Il leader di Nea Dimokratia Antonis Samaras e quello del Pasok Evangelos Venizelos sono d’accordo e la Grecia avrà un governo entro stasera. Lo scrive oggi il sito web Newsit.gr – solitamente bene informato – citando le opinioni di vari analisti locali. Secondo Newsit, il nuovo esecutivo potrebbe giurare già domattina.
Proseguono le consultazioni fra i leader dei partiti politici greci disposti a partecipare all’esecutivo di “salvezza nazionale” come lo vuole definire Antonis Samaras, leader di Nea Dimokratia e futuro premier. Secondo tutte le indicazioni Samaras,Evanghelos Venizelos (dei socialisti del Pasok) e Fotis Kouvelis (i socialdemocratici di Sinistra Democratica) sono d’accordo sul programma di base che prevede, fra l’altro, una durata dell’esecutivo di due anni durante i quali il governo potrebbe trattare con i rappresentanti dei creditori internazionali – Fmi, Ue e Bce – le possibili modifiche da apportare al Memorandum e, nello stesso tempo, realizzare i punti del programma concordato fra i tre partiti.
Il Dimar non vuole Samaras. L’operazione sta diventando tuttavia più complicata di quanto sembrasse. Il Dimar, la Sinistra Democratica, il partito che alle elezioni greche ha ottenuto il 6,25% dei voti e 16 seggi, alza la voce e afferma di non volere Samaras, il leader di Nea Dimokratia, come primo ministro del prossimo governo. E a motivo di ciò adduce il fatto che Samaras non può essere premier “perchè ha firmato il secondo Memorandum”. Ma dimentica che, in base alla Costituzione ellenica, il premier incaricato è il leader del partito che ottiene più voti alle elezioni.
Insomma, come sostengono vari analisti, in queste ore il piccolo partito guidato da Kouvelis starebbe puntando i piedi per ottenere non si sa bene ancora che cosa, forse qualche ministero in più o – addirittura – la poltrona di premier in cambio del suo ingresso nel governo di salvezza nazionale cui puntano con tutte le loro forze sia Samaras sia Venizelos. Da parte sua, naturalmente, Nea Dimokratia insiste che sia il proprio leader a ricoprire la carica di primo ministro ma Nikos Tsoukalis, deputato di Sinistra Democratica, ha appena detto in un’intervista radiofonica che “la questione rimane aperta e sarà discussa nella fase finale della consultazione”. E a tutti queste parole sono sembrate una sorta di ricatto a Samaras e Venizelos oltre che una tacita minaccia a rinviare ulteriormente un accordo per la formazione del governo.
Ad inventarsi la grossolana scusa dell’impossibilità di nominare Samaras premier perché ha firmato il secondo Memorandum è stato invece un altro deputato di Sinistra Democratica, Odysseas Voudouris, che evidentemente non è ancora molto addentro alle procedure del Governo e del Parlamento in cui è stato eletto. Samaras, Venizelos e Kouvelis potrebbero incontrarsi di nuovo a fine giornata, come ha riferito la Tv privata Mega, ma sinora non è venuto alcun annuncio ufficiale da nessuno dei loro partiti.
Le consultazioni. Intanto oggi Venizelos e Kouvelis si sono incontrati per i dettagli dell’intesa. “Nelle prossime ore, se sarà possibile rimuovere gli ostacoli, potremo procedere a formare il governo” ha detto infatti Kouvelis. Secondo fonti vicine ai due principali partiti della possibile coalizione di governo il nuovo esecutivo potrebbe essere annunciato entro la giornata. “La Grecia – si è fatto vedere più sicuro Venizelos – deve avere ed avrà un governo il più presto possibile”. Sinistra democratica apporterebbe una dote di 17 seggi garantendo una maggioranza assoluta di 179 seggi su 300.
Chi resta fuori. Il secondo e il quarto partito usciti dalle elezioni, la sinistra di Syriza e gli Indipendentisti greci, hanno invece già detto di non voler far parte dell’esecutivo. Syriza è stata attaccata soprattutto da Venizelos, che ha giudicato la sua posizione “antidemocratica” e ha accusato il suo leader Alexis Tsipras di “provare a creare le condizioni per il fallimento del governo, e quindi del Paese”. Tsipras ha replicato affermando che “il nostro ruolo naturale è all’opposizione perché noi rappresentiamo una posizione opposta a quella proposta”, chiedendo inoltre a Samaras di mantenere la promessa di rinegoziare il debito greco con i creditori stranieri. Il premier incaricato Samaras, intanto, ha fatto sapere che nel suo governo vorrebbe un 30 per cento di personalità non politiche.
Ue: “Non si ridiscute il programma di aiuti”. Il secondo piano di aiuti internazionali alla Grecia “è stato deciso di recente” e “nessuno alla Commissione sta parlando di ridiscuterlo”: come ha spiegato il portavoce Amadeu Altafaj Tardio, “la prima cosa da fare èformare un governo: appena sara’ formato, la troika è pronta a partire per Atene per esaminare la situazione economica e a che punto e’ l’attuazione del programma, in collaborazione con il nuovo governo”. Riguardo alla possibilità di una ricontrattazione delle condizioni, Altafaj ha detto “non speculiamo su queste ipotesi, bisogna essere seri”. Concetto ribadito dal presidente dell’Eurogruppo Jean-Claude Juncker: “Non si possono apportare modifichesostanziali al programma di aiuti alla Grecia” e non ci possono essere “nuove negoziazioni. Juncker ha invece confermato che è possibile dilazionare su un periodo di tempo più lungo il programma di austerità che Atene deve portare a termine.
“Non negoziabili i paletti sul debito e riforme”. La riduzione del debito e leriforme strutturali, in particolare quelle sulle liberalizzazioni, e la lotta all’evasione fiscale sono elementi “intoccabili” del piano di salvataggio della Grecia, riferiscono in particolare fonti qualificate all’Ansa, in vista dell’Eurogruppo di giovedì, secondo le quali il Memorandum of understanding è modificabile e adattabile alla nuova realtà. “Il memorandum non è ‘stupidò, può essere adattato. Ma il debito e le riforme restano i principali obiettivi”. Da parte della Commissione Ue siripete che “la prima cosa da fare è formare un governo”. “Quando il nuovo governo greco sarà formato – ha detto Altafaj – la troika è pronta a partire per Atene per esaminare la situazione economica e valutare insieme alle autorità greche a che punto è l’attuazione del programma”. Bruxelles respinge ogni “speculazione” circa la possibilità di modificare il piano. La questione della revisione del Memorandum of understanding (Mou) tra comunità internazionale e Grecia terrà banco giovedì alla riunione dell’Eurogruppo a Lussemburgo, dove sarà presente anche il direttore del Fmi, Christine Lagarde. Non è invece sicuro chi rappresenterà la Grecia. Normalmente dovrebbe essere il nuovo ministro delle finanze, se il nuovo esecutivo si sarà già insediato.
“La Grecia chiederà fino a 31 miliardi all’Eurogruppo”. Il nuovo ministro delle Finanze della Grecia chiederà aiuti fino a 31 miliardi di euro all’Eurogruppo della prossima settimana. Lo scrive il quotidiano ellenico To Vima spiegando che, stando alle indiscrezioni, la Grecia chiederà il pagamento della rimanente quota da 1 miliardo dell’ultima tranche di aiuti di maggio scorso e spingerà per ottenere 25 miliardi necessari alla ricapitalizzazione delle banche e poi altri 5 miliardi per le esigenze di finanziamento del Paese.
I partiti contro incarichi parlamentari ai neonazisti. Prima dell’apertura del nuovo Parlamento, scaturito dalle elezioni di domenica scorsa, i partiti politici greci stanno coordinando gli sforzi per evitare che qualche deputato di Chrysi Avgì (Alba Dorata, il partito di estrema destra con nostalgie filo-naziste) possa essere eletto a ricoprire uno degli incarichi di responsabilità dell’assemblea. Sino ad oggi, la tradizione ha voluto che il partito che vince le elezioni prenda la carica di presidente del Parlamento e uno degli altri partiti ricopra quella di vicepresidente. Ma ora che Chrysi Avgì è il quinto partito (ha ottenuto il 6.92% e 18 seggi), tutti gli altri partiti stanno dando indicazioni ai propri deputati di non dare alcun appoggio alla formazione di estrema destra che intende ottenere la poltrona di vice presidente per uno dei suoi parlamentari. A Chrysi Avgì basterebbe avere l’appoggio di altri 57 parlamentari per ottenere i 75 voti necessari per aggiudicarsi quella poltrona.
Il leader di Alba Dorata, Nikos Michaloliakos, avrebbe intenzione di proporre all’incarico di vicepresidente del Parlamento il portavoce del suo partito, Ilias Kasidiaris, il deputato che il 7 giugno – durante una diretta televisiva – ha aggredito a schiaffi e pugni una parlamentare comunista dopo aver lanciato un bicchiere d’acqua contro una deputata di Syriza. Michaloliakos ha detto però di star considerando anche altre due candidature, quella di sua moglie, Eleni Zaroulia, e quella del deputato Christos Pappas.