La questione del conflitto di attribuzioni sollevato dal Capo dello Stato è squisitamente tecnica e, al di là delle possibili implicazioni politiche è finalizzata a “evitare si pongano, nel suo silenzio o nella inammissibile sua ignoranza dell’occorso, precedenti, grazie ai quali accada o sembri accadere che egli non trasmetta al suo successore immuni da qualsiasi incrinaturale facoltà che la costituzione gli attribuisce”, come scritto dallo stesso Giorgio Napolitano. Su questo punto convengono tutti i costituzionalisti che analizzano quest’ennesimo caso giuridico. Che, almeno nei caratteri generali, non è nuovo. “Non è certo la prima volta che un Presidente della Repubblica solleva un conflitto di attribuzioni. E’ già successo nel 2006 nei confronti del Guardasigilli, a proposito del potere di grazia”, ricorda il professor Alessandro Pace, riferendosi al caso della grazia a Ovidio Bompressi, che contrappose l’allora Capo dello Stato Carlo Azeglio Ciampi, favorevole a graziare il condannato, e il ministro di Grazia e Giustizia Roberto Castelli. In quel caso, la Corte Costituzionale risolse il conflitto riconfermando al Capo dello Stato il potere esclusivo ed incondizionato di grazia.
“Il problema che si pone in questo caso, riguarda intercettazioni indirette, a proposito delle quali Napolitano fa riferimento all’articolo 7 della legge 219 del 1989 (sui reati previsti dall’articolo 90 della Costituzione, ossia gli unici di cui può rispondere il Presidente della Repubblica, ndr), in cui però si parla esplicitamente solamente d’intercettazioni che sembrerebbero dirette – continua Pace – La norma, in realtà, è già stata interpretata quando, nel 1997, fu intercettato Oscar Luigi Scalfaro”. Che non sollevò alcun conflitto d’attribuzione, diversamente da Napolitano: “Il Capo dello Stato si riferisce a quella norma considerandola tutela da qualsiasi tipo d’intercettazione, mentre secondo Palermo si riferirebbero solamente a quelle dirette. E se la Procura potrebbe obiettare che per assicurare ai parlamentari la tutela da intercettazioni indirette c’è voluta un’apposita norma, lo Stato non mancherà di replicare che a maggior ragione il Capo dello Stato dovrebbe essere a riparo dalle intercettazioni indirette”.
Il cuore della questione, però, è il destino di questo materiale: per il Quirinale quelle intercettazioni sono fuorilegge all’origine e quindi vanno distrutte, mentre per la Procura di Palermo la loro irrilevanza deve essere valutata dal gip, nel rispetto del contraddittorio tra le parti. Quel materiale, insomma, sarebbe suscettibile di valutazione, e dunque non illegittimo a monte. Una contraddizione, secondo Cesare Mirabelli, ex presidente della Consulta: “C’è un’evidente immunità del Presidente della Repubblica dalle intercettazioni. La Procura di Palermo fa riferimento a intercettazioni indirette. Ma il fatto che il Capo dello Stato sia intercettato nell’ambito di ascolti su persone diverse da lui, non significa che le sue parole possano essere catturate. Perché la lesione delle prerogative del Capo dello Stato non sta nel fatto che sia stato intercettato, quanto nel fatto che quel materiale sia stato conservato”. E la contraddizione, secondo Mirabelli, sarebbe tutta in questo punto: “La Procura da un lato conferma che non si può intercettare il presidente della Repubblica, ma dall’altro legittima la conservazione di quegli ascolti non utilizzabili. Quel materiale non deve essere conservato. Altrimenti, con un mezzo indiretto si rischia di fare ciò che direttamente è vietato”.
Cronaca
Telefonate Mancino-Napolitano, il parere dei costituzionalisti
La questione del conflitto di attribuzioni sollevato dal Capo dello Stato è squisitamente tecnica e, al di là delle possibili implicazioni politiche è finalizzata a “evitare si pongano, nel suo silenzio o nella inammissibile sua ignoranza dell’occorso, precedenti, grazie ai quali accada o sembri accadere che egli non trasmetta al suo successore immuni da qualsiasi incrinaturale facoltà che la costituzione gli attribuisce”, come scritto dallo stesso Giorgio Napolitano. Su questo punto convengono tutti i costituzionalisti che analizzano quest’ennesimo caso giuridico. Che, almeno nei caratteri generali, non è nuovo. “Non è certo la prima volta che un Presidente della Repubblica solleva un conflitto di attribuzioni. E’ già successo nel 2006 nei confronti del Guardasigilli, a proposito del potere di grazia”, ricorda il professor Alessandro Pace, riferendosi al caso della grazia a Ovidio Bompressi, che contrappose l’allora Capo dello Stato Carlo Azeglio Ciampi, favorevole a graziare il condannato, e il ministro di Grazia e Giustizia Roberto Castelli. In quel caso, la Corte Costituzionale risolse il conflitto riconfermando al Capo dello Stato il potere esclusivo ed incondizionato di grazia.
“Il problema che si pone in questo caso, riguarda intercettazioni indirette, a proposito delle quali Napolitano fa riferimento all’articolo 7 della legge 219 del 1989 (sui reati previsti dall’articolo 90 della Costituzione, ossia gli unici di cui può rispondere il Presidente della Repubblica, ndr), in cui però si parla esplicitamente solamente d’intercettazioni che sembrerebbero dirette – continua Pace – La norma, in realtà, è già stata interpretata quando, nel 1997, fu intercettato Oscar Luigi Scalfaro”. Che non sollevò alcun conflitto d’attribuzione, diversamente da Napolitano: “Il Capo dello Stato si riferisce a quella norma considerandola tutela da qualsiasi tipo d’intercettazione, mentre secondo Palermo si riferirebbero solamente a quelle dirette. E se la Procura potrebbe obiettare che per assicurare ai parlamentari la tutela da intercettazioni indirette c’è voluta un’apposita norma, lo Stato non mancherà di replicare che a maggior ragione il Capo dello Stato dovrebbe essere a riparo dalle intercettazioni indirette”.
Il cuore della questione, però, è il destino di questo materiale: per il Quirinale quelle intercettazioni sono fuorilegge all’origine e quindi vanno distrutte, mentre per la Procura di Palermo la loro irrilevanza deve essere valutata dal gip, nel rispetto del contraddittorio tra le parti. Quel materiale, insomma, sarebbe suscettibile di valutazione, e dunque non illegittimo a monte. Una contraddizione, secondo Cesare Mirabelli, ex presidente della Consulta: “C’è un’evidente immunità del Presidente della Repubblica dalle intercettazioni. La Procura di Palermo fa riferimento a intercettazioni indirette. Ma il fatto che il Capo dello Stato sia intercettato nell’ambito di ascolti su persone diverse da lui, non significa che le sue parole possano essere catturate. Perché la lesione delle prerogative del Capo dello Stato non sta nel fatto che sia stato intercettato, quanto nel fatto che quel materiale sia stato conservato”. E la contraddizione, secondo Mirabelli, sarebbe tutta in questo punto: “La Procura da un lato conferma che non si può intercettare il presidente della Repubblica, ma dall’altro legittima la conservazione di quegli ascolti non utilizzabili. Quel materiale non deve essere conservato. Altrimenti, con un mezzo indiretto si rischia di fare ciò che direttamente è vietato”.
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‘Ndrangheta, cosche coprivano latitanti: 26 arresti. Il boss Pelle ‘ospitato’ in Piemonte
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Mancino: “Non ricordo il contenuto delle telefonate con Napolitano”
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Mondo
Ucraina, telefonata Rubio-Lavrov. Zelensky: “testato” e “utilizzato” il Long Neptune, missile con gittata di 1000 km. Può colpire Mosca
Da Il Fatto Quotidiano in Edicola
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Cronaca
Papa Francesco: “Sto affrontando un periodo di prova”. Bambini in preghiera sul piazzale del Gemelli
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - Un missile lanciato dagli Houthi è caduto a Sharm el-Sheikh, nella penisola egiziana del Sinai. Lo ha riferito la radio dell'esercito israeliano, aggiungendo che l'Idf sta indagando per stabilire se il missile fosse diretto contro Israele.
Passo del Tonale, 15 mar.(Adnkronos) - Che l’aspetto competitivo fosse tornato ad essere il cuore pulsante di questa quinta edizione della Coppa delle Alpi era cosa già nota. Ai piloti il merito di aver offerto una gara esaltante, che nella tappa di oggi ha visto Alberto Aliverti e Francesco Polini, sulla loro 508 C del 1937, prendersi il primo posto in classifica scalzando i rivali Matteo Belotti e Ingrid Plebani, secondi al traguardo sulla Bugatti T 37 A del 1927. Terzi classificati Francesco e Giuseppe Di Pietra, sempre su Fiat 508 C, ma del 1938. La neve, del resto, è stata una compagna apprezzatissima di questa edizione della Coppa delle Alpi, contribuendo forse a rendere ancor più sfidante e autentica la rievocazione della gara di velocità che nel 1921 vide un gruppo di audaci piloti percorrere 2300 chilometri fra le insidie del territorio alpino, spingendo i piloti a sfoderare lo spirito audace che rappresenta la vera essenza della Freccia Rossa.
Nel pomeriggio di oggi, dalla ripartenza dopo la sosta per il pranzo a Baselga di Piné, una pioggia battente ha continuato a scendere fino all’arrivo sul Passo del Tonale, dove si è trasformata in neve. Neve che è scesa copiosa anche in occasione del primo arrivo di tappa a St. Moritz e ieri mattina, sul Passo del Fuorn. Al termine di circa 880 chilometri attraverso i confini di Italia, Svizzera e Austria, i 40 equipaggi in gara hanno finalmente tagliato il traguardo alle 17:30 di oggi pomeriggio all’ingresso della Pista Ghiaccio Val di Sole, dove hanno effettuato il tredicesimo ed ultimo Controllo Orario della manifestazione.
L’ultimo atto sportivo dell’evento è stato il giro nel circuito, all’interno del quale le vetture si sono misurate in una serie di tre Prove Cronometrate sulla neve fresca valide per il Trofeo Ponte di Legno, vinto da Francesco e Giuseppe Di Pietra. L’altro trofeo speciale, il Trofeo Città di Brescia, ovvero la sfida 1 vs 1 ad eliminazione diretta di mercoledì sera in Piazza Vittoria, era stato anch’esso vinto da Aliverti-Polini.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi aerei non scoraggeranno i ribelli yemeniti, i quali risponderanno agli Stati Uniti. Lo ha scritto sui social Nasruddin Amer, vice capo dell'ufficio stampa degli Houthi, aggiungendo che "Sana'a rimarrà lo scudo e il sostegno di Gaza e non la abbandonerà, indipendentemente dalle sfide".
"Questa aggressione non passerà senza una risposta e le nostre forze armate yemenite sono pienamente pronte ad affrontare l'escalation con l'escalation", ha affermato l'ufficio politico dei ribelli in una dichiarazione alla televisione Al-Masirah.
In un'altra dichiarazione citata da Ynet, un funzionario Houthi si è rivolto direttamente a Trump e a Netanyahu, che "stanno scavando tombe per i sionisti. Iniziate a preoccuparvi per le vostre teste".
Damasco, 15 mar. (Adnkronos) - L'esplosione avvenuta nella città costiera siriana di Latakia ha ucciso almeno otto persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale Sana, secondo cui, tra le vittime della detonazione di un ordigno inesploso, avvenuta in un negozio all'interno di un edificio di quattro piani, ci sono tre bambini e una donna. "Quattordici civili sono rimasti feriti, tra cui quattro bambini", ha aggiunto l'agenzia.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Almeno nove civili sono stati uccisi e nove feriti negli attacchi statunitensi su Sanaa, nello Yemen. Lo ha dichiarato un portavoce del ministero della Salute guidato dagli Houthi su X.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Sono lieto di informarvi che il generale Keith Kellogg è stato nominato inviato speciale in Ucraina. Il generale Kellogg, un esperto militare molto stimato, tratterà direttamente con il presidente Zelensky e la leadership ucraina. Li conosce bene e hanno un ottimo rapporto di lavoro. Congratulazioni al generale Kellogg!". Lo ha annunciato su Truth il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Oggi ho ordinato all'esercito degli Stati Uniti di lanciare un'azione militare decisa e potente contro i terroristi Houthi nello Yemen. Hanno condotto una campagna implacabile di pirateria, violenza e terrorismo contro navi, aerei e droni americani e di altri paesi". Lo ha annunciato il presidente americano Donald Trump su Truth. Senza risparmiare una stoccata all'ex inquilino della Casa Bianca, il tycoon aggiunge nel suo post che "la risposta di Joe Biden è stata pateticamente debole, quindi gli Houthi sfrenati hanno continuato ad andare avanti".
"È passato più di un anno - prosegue Trump - da quando una nave commerciale battente bandiera statunitense ha navigato in sicurezza attraverso il Canale di Suez, il Mar Rosso o il Golfo di Aden. L'ultima nave da guerra americana ad attraversare il Mar Rosso, quattro mesi fa, è stata attaccata dagli Houthi più di una decina di volte. Finanziati dall'Iran, i criminali Houthi hanno lanciato missili contro gli aerei statunitensi e hanno preso di mira le nostre truppe e i nostri alleati. Questi assalti implacabili sono costati agli Stati Uniti e all'economia mondiale molti miliardi di dollari, mettendo allo stesso tempo a rischio vite innocenti".
"L'attacco degli Houthi alle navi americane non sarà tollerato - conclude Trump - Utilizzeremo una forza letale schiacciante finché non avremo raggiunto il nostro obiettivo. Gli Houthi hanno soffocato le spedizioni in una delle più importanti vie marittime del mondo, bloccando vaste fasce del commercio globale e attaccando il principio fondamentale della libertà di navigazione da cui dipendono il commercio e gli scambi internazionali. I nostri coraggiosi Warfighters stanno in questo momento portando avanti attacchi aerei contro le basi, i leader e le difese missilistiche dei terroristi per proteggere le risorse navali, aeree e di spedizione americane e per ripristinare la libertà di navigazione. Nessuna forza terroristica impedirà alle navi commerciali e navali americane di navigare liberamente sulle vie d'acqua del mondo".