Anna Maria Tarantola non si è presentata alla prima riunione del cda Rai, ma i consiglieri, riuniti sotto la presidenza del più anziano, Guglielmo Rositani, l’hanno nominata presidente del servizio pubblico. Non c’è stata l’unanimità: sette a favore e un astenuto, Antonio Verro. La votazione è avvenuta alla ripresa dei lavori del cda, che nella prima parte si erano conclusi in un nulla di fatto data l’assenza della stessa Tarantola. La nomina del nuovo presidente designato da Mario Monti ora dovrà essere approvata dalla Vigilanza dove occorrerà una maggioranza qualificata dei due terzi, vale a dire 27 su 40 dei suoi componenti. L’assenza di questa stamattina della Tarantola non intendeva essere uno “sgarbo” ma un gesto per sfuggire alle contrattazioni e ai veti incrociati del Pdl per bloccare alcune deleghe “pesanti” che il Presidente del Consiglio vorrebbe assegnare all’ex vicedirettore di Bankitalia. In sostanza il centrodestra vuole opporsi al potere assoluto del neopresidente di nominare i dirigenti non editoriali e di gestire i contratti fino a 10 milioni di euro per strutture non giornalistiche senza il consenso del consiglio di amministrazione. Con la sua assenza la Tarantola ha voluto lasciare al cda la libertà di votarla, come ha scritto in una lettera indirizzata ai consiglieri.

Al passaggio in Vigilanza, l’ago della bilancia saranno Pdl e Lega: senza la loro partecipazione ai lavori della Commissione non si raggiunge il numero legale. I prossimi passaggi burocratici sono la convocazione dell’Ufficio di presidenza della Commissione, presieduta da Sergio Zavoli, e la convocazione della seduta plenaria della stessa Commissione perché si proceda al voto di gradimento o meno del presidente designato.  Dovranno trascorrere almeno 48 ore prima che si arrivi alla seduta, a questo punto possibile per giovedì o venerdì. Diversamente potrebbe essere programmata per martedì mattina della prossima settimana. Intanto è stato annullato il previsto incontro del nuovo Cda con i giornalisti “per opportunità e cortesia nei confronti degli organi di stampa da parte del Cda stesso”, come ha spiegato Guido Paglia, direttore delle Relazioni Esterne Rai. 

Per Bersani ”Tarantola ha fatto quel che una persona di stile e di buona educazione fa: quando si parla della sua nomina, non ci va”. Il segretario del Pd, poco prima della fumata bianca di oggi, apprezzava la scelta del neopresidente. “Al PdL – aggiunge il leader Pd – dico ‘attenzione, basta protervia’. Siamo oltre ogni limite. Se il governo vuole modificare i poteri, si fa così. Punto e basta”.

“Non voterei mai a favore dei poteri al Presidente Tarantola perchè sarebbe come chiudere il Parlamento – ha spiegato ieri ai microfoni de La Zanzara di Radio 24 il consigliere in quota Pdl Antonio Verro. “Su Gubitosi – ha proseguito – direi di sì come direttore generale ma lo farei turandomi il naso perchè è una forzatura del governo che scavalca il consiglio di amministrazione. Questa mossa di Monti mi fa girare le balle”. Verro poi ritiene che lo spettro del commissariamento più volte ventilato da Monti sia “un puro ricatto ed è illegale”.

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