Lo hanno fatto presidente a vita, non è più il capo della Lega, ma Umberto Bossi non si è ancora dato per vinto. Anche in questi giorni sta continuando a girare per comizi e festicciole organizzate dai (pochi) fedelissimi che continuano a tenerlo in altissima considerazione. Lui non fa mistero delle proprie aspirazioni e assicura: “Da primo o da ultimo non importa, io continuerò ad esserci e a combattere per la Lega”. Ecco che allora, mentre il nuovo gotha del Carroccio si gode le ferie estive, limitandosi a qualche apparizione sui social network, lui non demorde e si dedica al partito, concedendosi un tour da pop star, con dieci date e altrettanti comizi nell’arco di quindici giorni. Decisamente troppo per un soprammobile impolverato.
Così nel primo weekend di agosto è stato ad Arcene, in provincia di Bergamo, poi a Vergiate, nella sua Varese, dove ha avuto modo di prendersela con Alessandro Manzoni. Il 9 è tornato in provincia di Bergamo a Calcio, il 10 a Pompiano, in provincia di Brescia, l’11 e il 12 in provincia di Trento, prima a Cembra e poi a Pieve Tesino. La vera sorpresa è arrivata però a Ferragosto. Per la prima volta dopo anni il Senatùr ha deciso di disertare l’appuntamento di Ponte di Legno, dove dal 1989 fino allo scorso anno è sempre andato a trascorrere qualche giorno di ferie, per partecipare alla grande festa leghista della Valle Camonica. Al suo posto hanno presenziato Roberto Cota e Matteo Salvini. Le spaccature interne al partito e l’avvento della Lega maroniana hanno portato anche a questo drastico cambio di programma.
Il vecchio capo, alla tradizionale località montana (vicina alla Lega di Maroni), quest’anno ha preferito Pontida, dove ha partecipato ad un comizio serale alla festa locale del partito. La scelta del luogo ha tutto il sapore di una sfida alla Lega 2.0 del segretario Maroni. Quest’anno, proprio a causa dei dissidi interni al partito è infatti saltato il tradizionale raduno che si tiene ogni anno sul “sacro prato” di Pontida, rimandato alla prossima primavera. Un gioco sottile, quello di Bossi, anche perché a parole, proprio ieri sera, ha ribadito la volontà di ricucire lo strappo interno: “Noi non possiamo litigare nella Lega perché vorrebbe dire aiutare Roma” e, ancora: “Non tollero che per un posto a me o a Maroni ci si metta a litigare”. In quel luogo simbolo del suo potere ormai sbiadito, Bossi ha parlato anche della legge elettorale e della crisi europea, rincorrendo il mito di un leader graffiante, senza però trovare le folle oceaniche di un tempo ad ascoltarlo ed osannarlo.
Il viaggio di Bossi continua oggi, 16 agosto, a Capriata d’Orba, in Piemonte, poi sarà il 19 ad Arcore, a due passi dalla casa dell’amico Silvio e il 20 chiude il tour de force a Sommacampagna, in provincia di Verona. Nei giorni successivi ci sarà spazio anche per una capatina alla lunga festa di Alzano Lombardo, anche se al momento l’intervento non è ancora stato programmato. Alla festa bergamasca ci saranno tutti i big del partito, compreso il segretario Roberto Maroni, che intanto fa capolino sul mondo affacciandosi da twitter o facebook, esprimendo opinioni e pareri digitati magari standosene spaparanzato al sole.
Nelle scorse ore, rilanciando l’intervista rilasciata a Repubblica, ha ribadito: “Voglio un referendum sull’Europa e sull’euro, perché le decisioni importanti devono essere prese dai popoli e non dai banchieri”. La Lega a fine agosto presenterà infatti in Cassazione “una proposta di legge di iniziativa popolare per abbinare alle politiche del 2013 un referendum consultivo nel quale i cittadini italiani possono esprimersi sull’euro”. Il leader leghista ha anche precisato che quella del suo partito “non è una visione non anti-europeista, ma neo-europeista”.