La Torino-Lione ha ”un’importanza maggiore”, “diversa dagli altri”, ma per poter passare alla sua concreta realizzazione servono “nuovi finanziamenti” da parte della Ue. Sono fonti del governo francese, che all’agenzia Ansa spiegano che, in considerazione della crisi economica, serve un “nuovo accordo” con l’Italia e con Bruxelles su questa vicenda. ‘”Il lancio dei lavori definitivi necessita di un forte impegno finanziario da parte dell’Unione europea”, ha detto ancora la fonte, senza tuttavia quantificare la somma di questo contributo. La Torino-Lione “è un progetto maggiore, diverso dagli altri, che ha dimensioni europee e un importante interesse ambientale”, sottolineano ancora a Parigi, spiegando che proprio per questo serve “un altro accordo” tra le parti “che comprenda nuovi contributi” da parte di Bruxelles, visto che è la stessa Unione europea a chiedere agli Stati membri un maggiore rigore finanziario. “Il progetto è a un tale stadio di avanzamento in cui bisogna prendere una decisione definitiva”, sottolineano a Parigi.
L’ipotesi che la Francia potesse rinunciare alla linea ad alta velocità fra Lione e Torino viene accreditata dal quotidiano Le Figaro che cita le dichiarazioni del ministro del Bilancio Jerome Cahuzac: “La Francia – ha detto alla stampa francese – ha previsto una moltitudine di progetti senza aver fatto i conti con i finanziamenti. A questo punto il governo non potrà che dover rinunciare a qualche opzione”.
Tempi di crisi anche per l’Alta velocità quindi, al punto che fra i diversi progetti tra cui tagliare il Tav è al primo posto nei disegni di Parigi. Secondo Le Figaro di oggi, a rischio di depennamento sono 10 progetti tra cui, in prima linea la Torino-Lione, la Nizza-Marsiglia e la linea Rennes-Brest.
Durante la presidenza di Nicolas Sarkozy, i vicini transalpini avevano annunciato 14 progetti da qui al 2020 per complessivi 2mila chilometri di rete. Una tabella di marcia ribadita fino a maggio dall’ex presidente e dal costo stimato di 260 miliardi di euro. A essere fatte fuori sarebbero, spiega il giornale francese, le linee a questo punto più costose. Per questo però, ha speigato il ministro Cahuzac, verrà istituita una commissione parlamentare ad hoc per classificare tutti i progetti in base alle priorità entro la fine dell’anno. Ma sulla carta, la Torino Lione sarebbe tra le prime a rischio “squalifica” per il suo costo (12 miliardi di euro) e per il pesante calo registrato nel “trasporto merci, sceso a quattro milioni di tonnellate su quella tratta, contro gli undici milioni di tonnellate vent’anni fa”.
Un’altra ipotesi, la più probabile, dicono altre indiscrezioni, è che Parigi decida di proseguire nei lavori – il lato transalpino del cantiere è molto più avanzato di quello piemontese – ma di scaglionarli in diverse tranche dal budget decisamente più accettabile per le casse dello Stato. Un ridimensionamento, in ogni caso, che comporterebbe conseguenze anche sul versante italiano.
“Non bisogna trarre conclusioni affrettate”, riferisce all’Ansa una fonte del ministero del Bilancio francese (che resta anonima), spiegando che per il momento non c’è alcuna rinuncia al progetto da parte di Parigi, ma solo “una missione che sta valutando la correttezza degli investimenti pubblici”. Il tempo non manca ribadisce la fonte, molti progetti di linee ad alta velocità sono previsti oltre il 2017.“E’ una questione che si deve porre alla luce dei fondi pubblici a disposizione” e ci sono “delle priorita”, ha proseguito, senza tuttavia indicare se la Torino-Lione ne faccia parte. “Ciò che abbiamo notato è che numerosi progetti annunciati dallo scorso governo (di Nicolas Sarkozy,ndr) non sono stati sufficientemente preparati e i costi sono stati sottovalutati”, prosegue la fonte. “Ora la nuova maggioranza sta semplicemente passando in rassegna tutti gli annunci dello scorso governo, perché ora le finanze pubbliche, e in Italia lo sapete bene, necessitano serietà di bilancio”. La fonte ha infine sottolineato che il rapporto di valutazione degli investimenti commissionato da Parigi verrà concluso entro la fine dell’anno.
Anche dal partito del presidente Francois Hollande arrivano dichiarazioni in difesa del Tav. La Torino-Lione “non sarà rimessa in questione per via degli accordi presi a livello internazionale e degli impegni del presidente Hollande”. Lo ha affermato il responsabile ai Trasporti dei socialisti francesi Bernard Soulage. Il progetto infatti, ha spiegato Soulage, è ripartito sul piano finanziario e fa parte, non solo di un impegno della Francia con l’Italia ma anche con l’Europa. Soulage ha detto di aver già posto la questione a Bercy per fare in modo che i risparmi non coinvolgano il progetto. In una intervista tv il ministro francese dei Trasporti, Frederic Guvillier non si espone troppo: ”Ridaremo un senso alla politica dei trasporti, che è mancato al Paese”.
Anche Mario Virano, commissario straordinario per il Tav, ridimensiona l’ipotesi: “La Francia sta studiando il ‘fasaggio’ degli interventi sulla propria tratta nazionale della Tav Torino-Lione per selezionare gli interventi indispensabili da quelli differibili nel tempo, come ha già fatto l’Italia. “L’ambasciatore francese a Roma Alain Le Roy mi ha detto che gli impegni presi sono fuori discussione”. L’aspetto su cui tutti sembrano comunque concordare è che il governo francese stia ripensando a tutti gli investimenti sulle grandi opere.
Le reazioni italiane. Il ministro dell’Ambiente Corrado Clini dice di non sapere nulla dei programmi francesi: “C’è un comitato intergovernativo italo-francese che lavora su questo. Se verrà posto il problema, lo affonteremo. Ma non mi risulta”. “Grande preoccupazione, stupore e sconcerto. Auspichiamo che quanto annunciato su uno dei più importanti quotidiani francesi sulla torino-Lione, sia quanto prima smentito dal Governo francese”. Questo il primo commento del vice coordinatore del Pdl piemontese Agostino Ghiglia. Praticamente identiche le riflessioni del parlamentare torinese del Pd Stefano Esposito: “Un fatto gravissimo per il nostro Paese e un danno economico senza precedenti. Ho già chiesto direttamente a tutti i soggetti interessati, a cominciare dal governo, di adoperarsi per chiarire la veridicità della notizia”. Nei democratici però le posizioni sono diverse, con il capogruppo in commissione ambiente Roberto Della Seta che parla di “opera inutile” se si procederà con il raddoppio del traforo autostradale del Frejus, sarebbe continua Della Seta, “una voragine finanziaria”. Tutti d’accordo invece a sinistra. Storicamente contrario al Tav Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione comunista: “La notizia è importantissima: a questo punto solo l’Italia si ostina a portare avanti una grande opera inutile dal punto di vista del traffico di merci e persone, costosissima in termini economici, dannosa per l’ambiente e per la popolazione valsusina, che tra l’altro da tempo subisce la totale e vergognosa militarizzazione del proprio territorio”. Pungente invece Nichi Vendola, presidente di Sinistra Ecologia Libertà: “Sono davvero curioso di sapere – se si confermeranno i giusti dubbi e le perplessità del governo francese – come reagiranno in Italia coloro che ideologicamente e con una punta di fanatismo hanno propagandato la favola della Tav”. Sull’argomento interviene anche Beppe Grillo: ”In Francia oggi si accorgono che laTorino-Lione è inutile. Lo diciamo da anni. E i manifestanti No Tav sono ancora in carcere senza processo”. Il cofondatore del Movimento 5 stelle da sempre fortemente contrario alla linea ad alta velocità continua: “Un Paese che ci spreme come limoni butta nel cesso 22 miliardi per un buco inutile? Allora vuol dire che la Tav è molto utile a qualcuno”.