Dopo i numerosi attacchi subiti da parte di Greenpeace – ultimamente riconosciuti legittimi dal Tribunale civile di Roma – adesso l’Enel rischia di vedere apporre i sigilli ad una delle sue otto centrali a carbone presenti sul territorio italiano. A minacciare il colosso italiano dell’energia elettrica è il neo sindaco di Civitavecchia, Pietro Tidei: “Chiuderò lo stabilimento Enel di Torrevaldaliga Nord – ha annunciato nei giorni scorsi il primo cittadino – Civitavecchia sembra la Pianura Padana e non per colpa della nebbia, ma di questa polvere gialla che proviene dalla centrale”. Una provocazione? Un modo per far parlare di sé? Niente affatto. Contattato da ilfattoquotidiano.it, l’ormai ex deputato del Pd appare più che mai determinato ad andare avanti: “Quello di Torrevaldaliga Nord è un impianto fuori legge. Per questo se nell’incontro del prossimo 3 settembre, che avrò con l’ad dell’Enel (Fulvio Conti, ndr), non avrò risposte concrete, emetterò – promette – un’ordinanza di chiusura”.
Le disavventure della centrale Enel di Torrevaldaliga Nord (figlia della riconversione del vecchio impianto a olio combustibile) iniziano ancor prima della sua nascita. Nel 2003 infatti il ministero delle attività produttive rilascia l’autorizzazione per la realizzazione del nuovo impianto su certificati (la registrazione Emas, Eco-Management and Audit Scheme e le certificazioni Iso) relativi alla centrale ad olio pesante che sarebbe stata poi dismessa. Spenti i vecchi gruppi insomma la documentazione non è più valida. A scoprire l’irregolarità è il procuratore della Repubblica di Civitavecchia, Gianfranco Amendola – da sempre in prima fila nella lotta contro i reati ambientali e le ecomafie – che nel gennaio del 2010 arriva a chiedere il sequestro preventivo dell’impianto. Il magistrato appura tra l’altro che “l’Autorizzazione Integrata Ambientale rilasciata all’Enel per Torre Valdaliga Nord il 24 dicembre 2003 è scaduta dopo 5 anni, il 24 dicembre 2008 (…) e l’Enel non ha inviato domanda di rinnovo”. Nonostante tutto però la richiesta del procuratore viene respinta dal gip.
Con lo stesso decreto 55 del febbraio 2003, con cui dà il via libera alla riconversione a carbone della centrale, il ministero impone all’Enel il rispetto delle prescrizioni stabilite dalla Valutazione di Impatto Ambientale 680 del 2003. Tra queste la realizzazione di un bosco di 40 ettari: un intervento compensativo per ridurre l’impatto. Le prescrizioni, si legge sul decreto Via, devono essere ottemperate con “modalità atte ad anticipare almeno parte della loro realizzazione prima della chiusura del cantiere della (nuova) centrale”. Quel parco, fino ad oggi, i civitavecchiesi non l’hanno mai visto.Ma adesso, forte del via libera giunto dal ministero dell’Ambiente lo scorso febbraio, “l’Enel lo vorrebbe realizzare sopra una montagna di 800mila metri cubi di rifiuti speciali (materiale di dragaggio, ndr) – denuncia Tidei – coprendo quella che è una vera e propria discarica abusiva”. Per il ministero infatti le terre da dragaggio non sono classificabili come rifiuti. L’agguerrito Tidei non ci sta: “Il ministero dell’Ambiente ha imbrogliato tanto quanto l’Enel, cercando di sanare ciò che non è sanabile”. E annuncia: “Inizierò una battaglia anche contro Clini, che non conosce o fa finta di non conoscere questa vicenda”.
Ma ciò che più allarma sono le emissioni prodotte: “Torrevaldaliga Nord brucia migliaia di tonnellate di carbone in più rispetto ai limiti consentiti dal ministero dell’Ambiente – continua nel suo j’accuse il sindaco di Civitavecchia –. E di conseguenza i livelli di inquinamento sono altissimi”. Pronta la risposta dell’Enel: “L’impianto opera nel pieno rispetto delle severe norme sulle emissioni ed è l’eccellenza mondiale del carbone pulito. Ogni anno vengono effettuati oltre cento controlli in materia di ambiente e sicurezza”.
A riprova della fondatezza delle accuse Tidei tira fuori dal cassetto delle foto in cui la cupola del carbonile, anziché luccicare – essendo di acciaio –, appare totalmente annerita. “Ciò significa che il carbonile non funziona correttamente e le polveri fuoriescono formando delle vere e proprie nuvole su tutta la città”. Il carbonile della centrale di Civitavecchia è la copia identica di quello dell’impianto di Brindisi Sud. Qui le dispersioni sono state accertate e la Procura di Brindisi lo scorso 31 luglio ha rinviato a giudizio 15 persone tra dirigenti e addetti alla manutenzione ed è notizia di ieri che la Provincia pugliese si costituirà parte civile nel processo e chiederà un risarcimento di 500 milioni di euro. La terza gemella dovrebbe sorgere invece a Porto Tolle. E la popolazione, ancora di più dopo gli allarmi giunti da Civitavecchia, trema anche qui.
E poi ci sono quelle voci dall’interno della centrale, che se confermate getterebbero nel panico (più di quanto non lo siano già) gli abitanti, secondo le quali le ceneri prodotte dalla combustione del carbone sarebbero radioattive. “Ma questo al momento non è possibile saperlo con certezza – sottolinea l’ex parlamentare del Pd – visto che quello relativo alla radioattività non è tra i parametri da monitorare prescritti dal ministero dell’Ambiente. A me però me ne frega poco delle prescrizioni del Ministero, voglio la verità: è necessario dunque costituire un gruppo di controllo permanente”.
Davanti all’eventualità della chiusura di uno dei più grande poli energetici del Paese – che soddisfa più della metà del fabbisogno energetico dell’intera regione Lazio – insorgono anche i sindacati, che temono le conseguenze di quello che potrebbe configurarsi come un nuovo caso Ilva: “La chiusura della centrale – spiega il segretario della Cgil Roma Nord-Civitavecchia, Cesare Caiazza – determinerebbe ricadute drammatiche e difficilmente gestibili su un migliaio (tra diretti, indiretti e un largo indotto) di posti di lavoro”. Paure comprensibili per il primo cittadino civitavecchiese, “ma la salute viene prima del lavoro”. L’incontro del 3 settembre diventa dunque decisivo per la sorte dei lavoratori della Centrale – oltreché per la salute degli abitanti –: “Se verrà rimossa quella discarica abusiva e l’Enel rispetterà tutti gli obblighi e le garanzie che richiediamo, saremo ben contenti di non chiudere la centrale – assicura il sindaco – Contrariamente mi vedrò costretto a emettere l’ordinanza”.
Ambiente & Veleni
Civitavecchia, il sindaco: “Emissioni troppo alte, chiudo la centrale Enel”
Tidei, eletto da pochi mesi: "La città sembra la Pianura Padana e non per colpa della nebbia, ma di questa polvere gialla. All'incontro del 3 settembre voglio risposte". Così il Comune potrebbe arrivare dove il tribunale si è arenato. I sindacati temono le conseguenze di un nuovo caso Ilva, ma il primo cittadino è deciso: "La salute viene prima del lavoro"
Dopo i numerosi attacchi subiti da parte di Greenpeace – ultimamente riconosciuti legittimi dal Tribunale civile di Roma – adesso l’Enel rischia di vedere apporre i sigilli ad una delle sue otto centrali a carbone presenti sul territorio italiano. A minacciare il colosso italiano dell’energia elettrica è il neo sindaco di Civitavecchia, Pietro Tidei: “Chiuderò lo stabilimento Enel di Torrevaldaliga Nord – ha annunciato nei giorni scorsi il primo cittadino – Civitavecchia sembra la Pianura Padana e non per colpa della nebbia, ma di questa polvere gialla che proviene dalla centrale”. Una provocazione? Un modo per far parlare di sé? Niente affatto. Contattato da ilfattoquotidiano.it, l’ormai ex deputato del Pd appare più che mai determinato ad andare avanti: “Quello di Torrevaldaliga Nord è un impianto fuori legge. Per questo se nell’incontro del prossimo 3 settembre, che avrò con l’ad dell’Enel (Fulvio Conti, ndr), non avrò risposte concrete, emetterò – promette – un’ordinanza di chiusura”.
Le disavventure della centrale Enel di Torrevaldaliga Nord (figlia della riconversione del vecchio impianto a olio combustibile) iniziano ancor prima della sua nascita. Nel 2003 infatti il ministero delle attività produttive rilascia l’autorizzazione per la realizzazione del nuovo impianto su certificati (la registrazione Emas, Eco-Management and Audit Scheme e le certificazioni Iso) relativi alla centrale ad olio pesante che sarebbe stata poi dismessa. Spenti i vecchi gruppi insomma la documentazione non è più valida. A scoprire l’irregolarità è il procuratore della Repubblica di Civitavecchia, Gianfranco Amendola – da sempre in prima fila nella lotta contro i reati ambientali e le ecomafie – che nel gennaio del 2010 arriva a chiedere il sequestro preventivo dell’impianto. Il magistrato appura tra l’altro che “l’Autorizzazione Integrata Ambientale rilasciata all’Enel per Torre Valdaliga Nord il 24 dicembre 2003 è scaduta dopo 5 anni, il 24 dicembre 2008 (…) e l’Enel non ha inviato domanda di rinnovo”. Nonostante tutto però la richiesta del procuratore viene respinta dal gip.
Con lo stesso decreto 55 del febbraio 2003, con cui dà il via libera alla riconversione a carbone della centrale, il ministero impone all’Enel il rispetto delle prescrizioni stabilite dalla Valutazione di Impatto Ambientale 680 del 2003. Tra queste la realizzazione di un bosco di 40 ettari: un intervento compensativo per ridurre l’impatto. Le prescrizioni, si legge sul decreto Via, devono essere ottemperate con “modalità atte ad anticipare almeno parte della loro realizzazione prima della chiusura del cantiere della (nuova) centrale”. Quel parco, fino ad oggi, i civitavecchiesi non l’hanno mai visto.Ma adesso, forte del via libera giunto dal ministero dell’Ambiente lo scorso febbraio, “l’Enel lo vorrebbe realizzare sopra una montagna di 800mila metri cubi di rifiuti speciali (materiale di dragaggio, ndr) – denuncia Tidei – coprendo quella che è una vera e propria discarica abusiva”. Per il ministero infatti le terre da dragaggio non sono classificabili come rifiuti. L’agguerrito Tidei non ci sta: “Il ministero dell’Ambiente ha imbrogliato tanto quanto l’Enel, cercando di sanare ciò che non è sanabile”. E annuncia: “Inizierò una battaglia anche contro Clini, che non conosce o fa finta di non conoscere questa vicenda”.
Ma ciò che più allarma sono le emissioni prodotte: “Torrevaldaliga Nord brucia migliaia di tonnellate di carbone in più rispetto ai limiti consentiti dal ministero dell’Ambiente – continua nel suo j’accuse il sindaco di Civitavecchia –. E di conseguenza i livelli di inquinamento sono altissimi”. Pronta la risposta dell’Enel: “L’impianto opera nel pieno rispetto delle severe norme sulle emissioni ed è l’eccellenza mondiale del carbone pulito. Ogni anno vengono effettuati oltre cento controlli in materia di ambiente e sicurezza”.
A riprova della fondatezza delle accuse Tidei tira fuori dal cassetto delle foto in cui la cupola del carbonile, anziché luccicare – essendo di acciaio –, appare totalmente annerita. “Ciò significa che il carbonile non funziona correttamente e le polveri fuoriescono formando delle vere e proprie nuvole su tutta la città”. Il carbonile della centrale di Civitavecchia è la copia identica di quello dell’impianto di Brindisi Sud. Qui le dispersioni sono state accertate e la Procura di Brindisi lo scorso 31 luglio ha rinviato a giudizio 15 persone tra dirigenti e addetti alla manutenzione ed è notizia di ieri che la Provincia pugliese si costituirà parte civile nel processo e chiederà un risarcimento di 500 milioni di euro. La terza gemella dovrebbe sorgere invece a Porto Tolle. E la popolazione, ancora di più dopo gli allarmi giunti da Civitavecchia, trema anche qui.
E poi ci sono quelle voci dall’interno della centrale, che se confermate getterebbero nel panico (più di quanto non lo siano già) gli abitanti, secondo le quali le ceneri prodotte dalla combustione del carbone sarebbero radioattive. “Ma questo al momento non è possibile saperlo con certezza – sottolinea l’ex parlamentare del Pd – visto che quello relativo alla radioattività non è tra i parametri da monitorare prescritti dal ministero dell’Ambiente. A me però me ne frega poco delle prescrizioni del Ministero, voglio la verità: è necessario dunque costituire un gruppo di controllo permanente”.
Davanti all’eventualità della chiusura di uno dei più grande poli energetici del Paese – che soddisfa più della metà del fabbisogno energetico dell’intera regione Lazio – insorgono anche i sindacati, che temono le conseguenze di quello che potrebbe configurarsi come un nuovo caso Ilva: “La chiusura della centrale – spiega il segretario della Cgil Roma Nord-Civitavecchia, Cesare Caiazza – determinerebbe ricadute drammatiche e difficilmente gestibili su un migliaio (tra diretti, indiretti e un largo indotto) di posti di lavoro”. Paure comprensibili per il primo cittadino civitavecchiese, “ma la salute viene prima del lavoro”. L’incontro del 3 settembre diventa dunque decisivo per la sorte dei lavoratori della Centrale – oltreché per la salute degli abitanti –: “Se verrà rimossa quella discarica abusiva e l’Enel rispetterà tutti gli obblighi e le garanzie che richiediamo, saremo ben contenti di non chiudere la centrale – assicura il sindaco – Contrariamente mi vedrò costretto a emettere l’ordinanza”.
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Roma, 25 feb. (Adnkronos) - L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha avviato un’istruttoria nei confronti di Atac per possibile pratica commerciale scorretta. L’istruttoria riguarda la qualità e la quantità dei servizi erogati nel triennio 2021-2023 rispetto a quanto previsto dal contratto di servizio con il Comune di Roma e prospettato ai consumatori anche attraverso la Carta della Qualità dei Servizi del Trasporto Pubblico. Lo comunica l'Antitrust in una nota.
In particolare, Atac avrebbe sistematicamente disatteso gli obiettivi relativi alla regolarità del servizio di trasporto di superficie e del trasporto metropolitana, ai presidi di sicurezza delle stazioni metropolitane, al funzionamento di ascensori, montascale e scale/tappeti mobili, nonché all’illuminazione delle stazioni della metropolitana.
A fronte del presunto mancato raggiungimento di questi obiettivi, Atac non sembrerebbe aver assunto misure correttive adeguate a colmare le ripetute carenze, né misure di adeguamento e/o di rimborso parziale delle tariffe applicate, in considerazione dei potenziali disagi arrecati ai consumatori. Ieri i funzionari dell’Autorità hanno svolto un’ispezione presso la sede della società Atac con l’ausilio del Nucleo speciale Antitrust della Guardia di finanza.
Roma, 25 feb. (Adnkronos) - "Se Cdu e Socialisti pensano di fare finta di niente, andando al governo confermando un inciucio fallimentare, non faranno il bene dell’Europa. Il voto di Afd, scelta da tantissimi giovani, è un voto di speranza, un voto che guarda al futuro. Per paura di Afd, la Cdu-Csu aveva espresso posizioni molto chiare che ora dovrà rimangiarsi per cercare un accordo con i Socialisti che, come un Pd qualunque, hanno straperso ma vogliono le poltrone come se nulla fosse. Per l’Europa sarebbe un pessimo segnale". Lo dice il vicepresidente del Consiglio e segretario della Lega, Matteo Salvini, in un'intervista a 'Libero'.
"Il cordone sanitario -aggiunge- non porta bene a chi lo fa, in Europa hanno tentato la stessa cosa contro la Lega e i nostri alleati, e hanno ottenuto che i Patrioti siano cresciuti in tutti i Paesi diventando terzo Gruppo a Bruxelles. Ormai Popolari e Socialisti sono chiusi in un bunker, perennemente sconfitti ma incapaci di vedere la realtà. Eppure continuo a sperare che le forze di centrodestra siano in grado di unirsi contro le sinistre, come da insegnamento di Silvio Berlusconi abbiamo il dovere di dialogare con tutte le forze alternative alle sinistre che spingono per l’immigrazione selvaggia, per la cancellazione delle nostre identità, della nostra agricoltura e del nostro lavoro".
Torino, 25 feb. (Adnkronos) - Oltre 100 persone indagate per traffico di stupefacenti e altri reati commessi all’interno delle carcerari. Una vasta operazione dei carabinieri del Comando provinciale di Torino, insieme al Nucleo investigativo regionale della Polizia penitenziaria di Torino, è in corso da stamattina presto nelle province di Torino, Alessandria, Biella, Vercelli, Cuneo, Sassari, Savona Imperia e Modena, con perquisizioni sia in abitazioni che in istituti di pena.
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - "Io sono un artista libero, non mi sono mai schierato politicamente". Così Simone Cristicchi, ospite a 'Maschio Selvaggio' su Rai Radio 2, risponde alla conduttrice Nunzia De Girolamo quando fa notare al cantautore romano come la canzone sanremese 'Quando sarai piccola' sia piaciuta tanto a Elly Schlein quanto a Giorgia Meloni.
"Si tende sempre a identificare gli artisti politicamente, la musica invece non ha fazioni, non ha colori. Devo dire che tu hai messo insieme la destra e la sinistra", ha detto De Girolamo al cantautore arrivato quinto nella classifica finale. "Questo mi fa sorridere - ha confessato Cristicchi - sono molto contento di questo apprezzamento bipartisan, o anche super partes, che ha generato la mia canzone. Io sono sempre stato un artista libero, non mi sono mai schierato politicamente, proprio perché volevo che la mia musica e la mia arte potesse arrivare a tutti ed è giusto che sia così".
"Ovviamente ho le mie idee, come tutti, non le rinnego e non mi vergogno di esternarle quando è il momento e quando ho voglia, però - ha concluso il cantautore - sono veramente contento di aver fatto questa canzone che sia piaciuta più o meno a tutti".
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - "Il caro bollette è un problema sempre più grave, che non possiamo più far finta di non vedere. Paghiamo le bollette più care d’Europa, che a sua volta paga le bollette più alte tra i competitor internazionali. Siamo i più tartassati tra i tartassati, con un evidente danno alla competitività delle imprese e al potere di acquisto delle famiglie. I lavoratori, in particolare, pagano questi aumenti tre volte: la prima in casa quando arriva la bolletta, la seconda perché le aziende devono metterli in cassa integrazione poiché con l’energia alle stelle perdono produttività, la terza perché l’energia spinge a rialzo l’inflazione e i prodotti nel carrello della spesa costano di più". Lo dice Annalisa Corrado della segreteria del Partito Democratico.
"Agire è possibile e doveroso. Possiamo farlo subito, a partire dalla protezione dei soggetti vulnerabili, oltre 3 milioni e mezzo di utenti, per il quali il governo vuole bandire aste che sarebbero una iattura. Bisogna fermarle immediatamente e riformare piuttosto l’acquirente unico, che al momento gestisce il servizio di tutela della vulnerabilità, perché possa tornare a stipulare i contratti pluriennali di acquisto, agendo come vero e proprio gruppo d’acquisto".
"È necessario inoltre agire ad ogni livello possibile per disaccoppiare il prezzo dell’energia da quello del gas: occorre lavorare ad una riforma europea dei mercati, scenario non immediato, agendo però contemporaneamente ed immediatamente per un “disaccoppiamento di fatto”, come quello che si potrebbe attuare supportando i contratti pluriennali con i produttori di energia da fonti rinnovabili (PPA, Power purchase agreement). Dovremmo prendere esempio dalla Spagna di Sanchez, inoltre, che ha imposto un tetto al prezzo del gas, ottenendo risultati brillanti che hanno trainato la ripresa d’industria ed economia. Dobbiamo fare di più e meglio per la transizione energetica per liberarci dalla dipendenza del gas: oltre ad insistere su sufficienza energetica ed elettrificazione dei consumi, dobbiamo agire ad ogni livello perché la quota di energia da fonti rinnovabili nel nostro mix di produzione cresca: questo è l’unico modo strutturale di far penetrare il beneficio in bolletta del basso costo delle energie pulite".
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - “Allarmano e inquietano gli atti violenti rivolti in questi giorni contro le Forze dell’Ordine, a loro va la nostra piena solidarietà”. Lo dichiara la deputata di Italia Viva Maria Elena Boschi dopo gli incendi dolosi che hanno coinvolto questa mattina il commissariato e la Polstrada di Albano Laziale e nei giorni scorsi il comando della Compagnia dei carabinieri di Castel Gandolfo.
“Auguriamo agli agenti intossicati una pronta guarigione. Nell’attesa che sia fatta chiarezza sulle dinamiche e che i responsabili siano consegnati alla giustizia, non possiamo che schierarci senza indugio al fianco di chi ogni giorno si impegna per la sicurezza delle cittadine e dei cittadini”, conclude.
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - "Le bollette energetiche di famiglie e imprese sono alle stelle. Meloni ha fischiettato per mesi, ignorando anche le nostre proposte. E oggi annuncia il rinvio di un Cdm promesso ormai due settimane fa. Non avevano detto di essere 'pronti'?". Lo ha scritto sui social Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.