Sole, spiaggia e… pillola del giorno dopo: in estate in Italia è boom di contraccezione d’emergenza. Se ne assume il 12% in più rispetto all’inverno, stando ai dati presentati all’ultimo Congresso nazionale congiunto di Società italiana della contraccezione e Federazione italiana di sessuologia scientifica. Il nostro Paese, del resto, è il fanalino di coda in Europa per quanto riguarda l’utilizzo della pillola anticoncezionale. Quasi il 60% delle persone che chiedono la pillola del giorno dopo, infatti, ha usato come “metodo contraccettivo” il coito interrotto o addirittura nessuna precauzione, stando all’ultimo rapporto presentato dall’associazione Vita di Donna. Il risultato? Il coito interrotto, affidabile per 3 ragazzi su 10, provoca 100.000 gravidanze indesiderate all’anno. E a non usare precauzioni non sono solo i giovanissimi (il 37% delle “prime volte” non è protetto), ma anche le over 35.
Ne abbiamo parlato con Rossella Nappi, ginecologa, endocrinologa e sessuologa alla Fondazione Ircss (Istituto di ricovero e cura) del Policlinico di Pavia.
Perché in Italia si usa pochissimo la pillola anticoncezionale?
La scelta contraccettiva dipende non solo da variabili clinico-biologiche, ma anche psicologiche e socioculturali, tant’è che nel nostro Paese ci sono differenze di utilizzo anche tra Nord e Sud. Esistono credenze, soprattutto tra le più giovani, che tendono a mettere in evidenza sempre i rischi della pillola contraccettiva e mai i benefici per la salute della donna come la riduzione del tumore dell’ovaio per esempio. Ma soprattutto manca la capacità della donna di sentirsi protagonista della propria femminilità. E’ forse su questo aspetto che ci dobbiamo interrogare come donne italiane, ma anche come ginecologi, in qanto abbiamo la responsabilità di informare.
Gli aborti in giovane età, in Italia, sono spesso conseguenza della mancanza di contraccezione preventiva?
Purtroppo sì, è l’unica fascia di età – quella adolescenziale – in cui gli aborti volontari non sono in diminuzione. Dobbiamo fare di più, anche sensibilizzando le famiglie a discutere di sessualità con i ragazzi, perché tutti i dati ci dicono che vivere bene le prime esperienze è fondamentale per la salute e l’equilibrio psicofisico della vita adulta.
Quanti metodi di contraccezione esistono?
Molti: non solo pillola, ma anche anello vaginale, cerotto, impianto sottocutaneo, spirali medicate e molecole ormonali capaci di favorire una personalizzazione della scelta che si accompagna ad un basso numero di effetti collaterali e di conseguenze per la salute, ma anzi ad una serie di vantaggi che vanno dalla regolarizzazione del ciclo alla riduzione del dolore mestruale.
E’ vero che spesso le ragazze italiane accettano il rifiuto del partner ad usare il preservativo (perché dà fastidio) e non contemplano contraccettivi alternativi?
E’ verissimo, esiste ancora una sorta di pudore da parte delle giovani a chiedere al partner la protezione, c’è il timore di perdere l’altro e di essere giudicata. Una ragazza che pretende il preservativo viene fraintesa come una dal “sesso facile”!
Se sì, cosa consiglieresti loro?
Direi loro che essere una donna oggi significa avere consapevolezza della propria femminilità a 360 gradi e una sessualità sicura esprime un progetto di donna che ama e sa farsi amare nel modo giusto in un rapporto di coppia paritario perché basato su scelte condivise. Crescere come donna è avere la libertà di esprimere se stesse. E il dialogo col ginecologo aiuta a trovare le parole con cui comunicare il proprio ideale di femminilità.