Il chimico britannico Martin Fleischmann, che sconvolse il mondo annunciando di aver scoperto la fusione fredda, è morto lo scorso venerdi’ nella sua casa di Tisbury, in Inghilterra. Lo ha riferito il figlio Nicholas, spiegando che la causa della morte è stata il Parkinson, di cui lo scienziato 85enne soffriva da tempo. Fleischmann, insieme al collega dell’università dello Utah Stanley Pons, annunciò nel marzo del 1989 di essere riuscito a realizzare un dispositivo in grado di replicare la fusione, la reazione in cui due nuclei si fondono generando energia a basse temperature. All’annuncio pero’ seguirono diversi tentativi di replicare l’esperimento da parte di altri scienziati, tutti falliti, al punto che la fusione fredda fu definita “scienza spazzatura”. Da allora i due scienziati hanno continuato gli esperimenti senza clamore fino al 1997, abbandonando poi del tutto il progetto. Ancora nel mondo diversi laboratori, anche italiani, stanno lavorando sulle idee di Fleischmann e Pons, anche se gli annunci in merito sono ancora accolti con scetticismo dalla comunità scientifica.
Dopo gli iniziali entusiasmi, sull’onda della possibilità di realizzare una fonte di energia economica, inesauribile e a basse temperature, e le susseguenti delusioni le teorie dei due scienziati sono ancora seguite, anche se lontano dall’approvazione della scienza ufficiale. Il termine ‘fredda’ viene usato in opposizione alla ‘fusione calda’, quella che si sta cercando di ottenere con il reattore Iter, ad esempio, e che richiede altissime temperature per imitare la reazione che alimenta le stelle. L’esperimento di Fleischmann e Pons si basava su una cella elettrolitica riempita di acqua pesante, cioè con deuterio al posto dell’idrogeno, con elettrodi palladio e platino, e secondo gli scienziati era in grado di produrre energia 400 volte superiore a quella immessa. Il sistema fu poi descritto sul “Journal of Electroanalitycal chemistry”, ma i tentativi di riprodurlo sulla base dell’articolo sono in gran parte falliti. Per questo motivo Fleischmann e Pons furono bollati come ciarlatani e la fusione fredda, termine coniato non dai due scienziati, ma da un collega che studiava la stessa reazione, definita una bufala: “Non avrei dovuto usare il termine fusione fredda – ha poi affermato Fleischmann in un’intervista del 2009 – e avrei dovuto resistere alla tentazione di presentare direttamente la scoperta alla stampa e non tramite i canali tradizionali”. Negli anni successivi all’esperimento i due scienziati continuarono le ricerche con fondi della Toyota, che furono però ritirati nel 1997. Da allora ci sono stati numerosi tentativi di utilizzare i principi dei due scienziati per realizzare reattori a fusione fredda, o meglio a energia nucleare a bassa energia (Lenr), tutti pero’ accolti con scetticismo. Il sito Pure Energy News ha censito 17mila repliche riuscite dell’esperimento di Fleischmann e Pons in tutto il mondo. Tra le prove italiane c’è anche quella “famosa” dell’ingegnere bolognese Andrea Rossi con il suo E-Cat.
Riceviamo e pubblichiamo
E’ morto venerdì 3 agosto a Tisbury in Inghilterra Martin Fleishmann. Aveva 85 anni ed era malato da tempo. Verrà ricordato principalmente per la vicenda della fusione fredda e per lo scalpore che aveva suscitato in tutto il mondo il suo annuncio della scoperta della possibilità di ottenere reazioni nucleari nella materia ordinaria a temperature ordinarie. I mezzi di comunicazione, imbeccati dai divulgatori scientifici professionisti, immediatamente diffusero la notizia come la scoperta di una fonte di energia illimitata ed a basso prezzo scatenando le reazioni violente di centinaia di scienziati che da decenni cercano di riprodurre l’energia del Sole sulla Terra con impianti estremamente complessi e dai costi vertiginosi. Era membro della Royal Society, presidente della Società Internazionale di Elettrochimica ed era stato premiato come elettrochimico nel 1979. Negli anni 80 aveva lavorato per la Royal Navy ad un programma sugli idruri metallici, gli stessi materiali alla base della cosiddetta fusione fredda ed era stato premiato nel 1985 dalla Società Americana di Elettrochimica. Solo 4 anni prima di essere ridicolizzato e portato ad esempio di cattiva condotta scientifica. Dalla Società Americana di Elettrochimica. Martin Fleishmann è stato un vero scienziato, conosceva bene la letteratura scientifica e la storia della scienza, sapeva come nascono le idee scientifiche, come si sviluppano e perché si affermano o vengono dimenticate ma ha commesso un errore che non si é mai perdonato: ha sopravvalutato il predominio dell’esperimento sulla teoria, ha creduto che fosse sufficiente mostrare la via di un procedimento scientifico per superare i vecchi convincimenti. E’ stato accusato di aver realizzato un esperimento non riproducibile e quindi lontano dal metodo Galileiano, ma l’esperimento era soltanto difficile non irriproducibile, sarebbe poi molto lungo e difficile definire oggi il concetto di “riproducibilità” nell’era dei mega esperimenti troppo costosi per essere ripetuti. Forse il mese di marzo del 1989 non era il momento giusto per divulgare la notizia e noi tutti che lo abbiamo conosciuto continueremo a chiederci cosa sia successo davvero in quel mese. Martin non ce l’ha mai raccontato ma continuava a ripetere che l’unico modo per essere al sicuro quando ci si sente minacciati é raccontare tutto a più persone possibile. Lo ricorderemo con profondo rispetto ed ammirazione. E con grande affetto.
Antonella De Ninno
Emilio Del Giudice
Antonio Frattolillo