Un milione di euro alla ricerca sul cancro e altrettanto all’industria del tabacco. Trenta milioni alla Fiat, sette alla Fondazione Maugeri dello scandalo Daccò-Formigoni. E ancora soldi pubblici a progetti per valorizzare “giacimenti culturali diffusi”. Sono alcuni dei 4mila programmi di ricerca finanziati con fondi nazionali ed europei sotto la vigilanza del Miur, il ministero cui la spending review del governo riserva 270 milioni di tagli tra fondo ordinario atenei ed enti di ricerca come il Cnr e l’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Razionalizzazione sì, insomma, anche se i rubinetti da chiudere potrebbero essere altri. Nessuno infatti sembra essersi accorto che c’è un fiume di denaro pubblico molto più consistente, oltre 6 miliardi di euro, che attraverso il Miur passa e va a finanziare i soliti noti prosciugando il deserto italiano della ricerca.
Si chiama Pon ed è l’acronimo di Programma operativo nazionale “Ricerca e competitività”. Dal 2000 è il principale canale di cofinanziamento europeo allo sviluppo dell’economia italiana. Il budget assegnato all’Italia per il periodo 2007-2013 è di 6,2 miliardi ripartiti a metà tra fondi comunitari (Fesr e Fse) e fondi nazionali. I beneficiari finora sono stati quasi 4mila per 2 miliardi di euro già erogati. Altri progetti sono in corso di validazione da parte del Miur e del Mse e saranno ammessi fino a esaurimento scorte.
A scandagliare l’elenco si trova di tutto: sviluppo di soluzioni energetiche innovative, farmaci, bio e nanotech, università, ospedali. Una manna dal cielo per le imprese, per il Mezzogiorno e per la ricerca nazionale, in teoria. Nella pratica un finanziamento diretto all’industria nazionale e un rubinetto di spesa aperto che finanzia di tutto. Fiat totalizza 31 linee di finanziamento per 30 milioni di euro, la galassia Finmeccanica, tra Selex e Ansaldo porta a casa 22,2 milioni. Seguono migliaia di programmi per importi minori nei quali i soldi pubblici vanno letteralmente in fumo. Tra i beneficiari del Pon, infatti, c’e la British American Tobacco Italia (ex Ente Tabacchi Italiani Spa privatizzata nel 2003) che produce e commercializza sigarette con i marchi Lucky Strike, Pall Mall, Ms. Il Miur ha erogato alla società fondi per un milione di euro. Lo Stato che disincentiva il consumo di tabacco (con le accise e con campagne di sensibilizzazione) poi ne finanzia direttamente l’industria. Ancora più paradossale è che nello stesso elenco spunti un finanziamento di pari importo per la diagnosi e la cura del cancro a beneficio dell’Università Federico II di Napoli, del Cnr di Palermo e di due aziende private di ricerca.
Nel privato salta fuori la famosa Fondazione Maugeri, quella per cui sono finiti nei guai il governatore lombardo Formigoni e il faccendiere Daccò: tra il 2008 e il 2011 ha ricevuto quasi otto milioni di euro. Non mancano progetti dai nomi e dalle finalità curiosi come il “corso di alta formazione per esperto in Experience design” da 250mila euro o quello della campana “Cemsac” che ha ricevuto quasi 2,8 milioni di euro per programmi dai titoli come “DiGiCult, Valorizzazione di giacimenti culturali diffusi” o il progetto “NeoLuoghi: soluzioni per l’esperienza culturale nei luoghi elettivi della submodernità”.
Con i fondi ricevuti dall’Europa il pubblico foraggia anche e soprattutto se stesso. Specie quando orbita vicino alla politica. Nel calderone dei beneficiari Pon spuntano le agenzie tecniche create dai governi per supportare le politiche nei settori strategici e che sono diventate in breve tempo lo snodo per distribuzione di risorse. “Promuovitalia”, l’agenzia controllata dall’Ente nazionale per il Turismo (Enit), solo nel 2011 è costata allo Stato 26 milioni di euro in spese di struttura, i suoi dipendenti sono passati da una trentina a un centinaio nel giro di due anni con un monte stipendi lievitato da 768mila euro a 6 milioni. Un’inchiesta dell’Espresso di febbraio ha messo in fila anche i numeri dei progetti promossi e finanziati dall’agenzia, molti dei quali si sono rivelati rubinetti aperti o imprese temerarie come il libro “Qualità Abruzzo” sull’enogastronomia della regione e al sito dell’Osservatorio nazionale del turismo, che si è mangiato 1,8 milioni di euro. A fronte di risultati scarsi (e di interrogazioni parlamentari), l’agenzia ha ottenuto altri fondi proprio grazie al Pon: 8,5 milioni di euro nel 2009 e 19 milioni nel 2011. Soldi che non saranno redistribuiti direttamente alle imprese ma resteranno nel perimetro della cosa pubblica: Promuovitalia, infatti, li utilizzerà fino al 2015 per “rafforzare le capacità isitituzionali della Direzione Generale del Ministero dello Sviluppo Economico per l’incentivazione della attività imprenditoriali (DGIAI)”. Stesso discorso per Invitalia, che al Pon “stacca” 36 milioni di euro.
A volte i fondi restano a chi li dovrebbe assegnare. Per gestire la macchina delle assegnazioni il Miur storna dal Pon una montagna di soldi: 40 milioni di euro. Fondi che vengono utilizzati per realizzare le iniziative in proprio o che vanno dritto nelle mani di imprese che faranno il lavoro al posto del ministero, sotto forma di commessa diretta o appalto esterno. Sempre con il bollino europeo. L’appalto per creare la “rete” nazionale che riceverà e destinerà i fondi europei Pon tra 2007 e 2013 è stato aggiudicato nel 2008 con un budget da 33,1 milioni di euro, 3,9 per il numero di anni di espletamento del servizio che durerà otto anni (fino al 31 dicembre 2016). E questi soldi arrivano sempre dal Pon. Pochi giorni fa una cordata di imprese di comunicazione si è aggiudicata l’appalto per “realizzare la progettazione e le campagne di comunicazione delle azioni, opportunità, visibilità e risultati del Pon”. In pratica si tratta di fare da gran cassa ai progetti che sono stati finanziati con il fondo. Un marketing “politico” dell’ente che impegna 4,1 milioni di euro attinti da un ben più corposo budget per la comunicazione: tra campagne mediatiche, inserzioni pubblicitarie, eventi, audiovisivi, affissioni la reclamizzazione del programma Pon su scala nazionale arriva a costare 19 milioni di euro. Soldi che potevano finanziare attività magari terra-terra ma sicuramente utili, come “Voglia di pollo” del signor Bartolomeo Carella che nel 2009 ha ricevuto 128mila euro per ampliare la sua attività a Bari. Almeno in questo caso chi ci “mangia” sopra ha un volto e un nome.
Economia & Lobby
Fiat, Maugeri, British Tobacco: ecco dove finiscono i fondi europei per la ricerca
Il Pon, programma operativo nazionale gestito dal ministero dell'Istruzione e della Ricerca è il principale canale europeo di cofinanziamento europeo dello sviluppo. Per il periodo 2007-2013, viale Trastevere si è visto assegnare 6,2 miliardi di euro. Ecco dove finiscono, tra progetti di ricerca e finanziamenti, mentre il governo taglia con la spending review 270 milioni di euro ai fondi ordinari destinati agli atenei
Un milione di euro alla ricerca sul cancro e altrettanto all’industria del tabacco. Trenta milioni alla Fiat, sette alla Fondazione Maugeri dello scandalo Daccò-Formigoni. E ancora soldi pubblici a progetti per valorizzare “giacimenti culturali diffusi”. Sono alcuni dei 4mila programmi di ricerca finanziati con fondi nazionali ed europei sotto la vigilanza del Miur, il ministero cui la spending review del governo riserva 270 milioni di tagli tra fondo ordinario atenei ed enti di ricerca come il Cnr e l’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Razionalizzazione sì, insomma, anche se i rubinetti da chiudere potrebbero essere altri. Nessuno infatti sembra essersi accorto che c’è un fiume di denaro pubblico molto più consistente, oltre 6 miliardi di euro, che attraverso il Miur passa e va a finanziare i soliti noti prosciugando il deserto italiano della ricerca.
Si chiama Pon ed è l’acronimo di Programma operativo nazionale “Ricerca e competitività”. Dal 2000 è il principale canale di cofinanziamento europeo allo sviluppo dell’economia italiana. Il budget assegnato all’Italia per il periodo 2007-2013 è di 6,2 miliardi ripartiti a metà tra fondi comunitari (Fesr e Fse) e fondi nazionali. I beneficiari finora sono stati quasi 4mila per 2 miliardi di euro già erogati. Altri progetti sono in corso di validazione da parte del Miur e del Mse e saranno ammessi fino a esaurimento scorte.
A scandagliare l’elenco si trova di tutto: sviluppo di soluzioni energetiche innovative, farmaci, bio e nanotech, università, ospedali. Una manna dal cielo per le imprese, per il Mezzogiorno e per la ricerca nazionale, in teoria. Nella pratica un finanziamento diretto all’industria nazionale e un rubinetto di spesa aperto che finanzia di tutto. Fiat totalizza 31 linee di finanziamento per 30 milioni di euro, la galassia Finmeccanica, tra Selex e Ansaldo porta a casa 22,2 milioni. Seguono migliaia di programmi per importi minori nei quali i soldi pubblici vanno letteralmente in fumo. Tra i beneficiari del Pon, infatti, c’e la British American Tobacco Italia (ex Ente Tabacchi Italiani Spa privatizzata nel 2003) che produce e commercializza sigarette con i marchi Lucky Strike, Pall Mall, Ms. Il Miur ha erogato alla società fondi per un milione di euro. Lo Stato che disincentiva il consumo di tabacco (con le accise e con campagne di sensibilizzazione) poi ne finanzia direttamente l’industria. Ancora più paradossale è che nello stesso elenco spunti un finanziamento di pari importo per la diagnosi e la cura del cancro a beneficio dell’Università Federico II di Napoli, del Cnr di Palermo e di due aziende private di ricerca.
Nel privato salta fuori la famosa Fondazione Maugeri, quella per cui sono finiti nei guai il governatore lombardo Formigoni e il faccendiere Daccò: tra il 2008 e il 2011 ha ricevuto quasi otto milioni di euro. Non mancano progetti dai nomi e dalle finalità curiosi come il “corso di alta formazione per esperto in Experience design” da 250mila euro o quello della campana “Cemsac” che ha ricevuto quasi 2,8 milioni di euro per programmi dai titoli come “DiGiCult, Valorizzazione di giacimenti culturali diffusi” o il progetto “NeoLuoghi: soluzioni per l’esperienza culturale nei luoghi elettivi della submodernità”.
Con i fondi ricevuti dall’Europa il pubblico foraggia anche e soprattutto se stesso. Specie quando orbita vicino alla politica. Nel calderone dei beneficiari Pon spuntano le agenzie tecniche create dai governi per supportare le politiche nei settori strategici e che sono diventate in breve tempo lo snodo per distribuzione di risorse. “Promuovitalia”, l’agenzia controllata dall’Ente nazionale per il Turismo (Enit), solo nel 2011 è costata allo Stato 26 milioni di euro in spese di struttura, i suoi dipendenti sono passati da una trentina a un centinaio nel giro di due anni con un monte stipendi lievitato da 768mila euro a 6 milioni. Un’inchiesta dell’Espresso di febbraio ha messo in fila anche i numeri dei progetti promossi e finanziati dall’agenzia, molti dei quali si sono rivelati rubinetti aperti o imprese temerarie come il libro “Qualità Abruzzo” sull’enogastronomia della regione e al sito dell’Osservatorio nazionale del turismo, che si è mangiato 1,8 milioni di euro. A fronte di risultati scarsi (e di interrogazioni parlamentari), l’agenzia ha ottenuto altri fondi proprio grazie al Pon: 8,5 milioni di euro nel 2009 e 19 milioni nel 2011. Soldi che non saranno redistribuiti direttamente alle imprese ma resteranno nel perimetro della cosa pubblica: Promuovitalia, infatti, li utilizzerà fino al 2015 per “rafforzare le capacità isitituzionali della Direzione Generale del Ministero dello Sviluppo Economico per l’incentivazione della attività imprenditoriali (DGIAI)”. Stesso discorso per Invitalia, che al Pon “stacca” 36 milioni di euro.
A volte i fondi restano a chi li dovrebbe assegnare. Per gestire la macchina delle assegnazioni il Miur storna dal Pon una montagna di soldi: 40 milioni di euro. Fondi che vengono utilizzati per realizzare le iniziative in proprio o che vanno dritto nelle mani di imprese che faranno il lavoro al posto del ministero, sotto forma di commessa diretta o appalto esterno. Sempre con il bollino europeo. L’appalto per creare la “rete” nazionale che riceverà e destinerà i fondi europei Pon tra 2007 e 2013 è stato aggiudicato nel 2008 con un budget da 33,1 milioni di euro, 3,9 per il numero di anni di espletamento del servizio che durerà otto anni (fino al 31 dicembre 2016). E questi soldi arrivano sempre dal Pon. Pochi giorni fa una cordata di imprese di comunicazione si è aggiudicata l’appalto per “realizzare la progettazione e le campagne di comunicazione delle azioni, opportunità, visibilità e risultati del Pon”. In pratica si tratta di fare da gran cassa ai progetti che sono stati finanziati con il fondo. Un marketing “politico” dell’ente che impegna 4,1 milioni di euro attinti da un ben più corposo budget per la comunicazione: tra campagne mediatiche, inserzioni pubblicitarie, eventi, audiovisivi, affissioni la reclamizzazione del programma Pon su scala nazionale arriva a costare 19 milioni di euro. Soldi che potevano finanziare attività magari terra-terra ma sicuramente utili, come “Voglia di pollo” del signor Bartolomeo Carella che nel 2009 ha ricevuto 128mila euro per ampliare la sua attività a Bari. Almeno in questo caso chi ci “mangia” sopra ha un volto e un nome.
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Economia & Lobby
Caro bollette, a due settimane dagli annunci di Giorgetti il decreto slitta ancora: cdm rinviato a venerdì
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - "Io sono un artista libero, non mi sono mai schierato politicamente". Così Simone Cristicchi, ospite a 'Maschio Selvaggio' su Rai Radio 2, risponde alla conduttrice Nunzia De Girolamo quando fa notare al cantautore romano come la canzone sanremese 'Quando sarai piccola' sia piaciuta tanto a Elly Schlein quanto a Giorgia Meloni.
"Si tende sempre a identificare gli artisti politicamente, la musica invece non ha fazioni, non ha colori. Devo dire che tu hai messo insieme la destra e la sinistra", ha detto De Girolamo al cantautore arrivato quinto nella classifica finale. "Questo mi fa sorridere - ha confessato Cristicchi - sono molto contento di questo apprezzamento bipartisan, o anche super partes, che ha generato la mia canzone. Io sono sempre stato un artista libero, non mi sono mai schierato politicamente, proprio perché volevo che la mia musica e la mia arte potesse arrivare a tutti ed è giusto che sia così".
"Ovviamente ho le mie idee, come tutti, non le rinnego e non mi vergogno di esternarle quando è il momento e quando ho voglia, però - ha concluso il cantautore - sono veramente contento di aver fatto questa canzone che sia piaciuta più o meno a tutti".
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - "Il caro bollette è un problema sempre più grave, che non possiamo più far finta di non vedere. Paghiamo le bollette più care d’Europa, che a sua volta paga le bollette più alte tra i competitor internazionali. Siamo i più tartassati tra i tartassati, con un evidente danno alla competitività delle imprese e al potere di acquisto delle famiglie. I lavoratori, in particolare, pagano questi aumenti tre volte: la prima in casa quando arriva la bolletta, la seconda perché le aziende devono metterli in cassa integrazione poiché con l’energia alle stelle perdono produttività, la terza perché l’energia spinge a rialzo l’inflazione e i prodotti nel carrello della spesa costano di più". Lo dice Annalisa Corrado della segreteria del Partito Democratico.
"Agire è possibile e doveroso. Possiamo farlo subito, a partire dalla protezione dei soggetti vulnerabili, oltre 3 milioni e mezzo di utenti, per il quali il governo vuole bandire aste che sarebbero una iattura. Bisogna fermarle immediatamente e riformare piuttosto l’acquirente unico, che al momento gestisce il servizio di tutela della vulnerabilità, perché possa tornare a stipulare i contratti pluriennali di acquisto, agendo come vero e proprio gruppo d’acquisto".
"È necessario inoltre agire ad ogni livello possibile per disaccoppiare il prezzo dell’energia da quello del gas: occorre lavorare ad una riforma europea dei mercati, scenario non immediato, agendo però contemporaneamente ed immediatamente per un “disaccoppiamento di fatto”, come quello che si potrebbe attuare supportando i contratti pluriennali con i produttori di energia da fonti rinnovabili (PPA, Power purchase agreement). Dovremmo prendere esempio dalla Spagna di Sanchez, inoltre, che ha imposto un tetto al prezzo del gas, ottenendo risultati brillanti che hanno trainato la ripresa d’industria ed economia. Dobbiamo fare di più e meglio per la transizione energetica per liberarci dalla dipendenza del gas: oltre ad insistere su sufficienza energetica ed elettrificazione dei consumi, dobbiamo agire ad ogni livello perché la quota di energia da fonti rinnovabili nel nostro mix di produzione cresca: questo è l’unico modo strutturale di far penetrare il beneficio in bolletta del basso costo delle energie pulite".
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - “Allarmano e inquietano gli atti violenti rivolti in questi giorni contro le Forze dell’Ordine, a loro va la nostra piena solidarietà”. Lo dichiara la deputata di Italia Viva Maria Elena Boschi dopo gli incendi dolosi che hanno coinvolto questa mattina il commissariato e la Polstrada di Albano Laziale e nei giorni scorsi il comando della Compagnia dei carabinieri di Castel Gandolfo.
“Auguriamo agli agenti intossicati una pronta guarigione. Nell’attesa che sia fatta chiarezza sulle dinamiche e che i responsabili siano consegnati alla giustizia, non possiamo che schierarci senza indugio al fianco di chi ogni giorno si impegna per la sicurezza delle cittadine e dei cittadini”, conclude.
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - "Le bollette energetiche di famiglie e imprese sono alle stelle. Meloni ha fischiettato per mesi, ignorando anche le nostre proposte. E oggi annuncia il rinvio di un Cdm promesso ormai due settimane fa. Non avevano detto di essere 'pronti'?". Lo ha scritto sui social Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - "Tutto quello che ha a che fare con le emergenze vere di cittadini, famiglie, imprese passa in secondo piano nell’agenda del governo Meloni. Così è stato ed è per le liste d’attesa e per il diritto alla salute negato a milioni di concittadini, così è per il caro-bollette che da troppi mesi penalizza le aziende italiane e mette in ginocchio le fasce sociali più disagiate". Così in una nota Marina Sereni, responsabile Salute e Sanità nella segreteria del Partito Democratico.
"Oggi la segretaria del Pd Elly Schlein ha presentato proposte molto chiare e concrete, che raccolgono peraltro l’interesse di imprenditori e associazioni degli utenti. Il Cdm sul problema del caro energia pare invece che slitti a venerdì. La presidente Meloni ne approfitti per raccogliere le nostre proposte sul disaccoppiamento del prezzo dell’energia da quello del gas e sull’Acquirente unico".
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - La lotta alle mafie andrebbe portata avanti "in maniera trasversale. Ma non stiamo vedendo disponibilità all'ascolto e al lavoro comune da parte di questa destra". Lo ha detto Elly Schlein al seminario sulla legalità al Nazareno. "Noi continueremo a fare da pungolo costante, il messaggio che deve arrivare chiaro alle nuove generazioni è che la mafia è un male, e un freno al nostro Paese. Il Pd oggi più che mai è intenzionato a portare avanti questo lavoro con determinazione, mano nella mano con le realtà che affrontano il problema ogni giorno e ne sanno certamente più di noi".
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - Nel contrasto alle mafie "il ruolo delle forze dell'ordine e della magistratura è fondamentale. Noi riconosciamo e sosteniamo il lavoro quotidiano delle forze dell'ordine. Vanno sostenute le forze dell'ordine, come la magistratura, che invece vediamo attaccata tutti i giorni da chi governa". Lo ha detto Elly Schlein al seminario sulla legalità al Nazareno.