolineare: non appare pentita. Stamani a un giornalista della radio Europe 1 ha confermato la sua posizione, sottolineando quanto sia «ingiusto» quello che Falorni sta subendo. E definendo «smisurate» le reazioni al suo tweet.

Queste, in effetti, sono acerrime, da parte di tutti. E riguardano più in generale il ruolo della «première dame» in Francia, che non desta problemi se, a svolgerlo, è una come Carla Bruni. Ma che diventa molto più complesso se a occupare quel posto si ritrova una donna indipendente e determinata (giornalista, si è ostinata a conservare il suo lavoro). Ebbene, stamani Paul Quinio, sul quotidiano (di sinistra) Libération, definisce il tweet «deprimente, perché ci riporta a certi errori del sarkozysmo», vedi la “saga” Cécilia, all’inizio del mandato del precedente Presidente, quando la sua crisi coniugale andò a influenzare anche le vicende politiche. Per Yves Thréard, sul Figaro (giornale di destra), «è un atto politico grave, carico di conseguenze più che un episodio degno di un vaudeville sul quale non si è ancora finito di sorridere». Il riferimento è alla risaputa rivalità personale fra la Trierweiler e la ex di Hollande, appunto la Royal. Françoise Ferroz, editorialista di Le Monde, scrive sul suo blog che nel tweet «c’è la difficoltà a conciliare due ruoli, quello della giornalista pronta a commentare tutto e  quello della première dame, tenuta alla riservatezza, soprattutto su un caso del genere». Quanto al mondo politico, l’imbarazzo prevale tra gli esponenti della sinistra, mentre le critiche fioccano dalla destra. Hollande, quanto a lui, sarebbe furioso. Mentre il suo Primo ministro Ayrault è sceso in campo richiamando la première dame a un “ruolo più discreto”.

Carattere forte, descritta come impulsiva, Valérie, 47 anni, è originaria di Angers, ricca e borghese città dell’Ovest francese. Storia particolare la sua: il nonno era un ricco banchiere, ma il padre un invalido di guerra che viveva nella più totale modestia. Lei e i cinque fratelli sono cresciuti in un palazzone di alloggi sociali della periferia. La madre lavorava all’entrata di una pista di pattinaggio comunale. Si è fatta da sola, non c’è niente da dire. E, dopo l’elezione di Hollande, ha voluto continuare a lavorare come giornalista, nonostante le pressioni ricevute in senso inverso, nella sua redazione, quella del settimanale Paris Match, anche se per occuparsi di cultura e non più di politica. Il suo obiettivo: restare indipendente, anche finanziariamente, per tirare su i tre figli avuti dall’ex marito. Ora, però, questo passo falso. Che, va forse ricordato, scaturisce comunque dalla cattiva abitudine dei partiti, in Francia e non solo, di catapultare i candidati forti e influenti della capitale nei collegi sicuri della provincia. Senza considerare quello che ne pensano gli elettori. Secondo pure logiche di partito. Appuntamento a La Rochelle domenica prossima: Royal o Falorni? La première dame ha già deciso.

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