La Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza del Tribunale del Riesame che confermava l’ordinanza emessa dal gip di Roma per l’ex tesoriere della Margerita Luigi Lusi. Ora gli atti sono stati rinviati al Tribunale del Riesame per una nuova valutazione. Lusi comunque rimane in carcere. Lo ha stabilito la seconda sezione feriale degli ermellini, che ha annullato il provvedimento emesso dal gip del tribunale di Roma per carenza di motivazione. “Siamo molto emozionati – hanno detto gli avvocati Luca Petrucci e Renato Archidiacono, difensori di Lusi – per questa decisione in favore del nostro assistito. Abbiamo ottenuto una prima ragione”. I legali chiederanno la scarcerazione. L’ordinanza annullata con è il provvedimento emesso dal tribunale del Riesame di Roma il 24 maggio scorso, che confermò la misura cautelare in carcere per Lusi disposta dal gip Simonetta D’Alessandro il 3 maggio 2012, per l’ipotesi di reato di associazione per delinquere finalizzata all’appropriazione indebita.
Il giudice per le indagini preliminari di Roma,Simonetta d’Alessandro nel suo provvedimento aveva parlato di “un‘associazione a delinquere votata alla spoliazione, non solo al saccheggio di soldi pubblici, ma alla delegittimazione di un partito”. Precisamente la misura cautelare era stata disposta per pericolo di inquinamento delle prove, per l’ex tesoriere accusato di aver “rubato” oltre 22 milioni di euro. Per il gip il senatore era stato arrestato non solo perché ha rubato, mentito, ma anche perché ha prodotto un effetto “devastante” sulla democrazia con il suo comportamento, avvantaggiato dalla moglie, dai collaboratori, dai commercialisti. “‘Lo spoglio è stato operato dal Lusi in un quadro associativo, e – argomenta il giudice nell’ordine di cattura – non poteva essere diversamente, attesa l’entità delle somme e l’intuibile necessarietà di complicità interne, anche tecniche. Quadro associativo che non si identifica nel partito, ma che ha operato in danno del partito”.
Lusi è nel carcere di Rebibbia dal 22 giugno scorso dopo che il Senato aveva dato l’ok al suo arresto. E’ accusato di di associazione per delinquere finalizzata all’appropriazione indebita di fondi dalle casse del partito del quale era tesoriere. Il 9 luglio scorso la moglie, Giovanna Petricone era stata scarcerata dal gip di Roma. Si trovava agli arresti domiciliari dal 3 maggio. L’ex tesoriere della Margherita non lascerà il carcere: l’annullamento della Cassazione, infatti, non fa venir meno al momento le esigenze cautelari, che dovranno essere vagliate di nuovo dal Riesame. Entro un mese le motivazioni dei giudici della sezione feriale saranno depositate: a quelle il Riesame della capitale dovrà attenersi per rivalutare il caso. “Dopo l’annullamento da parte della Cassazione dell’ordinanza a carico del senatore Lusi, che ha rilevato una mancanza di motivazioni, solleciteremo presto il gip per rimettere in libertà Lusi” annuncia l’avvocato Luca Petrucci.
“Scarcerazione per Lusi e galera infinita per Lele Mora. Questa è una giustizia kafkiana e certamente non sfugge il divario di trattamento tra cittadini italiani non ancora condannati” afferma in una nota Margherita Boniver, deputato del Pdl. “Le decisioni assunte dalla Cassazione sul caso Lusi spiegano le ragioni per cui il gruppo del Pdl ha a suo tempo saggiamente deciso di non partecipare alla votazione sulla relazione con cui il presidente Follini proponeva al Senato di autorizzare l’arresto” fa sapere il senatore del PdL, Andrea Augello. “Purtroppo – aggiunge – la Giunta del Senato, che pure aveva iniziato bene i lavori, addirittura anticipando gli sviluppi dell’inchiesta lungo direttrici poi seguite dalle stessa magistratura, ha subito una battuta d’arresto quando il centrosinistra ha voluto in tutta fretta portare le carte in aula senza attendere che arrivasse dalla Procura di Roma tutto il materiale che la stessa Giunta aveva chiesto all’unanimità per valutare il caso. Questa fretta non solo ha, probabilmente, contribuito a una valutazione superficiale degli aspetti formali della richiesta di arresto, considerata oggi dalla Cassazione non sufficientemente motivata, ma ha impedito che la Giunta potesse accertare l’attendibilità di Lusi rispetto alle dichiarazioni rese durante la sua audizione. Al di là dell’arresto e di questo pasticcio – conclude Augello – il mio auspicio è che i magistrati indaghino in ogni direzione, andando fino in fondo a una vicenda che l’opinione pubblica pretende non rimanga circoscritta a un facile capro espiatorio”.