Vuoi le intercettazioni di Nicola Mancino e Loris D’Ambrosio?” Quando hanno ascoltato il colloquio nel quale l’ex ministro dell’Economia Giulio Tremonti si proponeva come pusher di dvd al presidente della Fata (gruppo Finmeccanica) Ignazio Monca-da, più noto come Il grande burattinaio i carabinieri del Noe non credevano alle loro orecchie. La conversazione risale a due settimane fa ed è stata ‘contestata’ ieri a Ignazio Moncada e, prima ancora in mattinata, all’ex ministro, entrambi convocati d’urgenza a Napoli dai pm Vincenzo Piscitelli, Henry John Woodcock e Francesco Curcio come persone informate dei fatti. Sia l’ex ministro del Pdl che il manager del gruppo Finmeccanica davanti alla loro voce registrata, hanno detto all’unisono: “Scherzavamo”. Tremonti ha spiegato ai pm che conosce da anni Moncada e ama discutere con lui di scenari internazionali: “È stimato dai socialisti europei , come Giuliano Amato ma conosce anche Hollande e mi interessano le sue analisi”.
Altro che “scherzi” – Eppure l’inizio della telefonata non sembra alludere a scenari esteri: “Le vuoi le intercettazioni Mancino-D’Ambrosio?” chiede Tremonti a Moncada ricevendo dal Grande burattinaio una replica che svaluta la proposta: “ma sono quelle che ho scaricate da Youtube?”. Tremonti insiste affermando di avere anche il dvd completo. Poi i due analizzano le conseguenze deflagranti delle telefonate del Quirinale sulla tenuta del governo Monti e si danno appuntamento per vedersi. Quando parla con Tre-monti, Moncada è intercettato da qualche settimana dalla Procura di Napoli ma non è indagato nel procedimento che vede indagato invece per corruzione e riciclaggio il presidente del suo gruppo: Giuseppe Orsi. Il professore torinese di adozione (è nato in Sicilia nel 1949) è finito nel mirino degli inquirenti a causa delle parole pronunciate dal suo amico Ettore Gotti Tedeschi il 23 maggio del 2012 nella saletta riservata del ristorante Rinaldi al Quirinale. L’allora presidente dello Ior parlava di Moncada con Orsi come di un uomo in grado di garantirgli l’appoggio “del sistema”, lo definiva più di un agente della Cia, più di un semplice massoncello. Moncada “è veramente un grandissimo burattinaio”. Le parole registrate dalle cimici del reparto operativo del Noe guidati da Pietro Raiola Pescarini sono pesanti e impongono ai magistrati di prendere sul serio l’intercettazione con Tremonti. Tutti i cronisti giudiziari d’Italia erano in quei giorni a Palermo per cercare il dvd dove erano compulsati 76 fascicoli di atti (depositati dai pm di Palermo e non segreti) compresi gli audio delle telefonate tra D’Ambrosio e Mancino.
Tremonti e Moncada dicono che scherzavano ma la Procura di Napoli non considera la telefonata alla stregua di una barzelletta. Infatti i pm hanno convocato l’ex ministro a Napoli (un disturbo che gli era stato evitato nel’inchiesta Milanese) per contestargli praticamente solo quella telefonata. I medesimi pm hanno spedito i Carabinieri del Noe a perquisire casa e ufficio di Moncada dopo avere ascoltato la telefonata. E non c’è dubbio che Moncada abbia ottime relazioni nei servizi segreti a partire dal nuovo capo del Dis, Dipartimento informazioni sicurezza, Giampiero Massolo, che ha appena preso il posto di Gianni De Gennaro.
Ieri tutte le carte, compresa la trascrizione della telefonata, sono state spedite alla Procura di Palermo perché i pm che indagano sulla trattativa Stato-mafia valutino le parole dell’ex ministro. Nelle motivazioni del decreto di perquisizione a casa Moncada sono citate le presunte mazzette all’ombra degli affari internazionali di Finmeccanica ma quando hanno sequestrato alcuni dischetti, i magistrati probabilmente volevano controllare anche se quel dvd esiste davvero.
La busta anonima – Nell’occasione comunque a casa di Moncada è stato trovato un dossier su Giuseppe Orsi. A dimostrazione che forse Orsi non sa chi è Moncada (o almeno così dice a Gotti Tedeschi al ristorante ) ma Moncada sa benissimo chi è Orsi. “Cosa è questo documento dattiloscritto di 4 pagine con intestazione ‘Giuseppe Orsi?’”, è stato chiesto dai pm al presidente di Fata che dovrebbe occuparsi di macchine per la lavorazione dell’alluminio. La sua risposta è stata: “L’ho ricevuto in una busta anonima all’hotel circa sei mesi fa”. Dove l’hotel, non c’è nemmeno bisogno di specificarlo, è il Grand Hotel Saint Regis di Roma, un cinque stelle dove “Il Gobbo”, come lo chiama scherzosamente Gotti Tedeschi alludendo al potere più che alla conformazione fisica di Andreotti, riceve da decenni i suoi ospiti. Un po’ come faceva con ben altre modalità e scopi nell’altro hotel prestigioso della capitale, l’Excelsior, il venerabile Licio Gelli. “E perché ha tenuto quelle carte per mesi da parte?” gli hanno chiesto i pm. E Moncada: “le ho trovate interessanti”.
E interessanti, quelle pagine sugli assetti di potere del gruppo, lo erano davvero. Tremonti ieri si è mostrato incredulo e quasi divertito dalle domande sospettose dei pm sul dvd. “Mai avuto un dvd del genere. Era solo uno scherzo”. Chi sono gli “amici” che le avrebbero messo a sua disposizione quel materiale? Tre-monti ha replicato ai pm che “amici” è un modo di dire ironico usato per fare il verso ai siciliani. “Ma voi pensate davvero che io mi interessi di trattativa?”, ha chiesto Tremonti ai magistrati. Insomma nessun investigatore gli avrebbe messo a disposizione un materiale così delicato da girare a un uomo vicino ai servizi segreti come Moncada. Fantascienza, è sbottato l’ex ministro: “Io mi occupo dei problemi dell’euro non della mafia”.
Da Il Fatto Quotidiano del 5 luglio 2012