Roma, 24 apr. (Adnkronos) - "Ricorre proprio oggi il centodecimo anniversario del genocidio armeno, pagina fosca e negletta di un Novecento che non ci abbandona, come dimostrano ancora questa notte le stragi a Kiev. Slava Ukraini! Nel 1915 un pianificato sterminio portò alla strage, da parte dell'impero ottomano (ancora gli imperi, sempre gli imperi) di un milione e mezzo di armeni deportati, massacrati, violentati, crocifissi, lasciati morire nelle marce della morte lungo il deserto come polvere della storia. Alla loro memoria dobbiamo ancora oggi uno sforzo di verità, tuttora negata, la cui mancanza pesa sulla disgraziata situazione di tutta quell'area, piagata oggi da morte e aggressioni e dove tuttavia resiste testarda un'aspirazione alla pace, fioca luce della quale non dobbiamo disperare nella oscurità di questi anni". Lo ha affermato il senatore del Pd Filippo Sensi, intervenendo in Aula.
"Basti pensare -ha sottolineato- alle centinaia di migliaia di armeni costretti a lasciare, poco più di anno fa l'Artsakh, esodo di una Bibbia di dolore che dobbiamo saper leggere, riconoscere e dire, ricordare, guardare dentro l'abisso che spalanca. Verità e giustizia sono le parole che di solito balbettiamo di fronte alla umana disumanità di questa violenza smisurata della volontà di un popolo di annichilirne un altro, perché non ne resti traccia, ombra, ricordo".
"Per questo oggi -ha concluso Sensi- sentiamo il dovere storico e collettivo di commemorare il genocidio armeno e fare più vivo ciò che non muore, l'aspirazione a un impossibile mai più, un sentimento profondo di silenziosa e complice vergogna, il disagio di un silenzio che rompiamo in questa sede solenne, dove tutti insieme qualche settimana fa, maggioranza e opposizione, abbiamo saputo fare un passo avanti per la pace tra Armenia e Azerbaigian, perché i diritti umani sappiano custodirsi come umani doveri di ognuno di noi, verso ognuno di noi. Aylevs yerbek', mai più". Alle parole di Sensi si è associato anche il senatore di Italia viva Ivan Scalfarotto.