Elezioni tra sei mesi per vincere e, soprattutto, no alla grossa coalizione. E’ quanto ha detto il segretario del Pdl Angelino Alfano in un’intervista al Corriere della Sera, a cui ha indirettamente confermato il ritorno in campo del Cavaliere. “Silvio Berlusconi che guida una campagna elettorale che punta al pareggio? Noi corriamo per vincere e governare” ha detto infatti Alfano, secondo cui “gli elettori devono avere chiara l’alternativa tra due modelli”. Chiaro il significato di queste parole: no alle larghe intese nelle prossime elezioni, che per il segretario berlusconiano ci saranno “tra sei mesi”.
“Siamo determinati a realizzare la nuova legge elettorale. Va fatta in tempi stretti”, ma non c’è “alcun automatismo” tra la sua approvazione ed eventuali elezioni anticipate, ha spiegato il politico siciliano, che poi ha aggiunto: “Intanto facciamo la legge, poi usiamo al meglio il tempo che abbiamo per avviare una svolta economica e quindi andremo al voto tra sei mesi nella chiarezza e nella distinzione delle squadre e dei programmi”. Per quanto riguarda la politica economica del Paese, inoltre, Alfano ha sottolineato che “da un lato c’è chi, come il Pd, ha in mente una tradizionale politica ‘tassa e spendi’, con tasse alte e spesa alta. Dall’altro – è il parere del Pdl – c’è chi, come noi, privilegia un’impostazione liberale di attacco a debito, di riduzione della spesa e delle tasse, e con un occhio sempre rivolto alla crescita e al rilancio dell’economia e del potere di spesa delle famiglie. E’ un’alternativa secca che gli italiani comprenderanno bene”. Poi lo slogan, intriso di ottimismo in stile B: “Il nostro programma sarà un grande ‘piano contro la rassegnazione’ e per restituire speranza all’Italia e fiducia in se stessi e nella propria patria agli italiani. Anche stavolta ce la faremo”.
In tema di alleanze, invece, Alfano ha detto di non poter credere “che Casini si adatterà alla politica ‘tasse e Cgil‘ della sinistra, e neppure che potrà scegliere prima la linea della corsa solitaria, salvo poi convergere a posteriori, senza prima dirlo agli elettori, con un programma economico di quel tipo”. Per quanto riguarda Monti, invece, Alfano ha invitato a “non tirare per la giacca” il premier o a “trascinarlo in una rissa pre elettorale”. Quanto ai ministri, “qualcuno, di tanto in tanto, mi è parso un po’ impegnato a sbracciarsi in vista del voto. Non è questa la mission dell’esecutivo Monti”.