La Procura di Torino intende accertare se, nel periodo 2008-2011, ci sia stato un “accordo” tra committente e perito nelle analisi sugli immobili del gruppo Fondiaria Sai per “ottenere valutazioni di bilancio difformi dal vero”. E’ quanto si legge nel decreto di perquisizione, datato primo agosto, che è stato notificato ieri al gruppo Fonsai insieme agli avvisi di garanzia per otto amministratori ed ex amministratori, membri del comitato esecutivo della società nel periodo. Le ipotesi di reato sono falso in bilancio e ostacolo all’attività di vigilanza. Il procuratore aggiunto Vittorio Nessi e il sostituto Marco Gianoglio, nel dettaglio, intendono “accertare se le conclusioni delle perizie estimative degli immobili facenti parte del patrimonio Fonsai, ovvero di società a essa collegate e come tali con valori influenti sul bilancio consolidato della società, siano state il frutto di una adeguata valutazione, coerente con i valori di mercato, ovvero se le stesse siano per contro il risultato di un accordo tra il committente e il perito, al fine ultimo di ottenere valutazioni di bilancio difformi dal vero”. La Procura ha quindi disposto il sequestro di tutta la documentazione relativa a una serie di immobili affittati alla società Atahotels, a operazioni con parti correlate oggetto di perizie da parte di Scenari Immobiliari e configurate per lo più come compravendita di cosa futura e, alla luce delle segnalazioni della Consob da cui si desumono “plurimi rilievi sulle modalità di determinazione della riserva sinistri del ramo Rca” , della corrispondenza tra le società, l’attuario incaricato Rca e l’attuario revisore, incaricati di valutare la congruità della riserva sinistri a costo ultimo e la sua iscrizione a bilancio. Si cercano, “in particolar modo appunti, corrispondenza anche reperibile su supporti informatici intercorsa con gli attuari al fine di stabilire le modalita’ attraverso le quali costoro siano stati posti in grado di procedere nell’espletamento del loro incarico”.
Tredici le operazioni immobiliari dell’ormai ex gruppo Ligresti al vaglio dei magistrati che hanno ordinato la perquisizione degli uffici di Milano di Immobiliare Lombarda (gruppo Ligresti) e, a Roma e nel capoluogo lombardo, le sedi di Scenari Immobiliari. Nel dettaglio i pm, anche alla luce della “traccia del sovradimensionamento dei canoni” di locazione con la società Atahotels che emerge dalla relazione messa a punto dal collegio sindacale di Fonsai dopo la denuncia del fondo Amber sulle operazioni con parti correlate, hanno rilevato che occorresse acquisire “tutta la documentazione relativa” a sette immobili del gruppo locati ad Atahotels (Capotaormina, Expo Fiera, Varese, The Big, Linea Uno, Petriolo, The One). Sotto la lente anche sei progetti immobiliari tra Milano, Roma e la Liguria, tutti oggetto di operazioni in conflitto d’interesse “configurate attraverso lo strumento giuridico della compravendita di cosa futura, con l’ulteriore effetto dell’inserimento di varianti in corso d’opera, con pari modificazione dei costi originariamente previsti”. Si tratta del progetto immobiliare di via Formentini a Roma, di quelli di via Confalonieri e via Lancetti a Milano, del progetto Marina Porto di Loano per l’ampliamento e la ristrutturazione del porto, di quello di ‘San Pancrazio Parmense’ e del progetto ‘Area Garibaldi’ relativo alla realizzazione di una struttura alberghiera, l’hotel Gilli, su un’area di proprieta’ del gruppo Ligresti. In questo caso si è proceduto “all’acquisizione dell’attivita’ propedeutica alla valutazione di congruita’ del prezzo tanto dell’opera originaria quanto della successiva variante”.
L’inchiesta era stata aperta in primavera in seguito a esposti presentati da soci di minoranza del gruppo. Alcuni componenti e anche esponenti della Consob erano stati sentiti dai magistrati torinesi, che fino ai giorni scorsi tuttavia avevano mantenuto il fascicolo contro ignoti. L’attenzione degli inquirenti è stata rivolta in particolare sull’operazione di acquisto di Atahotels, ceduta da Sinergia, la holding della famiglia Ligresti fallita all’inizio dell’estate, che alcuni soci avevano giudicato troppo onerosa, e sull’accantonamento della riserva sinistri ritenuto dagli stessi soci troppo esiguo per una società assicurativa. Gli indagati sono Paolo, Jonella e Giulia Ligresti, figli del patron del gruppo, Salvatore; Emanuele Erbetta, amministratore delegato; Fausto Marchionni, Antonio Talarico, Massimo Pini e Vincenzo La Russa, già manager e componenti del comitato esecutivo del gruppo.