Nuova indagine sulla Lega nord a Milano. L’ipotesi della procura è che un imprenditore romano abbia pagato tangenti per entrare nel mondo della sanità lombarda. Così il partito di Umberto Bossi torna al centro di inchieste della magistratura, dopo i casi dell’ex presidente del consiglio regionale lombardo Davide Boni, del tesoriere Francesco Belsito e dei fondi pubblici utilizzati per finanziare i figli di Umberto Bossi e il suo “cerchio magico”. Alcune perquisizioni sono state eseguite dagli uomini della Guardia di finanza, alla ricerca di elementi su una mazzetta da 10 mila euro che sarebbe stata pagata da Viscardo Paganelli, l’imprenditore proprietario della Rotkopf, arrestato a Roma un anno fa, nel giugno 2011, per le tangenti Enac (l’ente nazionale per l’aviazione civile). A incassare, secondo le ipotesi d’accusa, un mediatore, Ferdinando Azzarello, che organizza corsi di formazione finanziati con fondi europei sotto la regia della Regione Lombardia. Coinvolto nella vicenda, un esponente milanese della LegaMax Bastoni (che non risulta indagato).

Uno stralcio dell’indagine romana sull’Enac, del pm Paolo Ielo, era approdata a Milano proprio per la mazzetta che sarebbe stata versata alla Lega. Max Bastoni, consigliere comunale a Milano, era in corsa per diventare segretario milanese del partito. Nel marzo scorso, ha perso per soli dieci voti il congresso provinciale della Lega, vinto per un soffio da Igor Iezzi, “barbaro sognante” della corrente che fa riferimento a Roberto Maroni e, a Milano, Matteo Salvini. Bastoni era sostenuto invece da Davide Boni e Mario Borghezio. Con quest’ultimo aveva fondato, già del 1998, i “Volontari verdi”, associazione impegnata nelle ronde e nel contrasto agli immigrati extracomunitari.

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