“Sono sicure e indispensabili”. “No, l’efficacia e l’impatto sulla salute sono tutti da dimostrare”. Basta scrivere la parola vaccinazioni sui motori di ricerca (e le statistiche dicono che sia un termine costantemente digitato su Google) per rendersi conto di quanto il tema della copertura dei neonati dalle malattie infettive sia un terreno di scontro tra medicina “ufficiale” e alternativa. E un dilemma ricorrente per neomamme e neopapà, alle prese per la prima volta con una scelta importante per la salute dei loro figli. L’obbligatorietà del vaccino non è più una motivazione sufficiente per fugare i dubbi su eventuali effetti dannosi, anche perché nella maggior parte delle regioni italiane è di fatto accettato il “dissenso informato”, cioè una liberatoria firmata dai genitori che, dopo un colloquio con i medici dell’Asl, scelgono di rinunciare. E in ogni caso, l’offerta per i bambini italiani non si limita alle quattro patologie per le quali la vaccinazione è obbligatoria per legge (difterite, tetano, poliomelite, epatite b). Sono almeno altri cinque i vaccini considerati necessari dal ministero della Sanità e inseriti nel calendario vaccinale, due dei quali (haemophilus b e pertosse) vengono iniettati insieme ai quattro obbligatori, nel cosiddetto esavalente, comunemente praticato, che va quindi ben oltre gli obblighi imposti dallo Stato.
L’IMPOSIZIONE DELL’ESAVALENTE – Proprio l’esavalente rappresenta il primo terreno di scontro. “In una sola seduta si ottiene la protezione necessaria”, spiega Stefania Salmaso, direttore del centro di epidemiologa dell’Istituto superiore di Sanità: “Inoltre si evita di moltiplicare l’iniezione di conservanti e stabilizzanti inevitabilmente contenuti nei vaccini. E non si punge ripetutamente un bambino molto piccolo. Comunque è bene ricordare che i risultati più consolidati contro le malattie infettive vengono raggiunti proprio con queste vaccinazioni della prima infanzia”. Una tesi che Roberto Gava, farmacologo-tossicologo tra i principali sostenitori italiani dei rimedi naturali e autore del saggio “Le vaccinazioni pediatriche”, non condivide: “Un punto non può essere trascurato: per portare avanti la campagna commerciale di vendita dei vaccini combinati, l’industria farmaceutica sta ostacolando sempre più il reperimento di vaccini singoli”. Ilfattoquotidiano.it ha chiesto la disponibilità di singoli vaccini in un’Asl lombarda, che nei suoi opuscoli informativi assicura questa opzione. Al momento di discutere un piano vaccinale alternativo, si è verificato qualche problema: per avere a disposizione il vaccino anti-difterite, hanno risposto i medici, “è necessario attendere alcune settimane perché bisogna farlo arrivare apposta dal nord Europa”. Pochi giorni fa la Corte dei Conti ha convocato esponenti del Codacons a seguito di un esposto proprio sull’esavalente. Secondo l’associazione dei consumatori dovrebbe essere commercializzato un quadrivalente solo per i vaccini obbligatori. Anche per ragioni economiche: “L’esavalente comporta un evidente spreco di soldi pubblici a carico del Servizio sanitario nazionale, che deve acquistare e somministrare 6 vaccini anziché i 4 previsti dalla legge. La maggiore spesa a carico della collettività è pari a 114 milioni di euro all’anno”.
BATTAGLIA SULLE CONTROINDICAZIONI – La disputa più dura, quella che confonde e spesso terrorizza le mamme, si gioca però su un altro terreno: gli effetti e i rischi di contrarre malattie addirittura più gravi e irreversibili di quelle da cui ci si vuole proteggere. “I vaccini sono i farmaci in assoluto più testati e sicuri”, garantisce il direttore del dipartimento di Sanità pubblica del Gemelli di Roma Walter Ricciardi (leggi l’intervista completa). Anche in questo caso Roberto Gava la pensa diversamente e, nel suo libro, scrive: “A proposito di gravi danni, nel 2004 sono stati segnalati alcuni casi di morte improvvisa in bambini sani che nelle 24 ore precedenti avevano ricevuto il vaccino esavalente. A commento di tale segnalazione, il nostro Ministero della Salute aveva pubblicato la seguente nota: ‘L’agenzia Europea per i farmaci (Ema) e il suo comitato scientifico (Cpmp) hanno rilevato la sicurezza dei vaccini esavalenti autorizzati con procedura centralizzata a seguito di 5 segnalazioni di morte (…). Il Cpmp ha concluso che per il momento il profilo beneficio-rischio di questi vaccini non cambia e non raccomanda alcuna modifica delle attuali condizioni d’uso’. Possiamo stare tranquilli – afferma ironicamente Gava – perché mentre uno dei due esavalenti utilizzati in Italia veniva ritirato dal commercio nel 2005, l’altro viene tuttora somministrato a mezzo milione di neonati ogni anno, pur avendo la stessa composizione antigenica di quello ritirato”.
L’accusa degli anti-vaccinalisti all’Organizzazione mondiale della sanità è di non voler avviare studi sugli effetti a lungo termine dei vaccini (i sospetti sono su malattie allergiche e autoimmuni, fino a patologie neurologiche anche gravi come l’autismo). L’Oms, però, ha dalla sua l’effettiva scomparsa di malattie come la poliomelite. Un successo attribuibile soprattutto alle campagne vaccinali obbligatorie in Italia dal 1966. Per questo, sul sito del Ministero della Sanità, non mancano raccomandazioni alla vaccinazione: “È necessaria una elevata copertura vaccinale per evitare la diffusione delle malattie prevenibili da vaccino all’interno di una comunità. Più alto è il numero di genitori che scelgono di non vaccinare i loro figli, maggiore è il rischio di diffusione delle malattie. Quando decidi di non vaccinare tuo figlio, metti a rischio non solo lui, ma anche la comunità”, si legge su un volantino ufficiale dell’Oms pubblicato appunto anche dal ministero.
Sul portale salute.gov c’è una pagina dedicata alle controindicazioni da vaccino, in cui si respinge con decisione l’associazione tra vaccinazioni e morti improvvise in culla (sindrome Sids). La pagina delle controindicazioni si conclude così: “Considerazioni scientifiche ed etiche impongono di continuare l’attuazione di programmi di vaccinazione di massa”. Sul tema dei rischi taglia corto Stefania Salmaso: “Le controindicazioni sono indicate poco perché ce ne sono poche”. L’accusa di tossicità provocata da tracce di mercurio nelle dosi? “L’etilmercurio non c’è più: senza prove che facesse realmente male, è stato comunque imposto alle case farmaceutiche di rimuoverlo. Secondo l’epidemiologa dell’Istituto superiore di sanità, la corrente ostile alle vaccinazioni prolifera anche per una ragione sociale: “Negli ultimi anni, con il cambio dei rapporti medico-paziente, per via dell’informazione sul web, tutto viene messo in discussione. E ci sono ambiti in cui una versione “complottista” sembra più orecchiabile e viene presa per buona. I numeri e le ricerche scientifiche, invece, sono tutti dalla stessa parte: gli eventi avversi sono di gran lunga inferiori rispetto agli innegabili benefici. Forse bisognerebbe tirare fuori più spesso i numeri delle complicazioni certamente provocate da queste malattie infettive invece che concentrarsi su quelle ‘forse’ causate dai vaccini. La scelta che comporta più rischi è senza dubbio quella di non vaccinare, non quella di aderire al programma del ministero”.
“IMMUNITA’ DI GREGGE” – Detto con parole più forti, secondo Salmaso “oggi morire di morbillo in Italia è uno scandalo. C’è il vaccino, è sicuro ed evita rischi degenerativi di una malattia infettiva che non è per nulla benigna. Si verificano casi in età adulta (tra i 5mila casi del 2008, oltre il 60% tra i 15 e i 44 anni) non perché la copertura del vaccino è “a termine”, ma perché ci siamo lasciati alle spalle molte coorti non vaccinate”. Altro esempio pro-vaccini: “Nel 1995-96 in Albania ci fu un’epidemia di polio. Erano gli anni dell’emigrazione e degli sbarchi sulle coste italiane di migliaia di albanesi. Eppure in Italia non ci furono casi, per merito evidente delle campagne vaccinali in corso da decenni. E chi non si vaccina e non si ammala lo deve comunque all’altissima percentuale di vaccinati, che crea la cosiddetta immunità di gregge, che comunque non mette al riparo dai virus”.
Su questo tema, purtroppo, nemmeno i numeri sono sufficienti per affermare una verità assoluta, se è vero che, davanti al dato del 95% della popolazione vaccinata, Roberto Gava risponde citando studi secondo cui l’efficacia di un vaccino, cioè la protezione totale, non è garantita in percentuali che vanno dal 5 al 25%: “E dato che il vaccino è un farmaco provvisto, come tutti i farmaci, di indicazioni e controindicazioni, credo sia onesto valutare bene a chi e quando somministrarlo tenendo conto del rischio reale”. Il pediatra Eugenio Serravalle, suo coautore, contesta il concetto stesso di immunità di gregge (leggi l’intervista completa).
OBBLIGO (E TOLLERANZA) VACCINALE – In ogni caso, l’Italia è tra i cinque Paesi europei (gli altri sono Francia, Grecia, Portogallo, Belgio) in cui resiste l’obbligo vaccinale e, insieme alla Francia, quello in cui il numero di vaccinazioni obbligatorie è più alto (quattro). Ricerche recenti hanno dimostrato che lasciando libertà di scelta non si riduce la percentuale di adesioni alle campagne vaccinali. Nel nostro Paese, in cui resiste l’obbligo formale ma è sostanzialmente tollerato il dissenso, c’è un esperimento pilota, quello del Veneto, in cui l’obbligatorietà è stata sospesa e, in questi cinque anni, le percentuali di vaccinati sono rimaste al di sopra degli obiettivi Oms. Forse è anche la poca chiarezza legislativa italiana, dove l’obbligo legale coesiste di fatto con una tolleranza implicita, a creare maggiore insicurezza. Anche per questo sono nate associazioni che, appellandosi alla libertà di cura anche per i neonati, chiedono la libertà di vaccinazione. Perché ogni genitore non ha la possibilità di discutere con il pediatra il piano vaccinale ma deve aderire a un piano standardizzato (fermo restando che l’Oms, nello stesso volantino sopra citato, riconosce di fatto la possibilità di un rifiuto, pur considerandolo “un grande rischio”)? “Gli obblighi di legge – conclude Salmaso – sono stati introdotti per evitare che il diritto alla salute fosse diverso da zona a zona del nostro Paese. Quello vaccinale è sempre stato considerato, nelle Asl italiane, un “obbligo di offerta” e questo, appunto, ha fatto sì che tale offerta fosse fatta in maniera automatica. Ciò ha comportato anche difetti di comunicazione. Ma è solo questo il problema da affrontare. Non certo la bontà e l’utilità delle vaccinazioni”.
Il corpo, la mente
Vaccinazioni, lo Stato ne richiede 4 ma ne impone 6: ed è scontro sull’esavalente
L'obbligo di legge per i neonati riguarda difterite, tetano, poliomelite, epatite b. Ma nella dose più diffusa (spesso l'unica disponibile) ci sono gli antigeni per altre due malattie infettive. Istituto superiore di Sanità: "Copertura ottimale e nessun rischio provato, il vero scandalo è contrarre virus perché si rifiuta il vaccino". Esiste infatti il "dissenso informato". Medicina alternativa: "Protezione non garantita. E ci sono casi in cui ha portato alla morte". Esposto Codacons alla Corte dei conti: "Spreco di soldi pubblici"
“Sono sicure e indispensabili”. “No, l’efficacia e l’impatto sulla salute sono tutti da dimostrare”. Basta scrivere la parola vaccinazioni sui motori di ricerca (e le statistiche dicono che sia un termine costantemente digitato su Google) per rendersi conto di quanto il tema della copertura dei neonati dalle malattie infettive sia un terreno di scontro tra medicina “ufficiale” e alternativa. E un dilemma ricorrente per neomamme e neopapà, alle prese per la prima volta con una scelta importante per la salute dei loro figli. L’obbligatorietà del vaccino non è più una motivazione sufficiente per fugare i dubbi su eventuali effetti dannosi, anche perché nella maggior parte delle regioni italiane è di fatto accettato il “dissenso informato”, cioè una liberatoria firmata dai genitori che, dopo un colloquio con i medici dell’Asl, scelgono di rinunciare. E in ogni caso, l’offerta per i bambini italiani non si limita alle quattro patologie per le quali la vaccinazione è obbligatoria per legge (difterite, tetano, poliomelite, epatite b). Sono almeno altri cinque i vaccini considerati necessari dal ministero della Sanità e inseriti nel calendario vaccinale, due dei quali (haemophilus b e pertosse) vengono iniettati insieme ai quattro obbligatori, nel cosiddetto esavalente, comunemente praticato, che va quindi ben oltre gli obblighi imposti dallo Stato.
L’IMPOSIZIONE DELL’ESAVALENTE – Proprio l’esavalente rappresenta il primo terreno di scontro. “In una sola seduta si ottiene la protezione necessaria”, spiega Stefania Salmaso, direttore del centro di epidemiologa dell’Istituto superiore di Sanità: “Inoltre si evita di moltiplicare l’iniezione di conservanti e stabilizzanti inevitabilmente contenuti nei vaccini. E non si punge ripetutamente un bambino molto piccolo. Comunque è bene ricordare che i risultati più consolidati contro le malattie infettive vengono raggiunti proprio con queste vaccinazioni della prima infanzia”. Una tesi che Roberto Gava, farmacologo-tossicologo tra i principali sostenitori italiani dei rimedi naturali e autore del saggio “Le vaccinazioni pediatriche”, non condivide: “Un punto non può essere trascurato: per portare avanti la campagna commerciale di vendita dei vaccini combinati, l’industria farmaceutica sta ostacolando sempre più il reperimento di vaccini singoli”. Ilfattoquotidiano.it ha chiesto la disponibilità di singoli vaccini in un’Asl lombarda, che nei suoi opuscoli informativi assicura questa opzione. Al momento di discutere un piano vaccinale alternativo, si è verificato qualche problema: per avere a disposizione il vaccino anti-difterite, hanno risposto i medici, “è necessario attendere alcune settimane perché bisogna farlo arrivare apposta dal nord Europa”. Pochi giorni fa la Corte dei Conti ha convocato esponenti del Codacons a seguito di un esposto proprio sull’esavalente. Secondo l’associazione dei consumatori dovrebbe essere commercializzato un quadrivalente solo per i vaccini obbligatori. Anche per ragioni economiche: “L’esavalente comporta un evidente spreco di soldi pubblici a carico del Servizio sanitario nazionale, che deve acquistare e somministrare 6 vaccini anziché i 4 previsti dalla legge. La maggiore spesa a carico della collettività è pari a 114 milioni di euro all’anno”.
BATTAGLIA SULLE CONTROINDICAZIONI – La disputa più dura, quella che confonde e spesso terrorizza le mamme, si gioca però su un altro terreno: gli effetti e i rischi di contrarre malattie addirittura più gravi e irreversibili di quelle da cui ci si vuole proteggere. “I vaccini sono i farmaci in assoluto più testati e sicuri”, garantisce il direttore del dipartimento di Sanità pubblica del Gemelli di Roma Walter Ricciardi (leggi l’intervista completa). Anche in questo caso Roberto Gava la pensa diversamente e, nel suo libro, scrive: “A proposito di gravi danni, nel 2004 sono stati segnalati alcuni casi di morte improvvisa in bambini sani che nelle 24 ore precedenti avevano ricevuto il vaccino esavalente. A commento di tale segnalazione, il nostro Ministero della Salute aveva pubblicato la seguente nota: ‘L’agenzia Europea per i farmaci (Ema) e il suo comitato scientifico (Cpmp) hanno rilevato la sicurezza dei vaccini esavalenti autorizzati con procedura centralizzata a seguito di 5 segnalazioni di morte (…). Il Cpmp ha concluso che per il momento il profilo beneficio-rischio di questi vaccini non cambia e non raccomanda alcuna modifica delle attuali condizioni d’uso’. Possiamo stare tranquilli – afferma ironicamente Gava – perché mentre uno dei due esavalenti utilizzati in Italia veniva ritirato dal commercio nel 2005, l’altro viene tuttora somministrato a mezzo milione di neonati ogni anno, pur avendo la stessa composizione antigenica di quello ritirato”.
L’accusa degli anti-vaccinalisti all’Organizzazione mondiale della sanità è di non voler avviare studi sugli effetti a lungo termine dei vaccini (i sospetti sono su malattie allergiche e autoimmuni, fino a patologie neurologiche anche gravi come l’autismo). L’Oms, però, ha dalla sua l’effettiva scomparsa di malattie come la poliomelite. Un successo attribuibile soprattutto alle campagne vaccinali obbligatorie in Italia dal 1966. Per questo, sul sito del Ministero della Sanità, non mancano raccomandazioni alla vaccinazione: “È necessaria una elevata copertura vaccinale per evitare la diffusione delle malattie prevenibili da vaccino all’interno di una comunità. Più alto è il numero di genitori che scelgono di non vaccinare i loro figli, maggiore è il rischio di diffusione delle malattie. Quando decidi di non vaccinare tuo figlio, metti a rischio non solo lui, ma anche la comunità”, si legge su un volantino ufficiale dell’Oms pubblicato appunto anche dal ministero.
Sul portale salute.gov c’è una pagina dedicata alle controindicazioni da vaccino, in cui si respinge con decisione l’associazione tra vaccinazioni e morti improvvise in culla (sindrome Sids). La pagina delle controindicazioni si conclude così: “Considerazioni scientifiche ed etiche impongono di continuare l’attuazione di programmi di vaccinazione di massa”. Sul tema dei rischi taglia corto Stefania Salmaso: “Le controindicazioni sono indicate poco perché ce ne sono poche”. L’accusa di tossicità provocata da tracce di mercurio nelle dosi? “L’etilmercurio non c’è più: senza prove che facesse realmente male, è stato comunque imposto alle case farmaceutiche di rimuoverlo. Secondo l’epidemiologa dell’Istituto superiore di sanità, la corrente ostile alle vaccinazioni prolifera anche per una ragione sociale: “Negli ultimi anni, con il cambio dei rapporti medico-paziente, per via dell’informazione sul web, tutto viene messo in discussione. E ci sono ambiti in cui una versione “complottista” sembra più orecchiabile e viene presa per buona. I numeri e le ricerche scientifiche, invece, sono tutti dalla stessa parte: gli eventi avversi sono di gran lunga inferiori rispetto agli innegabili benefici. Forse bisognerebbe tirare fuori più spesso i numeri delle complicazioni certamente provocate da queste malattie infettive invece che concentrarsi su quelle ‘forse’ causate dai vaccini. La scelta che comporta più rischi è senza dubbio quella di non vaccinare, non quella di aderire al programma del ministero”.
“IMMUNITA’ DI GREGGE” – Detto con parole più forti, secondo Salmaso “oggi morire di morbillo in Italia è uno scandalo. C’è il vaccino, è sicuro ed evita rischi degenerativi di una malattia infettiva che non è per nulla benigna. Si verificano casi in età adulta (tra i 5mila casi del 2008, oltre il 60% tra i 15 e i 44 anni) non perché la copertura del vaccino è “a termine”, ma perché ci siamo lasciati alle spalle molte coorti non vaccinate”. Altro esempio pro-vaccini: “Nel 1995-96 in Albania ci fu un’epidemia di polio. Erano gli anni dell’emigrazione e degli sbarchi sulle coste italiane di migliaia di albanesi. Eppure in Italia non ci furono casi, per merito evidente delle campagne vaccinali in corso da decenni. E chi non si vaccina e non si ammala lo deve comunque all’altissima percentuale di vaccinati, che crea la cosiddetta immunità di gregge, che comunque non mette al riparo dai virus”.
Su questo tema, purtroppo, nemmeno i numeri sono sufficienti per affermare una verità assoluta, se è vero che, davanti al dato del 95% della popolazione vaccinata, Roberto Gava risponde citando studi secondo cui l’efficacia di un vaccino, cioè la protezione totale, non è garantita in percentuali che vanno dal 5 al 25%: “E dato che il vaccino è un farmaco provvisto, come tutti i farmaci, di indicazioni e controindicazioni, credo sia onesto valutare bene a chi e quando somministrarlo tenendo conto del rischio reale”. Il pediatra Eugenio Serravalle, suo coautore, contesta il concetto stesso di immunità di gregge (leggi l’intervista completa).
OBBLIGO (E TOLLERANZA) VACCINALE – In ogni caso, l’Italia è tra i cinque Paesi europei (gli altri sono Francia, Grecia, Portogallo, Belgio) in cui resiste l’obbligo vaccinale e, insieme alla Francia, quello in cui il numero di vaccinazioni obbligatorie è più alto (quattro). Ricerche recenti hanno dimostrato che lasciando libertà di scelta non si riduce la percentuale di adesioni alle campagne vaccinali. Nel nostro Paese, in cui resiste l’obbligo formale ma è sostanzialmente tollerato il dissenso, c’è un esperimento pilota, quello del Veneto, in cui l’obbligatorietà è stata sospesa e, in questi cinque anni, le percentuali di vaccinati sono rimaste al di sopra degli obiettivi Oms. Forse è anche la poca chiarezza legislativa italiana, dove l’obbligo legale coesiste di fatto con una tolleranza implicita, a creare maggiore insicurezza. Anche per questo sono nate associazioni che, appellandosi alla libertà di cura anche per i neonati, chiedono la libertà di vaccinazione. Perché ogni genitore non ha la possibilità di discutere con il pediatra il piano vaccinale ma deve aderire a un piano standardizzato (fermo restando che l’Oms, nello stesso volantino sopra citato, riconosce di fatto la possibilità di un rifiuto, pur considerandolo “un grande rischio”)? “Gli obblighi di legge – conclude Salmaso – sono stati introdotti per evitare che il diritto alla salute fosse diverso da zona a zona del nostro Paese. Quello vaccinale è sempre stato considerato, nelle Asl italiane, un “obbligo di offerta” e questo, appunto, ha fatto sì che tale offerta fosse fatta in maniera automatica. Ciò ha comportato anche difetti di comunicazione. Ma è solo questo il problema da affrontare. Non certo la bontà e l’utilità delle vaccinazioni”.
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Romania, Georgescu escluso dalla ripetizione delle elezioni presidenziali. Scontri a Bucarest: la polizia disperde la folla coi gas lacrimogeni
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Ucraina, Musk minaccia di spegnere Starlink e insulta il ministro polacco: “Zitto ometto”. Il Pd al governo: “No accordi con lui”. Ma Salvini: “Da firmare domani”
Politica
I satelliti Starlink di Musk in corsa per coprire le zone montuose della Lombardia per 6,5 milioni
(Adnkronos) - "Se spengo Starlink, l'Ucraina crolla". Elon Musk è allineato con Donald Trump e invoca lo stop immediato della guerra tra Ucraina e Russia. Il magnate, pilastro dell'amministrazione del nuovo presidente americano, dall'inizio del conflitto ha messo a disposizione di Kiev il sistema satellitare Starlink. Gli Usa, negli ultimi giorni, hanno sospeso l'invio di aiuti militari all'Ucraina e hanno fermato la condivisione di informazioni di intelligence. Se Musk disattivasse Starlink, per le forze di Kiev sarebbe un disastro.
"Io - scrive il magnate su X - ho letteralmente sfidato Putin ad un combattimento uno contro uno sull'Ucraina. Il mio sistema Starlink è la spina dorsale dell'esercito ucraino. Se lo spegnessi, l'intera linea del fronte crollerebbe".
Musk individua anche un'altra soluzione: "Bisogna imporre sanzioni ai 10 principali oligarchi ucraini, specialmente quelli che vivono a Monaco, e tutto questo cesserà immediamente. Questa è la chiave".
L'Ucraina usufruisce di migliaia di terminali Starlink. Una parte è fornita dalla Polonia, che ha sottoscritto un contratto con SpaceX, il colosso che gestisce Starlink. "Il servizio di Starlink per l'Ucraina, circa 50 milioni di dollari ogni anno, è pagato dal ministero polacco per la Digitalizzazione. Se SpaceX si dimostrasse un fornitore inaffidabile, dovremmo cercare altrove", le parole di Radoslaw Sikorski, ministro degli Esteri di Varsavia.
Le parole di Mr X arrivano in un momento cruciale del conflitto. Le forze russe stanno riconquistando territori nella regione di Kursk, che l'Ucraina ha invaso dall'agosto 2024. L'obiettivo di Vladimir Putin sembra essere una spallata finale, che consenta a Mosca di presentarsi all'eventuale tavolo delle trattative con un quadro estremamente favorevole. "Non faremo concessioni", ha detto il presidente russo in settimana: nella sua visione, tutto ciò che è stato conquistato non verrà riconsegnato a Kiev.
L'obiettivo di Musk, così come quello di Trump, è lo stop immediato alla guerra: "Mi disgustano anni di massacro in uno stallo che terminerà inevitabilmente con la sconfitta dell'Ucraina. Chiunque abbia realmente a cuore la situazione e chiunque comprenda quello che sta succedendo - aggiunge - vuole che il tritacarne si fermi. Pace ora".
Nella sequenza di messaggi pubblicati da Musk nelle ultime ore spicca anche un tweet sul tema della Nato. A chi suggerisce l'uscita degli Usa dall'Alleanza, il miliardario replica: "Dovremmo davvero. Non ha senso che l'America paghi per la difesa dell'Europa".
Anche in questo caso, c'è una totale consonanza con le posizioni del presidente Trump. Gli Usa, ha detto il leader della Casa Bianca, non hanno intenzione di difendere chi non paga. Nelle ultime ore, inoltre, secondo indiscrezioni di stampa ha preso forma il piano per un progressivo disimpegno americano rispetto al Vecchio Continente: con il 2025 si esaurirà la partecipazione a stelle e strisce a manovre in Europa.
San Marino, 9 mar. (Adnkronos) - La rinascita internazionale dell’italo dance riparte da San Marino, con un biglietto per l’Eurovision di Basilea. Gabry Ponte, favoritissimo della vigilia, si è aggiudicato la vittoria del San Marino Song Contest e salirà sul palco dell’edizione svizzera dell’Esc come rappresentante della repubblica del Titano, potendo dunque contare potenzialmente anche sul voto degli italiani (nessun paese può votare per il proprio candidato e l’Italia è stato sorteggiata anche tra i paesi che potranno votare per San Marino il prossimo 13 maggio nella prima semifinale). “Ricordati che ‘Tutta l’Italia’ potrà votare per te”, ha fatto notare il Segretario di Stato di San Marino, Federico Pedini Amati, rivolto al vincitore subito dopo la proclamazione. “Questa canzone – ha confessato Ponte - mi ha dimostrato per l'ennesima volta quello che già era successo con gli Eiffel 65 e ‘Blue’ 27 anni fa: che una canzone scritta in uno studio in poche ore può avere dei risvolti e un percorso pazzesco che uno non avrebbe mai immaginato. Adesso questa sfida di Basilea è molto eccitante e sono veramente contento”.
A incoronarlo vincitore, la giuria presieduta da Luca De Gennaro, che ha motivato il verdetto: “Abbiamo fatto un lavoro molto onesto con noi stessi con un obiettivo, quello di sapere qual era la destinazione finale, cioè l'Eurovision. Non abbiamo votato secondo i gusti personali. Se volete vedere le statistiche degli artisti italiani più ascoltati nel mondo Gabry Ponte è uno dei primi. E poi San Marino fa parte di quel territorio italiano che è sempre stata la culla della musica da ballare, l'Adriatico, le discoteche, Rimini e Riccione. Quindi è giusto che San Marino porti verso l'Europa questo tipo di musica”, sottolineato.
Gabry Ponte, 52 anni e da quasi 30 sulla breccia come dj e producer (con un certo numero di successi internazionali all’attivo), era comunque molto emozionato sabato sera, nel Teatro di Dogana di San Marino: “Sono 30 anni che faccio questo lavoro fantastico e credo che il giorno in cui salirò su un palco senza essere emozionato, sarà l'ultimo giorno in cui salirò su un palco”, ha detto subito dopo la vittoria, ottenuta con un brano, ‘Tutta l’Italia’, nato in vista del grande appuntamento live fissato per il 28 giugno a San Siro (che ora sulla scia dell’Eurovision potrebbe vedere aggiungersi almeno un’altra data, vocifera qualcuno). “La canzone è nata in studio insieme a due amici autori, molto talentuosi, che sono Edwin Roberts e Andrea Bonomo. Io a giugno farò il mio primo concerto a San Siro e ci siamo proprio visualizzati l'immagine di uno stadio pieno di tutta l'Italia, che salta e che balla questa musica dance. Siamo partiti da questa immagine e poi la canzone è nata in maniera abbastanza spontanea nel giro di due ore”, ha raccontato. Un brano dance contaminato con alcuni elementi folk della cultura italiana, dalla fisarmonica alla tarantella. “La musica definisce un po' la cultura e l'identità di un popolo, da sempre. Quindi mi piace molto contaminare la musica dance, che poi peraltro si presta tantissimo, più di qualsiasi altro genere musicale, a essere contaminata con il folklore. L'Italia ha una tradizione folkloristica enorme, quindi abbiamo preso questa volta un po' di pizzica, un po' di tarantella e ci siamo divertiti molto”, ha aggiunto.
Sul tipo di modifiche che potrebbe proporre per l’esibizione a Basilea, Ponte ha rimandato alle prossime settimane. “Per ora ci siamo concentrati prima su Sanremo e poi su San Marino, da domani ci mettiamo al lavoro sull’Eurovision per presentarci al meglio”, spiega. Ma una cosa è già certa: l’Ebu non chiederà modifiche al testo perché aveva già dato il suo via libera prima del San Marino Song Contest. “Abbiamo mandato tutti i testi all'Ebu – ha spiegato il direttore di Una Voce per San Marino, Denny Montesi - perché sappiamo che non ci devono essere citazioni politiche e religiose nei testi. Quindi avevamo sottoposto due dubbi: uno riguardava il fatto che il brano di Gabry citasse Craxi e ‘avanti popolo’, l’altro riguardava il brano di Giacomo Voli, che citava l’Ave Maria. L’Ebu ha risposto che entrambi i brani non infrangono il regolamento”, ha assicurato.
A chi gli ha fatto notare che, dopo le polemiche su ‘Espresso Macchiato’ dell’estone Tommy Cash, c’è chi ha detto che anche ‘Tutta l’Italia’ propone un ritratto non proprio edificante del Bel Paese, Ponte ha risposto: “Noi l'abbiamo fatto in maniera ironica. Ci siamo messi a immaginare una fotografia di questo paese, scherzando su alcuni cliché che nel bene e nel male rappresentano un po' l'Italia agli occhi, non solo degli italiani, ma anche di chi vive fuori dall'Italia”.
Sui due ‘cantanti mascherati’ (che poi sono i due coautori della canzone) che lo hanno accompagnato sul palco sia a Sanremo che a San Marino, Ponte ha spiegato: “Ci sono delle persone che fanno questo lavoro ma che non amano apparire. A me faceva piacere avere le persone con cui ho scritto il pezzo con me sul palco, ho chiesto loro se avessero voglia di prendere parte a questa avventura, però allo stesso tempo rispetto la loro volontà e quindi abbiamo deciso tutti insieme che la soluzione poteva essere quella di avere dei cantanti mascherati che non devono mostrare la faccia ma possono cantare il pezzo che hanno contribuito a scrivere”.
All’Eurovision Gabry Ponte si troverà in qualche modo anche a sfidare Lucio Corsi, che rappresenterà l’Italia a Basilea: “Lucio Corsi non lo conosco personalmente ma ho grande stima di lui. E sono sinceramente contento che sia andato lui all'Eurovision a rappresentare l'Italia perché parlavamo prima della musica come rappresentazione dell'identità di un popolo e una delle tradizioni più forti della musica italiana è proprio il cantautorato. E poi il pezzo di Lucio era uno dei miei pezzi preferiti di Sanremo”, ha detto. Che poi ha spiegato perché ‘Tutta l’Italia’ non era in gara a Sanremo: “Il regolamento di Sanremo prevede che ogni artista che partecipa in gara debba cantare. Io sono un DJ, non canto. Abbiamo ragionato con Carlo su diverse possibilità per avere il pezzo in gara, ma non siamo riusciti a trovare una quadra che soddisfacesse il regolamento del festival e noi che abbiamo scritto la canzone” (l’unico altro artista in gara non cantante, Shablo, ha dovuto infatti presentarsi dichiarando i due feat di Joshua e Tormento, ndr.). “Poi Conti ha avuto quest'idea di farlo diventare la sigla e per me è stato un grande onore”, ha aggiunto Ponte che ha voluto dedicare la vittoria di San Marino a tutti i suoi fan. “Devo tutto a loro”, ha detto prima di ammettere che l’Eurovision non era mai stato prima nei suoi pensieri: “E’ arrivato in maniera naturale, abbastanza inaspettata, se devo essere sincero. La cosa bella della musica, per cui io continuo a essere innamorato di quello che faccio, è che è tutto sempre imprevedibile”. (di Antonella Nesi)
(Adnkronos) - Tritacarne in regalo alle madri di soldati russi caduti in Ucraina in occasione della Festa della Donna. Polemica e choc in Russia per l'iniziativa di una sezione locale del partito al governo di Vladimir Putin, Russia Unita. A Polyarniye Zori, nella regione di Murmansk, funzionari sorridenti del partito sono stati riprese mentre, sorridenti, consegnano fiori e tritacarne, parola ampiamente utilizzata per descrivere le brutali tattiche della Russia in prima linea. Il messaggio di accompagnamento ringraziava le "care mamme" per la loro "forza d'animo e l'amore che mettono nell'educazione dei loro figli".
Immediate le reazioni online che hanno definito il gesto "vergognoso" e "inappropriato", soprattutto considerando la connotazione negativa del tritacarne. La parola russa per il tritacarne, myasorubka, ha lo stesso doppio significato dell'inglese. Si riferisce a una tattica che comporta pesanti perdite, in cui piccoli gruppi di soldati vengono inviati in attacco, uno dopo l'altro, in ondate, rischiando pesanti perdite, con l'obiettivo di logorare e sopraffare le truppe ucraine.
La sezione locale del partito a Polyarniye Zori ha respinto le critiche, definendole "interpretazioni crudeli e provocatorie". Il sindaco Maxim Chengayev, presente alla consegna dei doni, ha dichiarato che i tritacarne non erano previsti inizialmente, ma che "una donna li ha richiesti, e ovviamente non abbiamo potuto dire di no", secondo quanto affermato da Russia Unita. Successivamente, il partito ha pubblicato un video in cui una madre ringraziava goffamente per i regali, confermando di aver richiesto personalmente un tritacarne per necessità.
Le perdite russe in Ucraina rimangono ufficialmente non quantificate, sebbene i media indipendenti parlino di molte decine di migliaia di morti. Il sito web russo Mediazona e il servizio russo della Bbc hanno dichiarato il mese scorso di aver identificato i nomi di 91.000 soldati russi uccisi, ma ha aggiunto che il bilancio effettivo sarebbe probabilmente “notevolmente più alto”. Alla fine del 2024, l’allora segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Lloyd Austin, ha parlato di 700.000 soldati russi uccisi o feriti.
Anche le perdite ucraine sono ingenti. A febbraio, il presidente Volodymyr Zelenskyy ha dichiarato che più di 46.000 soldati ucraini sono stati uccisi e circa 380.000 feriti. I resoconti dei media basati su fonti occidentali hanno dato a temperature delle vittime militari ucraine stimate che vanno da 50.000 a 100.000.
(Adnkronos) - "Se spengo Starlink, l'Ucraina crolla". Elon Musk è allineato con Donald Trump e invoca lo stop immediato della guerra tra Ucraina e Russia. Il magnate, pilastro dell'amministrazione del nuovo presidente americano, dall'inizio del conflitto ha messo a disposizione di Kiev il sistema satellitare Starlink. Gli Usa, negli ultimi giorni, hanno sospeso l'invio di aiuti militari all'Ucraina e hanno fermato la condivisione di informazioni di intelligence. Se Musk disattivasse Starlink, per le forze di Kiev sarebbe un disastro.
"Io - scrive il magnate su X - ho letteralmente sfidato Putin ad un combattimento uno contro uno sull'Ucraina. Il mio sistema Starlink è la spina dorsale dell'esercito ucraino. Se lo spegnessi, l'intera linea del fronte crollerebbe".
Musk individua anche un'altra soluzione: "Bisogna imporre sanzioni ai 10 principali oligarchi ucraini, specialmente quelli che vivono a Monaco, e tutto questo cesserà immediamente. Questa è la chiave".
Le parole di Mr X arrivano in un momento cruciale del conflitto. Le forze russe stanno riconquistando territori nella regione di Kursk, che l'Ucraina ha invaso dall'agosto 2024. L'obiettivo di Vladimir Putin sembra essere una spallata finale, che consenta a Mosca di presentarsi all'eventuale tavolo delle trattative con un quadro estremamente favorevole. "Non faremo concessioni", ha detto il presidente russo in settimana: nella sua visione, tutto ciò che è stato conquistato non verrà riconsegnato a Kiev.
L'obiettivo di Musk, così come quello di Trump, è lo stop immediato alla guerra: "Mi disgustano anni di massacro in uno stallo che terminerà inevitabilmente con la sconfitta dell'Ucraina. Chiunque abbia realmente a cuore la situazione e chiunque comprenda quello che sta succedendo - aggiunge - vuole che il tritacarne si fermi. Pace ora".
Nella sequenza di messaggi pubblicati da Musk nelle ultime ore spicca anche un tweet sul tema della Nato. A chi suggerisce l'uscita degli Usa dall'Alleanza, il miliardario replica: "Dovremmo davvero. Non ha senso che l'America paghi per la difesa dell'Europa".
Anche in questo caso, c'è una totale consonanza con le posizioni del presidente Trump. Gli Usa, ha detto il leader della Casa Bianca, non hanno intenzione di difendere chi non paga. Nelle ultime ore, inoltre, secondo indiscrezioni di stampa ha preso forma il piano per un progressivo disimpegno americano rispetto al Vecchio Continente: con il 2025 si esaurirà la partecipazione a stelle e strisce a manovre in Europa.
(Adnkronos) - E' stato stroncato da un infarto che lo ha colto nella sua abitazione Carmine Gallo, il super poliziotto protagonista per anni della lotta alla criminalità organizzata a Milano e di recente coinvolto nell’inchiesta Equalize sui presunti dossieraggi illeciti. Aveva 66 anni.
Palermo, 9 mar. (Adnkronos) - "Il nostro governo ha scelto di realizzare i termovalorizzatori con risorse pubbliche, stanziando 800 milioni di euro attraverso il Fondo per lo sviluppo e la coesione (Fsc). Questo per evitare che il costo di ammortamento potesse ricadere sui cittadini attraverso tariffe esorbitanti. Noi vogliamo evitare questo errore e garantire un sistema sostenibile dal punto di vista economico, ambientale e sociale. Non solo". Così, in un intervento sul Giornale di Sicilia il Presidente della Regione siciliana Renato Schifani. "I termovalorizzatori rappresentano una grande opportunità anche per il nostro sistema energetico- dice -In un periodo storico in cui i costi dell’energia sono sempre più elevati e la transizione ecologica è una priorità globale, trasformare i rifiuti in energia significa rendere la Sicilia più autonoma, ridurre la dipendenza da fonti fossili e creare un sistema. Il nostro cronoprogramma: entro questo marzo/aprile bando per progettazione; entro settembre 2026 inizio lavori (durata diciotto mesi). La Sicilia non può più permettersi di rimanere prigioniera dell’emergenza, della precarietà, dell’inerzia. È il momento di agire con coraggio e senso del dovere".
"Chi si oppone abbia almeno l’onestà di dire chiaramente perché e di assumersi la responsabilità di condannare questa terra al degrado e all’inefficienza- dice Schifani - Non possiamo accettare che il futuro della Sicilia venga bloccato da interessi di parte, da vecchie logiche a volte ambigue. Non possiamo più tollerare un sistema che penalizza i cittadini, le imprese e l’ambiente. La nostra Regione merita di voltare pagina. Merita un futuro fatto di pulizia, decoro e sostenibilità. Noi andremo avanti, con determinazione e con la convinzione che questa sia l’unica strada possibile. Anche se in salita. In tutti i sensi. Perché la Sicilia merita di più".
Palermo,9 mar. (Adnkronos) - "Perché, dopo vent’anni di dibattiti e promesse mancate, ancora oggi qualcuno si oppone alla realizzazione di impianti di termovalorizzazione? L’esperienza europea dimostra che questi impianti sono una soluzione efficiente e sicura per chiudere il ciclo dei rifiuti, trasformando ciò che non può essere riciclato in energia pulita. Eppure, in Sicilia si è continuato a rinviare, mentre le discariche si riempiono e i cittadini pagano bollette sempre più alte per smaltire i rifiuti altrove. È davvero un problema di tutela ambientale? No, perché i moderni termovalorizzatori sono progettati per garantire emissioni praticamente nulle, rispettando i più severi standard europei". Così il Presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, in un intervento sul Giornale di Sicilia. "Parlare di inquinamento è oggi fuori luogo: in molte città del Nord Italia, in Europa e nel mondo, questi impianti convivono con i centri abitati senza alcun impatto sulla qualità dell’aria", dice.
"Forse si vuole difendere il business delle discariche? È un dubbio legittimo. Il sistema attuale, infatti, ha spesso alimentato interessi economici poco trasparenti, in alcuni casi perfino legati alla criminalità organizzata. E di questo ho parlato in occasione della mia audizione alla Commissione parlamentare di inchiesta sulle ecomafie", conclude Schifani.