Il ministro degli Esteri Giulio Terzi ha avuto una lunga conversazione telefonica con il collega yemenita Abu Bakr al Qirbi per essere aggiornato sulla vicenda del sequestro del carabiniere italiano. Si tratta di Alessandro Spadotto, 29 anni, di San Vito al Tagliamento (Pordenone), in forza al 13/o battaglione di Gorizia. Al Qirbi ha confermato la totale disponibilità del governo di Sanaa a fornire la massima collaborazione e impegno, assicurando che sia la polizia che l’intelligence sono state attivate.
”Sto bene, non vi preoccupate”. E’ il testo di un sms che ha ricevuto ieri la fidanzata di Spadotto. Lo riferisce il quotidiano Il Gazzettino. La giovane, Giorgia Bizzarro, 24 anni, di San Donà di Piave (Venezia), dice di aver contattato la Farnesina e di aver ricevuto rassicurazioni: “Mi hanno detto che Alessandro sta bene, e raccomandato di stare tranquilla”.
Intanto il sito yemenita di informazioni ‘Lahajnews’ ricostruisce le ore seguite al rapimento. Citando fonti della polizia locale, il sito riferisce che sarebbero passate circa due ore prima che gli addetti dell’ambasciata italiana a Sanaa denunciassero il sequestro del carabiniere e lanciassero l’allarme alle forze di sicurezza locali. ‘ Lahajnews’ sostiene che il nostro connazionale sia uscito dalla sede dell’ambasciata italiana intorno alle 14 di ieri (ora locale – le 15 in Italia) per recarsi in una zona commerciale della capitale yemenita. Dopo due ore, intorno alle 16 ora locale, gli addetti dell’ambasciata hanno dato l’allarme.
Un altro sito ‘Mareb Press’ ha riferito che il carabiniere italiano è in mano a un gruppo tribale di Mareb, circa 170 km a est di Sanàa. I rapitori della tribù di Obeida avrebbero agito per far valere alcune loro richieste nei confronti del governo yemenita e, sempre secondo le fonti, non vi è alcun coinvolgimento dei terroristi di al-Qaeda. Infine viene dato il nominativo del capo del gruppo responsabile del rapimento: si tratterebbe di Ali Nasser Hariqdan.
Il ministero dell’Interno di Sanaa ha confermato che il responsabile del sequestro di Spadotto, è Hariqdan, “della tribù al-Jalal, che risiede nella provincia nordorientale di Maarib”. Arrestato a gennaio con l’accusa di aver ucciso diversi soldati, il miliziano tribale è stato successivamente liberato in cambio del rilascio di un operatore Onu norvegese che era stato rapito dalla sua tribù. E’ stato più volte accusato di omicidio e banditismo. Per liberare Spadotto, ha chiesto di essere eliminato dalla lista dei ricercati, a cui è vietato l’espatrio, e un indennizzo di 70mila dollari.
Intanto nel Paese si stanno verificando scontri, con almeno 11 soldati uccisi e decine di feriti. Gli episodi di violenza sono avvenuti vicino alla sede del ministero degli Interni nella capitale dello Yemen, tra l’esercito e un gruppo di soldati disertori. Lo riferiscono fonti mediche e della polizia locali, citate dall’agenzia d’informazione ‘Xinhua’. Un medico di Sanaa ha riferito che nelle ultime ore sono arrivati in ospedale “11 corpi senza vita di soldati”, mentre “finora non c’è alcuna notizia di vittime tra i disertori”. Secondo testimoni, al momento tutte le strade che portano alla zona degli scontri, intorno al ministero, risultano bloccate dalle forze di sicurezza aiutate dai miliziani della tribù filo-governativa guidata da Sadiq al-Ahmar. Nel frattempo almeno otto mezzi corazzati dell’esercito sono stati visti dirigersi verso l’area degli scontri.