“Tutto qua? Non ho nulla da temere. Qui la corruzione non c’è”. Roberto Formigoni si definisce “tranquillissimo” dopo aver ricevuto l’avviso di garanzia nell’ambito dell’inchiesta per corruzione. “Sono i soliti episodi già da me definiti falsi o non a me riferibili o gravemente deformati – spiega il presidente della Regione Lombardia – Non ho proprio nulla da temere, dopo che ho letto l’avviso di garanzia”. “Qui la corruzione la ghe minga. Scusate, qua l’atto corruttivo dov’è? Qua la corruzione dov’è? Io non l’ho trovata – insiste Formigoni – Mi sono consultato anche con alcuni giovani studenti di diritto alle prime armi e anche loro che sono alle prime armi mi hanno assicurato: guarda, qui la corruzione non c’è”. Il “Celeste” se l’è presa a lungo con i giornalisti (“Sapete tutto da prima di me, eravate già avvertiti da ieri sera o da stamani di cosa sarebbe successo”). I fatti che compongono le accuse, in definitiva, sono “falsi dall’inizio alla fine”.
Anzi, se “sarò rinviato a giudizio vincerò 12 a zero”. Il riferimento è alle precedenti 11 assoluzioni nei processi celebrati nei confronti di Formigoni (in realtà in un caso si è trattato di una prescrizione). Il presidente della Regione Lombardia ha ricordato come alla terza giunta del 1995 (primo suo mandato) finì subito messo sotto inchiesta: “L’attenzione non è mai mancata, come si vede”. Per questo motivo il presidente della Regione Lombardia ribadisce che non si dimetterà “perché un’informazione di garanzia è mandata a tutela dell’indagato”. Le contestazioni infatti sono “false”. “Io rimango al mio posto – sottolinea – perché so che i miei comportamenti sono sempre stati rettilinei”.
Formigoni, che ha annunciato che sabato non andrà in Procura ma si accorderà per un’altra data per essere interrogato, si è lamentato dello squilibrio di trattamento dato dai giornali a Nichi Vendola, collega presidente di Regione, nei confronti del quale ci sarebbero stati una “delicatezza e un senso della misura” che non c’è stata per Formigoni che non è stato “rinviato a giudizio né indagato” (per Vendola in realtà è stato solo richiesto il rinvio a giudizio). “Si supponeva – puntualizza il presidente della Lombardia – che potesse essere indagato. Congratulazioni giornalisti e direttori”.
Il governatore ha detto di aver letto e riletto l’avviso di garanzia ricevuto nel primo pomeriggio. “E mi sono posto la domanda: tutto qua? Non c’è una novità – secondo Formigoni – Avevo già letto tutto come voi e come tutti sui giornali. Non c’è un elemento nuovo. Alcuni di voi sono stati degnissimi gazzettieri della Procura di Milano, diligenti esecutori di ordini, portatori di documenti all’esterno, secretati, non secretati. Compito che vi siete affidati con grandissima diligenza. Tanto che nulla di nuovo è emerso”. “Parlerò con i magistrati di cose che a me interessa e chiarirò la mia posizione – prosegue – ma senza passare per il vostro visto che non è sempre fedele e ha preso ormai una deriva gossippara. La corruzione non c’è, quello che dico deve convincere i magistrati e non voi”.
Secondo il presidente della Regione Lombardia “sono argomentazioni, ragionamenti, elucubrazioni, scalate intorno a parole contro parole. Ecco da dove viene la nostra tranquillità. Sono tranquillissimo perché sono sicuro di me stesso, di quello che ho fatto della correttezza, di quello che ho fatto”. I presunti benefici ricevuti in cambio, dice Formigoni, “non stanno né in cielo né in terra”.
Un avviso di garanzia “insussistente”, insomma. “Perché sono sicuro di me stesso? E’ molto facile chiarire che le delibere annuali sono delibere che interessano l’intero sistema della sanità lombarda e che si riferiscono a strutture tutte trattate allo stesso modo come dimostrano atti pubblici a tutti, non segreti. Noi, Regione che ha fatto della trasparenza una delle sue prerogative, pubblichiamo da tempo atti su internet. Basta andare su internet”. C’è di più, continua Formigoni: “Se la Fondazione Maugeri avesse preso un centesimo in più del dovuto, volete che le altre strutture sanitarie non avessero protestato?”